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La scissione degli scissionisti. Minoranza in fibrillazione: Emiliano media, Rossi verso l'addio
Tensione nel Pd. Rossi: "È tempo per una nuova forza". Bersani lascia l'Assemblea. Ma Emiliano: "Fiducia in Renzi". "La parola scissione è tra le più brutte, peggio c'è solo ricatto. Non è accettabile bloccare un partito per i diktat della minoranza". All'Assemblea del Pd Matteo Renzi tira dritto: non accetta l'ultimatum lasciato ieri dalla minoranza al Teatro Vittoria, si dimenette da segretario del partito e dà appuntamento a tutti al congresso. Un muro insormontabile contro cui vanno a schiantarsi quei ribelli dem che chiedevano all'ex premier un passo indietro. "La relazione di Renzi non solo ha chiuso a ogni nostra richiesta - commentano dalla minoranza - ma persino oggi abbiamo dovuto sentire toni da stadio". E sentenziano: "Ricostruiremo il progetto da un'altra parte". Ma non tutti. Michele Emiliano non solo resta, ma prova a mediare.
Bersani: “Ha alzato muro. Così Pd va a sbattere”. Renzi: "Così facciamo un regalo a Grillo”
“Peggio della scissione c’è soltanto il ricatto. Fermiamoci, fuori ci prendono per matti. E stiamo facendo un bel regalo a Beppe” (Grillo). E’ un attacco frontale alla minoranza dem quello che apre l’intervento di Matteo Renzi all’Assemblea del Partito democratico al Parco dei Principi di Roma (qui la diretta). È il giorno della resa dei conti, dopo le minacce di scissione che si sono già consumate nelle parole di Enrico Rossi, Roberto Speranza e Michele Emiliano. L’ex presidente del Consiglio spiega che il Pd è diviso “come tutti gli altri partiti“, a destra come a sinistra. E quello che sta succedendo è una “lotta di potere”. Ma il potere nel Pd, continua Renzi, “appartiene ai cittadini che votano alle primarie, non ai caminetti e alle correnti romane”. Imprescindibile il congresso, perché se non si fa non siamo l’alternativa “a Casaleggio e ad Arcore“. Chiarisce che nessuno ha “il copyright della parola sinistra” anche se “non canto bandiera rossa e non sventolo la bandiera socialista”.
Palazzo Chigi finanzia la prostituzione omosessuale: lo scoop de "Le Iene"
Unar sta per «Ufficio anti-discriminazioni razziali». All’interno del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del consiglio, si occupa di promuovere la «parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni» razziali, etniche e sessuali con campagne di comunicazione e adottando progetti «in collaborazione con le associazioni no profit». Nel mirino della iena Filippo Roma è finito un finanziamento di 55mila euro ad un’associazione di «promozione sociale» dietro cui, secondo la trasmissione televisiva, si nasconderebbe il business del sesso gay a pagamento. Ecco il testo del servizio che andrà in onda stasera su Italia 1.
Con che criteri l’Unar sceglie le associazioni da accreditare e finanziare con migliaia di euro? Il suddetto ufficio del governo ha come compito quello di contrastare le discriminazioni su razza o sesso e a tal fine gestisce anche denaro proveniente dai contribuenti.
PD: il leader passa agli insulti: "Speranza, dove c... andate?"
«Tra il partito dei caminetti tra correnti e il partito delle primarie non ho dubbi: scelgo il partito delle primarie». Sta in questo concetto, che stamattina esprimerà davanti alla platea Pd, lo spirito con cui Matteo Renzi affronta le minacce di scissione della sua minoranza. Nessuna trattativa ad oltranza, nessun compromesso a tutti i costi: alla vigilia della fatidica Assemblea nazionale che potrebbe sancire la spaccatura del partito di maggioranza, il leader del Pd si mostra tutt'altro che atterrito dalle minacce degli aspiranti scissionisti. Certo, ha telefonato a Michele Emiliano e pure a Roberto Speranza (a Pier Luigi Bersani no, fino a ieri sera), ma senza concedere nulla sulla tabella di marcia stabilita, «che del resto - ricorda - era quella che chiedevano loro fino a poco fa, quando minacciavano carte bollate per reclamare il congresso subito». Come dice Lorenzo Guerini, «gli ultimatum sono inaccettabili». Quindi: congresso nei tempi previsti, e primarie entro il 7 maggio per evitare sovrapposizioni con la campagna per le amministrative. Matteo Orfini mette sul tavolo anche la proposta di una conferenza programmatica prima del congresso. Insomma, si cerca di togliere ai rivoltosi ogni pretesto che non sia il «morte a Renzi» per giustificare la rottura.
PD alla resa dei conti: Renzi si dimette ufficialmente e dice: "Scissione usata come un ricatto. Potete battermi, non eliminarmi"
E l'ora della verità per il Pd. Nell'hotel Parco dei Principi di Roma si sciolgono i nodi che tengono ancora legate maggioranza e minoranza e si capirà se l'avventura politica nata nel 2007 sul solco dell'Ulivo è destinata a perdere un pezzo importante delle sue radici. Tutto è legato alla relazione del segretario uscente Matteo Renzi e al voto dei mille riuniti nell'assemblea nazionale a decretare il futuro del Partito democratico. "Soffro a parlare di scissione, come tutti noi. Ci siamo impelagati a dire 'congresso sì, congresso no'. Io ho cercato tutti i giorni di accogliere le propose degli altri. Ho accettato la proposta di Piero Fassino, ho comunicato formalmente le dimissioni. Il congresso ha dei tempi statutari. La parola scissione è una delle parole più brutte. Peggio c'è solo la parola ricatto. E la scissione è stata usata come un ricatto", ha detto Renzi.
