Pier Ferdinando Casini potrebbe diventare l'anello di congiunzione tra centrosinistra e centrodestra e sparigliare le carte in tavola
L’ex presidente della Camera de Deputati Pier Ferdinando Casini è tra i nomi che circolano in Parlamento per la successione al Quirinale del presidente Sergio Mattarella. L’indiscrezione è data dal quotidiano La Stampa, che aggiunge l’esponente della vecchia Democrazia cristiana all’elenco di personalità politiche indicate come papabili allo scranno più alto del Colle. Dopo Mario Draghi, la ministra della Giustizia Marta Cartabia e lo stesso Mattarella, che potrebbe essere riconfermato per un altro mandato, si fa largo l’ipotesi di Casini. Nel corso della sua lunga carriera politica, l’ex Dc e Udc è stato presidente della Camera dei Deputati nella XIV Legislatura.
Nella XVII legislatura è stato presidente della commissione d'inchiesta sulle banche. Parlamentare dal 1983, con trentotto anni consecutivi da deputato e senatore è, al 2021, il politico con alle spalle la più lunga esperienza tra quelli presenti nei due rami del Parlamento. Il nome di Casini potrebbe rivelarsi strategico, soprattutto per il leader di Italia Viva Matteo Renzi, il quale scalpita per trovare spazio tra i partiti più votati. L’ex democristiano potrebbe colpo isolare il Movimento 5 Stelle, spaccare il Pd e indebolire ulteriormente l'alleanza giallorossa, usufruendo della sponda dell’intero centrodestra.
I segreti di Renzi, D'Alema SuperVip e il vizio del Pd: quindi, oggi...
Quindi, oggi...: il nulla del M5S, il ritorno delle Ong e i preti innamorati
- il Copasir si interessa alla vicenda Report-Renzi. L’incontro con la spia all’autogrill verrà sottoposto a inchiesta interna. Qui la faccenda come la giri la giri, puzza. Anche se l’idea che un incontro segreto avvenga in autostrada fa ridere i polli
- il M5S sarà sia di destra che di sinistra, però alleato del Pd, ma anche chissà magari da solo. Dopo mesi di lavori, Conte non è riuscito ancora a produrre praticamente nulla. Per ora sappiamo solo cosa “non” è il neo-Movimento: non è più la roba pensata da Grillo. E non è che la cosa sia così tragica, anzi
- ormai son più le querele, le inchieste e i rinvii a giudizio che colleziona Salvini sul tema immigrazione che i migranti sbarcati in Italia. Mi sa che alla fine gli converrà aprire un centro di accoglienza o continueranno a tartassarlo
- torna l’estate e tornano le Ong. Pure Msf riprende il largo. Si prevede una stagione calda, politicamente parlando. Salvini, sei pronto?
- pare chiaro che sposteranno il coprifuoco alle 23. Bene, ma sembra il gioco dell’Oca con un giocatore così sfigato che quando lancia il dado gli esce sempre 1. Non va tanto lontano, eh. Voglio dire: non è che sia poi una grande conquista. Come facciamo a convincere i turisti a venire qui se li costringiamo ad andare a nanna presto?
Trattamento delle vene varicose e dei capillari dilatati delle gambe
Unica terapia risolutiva: la “TRAP”
Three-dimensional Regenerative Ambulatory Phlebotherapy
La TRAP è una metodica risolutiva e permanente per trattare le ectasie (dilatazioni) dei vasi venosi degli arti inferiori. È una “cura” della malattia varicosa, non un palliativo, che rinforza la parete delle vene, restringe il volume, ripristina la funzione valvolare per il trattamento di tutti i vasi visibili: vene varicose, venule e teleangectasie capillari, senza chirurgia, laser o scleroterapia.
DIFFUSIONE E CAUSE DELLA MALATTIA VARICOSA
Vene varicose e capillari dilatati degli arti inferiori sono condizioni molto frequenti, presenti in più del 50% della popolazione adulta occidentale, che colpiscono entrambi i sessi, con netta prevalenza del sesso femminile.
Nella maggior parte dei casi questa diffusissima patologia è dovuta ad una congenita debolezza delle pareti vascolari, esacerbata dall’età e da altri fattori quali gli ormoni, la postura e lo stile di vita.
Sparta: educazione e riassunto della storia
Sparta: storia, educazione, cultura e ordinamento sociale e politico dell'antica città greca rivale di Atene. Riassunto dello sviluppo e storia delle guerre
Sparta: storia e origini
Le origini di Sparta risalgono a un periodo che va dal XIII al X secolo a.C. Durante questi anni, la popolazione indoeuropea dei Dori invase la regione della Laconia, situata nella parte meridionale del Peloponneso. Qui fondarono, per sinecismo (ovvero unificando quattro villaggi, Cinosura, Limne, Mesoa e Pitane), la capitale Sparta, assegnandole inizialmente il nome di Lacedemone. Fu così chiamata in onore del dio Lacedemone, figlio di Zeus e fondatore dell’omonima città.
