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Onore ai medici ed infermieri in prima linea.Grazie da Redazione Italia

Dpcm, Bruno Vespa contro Giuseppe Conte e Vincenzo De Luca: "Un delirio allarmista che affonda il Paese

capture 104 18102020 175548Occhio a non esagerare. Bruno Vespa condanna l'allarmismo gratuito sul coronavirus: "Gli allarmi sono giusti, visto che ieri è stato superato il tetto dei diecimila casi (di cui quasi un quarto in Lombardia) sia pure con un numero più ridotto di morti - verga il conduttore di Porta a Porta sulle colonne del Giorno -. Ma il delirio di allarmismo rischia di inginocchiare il Paese senza che ve siano i presupposti".

Nel mirino del giornalista la "grave disattenzione" che colpisce tutto il Paese e che obbliga Vincenzo De Luca ad annunciare il coprifuoco per le 22. "Il governatore della Campania lo fa perché l'impianto sanitario, come di altre regioni del Sud, è molto fragile e non è stato fatto molto per potenziarlo". Secondo Vespa non si è fatto abbastanza nell'intervallo di tempo tra maggio e settembre, quando il Covid ha concesso anche qualche momento di tranquillità. Eppure per ora "è incomprensibile l'allarme generale visto che in Italia sono occupati meno del dieci per cento dei posti in terapia intensiva e in Campania meno del 20". Eppure, stando alle ultime indiscrezioni, il governo è intenzionato ad intervenire con un nuovo, stringente, dpcm. Che dovrebbe però escludere il coprifuoco serale.

Ma le critiche di Vespa non finiscono qui e nel suo editoriale se la prende con la chiusura anticipata di bar e ristoranti (secondo indiscrezioni inserita all'interno del prossimo Dpcm ndr), quella che lui stesso definisce senza mezzi termini "una sciocchezza". Ad avvalorare la sua tesi le cifre che vedono un'ipotetica chiusura delle attività commerciali a mezzanotte costare 300 milioni al mese. A questo punto non resta che chiedersi "dove sono i geniali strateghi che in primavera inseguivano con i droni su spiagge deserte il bagnante abusivo e il solitario runner che correva sulla battigia?".  Spariti, così come sono spariti gli investimenti sui trasporti. "Gli unici - a detta di Vespa - a dover essere fatti" per fermare l'emergenza.

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Nicola Porro contro Massimo Galli: "Il non necessario andrà tolto? detto da uno che militava nel movimento studentesco dovrebbe preoccupare"

capture 100 18102020 173622Dopo la durissima battaglia in televisione della scorsa settimana, continua la "rissa" tra Nicola Porro e Massimo Galli, l'infettivologo del Sacco di Milano. Lo scontro ora va in scena su Twitter, si tratta in verità di un attacco unilaterale rivolto dal giornalista all'esperto. Nel mirino di Porro un'intervista di Galli al Corriere della Sera, in cui parlando dell'emergenza coronavirus e delle misure da adottare per contenerla ha affermato che "a breve il non necessario andrà tolto". Insomma, Galli come sempre si mostra pessimista. E Porro passa all'attacco. "Galli: a breve il non necessario andrà tolto, dice oggi il noto Virostar - premette il giornalista su Twitter -. Detto da uno che militava nel movimento studentesco e che considerava un pericolo le amministrative, dovrebbe preoccupare", picchia durissimo. Il doppio riferimento di Porro è alla militanza in gioventù di Galli e all'appello pre-voto a rimandare le elezioni. E la guerra continua.

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Coronavirus, Gallera replica ad Arcuri: "Le uniche carenze sono sue"

capture 102 18102020 173855Durissimo scontro a distanza tra il commissario e l'assessore al Welfare della Regione Lombardia: ecco cosa è successo

Botta e risposta a distanza tra Domenico Arcuri e Giulio Gallera, con l’assessore al Welfare della Lombardia che ha replicato piccato al commissario per l’emergenza Covid, per il quale, nei mesi scorsi, alcune regioni non si sarebbero adeguatamente attrezzate in termini di terapie intensive.