Amatrice, aveva portato aiuti ai terremotati con il suo camion: multa da 4 mila euro
Era arrivato a portare aiuti ai terremotati con un camion. Ha avuto una multa da 4mila euro per essere passato sull’unica strada che, a tutt’oggi, collega in maniera diretta Amatrice con la Salaria, visto che il centro storico è ancora ingombro di macerie ed edifici non puntellati e non è stato riaperto al traffico privato. E ora le vittime del sisma del 24 agosto 2016 stanno facendo una colletta per aiutarlo a pagare la sanzione. Accade anche questo nel mondo alla rovescia di Amatrice, dove il grande cuore degli italiani cerca di sostenere la rinascita della popolazione vittima del sisma, ma trova ostacoli di ogni genere.
Berlusconi ed Emiliano, beccati: la cena clamorosa
Nelle ore caldissime che con assoluta probabilità porteranno alla scissione del Pd, il Corriere della Sera rivela un retroscena piuttosto clamoroso. Una cena, alla quale hanno preso parte Silvio Berlusconi e Michele Emilano, uno dei leader della minoranza Pd nonché sfidante di Matteo Renzi per la segreteria. Un incontro al quale il Cavaliere è stato invitato dal governatore della Puglia: invito accettato. Secondo quanto si legge sul Corsera, Berlusconi desiderava sapere se il Pd sta davvero avviandosi alla scissione e avrebbe ottenuto garanzie sulla tenuta del partito. "E comunque non me ne andrò mai", ha detto Emiliano al Cavaliere. Eppure, negli ultimi giorni, la situazione pare essere capitolata: la scissione ci sarà e pure Emiliano potrebbe sloggiare.
La novità della minoranza Pd: "Più tasse per tutti"
Dalla padella alla brace. La minoranza Pd che si è riunita in assemblea a Roma al Teatro Vittoria ce l'ha ovviamente con Matteo Renzi, che viene accusato di politiche neoliberiste e di essere un seguace di Ronald Reagan. Ma gli contrappone la ricetta di sempre, quella che ha fatto cadere già in passato l'ultimo governo di Romano Prodi: più tasse per tutti. Il governatore della Toscana - uno dei tre moschettieri della minoranza pronto alla scissione -, Enrico Rossi, elenca tutte le tasse che andrebbero messe: patrimoniali, tobin Tax e chi più ne ha più ne metta. Unica annotazione positiva: nessun applauso in sala...
Berlusconi commenta le divisioni del Pd: "Non pensano ai problemi dell'Italia, l'alternativa è un centrodestra vincente"
"Mentre le condizioni in cui vivono molti connazionali sono sempre più difficili, tutto è incentrato su ciò che avviene nel Partito democratico, sulle probabilità che si realizzi o meno una scissione, sulle tattiche dei diversi capicorrente. Nessuno sembra preoccuparsi del fatto che tutte queste divisioni hanno un effetto paralizzante per l’attività del governo, e che i problemi veri degli italiani, la povertà, l’immigrazione, il lavoro, la sicurezza, continuano ad essere trascurati". Silvio Berlusconi commenta così il momento che sta attraversando il Pd e lo in un'intervista al Giorno. Il Cavaliere mette in guardia la classe politica: "Quello che ne dà la maggioranza degli italiani: davvero il problema principale dell’Italia è la controversia fra le correnti del Partito democratico? . E poi ci meravigliamo del dilagare dell’antipolitica".
Bollette, consumatori: “Riforma di quelle della luce incentiva a consumare di più. E 17 milioni di famiglie subiranno aumenti”
L'Autorità per l’energia sostiene che dall'1 marzo 5,7 milioni di clienti godranno di risparmi. E il suo presidente ha negato che venga disincentivata l'efficienza. Codici e Italia Solare, però, affermano che l’eliminazione della progressività e lo spostamento degli oneri dalla parte variabile a quella fissa della fattura penalizzano chi ha consumi più bassi. Autorità per l’energia contro associazioni dei consumatori sulla riforma delle bollette della luce per i clienti domestici. “Garantirà vantaggi ai consumatori” e “consentirà all’Italia di allinearsi all’Europa”, dice il presidente dell’Aeegsi, Guido Bortoni, che stima risparmi per 5,7 milioni di clienti. “A noi risulta esattamente il contrario, dal 1° marzo ci saranno aumenti fino al 30%”, rispondono le associazioni dei consumatori e il mondo delle energie rinnovabili, secondo cui, tra l’altro, la riforma è anche una tegola per il settore dell’efficienza energetica. Insomma, due realtà entrambe con la mission di tutelare consumatori con visioni tanto distanti. Cosa succede?
Bruciate in piazza Duomo le palme contestate da Lega e CasaPound
Tre palme tra quelle che sono state appena piantate nei giorni scorsi in Piazza Duomo a Milano sono state parzialmente bruciate, una più delle altre, la notte scorsa. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale che hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza per identificare i vandali. Secondo una prima ricostruzione, l'episodio si sarebbe verificato dopo la mezzanotte in quanto prima sono presenti in Duomo i controlli fissi di Polizia e Carabinieri.