Il nome di Sparta le fu assegnato solo successivamente, in onore della moglie di Lacedemone. La regione della Laconia era precedentemente abitata dagli Iloti, che divennero poi schiavi. Oltre agli iloti, anche i messeni furono invasi; nei secoli successivi alla fondazione di Sparta, i Dori s’interessarono da subito alla confinante regione della Messenia, che riuscirono a conquistare dopo decenni di guerre. Questa vittoria portò agli spartani (discendenti dei Dori) una grande quantità di terre coltivabili oltre che schiavi per lavorarle. Sparta assegnò agli iloti, oltre alla coltivazione, anche il compito della lavorazione dei beni materiali utili alla città-stato. In questo modo i guerrieri spartani potevano dedicarsi esclusivamente alla pratica delle armi. Sappiamo infatti che Sparta era famosa per il suo potente esercito, in grado di vincere ogni guerra e ogni battaglia, perlomeno fino all’invasione Macedone.
Ingiusta detenzione, l'Italia paga per i pm. "Ora serve una vera responsabilità civile"
L'Italia spende 38 miliardi ma non si rivale sulle toghe nonostante la legge
Se la libertà avesse un prezzo attaccato sopra sarebbe di 235,82 euro. Tanto vale un giorno passato ingiustamente in carcere. Nel 2020, mentre in lockdown ci siamo tutti sentiti «detenuti», lo Stato ha speso una carrettata di milioni di euro per risarcire chi da innocente è finito in cella ingiustamente. Quasi 38 milioni di euro, una media di 50mila euro per chi è stato privato per errore della libertà. Dei 38 milioni, quasi 27 hanno riguardato le sole Corti d'appello di Bari, Catanzaro, Palermo, Roma e Reggio Calabria. Che da sola «pesa» quanto Roma, Milano e Napoli insieme, mentre Catanzaro si ferma a 4,9 milioni. Cifre che danno l'entità del problema, al netto di alcune inchieste di 'ndrangheta con strascico di manette, pompate dai giornali ma dimostratesi evidentemente senza troppo fondamento.
Ma mentre si discute di riforma della giustizia il dossier pubblicato online dal Sole24Ore riaccende i riflettori sul vero punto dolente legato all'ingiusta detenzione: la responsabilità civile dei magistrati. Chi paga? Il magistrato? No, lo Stato. La legge 18 del 2015 voluta da Matteo Renzi che ridefinisce la fattispecie di colpa grave «è rimasta praticamente inapplicata, pur essendo un pannicello caldo», spiega al Giornale Claudio Defilippi, legale esperto in revisioni processuali e ingiusta detenzione, come dimostrano i 4,5 milioni di euro per 23 anni da innocente in carcere che lo Stato ha riconosciuto al suo assistito Domenico Morrone. Tutti soldi nostri, non di chi l'ha fatto condannare.
Gianfranco Vissani Tratto da: https://www.alimentipedia.it/gianfranco-vissani.html Copyright © Alimentipedia.it
La storia e la vita professionale del famoso chef Gianfranco Vissani del ristorante Casa Vissani, detto anche "il Cuoco di D'Alema".
Informazioni professionali
La storia di Vissani
Gianfranco Vissani nasce nel 1951 nella cittadella medioevale di Civitella del Lago, in Umbria e frequenta la scuola alberghiera di Stato a Spoleto. Figlio d'arte, ha iniziato a 13 anni con i genitori, nel ristorante Casa Vissani sul lago di Corbara, che oggi gestisce da solo.
Conseguito nel 1967 il diploma, lascia la sua regione per un lungo periodo di formazione durante il quale lavora nei più qualificati alberghi e ristoranti italiani, (Excelsior di Venezia, il Miramonti Majestic di Cortina d’Ampezzo, il Grand Hotel di Firenze e Zì Teresa di Napoli). Durante questi soggiorni la sua spiccata personalità e la sua curiosità lo portano ad approfondire la conoscenza delle tradizioni gastronomiche locali.
Nel 1974 Gianfranco Vissani torna in Umbria e apre il suo ristorante a Civitella del Lago, che gestisce ancora oggi.
Negli anni successivi viene segnalato tra i primi in Italia in tutte le guide gastronomiche. La Guida d’Italia 1982 pubblicata da L’Espresso, gli assegna la votazione di 3 cappelli, designandolo primo assoluto, posizione che ha conservato fino ad oggi. Inizia un periodo d’intensa attività in cui, oltre a gestire il suo ristorante, viaggia in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone dove tiene lezioni di cucina, dimostrazioni per la stampa, pranzi di rappresentanza, gare gastronomiche.