La replica di Gallera

“Penso che il commissario Arcuri abbia fatto una battuta, non può credere a ciò che ha detto. I respiratori che ha inviato Arcuri li stiamo usando tutti", ha detto Gallera, a Stasera Italia, su Rete 4, spiegando invece come sia il governo a non aver ancora mandato le risorse promesse.

Per quanto riguarda l'estensione delle terapie intensive, ha proseguito Gallera, in Regione Lombardia, il governo avrebbe stanziato 250 milioni di euro e i soldi non sarebbero ancora arrivati. “Ieri sono state individuate le aziende ospedaliere come enti attuatori e il commissario non ha ancora individuato le aziende che devono fare i lavori. Quindi - ha aggiunto Gallera, come riporta Adnkronos - da questo punto di vista, le uniche carenze e l'unico ritardo sono del commissario. Detto questo, in Lombardia le terapie intensive ci sono".

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Tasse, giù le mani dalla casa. Francesco Storace contro il governo: "Incapaci di Palazzo Chigi"

capture 099 18102020 173343"Tra tassazione della prima casa e introduzione di una vera e propria patrimoniale, siamo al terrorismo psicologico nei confronti del popolo, già stremato da una gestione disastrosa della lotta al coronavirus". Il vice direttore del Tempo Francesco Storace asfalta il governo di Giuseppe Conte e sul sito 7Colli.it scrive: " Vogliono farci maledire la casa in cui abitiamo. Fanfaroneggiano di soldi europei, ma la realtà drammatica è che dalle parti degli incapaci di  Palazzo Chigi puntano a fare cassa sui risparmi degli italiani". 

La domanda è lecita: dove sono i miliardi europei? "La linea dell’economia ha imboccato da mesi la linea del ribasso sempre più giù - scrive Storace - La cosiddetta seconda ondata di mister Covid completerà l’opera. Ma Conte e soci finora hanno sempre parlato di ripresa, crescita, chiacchiere. Arrivano duecento miliardi dall’Europa, dicono anche se non ne sono più certi. E quindi, per cautelarsi nella solita orribile maniera, puntano di nuovo sul portafoglio dei cittadini, sempre più individuati come soggetti da spremere".

Il ragionamento è quello che le tasse, semmai, vanno abbassate e non aumentate, se si vuole far ripartire l’economia. "Tutto questo non può passare -denuncia - E sarà bene che l’opposizione si attrezzi a combattere una durissima battaglia per impedire che il governo Conte possa mettere in cantiere una manovra sciagurata che squasserebbe il Paese intero".

La cassa integrazione in ritardo, i prestiti delle banche erogati solo ad alcuni e non a tutti i soggetti in difficoltà e i tanti provvedimenti promessi nei mesi passati non hanno certo aiutato chi chiedeva aiuto. "Persino i mitici 600 euro - sottolinea Storace - sono stati elargiti a piccole dosi, come se fossero cifre con cui arricchirsi. Evitino almeno di mettere le mani sulla casa" chiosa.

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Coronavirus, in Europa l'Italia è record solo per i morti

capture 103 18102020 174143Italia è fra i peggiori paesi di Europa nella gestione della pandemia dall'inizio dell'anno. È quartultimo fra 44 Paesi (peggio hanno fatto solo Belgio, Gran Bretagna e Spagna) per numero di vittime di coronavirus rispetto alla popolazione di ciascun Paese. Questo è il criterio con cui si punta il dito nei confronti degli Usa (un morto ogni 1.491 abitanti), e del Brasile (un morto di virus ogni 1.424 abitanti).

 

 

 

 

 

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La Casellati a Conte: «Non facciamo i passacarte». E avverte: «No a un lockdown strisciante»

capture 098 18102020 100935Non usa mezzi termini, Maria Elisabetta Casellati. «Salute e attività economiche si coniugano con una sola parola: responsabilità che gli italiani hanno già dimostrato. Responsabilità con una rigorosa osservanza delle regole. In questo modo noi possiamo tenere aperte tutte le attività. Non possiamo permetterci né da un punto di vista sociale né da un punto di vista economico un nuovo lockdown, anche strisciante». Ai microfono del Tg2, la presidente del Senato non ha dubbi. «Occorre alimentare la fiducia, non la paura. Con un reciproco sospetto», afferma.