Sondaggi Ipsos: M5s primo partito al 30,9%, Pd al 30,1%. E una nuova forza di sinistra è già al 6,5%
Il Movimento 5 Stelle primo partito, seguito a ruota dal Pd, ma solo se i dem evitano di scindersi. In quel caso la nuova forza di sinistra potrebbe già valere il 4,3% sul totale degli elettori, e il 6.5% sui voti validi. Sono i dati contenuti nell’ultimo sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, secondo i quali il M5s si conferma al primo posto con il 30,9% dei consensi. Subito dietro ecco il Pd con il 30,1%: numeri entrambi stabili rispetto al dato di gennaio.
I renziani liquidano i ribelli: "L'ultimatum non è ricevibile"
I fedelissimi di Renzi respingono l'aut aut della minoranza: "Mai visto tanto odio". I dem sono sempre più ai ferri corti. La possibilità di mantenere il Partito democratico unito è solo nelle mani del segretario Matteo Renzi. Dall'assemblea della minoranza dem arriva un appello-avvertimento al segretario del partito: convochi una conferenza programmatica, domani durante l'assemblea, fissi le primarie in autunno, si impegni a sostenere il governo Gentiloni, e la scissione non ci sarà. La palla sta nel campo del segretario, insomma, come sottolinea anche Massimo D'Alema.
Pensioni: 8 milioni senza contributi. Italiani in 30 milioni senza reddito
Vi piacerebbe vivere in un Paese dove ben 8 milioni di persone godono di una pensione avendo versato pochi o nessun contributo e dove la metà della popolazione dichiara di non aver alcun reddito e di conseguenza non paga un soldo di tasse? Trenta milioni di cittadini senza reddito, otto milioni di pensioni assistenziali, qual è il paese? Vi piace viverci? Meno di quel credereste probabilmente, perché quel Paese è l’Italia e perché, l’enorme spesa fatta per decenni a carico delle generazioni future, rappresenta molto più un problema che un’equa redistribuzione della ricchezza. E a queste condizioni non sarà a lungo sostenibile per i conti italiani.
“Concorrenza sleale”: i Flixbus economici sono a rischio
Venti righe nel Milleproroghe approvato giovedì dal Senato, lo stesso decreto che ha scatenato la rivolta dei tassisti, rischia di bloccare i bus low cost verde-arancio di Flixbus. L’Anav, l’associazione nazionale delle imprese di autotrasporto viaggiatori associata a Confindustria, che accusava il gruppo italo-tedesco di concorrenza sleale, incassa il risultato. Flixbus, che da metà 2015 a oggi ha trasportato circa 3 milioni di passeggeri su e giù per l’Italia, parla di un blitz al limite della legge.
Corte dei Conti inchioda Monti: "Morgan Stanley deve pagare"
La Procura della Corte dei Conti del Lazio ha contestato alla banca americana Morgan Stanley e al ministero dell'Economia un danno erariale di oltre 4,1 miliardi di euro. È quanto ha rimarcato il procuratore regionale Donata Cabras nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Si tratta di una vicenda che il Giornale ha messo in evidenza la scorsa estate allorquando il bilancio dell'istituto statunitense mise in rilievo la richiesta risarcitoria di circa 3 miliardi di euro (2,8 miliardi per la precisione). Gli altri 1,3 miliardi sono, infatti, stati contestati a Via XX Settembre non solo per aver sottoscritto strumenti «non idonei ad attuare le strategie finanziarie» dichiarate, cioè la copertura da un eventuale incremento dei tassi di interesse, ma per averli stipulati con una controparte in conflitto di interessi essendo Morgan Stanley un operatore specialista nel collocamento dei titoli di Stato.
Stadio Roma, ancora guai: arriva il vincolo della Soprintendenza
Romani e romanisti dovranno mettersi il cuore in pace, "FamoStoStadio" sarà sempre più complesso. Nella intricata vicenda del nuovo stadio della Roma arriva un colpo di scena importante: la titolare della Soprintendenza statale archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Roma, l'architetto Margherita Eichberg, ha comunicato "l’avvio di dichiarazione di interesse particolarmente importante" dell’Ippodromo di Tor di Valle per quanto riguarda la tribuna e area della pista. In sostanza, la Soprintendenza ha posto un vincolo che potrebbe ritardare di molto tutte le procedure. Nella nota, inviata ai vertici del ministero e al sindaco Virginia Raggi, si legge che vengono anche avviate "misure di tutela indiretta per assicurare le condizioni di prospettiva e di visuale del complesso".
D'Alema: "LA SCISSIONE NON È COLPA MIA" e non andrà all'Assemblea PD
Lui non ci sarà. C'era oggi, all'incontro della minoranza Pd, ma non ci sarà domani all'assemblea del Pd dove si decideranno le sorti del partito. Massimo D'Alema, fuori da teatro Vittoria, si racconta: "Se Renzi telefona per dire che lui è d'accordo con quello che gli si propone sicuramente questo apre un processo politico che porta verso il congresso nei tempi ordinari, normali. Se Renzi vuole tirare diritto per la sua strada è chiaro che noi non possiamo accettare questa prepotenza. Le cose sono chiarissime, la questione è nelle mani del segretario del partito". Una eventuale rottura nel Pd? gli chiedono i cronisti. "Non è colpa mia" chiosa secco l'ex premier.