La libreria che boicotta la Meloni? Finanziata dalla Regione di Zingaretti
La libreria indipendente di Alessandra Laterza risulta tra quelle beneficiarie del contributo economico della Regione Lazio per i "progetti di promozione e diffusione della lettura". Peccato che le iniziative siano tutte orientate a sinistra...
Qualcuno la difende, altri gridano alla censura. Quello della libraia di Tor Bella Monaca che ha annunciato che in nome della "resistenza" non venderà il libro autobiografico di Giorgia Meloni è diventato un vero e proprio caso politico. Tanto che ieri ai microfoni di Radio Uno, persino il segretario del Pd, Enrico Letta, per gettare acqua sul fuoco delle polemiche, si è precipitato ad annunciare che acquisterà il volume. "Voglio e mi interessa leggerlo, sono sincero", ha detto il leader Dem, dando una lezione di tolleranza.
"No pasaran", resta invece il motto di Alessandra Laterza, che ha deciso di mettere l’autobiografia della Meloni nell’Index librorum. "Io questo libro non lo vendo", ha scritto chiaro e tondo sul suo profilo Facebook la proprietaria di Booklet Le Torri, piccola libreria di quartiere che ha aperto i battenti nel 2018 in questo fazzoletto di periferia romana. "So scelte, - rivendica - mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria…alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente". "Aprire una libreria a Tor Bella Monaca non risponde all'esigenza di vendere solo libri ma anche di raccontare una forma di resistenza civile", ha spiegato Laterza all’Adnkronos.
Nel negozio di Laterza, però, la politica, è stata protagonista in più di un’occasione. Qui ha ospitato i Dem Walter Veltroni e Roberto Morassut, e tra una decina di giorni accoglierà Alessandro Zan, primo firmatario del discusso ddl contro l’omotransfobia, per la presentazione del libro della scrittrice e attivista per i diritti Lgbt, Cristiana Alicata. Dibattiti perlopiù a senso unico, con buona pace dell'indipendenza. Del resto, è la stessa piccola imprenditrice romana a non farne mistero. "Sono più vicina alla sinistra e e la propaganda della destra su certi temi non mi interessa", ha detto alla stessa agenzia di stampa.
Peccato che nel 2020 la sua attività, che come altre librerie indipendenti romane ha risentito della crisi prodotta dalla pandemia, sia stata beneficiaria di un contributo a fondo perduto erogato dalla Regione Lazio. Si tratta, in particolare, di un bando di Lazio Crea, società in house creata dalla giunta Zingaretti, finanziato con 500mila euro dalla Regione, che un anno fa ha sovvenzionato fino ad un massimo di 5mila euro i "progetti di promozione e diffusione della lettura per grandi e piccoli". Tra questi, secondo le carte visionate dal Giornale.it, anche quelli dichiaratamente schierati a sinistra di Alessandra Laterza, che nel 2016 è stata pure candidata del Pd nel VI Municipio.
Il filosofo in toga che ha ottenuto la super poltrona grazie a Pignatone
Da Palermo fino alla Capitale, Prestipino è stato l'eterna "spalla" del collega più anziano
Lo scandalo Palamara il 4 marzo 2020 porta Michele Prestipino sulla poltrona più ambita e più «politica» delle procure italiane. Quella che «vale tre ministeri», diceva l'andreottiano Franco Evangelisti.
Il braccio destro di Giuseppe Pignatone sembrava fuori dalla corsa, perché nella famosa notte dell'hotel Champagne le correnti dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, Unità per la Costituzione e del magistrato ora deputato renziano Cosimo Ferri, Magistratura Indipendente, puntarono sul Pg a Firenze, Marcello Viola, nel nome della «discontinuità». Ma quando i loro piani vennero alla luce, partirono inchieste e processi disciplinari, l'accordo saltò e Prestipino arrivò al posto del suo amico e mentore Pignatone, con l'appoggio della sinistra di Area e di Autonomia&Indipendenza, di Piercamillo Davigo. Per 10 mesi, mentre la bufera spazzava la magistratura, era stato capo dell'Ufficio facente funzione, alla fine fu premiato.
Michele Prestipino Giarritta, nato nel 1957 a Roma da famiglia siciliana ed entrato in magistratura nel 1984, conosce l'allora aggiunto Pignatone quando arriva nel 1996 come sostituto a Palermo. Con lui 10 anni dopo cattura Bernardo Provenzano, latitante da 40 anni e nella Dda svolge indagini importanti, dallo scandalo delle «talpe» in procura alle connessioni tra mafia, politica e sanità. Nel 2020 segue a Reggio Calabria, come aggiunto, Pignatone diventato capo della procura e indagano sulla ndrangheta e sulle ramificazioni nel nord Italia e nel nord Europa. Arrivato a Roma nel 2013 con Pignatone, Prestipino conduce l'indagine su Mafia capitale e vive la delusione di vedere la Cassazione negare il carattere mafioso dell'organizzazione. Le indagini sugli Spada di Ostia portano a 150 anni di condanne, altre arrivano per i Fasciani, poi l'inchiesta sui Casamonica, l'altra su Diabolik alias Fabrizio Piscitelli e la Grande Raccordo Criminale. Sulle mafie di ieri e di oggi scrive anche due libri. Con Pignatone, sempre suo alter ego.