Casellati: «Stare qui non è mettere una medaglietta»

«Fare il presidente del Senato non è mettere una medaglietta. È difendere le prerogative costituzionali», aggiunge. «Il che significa che in un’emergenza sanitaria grave che coinvolge tutti i cittadini, il governo deve discutere ogni misura con il Parlamento». Infatti,«il Parlamento è la voce degli italiani. Venire dopo a ratificare le proprie scelte non va bene perché il Senato non è un passacarte».

Il ricordo commosso di Jole Santelli

La Casellati dedica un passaggio dell’intervista al ricordo di Jole Santelli. C’è commozione nelle sue parole. «Un grande dolore per una grande donna. Intelligente, generosa, visionaria, lungimirante. Una delle ultime volte che l’ho sentita per telefono le ho chiesto se avesse paura del Covid. Mi ha risposto no perché lotto tutti i giorni contro la mia malattia».

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"Bugie dal signore italiano, non dico nemmeno il nome", Ronaldo asfalta il ministro

capture 097 18102020 100639Si accende la polemica tra Vincenzo Spadafora e Cristiano Ronaldo, che dal suo isolamento extralusso risponde per le rime al ministro dello Sport

Continua lo scontro a distanza tra il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, e Cristiano Ronaldo.

Tutto nasce dopo il riscontro positivo del tampone per coronavirus per il calciatore portoghese, che come altri suoi colleghi ha raggiunto il ritiro della sua nazionale. Ed è proprio in Portogallo che Cristiano Ronaldo ha ricevuto l'esito dell'avvenuto contagio. Da quel momento è iniziato il balletto di dichiarazioni, smentite, accuse e difese, che ha visto scendere in campo il ministro dello Sport in persona per chiedere maggiori chiarimenti sulla vicenda e Cristiano Ronaldo ribattere colpo su colpo alle sue affermazioni.

Il caso è nato quando sette giocatori della Juventus si sono allontanati anticipatamente dalla "bolla" Juventus, che si trovava in isolamento dopo il riscontro di due positività tra i membri dello staff bianconero, per raggiungere le rispettive nazionali. Come imposto dal protocollo, la società ha dovuto segnalare questa anomalia alla Asl di Torino e i loro nomi sono stati inseriti in un fascicolo dalla Procura e sono oggetto di inchiesta anche da parte della Figc. Nessun sospetto di violazione, invece, per il ritorno in Italia di Cristiano Ronaldo, che dopo l'esito del tampone ha fatto ritorno a Torino con un volo sanitario (a bordo di un jet privato), per poi raggiungere la sua abitazione con un'ambulanza privata. Questo caso ha innescato la reazione del ministro dello Sport che, interrogato sulla vicenda, ha sostenuto la violazione del protocollo da parte di Cristiano Ronaldo. "La domanda era su andata e ritorno. A quel che risulta in merito all'andata è stata la stessa società a segnalare alla Asl che alcuni giocatori avevano 'rotto' l'isolamento fiduciario senza averne l'autorizzazione, tanto che il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl di Torino ha dichiarato di aver dovuto trasmettere in Procura i nomi", ha detto Spadafora all'Ansa.

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Benedetto XVI, la rivelazione che potrebbe terremotare il Vaticano

capture 094 18102020 095816Secondo un frate latinista, la “Declaratio” è stata scritta appositamente perché si scoprisse che le dimissioni sono invalide. Papa Ratzinger avrebbe così protetto la Chiesa dalle trame cospiratrici della Mafia di San Gallo

L’11 febbraio 2013 è una data che resterà per sempre nella Storia come il giorno delle “dimissioni” di Papa Benedetto XVI. Un atto su cui si è detto e scritto molto, e che certamente rimarrà impresso nella memoria collettiva per la sua gravità ed eccezionalità.

Ma se Papa Ratzinger avesse nascosto nella famosa Declaratio la prova che la sua rinuncia è nulla? È ciò che pensa Frà Alexis Bugnolo, francescano italo-americano ed esperto latinista, che ha studiato e analizzato il testo dell’abdicazione. E ritiene che il Pontefice tedesco abbia vergato la Dichiarazione «con estrema abilità e sottigliezza, appositamente perché nel tempo venisse scoperta invalida».