Quegli affitti che i partiti non pagano più. A Roma arretrati per 6,8 milioni. La lenta agonia dei circoli
È uno scandalo che nella Capitale sembra non dover finire mai. Gli immobili pubblici, in questo caso le case popolari della Regione Lazio, in sigla Ater-Roma, restano il regno della morosità. E quando a dover pagare i canoni sono partiti politici, sindacati, associazioni culturali o sportive, il mancato pagamento è assicurato. Pur con qualche piccolo segno di miglioramento, secondo gli ultimi dati, aggiornati al 30 novembre scorso, dalle casse l’Ater mancano 6,8 milioni di euro. Erano 8,8 milioni di arretrati soltanto quattro mesi prima. A giudicare dalle carte, insomma, il direttore generale dell’Ater, Francesco Mazzetto, sta facendo bene il suo lavoro anche se è altissima la montagna del debito da incassare. «Sono rientrati 2 milioni di euro», fa sapere. C’è però un particolare che lascia interdetti: gli elenchi degli affittuari di natura politica sindacale o associativa, che l’Ater per la prima volta è costretto a rendere pubblici, hanno una sorta di omissis: quando vi è in corso una procedura di «regolarizzazione», gli importi della morosità vengono oscurati.
PD: la nuova vita di Renzi: insegnerà in una Università Usa a Firenze
Nelle scorse settimane, anche per rispondere agli attacchi interni e esterni al partito, aveva già annunciato l’intenzione di voler coltivare altri interessi, al di là della politica, "dalle startup all’università" ha spiegato ieri al Corriere. E visto che domenica rassegnerà formalmente le dimissioni da segretario Dem per rilanciare la sua corsa alla leadership, la vita di Matteo Renzi cambierà anche in questo. Più tempo a disposizione fuori dal Palazzo e dalle polemiche.
Ora Renzi vuol far saltare tutto per andare subito alle elezioni
La voce dal sen fuggita di Graziano Delrio, ministro e renziano della prima ora, dà un quadro realistico delle preoccupazioni che attraversano il Pd. E della tenaglia in cui si sente stretta buona parte del suo gruppo dirigente: da una parte i ricatti della minoranza che ormai si avvia alla scissione, dall'altra il segretario che sembra fare poco per evitarla. Perché, sospettano anche nella maggioranza Pd, «pensa che con la spaccatura del partito di maggioranza e dei suoi gruppi parlamentari, le elezioni a giugno diventino molto più facili da ottenere». È una sensazione che hanno in molti, anche a Palazzo Chigi e al Quirinale, dove descrivono un Mattarella preoccupatissimo che la rottura nel Pd precipiti il paese nell'instabilità e apra la strada ad una vittoria grillina. «Se si va ad elezioni con il Pd imploso e una lista alla sua sinistra che gli toglie voti, i Cinque Stelle possono diventare il primo partito. E Mattarella ha l'incubo di essere costretto a dare l'incarico a uno dei loro», spiega chi conosce gli umori del Colle.
VITALIZI: sai quanto ci costa mantenere a vita l'esercito dei parassiti della politica?
Vitalizi: tra imprenditori, giornalisti e vecchie glorie della politica. Ecco l’elenco. Pubblichiamo la lista completa degli ex deputati e senatori che percepiscono la pensione da ex onorevoli. Nomi noti come Massimo D’Alema e Walter Veltroni, con cifre intorno ai 5mila euro, e imprenditori come Cecchi Gori, Benetton e Versace. In tutto un esborso per lo stato di 236 milioni l’anno.
Sarà anche molto arrabbiato l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema con il premier in carica Matteo Renzi. E deluso per la mancata designazione a commissario europeo. Ma certamente ha di che gioire guardando la cifra del suo vitalizio parlamentare: 5.674 euro al mese dopo sette legislature trascorse a Montecitorio.
Neanche Walter Veltroni, ex segretario del Partito Democratico ed ex vicepresidente del Consiglio, ha di che lamentarsi. Abbandonata (almeno per il momento) la politica e reduce dai fasti cinematografici con il film su Enrico Berlinguer, l’ex sindaco di Roma riscuote pure lui una pensione di tutto riguardo: ben 5.668 euro mese, naturalmente al netto.
VITALIZI: METTIAMO FINE AL PRIVILEGIO. Parte la raccolta firme per avere regole più giuste
Quello dei vitalizi è uno dei più grandi scandali della Repubblica. Per gli sfacciati privilegi che i parlamentari si sono dati, per lo spreco di risorse che hanno comportato e comporteranno, per il peso che continueranno ad avere sui bilanci di Camera e Senato, dunque sulle finanze pubbliche. C’è un esercito di oltre duemila ex deputati e senatori che gode di questi ingiustificati trattamenti. In base ai quali persino chi non ha mai messo piede in Parlamento o ha partecipato a pochissime sedute delle Camere riscuote assegni di circa 2.000 euro netti mensili. Magari sommandoli ad altri vitalizi delle Regioni o del Parlamento europeo, oppure a trattamenti pensionistici maturati per le attività lavorative svolte. Ora la proposta lanciata da Primo di Nicola, Antonio Pitoni e Giorgio Velardi nel libro “Orgoglio e vitalizio”, diventa una petizione del Fatto. Leggi i punti più importanti e firma.