Sergio Mattarella, vietato criticarlo: la storia del professore Marco Gervasoni, colpevole di essere di destra
Cosamai hanno trovato, o cosa si aspettavano avrebbero trovato, i carabinieri del Ros, quando ieri mattina, sumandato della autorità giudiziaria, sono entrati a casa del professore Marco Gervasoni, ordinario di storia contemporanea presso l'Università del Molise, allo scopo di perquisirla? Cosa mai potrà esserci di così compromettente nell'abitazione di un docente universitario? Di quali orridi crimini questi si sarà macchiato? Marco Gervasoni risulta indagato, insieme ad altre dieci persone, tra cui un pensionato, un ottico, due giornalisti di testate online, un cantautore, un impiegato amministrativo di un ospedale romano e uno studente, per i reati di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di istigazione a delinquere tramite messaggi e post pubblicati sui social network tra l'aprile 2020 e il febbraio 2021.
L'accademico, il quale non è tipo che le manda a dire e adopera spesso un lessico colorito, sarebbe presunto reo di qualche cinguettio su Twitter non proprio delicato nei confronti del capo dello Stato e questo è sufficiente per infliggerli queste bastonate, ovvero mettergli a soqquadro la dimora e interrogarlo e indagarlo e magari pure processarlo e - perché no - condannarlo, già che ci siamo. Ma l'aspetto più grottesco della vicenda risiede in un particolare diffuso ieri e sottolineato con enfasi dagli organi di informazione: pare che tre degli individui sotto inchiesta, tra cui il cattedratico colpevole di essere di destra e non di sinistra, come prescrivono le consuetudinarie regole del buon costume e suggerisce la convenienza, «gravitino in ambienti di estrema destra e a vocazione sovranista».
Come Sapere se sei di Destra o di Sinistra
È importante sapere se sei di destra o di sinistra per decidere la tua prospettiva futura. In genere, la gente di sinistra favorisce l'equità sociale, mentre quella di destra ritiene che queste cose avvengano naturalmente. Leggendo questo articolo scoprirai a quale categoria appartieni, quindi cominciamo
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Valuta le posizioni politiche.
- Le persone di sinistra sostengono:
- Programmi di benessere sociale (buoni pasto, riparo per i senzatetto, benefici per la disoccupazione)
- Libertà di religione e separazione della chiesa dallo stato
- Tasse più alte o progressive
- Ambientalismo
- Protezionismo degli scambi
Offese a Mattarella: con Gervasoni indagata anche la scrittrice sovranista Francesca Totolo
C’è anche l’influencer Francesca Totolo, collaboratrice del Primato Nazionale, tra i perquisiti nell’indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che conta undici indagati.
I carabinieri del Ros del Reparto Anticrimine, coordinati dal procuratore capo Michele Prestipino con i pm Eugenio Albamonte e Gianfederica Dito, hanno eseguito le perquisizioni con il supporto dei comandi Provinciali Carabinieri di Roma, Latina, Padova, Bologna, Trento, Perugia, Torino e Verbania. Per gli indagati l’accusa è di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica e istigazione a delinquere.
Chi è Francesca Totolo
Francesca Totolo, collabora con vari giornali di destra. Si occupa da tempo di flussi migratori illegali e in particolare dell’operato delle navi delle Organizzazioni non governative. Una attività che le ha procurato l’ostilità della sinistra con una vera e propria campagna d’odio sui Social.
L’ultimo libro della Totolo, edito da Altaforte, riguarda la gestione mediatica del Coronavirus e tutto quello che non torna nella comunicazione dei governi. Libri sicuramente fuori dalla narrazione tradizionale, che possono risultare scomodi. Ma lasciare circolare opinioni scomode dovrebbe essere il punto forte di ogni democrazia.
"Io sono Giorgia", Meloni bestseller alla faccia dei censori
Lo avevamo già scritto, in verità anticipandolo anche prima altri. Il libro di Giorgia Meloni, dopo neanche 24 ore dall’uscita, è già il libro più venduto nel Paese. “Io sono Giorgia” è in testa alle classifiche delle librerie. Tutte, tranne una di Tor bella Monaca, malignerebbe qualcuno. (Se il libraio di zona concorrente, è stato scaltro, facendo magari il doppio delle ordinazioni, ora conterà probabilmente il doppio degli incassi).
È stata l’occasione questa, per i due leader del cdx, per sentirsi e scambiarsi reciprocamente gli auguri, per governare insieme al più presto. Con buona pace di chi, li vorrebbe sempre in lite. Tornando al libro, a differenza di quanto sostiene qualche malpensante, le 300 pagine sono state scritte interamente dal pugno della Meloni. “È stato un lungo viaggio, scavando nei meandri dei ricordi. Durato mesi.” Un percorso a tratti divertente. Anche perché non era sola. A farle compagnia nei ricordi, anche l’amico fraterno Giovanbattista Fazzolari. senatore di FdI, punto fermo del partito e fedelissimo della Meloni. È con lui ad esempio, che disegna le strategie prospettiche del partito o approfondisce le ospitate in tivù. Lui l’unica persona di cui si fida ciecamente.
Una curiosità per i futuri intervistatori della Meloni dunque. Al solo fine di evitare le stesse domande. Non per altro. Potrebbe risultare curioso chiedere magari, come è nata l’amicizia inossidabile con “spugna.” Di quel viaggio a Moena e di quel risveglio, in un luogo decisamente insolito. Più di 20 anni sono passati da quella vacanza ma l’effetto amarcord, si fa sentire per quei ragazzi, oggi proprio come allora. E' più forte di lei, evidentemente.
Aifa, in Italia 100 sono morti dopo il vaccino. La maggioranza (76) aveva fatto Pfizer
Sorpresa dal rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid: dal 27 dicembre 2020 al 26 marzo 2021 sono morti 100 italiani dopo avere fatto il vaccino (dato statistico perché non è stata accertata alcuna relazione con l'iniezione). Ma la maggiore parte di loro (76) aveva avuto una o due dosi di Pfizer/BioNTech, mentre 12 hanno avuto un evento avverso letale dopo avere ricevuto Moderna e altri 12 dopo avere ricevuto AstraZeneca. Il tasso di segnalazione di letalità è stato quindi 1,1 ogni 100 mila dosi inoculate per Pfizer, di 2,8 ogni 100 mila dosi per Moderna (che è stato usato assai meno) e di 0,7 ogni 100 mila dosi per AstraZeneca.
Proprio il vaccino più nel mirino delle autorità sanitarie di mezzo mondo ha la minore letalità fra tutti quelli usati secondo i dati Aifa. Secondo il rapporto “Il tempo intercorrente tra la somministrazione del vaccino e il decesso varia da due ore fino ad un massimo di 28 giorni, con una media di 4 giorni (mediana un giorno). In 74 casi il decesso è avvenuto dopo la prima dose, in 25 casi dopo la seconda (in 1 caso l’informazione sul numero di dose è mancante). Non sono segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, mentre sono riportati spesso eventi cardiovascolari in pazienti con storia clinica di patologie pregresse o fattori di rischio cardiovascolari. Sono stati, inoltre, segnalati casi fatali collegati alla problematica trombo embolica”.
Sono state molto di più le segnalazioni di eventi avversi non gravi (dal male di testa alla febbre al dolore nel punto di iniezione), e spiega Aifa: “Al 26/03/2021 sono state complessivamente inserite 46.237 segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi somministrate per tutti i vaccini, con un tasso di segnalazione di 510 ogni 100.000 dosi. La maggior parte delle segnalazioni (81%) sono relative al vaccino Comirnaty (Pfizer, ndr), in accordo con l’uso predominante dello stesso nella campagna vaccinale (77% delle dosi somministrate), con un aumento delle segnalazioni per il vaccino AstraZeneca-Vaxzevria (17%) a seguito dell’incremento dell’uso di questo vaccino (18% delle dosi somministrate). Le segnalazioni relative al vaccino Moderna rappresentano il 2% del totale e sono proporzionali al numero limitato di dosi somministrate (5%)”.
Coronavirus, i morti che potevano essere evitati: nel libro di Francesco Zambon i segreti di Speranza e Oms
Chissà quante copie circolano nella Procura della Repubblica di Bergamo del libro “Il Pesce piccolo”. Lo ha appena pubblicato Feltrinelli, e l’autore è Francesco Zambon, l’ormai famoso ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha svelato le malefatte escogitate per far apparire l’Italia pronta al contrasto del coronavirus quando invece non lo era affatto.
Se lo leggono anche i magistrati che seguono l’inchiesta sulla pandemia e le carenze dell’azione di governo, c’è materiale per una retata in grande stile. Perché c’è una somma di deviazioni, bugie, omissioni da far accapponare la pelle. Documenti manomessi pur di salvare la faccia al governo di Giuseppe Conte, a partire dal ministro della Salute Roberto Speranza. Dei quali bisogna solo capire quanto fossero consapevoli – ed è difficile dubitarlo – delle trame orchestrate da Ranieri Guerra con i vertici dell’Oms. Se quella che descrive nel libro Francesco Zambon è la verità, già ci sarebbero i colpevoli di decine di migliaia di vittime spedite al Creatore per la scelleratezza di chi ha mentito sulla preparazione dell’Italia.