Caro iscritto Pd ti scrivo
Caro iscritto Pd, ti scrivo queste poche righe perché immagino che in questi giorni leggendo i giornali, guardando la televisione, magari ascoltando i talk show ti sia sentito smarrito e disorientato. E magari proprio arrabbiato. Sappi che ti capisco. Immagino ti stia chiedendo perché da settimane ormai si sia smesso di parlare del Paese e tanti di noi continuino invece a guardare al proprio ombelico e a polemizzare al nostro interno.
La strana storia della pensione forzata del procuratore che indaga sull'appalto Consip
Per i magistrati vige una regola: arrivati ad una certa età devono andare in pensione obbligatoriamente, e questa età era di 72 anni. Recentemente il governo ha varato una norma che porta quest'età a 70 anni. Perché, cosa succede? In questo modo il Parlamento modificando l'età pensionabile dei magistrati, di fatto modulandola, interviene nelle nomine dei magistrati degli uffici più importanti, per esempio le procure, o le Corti d'Appello o la Procura generale. Cosa succede? Quando c'è un magistrato scomodo a capo di una procura, il Parlamento, il governo modificando l'età per esempio abbassando da 72 a 70 anni, costringerà a quel magistrato ad andare in pensione immediatamente.
In 500 clandestini forzano la recinzione ed entrano in Spagna
Le barriere non fermano i migranti, che le forzano. Centinaia di loro sono riusciti entrare nel territorio spagnolo di Ceuta dal Marocco, hanno riferito fonti di polizia. "Si tratta di circa 500 persone", hanno aggiunto i servizi di emergenza in un tweet. A Ceuta una fitta rete di 8 chilometri cerca di impedire l'ingresso dei disperati provenienti dal resto del territorio africano. Il governo del Marocco assicura in una nota che la polizia "ha bloccato" l'ingresso di 250 immigrati clandestini a Ceuta, ma non fa riferimento ai circa 500 subsahariani che sono riusciti a entrare stamattina nella città spagnola. Secondo il comunicato delle "autorità locali di Castillejos", rilanciato dall'agenzia di stampa marocchina Map, nell'assalto sono rimaste ferite 30 persone, di cui 20 migranti e 10 agenti delle forze dell'ordine marocchine. La polizia marocchina, inoltre, ha arrestato 110 migranti, che sono stati "consegnati ai servizi competenti di polizia per completare le indagini", conclude il comunicato.
Il Giglio magico e l’appalto più ricco d’Europa. ‘Nel pizzino delle tangenti le iniziali di papà Renzi’
Un piatto da 2,7 miliardi di euro nell’indagine che coinvolge anche il ministro Lotti e il generale Del Sette. Il documento trovato nella spazzatura dell’imprenditore su mandato dei pm di Napoli Woodcock, Carrano e Parascandolo. Lo scopo era trovare i fogli su cui, secondo l’accusa, Romeo scriveva (senza parlare per paura delle intercettazioni) davanti a Carlo Russo i destinatari delle somme ritenute possibili tangenti. Al centro, la maxifornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione, di cui l’imprenditore napoletano aveva vinto tre lotti del valore di 609 milioni. Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Consip. Secondo i pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi, che hanno ereditato l’indagine avviata dalla Procura di Napoli, il padre dell’ex premier e il suo amico Carlo Russo (indagato per lo stesso reato) avrebbero usato la loro influenza sull’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, per indurre Alfredo Romeo a promettere pagamenti nei loro confronti. Romeo ambiva all’appalto più grande d’Europa, Fm4, il facility management per i servizi a tutti gli uffici pubblici italiani. Poi è risultato primo in graduatoria per tre lotti pari a 609 milioni di euro su 2 miliardi e 700 milioni complessivi. Ora è in attesa dell’aggiudicazione.
Milano: i dati col trucco dell’assessora Cocco: azioni Microsoft per 3,8 milioni e non 38mila dollari. Sala: ‘Mero errore’
Una pubblicazione col trucco. O, come si è giustificato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, con un “mero errore”. Perché la dichiarazione pubblicata in mattinata dalla sua assessora alla Trasformazione digitale Roberta Cocco, dirigente in aspettativa di Microsoft, era sbagliata. Alla voce “azioni e quote di partecipazioni e società” per Microsoft Corp è stata indicata una quota di possesso dello 0,0000076%. In base a questo dato ilfattoquotidiano.it aveva calcolato un valore di mercato pari a quasi 38mila dollari tenendo conto della capitalizzazione in borsa di Microsoft. Ma l’assessora aveva messo dopo la virgola due zeri di troppo. Il valore delle azioni possedute è pertanto di quasi 3,8 milioni di dollari. Una somma che rende molto più inquietante il conflitto di interessi di colei che si trova a gestire appalti ai quali è interessata la stessa Microsoft. Intanto il documento è scomparso dal sito del Comune, in attesa di pubblicazione di quello corretto.