Certo, sono note molte delle mail circolate sul losco affare del report dell’Oms sull’Italia pubblicato e poi rimosso. Ma ciò che emerge dal libro-denuncia di Zambon è l’arroganza con cui si è proceduto, minando persino l’indipendenza di quell’Oms che non dovrebbe mai chiedere il permesso ad uno Stato membro dell’organizzazione per le proprie decisioni, per le proprie pubblicazioni. Esattamente il contrario di quanto preteso dal direttore generale Tedros e dal suo aggiunto Ranieri Guerra, che voleva concordare tutto col ministero della Salute…
Come calmare la tosse stizzosa
Cause e Rimedi per liberarsi della tosse stizzosa
Spesso capita di avere una tosse secca, che persiste per giorni, settimane o addirittura per mesi. Si tratta di tosse stizzosa, un disturbo molto frequente che deriva da cause di diversa origine e natura. È una tosse particolarmente insistente, incessante ed estremamente fastidiosa da sopportare, che porta ad una notevole irritazione della gola.
Può essere causata dall'inalazione di sostanze irritanti (dallo smog al fumo di sigaretta), da infezioni batteriche o virali, da allergie di diversa natura, oppure da patologie ai polmoni.
Individuare la causa della nostra tosse stizzosa è fondamentale per capire come calmarla in modo efficace.
Principali Cause della tosse stizzosa
- Inalazione di sostanze irritanti, come smog, polvere, fumo di tabacco, sostanze chimiche volatili e irritanti, sostanze tossiche, ecc.;
- Allergie: inalazione di sostanze come pollini, polvere, ecc.;
- Asma: una tosse stizzosa rappresenta uno dei sintomi tipici dell'asma; in questo caso, tende a manifestarsi soprattutto di notte;
- Infezioni con conseguente infiammazione delle vie aeree (tracheiti, laringiti, bronchiti, bronchioliti, ecc.)
- Tumori bronchiali e polmonari: talvolta, la tosse stizzosa può essere sintomo di tumori localizzati a livello di bronchi o polmoni;
- In alcuni casi, infine, la tosse stizzosa e secca potrebbe essere conseguenza dell'assunzione di alcuni tipi di farmaci (ad esempio, farmaci antipertensivi) per i quali la tosse rappresenta un effetto collaterale
Gli errori da evitare a casa: "Cosa fare col Covid"
Cortisonici, eparina, antibiotici, antinfiammatori non steroidei, paracetamolo e tanto altro: cosa si può o non si deve assumere quando si è malati di Covid in terapia domiciliare? Ecco cosa ci ha detto un esperto
Chi si ammala di Covid non sempre finisce in ospedale, anzi: la stragrande maggioranza delle persone con l'infezione guarisce spontaneamente dopo alcuni giorni o dopo aver seguito un protocollo di cure e terapie a domicilio previo consulto con il proprio medico.
Quali sono le linee guida
No alla somministrazione immediata di cortisone, antibiotici ed eparina, sì a paracetamolo e agli antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei come Brufen, Aspirina, Oki o Aulin). Il controllo della saturazione dell'ossigeno nel sangue deve essere costante, ma la segnalazione al medico va fatta quando questa scende sotto il 92%. Dopo un anno dall'inizio della pandemia, il Ministero della Salute rivede ancora le linee guida per le terapie domiciliari dei pazienti Covid-19: la circolare firmata da Giovanni Rezza, Direttore della Prevenzione per il ministero stesso, chiarisce in 26 pagine quali sono gli aspetti a cui attenersi per tutti i pazienti asintomatici o paucisintomatici che non hanno bisogno delle cure ospedaliere, tant'è che il documento si intitola "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov-2".
Fano, quindici immigrati massacrano di botte due ragazzi italiani: «Diamogli fuoco»
Brutale pestaggio a Fano: gruppo di immigrati aggredisce violentemente e due giovani. A farne le spese due ragazzi di 17 e 18 anni. Sabato pomeriggio i due amici pesaresi hanno preso il bus e sono andati a Fano per trascorrere un pomeriggio in serenità. Ma una volta giunti alla rocca Malatestiana i loro propositi sono andati in fumo. Un gruppo formato da circa quindici extracomunitari, li ha infatti aggrediti fisicamente. Il motivo? Un banale pretesto per attaccare briga. A far scattare la violenza il fatto che uno dei due ragazzi ha il ciuffo bianco e le unghie nere. A raccontare il tutto è stato il più grande dei due, mentre è il piccolo ad aver subito i maggiori danni a causa dei pugni e dei calci subiti. Il ragazzo ha riportato la frattura del setto nasale e di alcune dita.