Il Papa insulta le vittime di Berlino. Frase-choc: "Il terrorismo islamico non esiste"
«Le migrazioni non sono un pericolo». In visita all’Università Roma Tre, Papa Francesco - ha voluto replicare oggi a quanti dicono di voler difendere «l’identità cristiana dell’Europa e hanno paura che se arriva gente di altra cultura perdiamo l’identità europea». «L’Europa è stata fatta di invasioni, migrazioni ed è stata fatta artigianalmente, così. Le migrazioni non sono un pericolo sono una sfida per crescere», ha insistito Francesco che ha aggiunto: «E' importante il problema dei migranti pensarlo bene oggi che c’è un fenomeno così forte: pensiamo ad Africa e Medio Oriente rispetto all’Europa. Dirlo non è far politica di parte: c’è la guerra e fuggono dalla guerra, c’è la fame e fuggono dalla fame. Ma quale sarebbe la soluzione ideale? Che non ci siano fame e guerra. Che ci sia la pace e che si facciano investimenti in quei posti perchè si abbiano risorse per lavorare e guadagnarsi la vita. Ma attenzione: c’è una cultura che li fa soffrire, è il fatto di essere gente sfruttata. Noi in generale andiamo là per sfruttarli». Per Papa Francesco, del resto, «il terrorismo islamico non esiste». Infatti, «nessun popolo è criminale, e nessuna religione è terrorista. Non esiste il terrorismo cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo islamico», come ha scritto in un messaggio ai Movimenti popolari riunti in California.
Statali: via libera a licenziamento lampo per furbetti del cartellino
Primo via libera del Consiglio dei ministri ai decreti Madia bis sul taglio delle partecipate e il licenziamento lampo per i furbetti del cartellino. Sono i provvedimenti correttivi dei testi originari, già in vigore, che il Governo ha deciso di varare dopo la sentenza della Consulta sulla riforma della Pubblica amministrazione. Pronuncia che ha imposto l'intesa con le Regioni. Secondo quanto si apprende, invece il sì al riordino della dirigenza medica delle Asl è stato rinviato, visto che Madia avrebbe chiesto la presenza anche di Lorenzin, firmataria del decreto,oggi assente.
Le Province si ribellano a Roma
Le Province si ribellano a Roma: non è l'inizio del paragrafo di un libro di Storia e nemmeno il titolo di un film "peplum" ma la situazione che si è delineata oggi, nella Capitale, durante la prima riunione dei presidenti delle Province nel post-referendum. Il senso dei molti accorati interventi si condensa in pochi punti: gli enti locali chiedono fondi, dignità e una profonda revisione della legge Delrio, perché i cittadini le riforme le hanno bocciate e le Province, come enti territoriali-amministrativi, devono rimanere.
Case: le nuove classi di rischio sismico saranno una tassa mascherata sul mattone
Entro fine mese il ministero dei Trasporti deve emanare il decreto sulla nuova classificazione sismica degli edifici. I proprietari dovranno pagare una perizia per far certificare la casa sia se vogliono ottenere il sisma bonus sia se la mettono in vendita. Non resta che sperare che sia almeno un passo avanti per la sicurezza in un Paese ad alta sismicità. Altro che polizze antisismiche obbligatorie per tutti. Prima ancora di assicurare gli immobili degli italiani, il governo si prepara a sfornare una sorta di “tassa mascherata” sul mattone attraverso la classificazione sismica degli edifici. L’esecutivo sta infatti per varare un nuovo indicatore, stile classe energetica, che darà un giudizio su quella che è la situazione strutturale dell’immobile. Si tratta di un passaggio fondamentale per far chiarezza sullo “stato di salute” del patrimonio immobiliare italiano. Fin qui nulla quaestio se non fosse che l’operazione non sarà a costo zero per i proprietari di immobili che attendono di leggere le linee guida in un decreto ad hoc entro il 28 febbraio.
Delrio, fuorionda rovinoso su Renzi: "Non capiscono un cazzo. E lui..."
Un clamoroso fuorionda agita ulteriormente le acque di un Pd nel caos. Siamo nella sede democratica a Roma, dove si tiene un forum sul trasporto pubblico. Al banco dei relatori, come si vede nella clip pubblicata da Repubblica, ci sono Graziano Delrio e il presidente della Commissione trasporti della Camera, Michele Meta. Poco prima dell'inizio del convegno, i due parlottano proprio della scissione del Pd, che pare sempre più vicina. "Barano o fanno sul serio?", chiede Meta. E Delrio: "Una parte ha già deciso". Poi, però, la pazzesca bordata contro Matteo Renzi e i suoi. Il ministro spiega che i renziani, con la scissione, pensano che "diminuiscono i posti da distribuire" ma "non capiscono un cazzo" perché la frattura "sarà come la rottura della diga in California, c'è una crepa, e l'acqua dopo non la governi più".
Ecco chi sta cacciando Trump
I media americani descrivono un clima da Stato di polizia; sembra quasi che l’America di Trump si sia improvvisamente trasformata nel Cile di Pinochet: operazioni al limite del rastrellamento, descrizione di arresti di massa, clima di terrore indotto. ............ Ma chi sono gli immigrati sottoposti ad arresto e provvedimenti di espulsione? Secondo i numeri resi pubblici dall’ICE, la scorsa settimana sono state arrestate 680 persone durante l’attività di “controllo mirato” verso gli immigrati illegali in tutto il paese; di questi il 75% sono soggetti già condannati per reati vari che comprendono anche: omicidio, violenza sessuale, pedofilia, droga, traffico armi, aggressione.
DAKOTA ACCESS PIPELINE, GREENPEACE: «BANCHE COINVOLTE NEL PROGETTO, TRA CUI INTESA SANPAOLO»
Attivisti di Greenpeace sono entrati in azione questa mattina ad Amsterdam davanti alla sede della banca ING, per chiedere all’istituto di ritirare il suo finanziamento al Dakota Access Pipeline (DAPL), un progetto di oleodotto che attraversa un'area sacra per i nativi indiani Sioux, mettendo a rischio le riserve idriche di una vasta zona del Nord degli Stati Uniti. Venti attivisti hanno installato un tubo di grande portata, lungo venti metri, fin dentro all’ingresso della sede principale del gruppo ING per rappresentare chiaramente l’impatto dell’opera che si vorrebbe realizzare.
ScovaLaNotizia su Tiziano Renzi indagato
Ieri sera il papà di Renzi, l'uomo che ha governato l'Italia fino a qualche mese fa e attuale segretario del Pd, è stato indagato nell'ambito dell'inchiesta Consip per il reato di concorso in traffico di influenza, ossia è accusato di essere stato mediatore di un accordo corruttivo. Facciamo un gioco. Si chiama #ScovaLaNotizia. Prendete le prime pagine dei principali tre giornali italiani (Corriere, Repubblica e La Stampa che hanno perso 30 milioni di copie vendute in un solo anno) e scovate la notizia. Avete 3 minuti di tempo. Dopo di che tornate qui per leggere la soluzione. Non barate!
‘Corruzione? In carcere non va nessuno’. Affondo di Davigo (Anm): ‘Alzate le pene massime, dovevano farlo con le minime’
L'ex pm di Mani pulite: "Praticamente nessuna condanna è stata eseguita". Sul tema oggi sono intervenuti anche Cantone (Anac) e il procuratore capo di Roma Pignatone che individua anche una nuova relazione tra mafia e corruzione che la preferisce alla violenza perché "non appare inaccettabile agli occhi della nostra società". “In carcere per corruzione non ci va nessuno”. A poche ore dall’anniversario – 25 anni – dell’inizio della stagione di Mani pulite la riflessione di quello che fu uno dei protagonisti fa effetto. Anche perché Piercamillo Davigo, già pm del pool di Milano, già giudice in Cassazione, ora è il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. “Si sono alzate pene massime ma si dovevano alzare quelle minime”
Indagato il padre di Renzi
Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo, è iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma per il reato di traffico di influenze illecite nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione . Il procedimento, che vede già sotto inchiesta il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il comandante della Toscana Emanuele Saltalamacchia e l'attuale ministro dello sport Luca Lotti per rivelazione del segreto e favoreggiamento (in quanto sarebbero andati a rivelare l'esistenza di indagini ai vertici Consip), punta a fare luce sui rapporti tra il padre dell'ex presidente del Consiglio e l'imprenditore Alfredo Romeo, indagato a Napoli per presunte tangenti date in cambio di appalti assegnati alle aziende della società. Tiziano Renzi ha ricevuto oggi un invito a comparire dalla Procura di Roma e sarà interrogato nei prossimi giorni.
Bersani ai renziani: "Fermatevi, prima del voto viene il Paese o non siamo più il PD"
L'ex segretario del Partito democratico in una lettera all'Huffington Post torna a proporre il percorso del congresso da giugno e voto nel 2018: "Viene messa una spada di Damocle sul nostro stesso governo". "Fermatevi". È questo l'appello che l'ex segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, lancia a Matteo Renzi e ai suoi sostenitori in una lettera pubblicata dall'Huffington Post. "Non date seguito alle infauste conclusioni dell'ultima direzione - chiede Bersani -. Prima il Paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno. Questo criterio, per me e per tanti, e spero per tutti noi, è la base stessa della politica. Se noi non teniamo ferma questa sequenza, non siamo più il Pd", scrive, tentando di evitare una rottura sempre più vicina.
Solo il MoVimento difende la libertà d'espressione in Rete
Laura Boldrini, Giovanni Pitruzzella e, in parte, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando lo avevano chiesto con una campagna a mezzo stampa incessante. La loro azione è andata a buon fine: la legge per il bavaglio del web, o censura perché di questo parliamo, ha un nome: ddl Gambaro. (eh sì, la stessa che grazie al web si è accomodata al Senato per poi tradire i suoi elettori).
Dalle “armi di distruzione di massa in Iraq” al “viagra utilizzato dalle truppe di Gheddafi per stuprare le bambine” passando per la totale mistificazione della realtà politica nazionale, sono migliaia i casi di “fake news”, o meglio bufale, dei media tradizionali smascherate dalla rete. Rete che negli ultimi anni ha sostituito di fatto i media tradizionali in quanto a diffusione di informazioni e di analisi critiche. Rete che, proprio per questo, si vuole silenziare. Non potendo più controllare e manipolare l’opinione pubblica come in passato, si tenta di schiacciarla e toglierle gli strumenti del nuovo millennio. Il tutto, stimolato dal Brexit e dalla vittoria di Trump viste come un attentato al dominio dell’establishment, è iniziato negli Stati Uniti e sta proseguendo in Germania, Francia e Italia – tre paesi dove ci saranno elezioni a breve, una coincidenza? No. Negli ultimi mesi vi abbiamo scritto come non sia un caso e come la libertà d’espressione della rete sia in pericolo.