Immigrati, la testimonianza
«Io ho le unghie con lo smalto nero. Mi piace averle, vederle, portarle. Ce le ho da quattro anni e ho subìto ogni tipo di offesa per questo, tipo frocio o altro, ma non mi ha mai importato nulla visto che sono eterosessuale. Ho anche un ciuffo di capelli tinto di bianco perché mi piaccio così», ha detto il giovane a Il resto del Carlino. Il 18enne, quindi, ha spiegato dettagliatamente com’è avvenuta l’aggressione. «Ci sentiamo chiamare da lontano da questo gruppo di una quindicina di ragazzi che non conoscevamo. Mai visti prima. Erano tutti extracomunitari, albanesi e marocchini. Mi prendono in giro per il ciuffo bianco ma quando arrivano vicino e vedono le mie unghie con lo smalto nero, cinque o sei di loro mi bloccano. Uno prende un accendino e cerca di dar fuoco alle dita per “togliermi lo smalto” un altro vede le mie collane, prima me le chiede e poi me le strappa».
A quel punto il più piccolo dei due è intervenuto per difendere l’amico: «Purtroppo gli sferrano un pugno in faccia che lo getta a terra, io urlo di lasciarlo, ma loro continuano a dargli calci in bocca, alla schiena, al braccio, ovunque».
Le Idee della Destra
Per descrivere in maniera consona cosa storicamente si debba intendere per Destra, è doveroso compiere alcune osservazioni che permettano di mettere in luce alcuni requisiti essenziali. La parola data sembra essere relativa ad alcune idee e raggruppamenti politici riconducibili a determinate situazioni storiche. Chiara da questo punto di vista è la posizione liberale, una volta stabilito che molte sue concezioni ottocentesche, pur essendo state considerate di Destra, non corrispondano in termini pratici alle idee dei coevi partiti liberali che fanno oggi riferimento a quelle determinate esperienze. Parlare di Destra dovrebbe comportare una descrizione di una realtà varia, mai univoca.
E altresì importante rilevare che il termine ha indicato una serie di idee, di interpretazioni del mondo, di concezioni filosofiche, di obiettivi che non possono essere ricondotte tutte ad una certa unità, ma è facile notare che alcune accezioni ideologiche siano riconducibili a combinazioni dello stesso filone culturale. Dopo questa premessa è necessario fare una disamina storica del termine. La Destra nacque durante la Rivoluzione francese per indicare la semplice posizione dei parlamentari rispetto al centro dell’Assemblée nationale constituante del 1789. Come detto ampie componenti del liberalismo furono legate alla tradizione, agli ideali patriottici e nazionali, alla difesa della libertà privata ed individuale, del ceto medio e dell’efficienza in campo economico. Dopo l’Unità d’Italia venne chiamata “Destra storica” quella coalizione di singole personalità che governò il paese dal 1849 al 1876. D’altra parte si debbono considerare di destra le dottrine che caratterizzarono il partito inglese dei tories nell’Ottocento, il neoconservatorismo dei Repubblicani americani e le esperienze spagnole di J. Ortega y Gasset.
Coprifuoco, ennesimo rinvio del governo: saltano la cabina di regia e i nervi dei ristoratori italiani
La cabina di regia su possibili nuove riaperture non si terrà questa settimana. A quanto apprende l‘Adnkronos, resta questa la linea di Palazzo Chigi, che conferma la tabella di marcia: in settimana via libera al dl sostegni bis -in Cdm tra giovedì e venerdì- con quaranta miliardi per rimettere in carreggiata i settori più falcidiati dalla crisi innescata dal Covid; poi la settimana prossima -in base a dati ‘consolidati’- una cabina di regia su possibili nuove aperture, che verranno dettate dai numeri.
Oggi, al termine della riunione a Palazzo Chigi sul dl sostegni bis, quando il premier Mario Draghi aveva già lasciato il vertice con i capi delegazione delle forze di maggioranza, era stato chiesto al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, di convocare una nuova cabina di regia già venerdì, ma stavolta sul coprifuoco e sulle eventuali misure di allentamento sulla stretta, che passino da nuove aperture. Nulla di fatto, per ora.
Fratelli d’Italia, intanto, sfida la maggioranza e chiede di votare la sua mozione per la cancellazione del coprifuoco anche alla Lega, anche alla luce dell’ennesimo slittamento della “cabina”.
Sovranista e me ne vanto: ecco tutti gli autori cui si ispira la destra no global
È successo che la destra è diventata no global. Una trasformazione avvenuta in nome del sovranismo, che banalmente si può riassumere nell’imperativo di restituire potere al popolo sovrano all’interno di ciascuna nazione. Seguendo questo assioma oggi sono i militanti della destra, spesso definita “estrema”, a farsi paladini della contestazione al mondo globalizzato. Vi si oppone una generica visione liberale dei diritti diffusi, perno della superiorità dell’Occidente che continua a guardare con spirito “missionario” ai popoli non garantiti da Costituzioni progressiste.Ma per i sovranisti il punto non è questo: il punto è molto più “radicale” e consiste nell’opporre al turbocapitalismo, al predominio delle banche e al pensiero unico del “politicamente corretto” la forza della volontà popolare. A voler essere rigorosi, si fondono in questa istanza i lasciti del giacobinismo più arrabbiato (da noi rappresentato dai Cinquestelle) e quelli di un certo tradizionalismo spiritualista (che Matteo Salvini ad esempio cerca di interpretare portando fiori sulla tomba di Federico II a Palermo imitando il fervore dei lepenisti verso Giovanna d’Arco).
Un pensiero che sarebbe errato considerare “di nicchia” o minoritario. Non è più possibile farlo dopo che una serie di fenomeni – dalla vittoria della Brexit a quella di Trump – ha fornito alle idee sovraniste nuovo slancio e ulteriore diffusione. E non parliamo solo di slogan o frasi fatte. I cosiddetti sovranisti – bollati per lo più come populisti dall’establishment – possono vantare riferimenti intellettuali di tutto rispetto. Nella biblioteca del sovranista di destra non troviamo più solo lo scontato Alain de Benoist col suo elogio del comunitarismo o l’icona Ezra Pound con il suo canto Contro Usura o le invettive del filosofo russo Alexsandr Dugin – cultore di Julius Evola – per il quale Russia e Europa devono fare fronte comune contro il liberalismo che vuole liberare l’individuo da ogni vincolo.
Una Sinistra sadica sogna l'invasione dei clandestini
Una sinistra sadica odia il popolo italiano. Perché il riflesso condizionato che la anima è sempre lo stesso. Ci sono migliaia di clandestini che sbarcano a Lampedusa? L’accusa è, al solito, rivolta contro la destra. Salvini e Meloni «fanno campagna elettorale» anche se la campagna elettorale non c’è. Proprio non si capacitano, i sinistri, che invece c’è un popolo incredulo: restrizioni, chiusure, mascherine, distanziamento, coprifuoco in tutta la Penisola. È il Covid. Con tutte le sue conseguenze in termini di privazione dei diritti di libertà.
Laggiù, invece, licenza di attracco. Barche a volontà. Immigrazione senza controllo.È evidente che così non si può andare avanti. Ci chiediamo con gli occhi sbarrati davanti alle immagini di oltre duemila persone arrivate a Lampedusa che cosa succederà quest’estate. E ci mettiamo nei panni di quel governatore siciliano, Nello Musumeci, col suo grido di dolore, assolutamente motivato: «A gestire questa infinita tragedia hanno lasciato la Sicilia, Lampedusa in testa, con i nostri sanitari, i nostri volontari e i pochi uomini in divisa». Altro che pensare alle manovre della politica politicante, sulla regione l’ondata immigrazione cade sulle spalle di Musumeci e non si sente una voce di aiuto dalle «autorità». In queste condizioni a che cosa potrà servire persino quel green pass tanto strombazzato ai fini dell’arrivo dei turisti in Italia? Sicilia esclusa?
Covid, la Gran Bretagna riapre pub e ristoranti al chiuso. Tutti in presenza in università
La Gran Bretagna è pronta a lasciarsi alle spalle il Covid e a fare un bel balzo in avanti verso una normalità, che già da qualche settimana è tornata ad affacciarsi sul territorio del Regno Unito. Il primo ministro, Boris Johnson, in conferenza stampa ha annunciato che dal 17 maggio prende il via la ‘Fase 3’ e riapriranno i luoghi pubblici al chiuso: pub e ristoranti, hotel, centri ricreativi, cinema, teatri e musei. La «rule of six», finora in vigore negli spazi aperti, si sposta nei luoghi chiusi, pubblici e privati, dove saranno possibili raggruppamenti fino a sei persone o due famiglie. Agli eventi sportivi potranno partecipare fino a mille persone o un numero pari alla metà della capienza, se inferiore. Nei grandi stadi potranno sedere fino a 10 mila spettatori o un numero pari a un quarto della capienza, se inferiore. Ai matrimoni potranno partecipare fino a 30 persone.
Sempre da lunedì prossimo in UK parenti e amici potranno scegliere se mantenere il distanziamento sociale o tornare ad abbracciarsi. Il premier ha comunque invitato a usare il «buon senso» assicurando che abbraccerà le persone con «cautela e moderazione». Il governo ha esortato alla cautela, ricordando che alcuni soggetti sono «più vulnerabili di altri» al Covid-19 e che il vaccino riduce il rischio ma non lo elimina del tutto. Misure più rigide di distanziamento sociale resteranno in vigore in case di riposo, ospedali e uffici.
Novità anche sul fronte dell’istruzione britannica: tutti gli studenti universitari torneranno a frequentare lezioni in presenza. A differenza della riapertura dei locali pubblici al chiuso, il ritorno degli studenti all’università non era scontato con l’avvio della ’Fase 3’ delle riaperture. Un grande passo per la nazione di Johnson.
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