Scissione PD: la vera mucca nel corridoio sono le poltrone
Eccoci qua, davanti all'ennesima possibile scissione nel centro-sinistra. A memoria ne ricordo almeno 5, e pensare che la prima volta che ho votato è stato nel 1995. Non c'era più la Democrazia Cristiana e né il Partito Comunista Italiano. Da allora ne ho, e ne abbiamo, davvero viste parecchie. Ma questa scissione "minacciata" dalla minoranza del Partito Democratico, e capitanata dai candidati al congresso - Speranza, Emiliano e Rossi - e gestita da dietro le quinte da Bersani e D'Alema, è forse la più forte mai avvenuta a mia memoria politica.
Ecco il patto per la scissione nel PD: lunedì può arrivare l’addio a Renzi
Emiliano, Speranza e Rossi lanciano un nuovo movimento: «Renzi non ci ha ascoltati». E aprono a Pisapia e Vendola. La scissione di via Barberini è stata decisa al numero civico 36, nella sede romana della Regione Puglia. Al primo piano, dove c’è l’ufficio di Michele Emiliano. Non c’è ancora un nome, non c’è un logo: è ancora presto. C’è però un patto a tre tra Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi per fondare un movimento dando vita ad una «costituente» a sinistra del Pd. Un movimento, non un partito, in cui non c’è né un leader né un candidato premier che il sistema proporzionale non richiede. È la «costituente di centrosinistra» di cui parla pure D’Alema. Aperta alla società, alle associazioni, a coloro che sono delusi da Renzi e che hanno votato 5 Stelle. «Una separazione consensuale dal Pd e non conflittuale». Dopo le elezioni non è escluso che si possano mettere insieme le forze parlamentari per formare un governo e fermare i populisti.
Milleproroghe: ok del Senato, dilaga la protesta dei tassisti. Che cosa c’è dietro il blocco
La sindaca di Torino Appendino: “Siamo con voi”. L’Aula di P alazzo Madama approva con 153 voti favorevoli il decreto legge Milleproroghe per il quale il governo ha chiesto la fiducia. Il testo ora passa all’esame della Camera. I voti contrari sono stati 99, nessun astenuto. Intanto monta la protesta dei tassisti in tutta Italia, in particolare a Roma, Milano e Torino contro il decreto, che, di fatto, sospende per un altro anno l’efficacia di una serie di norme che dovrebbero regolamentare il servizio degli Ncc e contrastare le pratiche abusive. Una sanatoria che, secondo la categoria, favorirebbe invece servizi alternativi, come Uber o il noleggio senza conducente.
Abruzzo, il governatore PD indagato per corruzione
Blitz in Regione: Luciano D'Alfonso sotto inchiesta per gli appalti nella ricostruzione dopo il sisma de L'Aquila nel 2009. Blitz dei carabinieri nella sede della Regione Abruzzo a L'Aquila: i militari hanno sequestrato diversi documenti sull'appalto per la ricostruzine di palazzo Centi, sede della presidenza prima di essere distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009. Nell'inchiesta è indagato per corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio anche il governatore Luciano D'Alfonso, secondo cui i carabinieri non avrebbero sequestrato faldoni, ma notificato "atti di proroga di indagini penali che vanno avanti dal novembre 2015 con rinnovi semestrali". "Gli argomenti per i quali sono state individuate ipotesi di reato sono: il cantiere dei lavori di Palazzo Centi a L'Aquila;
Il PD post-scissione? Vale il 27%, i 'separatisti' tra 7 e 10%. Via alla guerra dei sondaggi
Sul tavolo di Renzi l'indagine che lo dà al 27% anche dopo l'eventuale addio di Bersani e D'Alema. Che invece per altri istituti di ricerca varrebbero più del 10%. Se la scissione non si riuscisse a evitare, il Pd renziano reggerebbe l'urto. Sul tavolo del segretario (quasi dimissionario) Matteo Renzi arriva infatti un sondaggio che dà il suo partito senza la sinistra al 27%. Mentre un'ipotetica lista da Bersani-D'Alema a Vendola arriverebbe al 7%. Sebbene ancora del tutto virtuale, si tratta comunque di una prima fotogafia di quanto potrebbe valere un Pd scisso a guida renziana. A scattarla l'istituto di ricerche Emg diretto da Fabrizio Masìa, il sondaggista di Enrico Mentana arruolato lo scorso autunno anche da Palazzo Chigi ("dopo aver vinto una regolare gara", tiene a specificare). Per la precisione, il sondaggio è stato condotto la scorsa settimana su un campione rappresentativo di italiani composto da oltre 2000 persone.
Milano è ancora senza bilancio e a pagare saranno i cittadini. Intanto Sala tace
La città meneghina si trova da mesi in regime di esercizio provvisorio perché il suo bilancio di previsione non è ancora pervenuto. E questo "lassismo" costerà caro ai milanesi, perché un regime contabile provvisorio limita notevolmente i margini di manovra dell'amministrazione locale e le conseguenze saranno tanto numerose quanto nefaste per Milano. Ma nessuno (o quasi) ne parla.
Milano è a rischio commissariamento. E i media tacciono. L'amministrazione meneghina avrebbe dovuto consegnare il bilancio di previsione entro il 15 novembre scorso, ma il documento non è mai pervenuto. Per questo, la capitale lombarda è sottoposta da mesi a un regime di esercizio provvisorio che durerà fino all'approvazione del bilancio. Un impasse che costerà caro ai cittadini milanesi perché durante l'esercizio provvisorio la normale attività dell'ente viene notevolmente ridotta. Il pratica, il Comune ha le mani legate e la sua gestione ottimale è compromessa.
ILCORTO.EU
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