Gli errori nella Declaratio di Benedetto XVI

La tesi del frate si fonda sui noti errori grammaticali della Declaratio di Benedetto XVI. Alcuni dei quali erano stati notati quasi subito da eminenti classicisti come Luciano Canfora e Wilfried Stroh, e corretti anche sul sito ufficiale vaticano.

Frà Bugnolo ne ha individuati molti altri, che per la maggior parte sono, in realtà, relativamente poco significativi. Tra l’altro, vi sono scelte lessicali discutibili, complementi costruiti in maniera imperfetta, ma anche il mancato uso del plurale maiestatis.

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Stati Uniti: Trump guarisce in tre giorni dal Covid e si dichiara 'immune'

Tre giorni per la completa remissione: Donald Trump non è più a rischio di trasmissione Covid, secondo i medici che lo avevano in cura.

Bel colpo per la salute e la campagna elettorale del presidente americano, che - nella comune rappresentazione - sconfigge il virus in 72 ore e scrive su twitter: via libera da parte dello staff medico della Casa Bianca. Significa che non posso più contrarre il Covid e non possso contagiarlo.

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Il tweet è stato rimosso perché l'informazione fuorviante. La comunità scientifica avverte infatti che il recupero dalla malattia non rende un paziente immune.

Per celebrare la sua vittoria sul virus, Trump aveva anche pensato - secondo quanto scrive il New York Times, che cita alcune sue fonti - di mostrarsi in pubblico con la maglietta di Superman, dopo le sue dimissioni dall'ospedale militare Walter Reed.
Appena rientrato dall'ospedale, il presidente voleva mostrarsi fragile, salvo poi togliersi la camicia e mostrare la t-shirt di Superman, da ostentare come "simbolo di forza".

Alla fine, il presidente ha desistito dal mettere in atto la sua perfomance, che era stata condivisa con suoi collaboratori "in diverse telefonate" fatte lo scorso fine settimana dalla suite presidenziale del Walter Reed National Military Medical Center.

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Donald Trump guarito dal coronavirus: "Mi sento così forte, vi bacerei tutti". Poi balla sul palco

capture 092 17102020 102047"Mi sento così forte... bacerei tutto il pubblico, bacerei i ragazzi e le belle donne, gli darei un bacio grande e grosso". Così Donald Trump nella prima manifestazione elettorale dieci giorni dopo essere risultato positivo al coronavirus e il ricovero in ospedale. "Mi sento in forze", ha detto, parlando a Sanford, in Florida, e mentre il suo medico diffondeva la notizia della sua negatività al test. Il presidente ha anche scherzato con gli elettori e alla fine del comizio ha anche accennato a dei passi di danza sulle note di Ymca dei Village People.

"Dicono che sono immune. Non so per quanto tempo. Alcuni dicono per tutta la vita, altri per quattro mesi" ha affermato Trump, che ha parlato per un'ora alla folla di sostenitori e ha esortato gli americani a "uscire" pur ammettendo che è "rischioso". Durante il comizio non sono mancati attacchi a Joe Biden. Trump ha sostenuto che il candidato democratico alle elezioni presidenziali del 3 novembre metterebbe i bastoni tra le ruote alla ripresa dell'economia e "prolungherebbe" la pandemia.

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TRASPORTI, I FURBETTI DELLE REGIONI

capture 091 17102020 101809Il virus sul bus porta i soldi al Nord

I governatori della terza camera dello Stato fanno finta che devono rispettare il tetto dell’80% e chiedono una compensazione per il restante 20%, ma i pulmini viaggiano zeppi, le persone sono strette come sardine. Per cui gli incassi saranno quelli di sempre, ma a questi incassi vogliono aggiungere pure le compensazioni. Che federalismo è quello che mette la cassa dei ricchi prima di ogni cosa e che ignora la perequazione perfino in tempi di Pandemia?

Governano i governatori. Sua Maestà, Stefano Bonaccini, parla e si muove come uno specialissimo Presidente del Senato delle Regioni di impronta monarchica. Nessuno gli ha dato questo mandato, ma lui lo esercita e lo fa a modo suo. Prima i ricchi, poi i poveri. Volessimo affrontare per una volta un tema serio: come mai gli investimenti in sanità sono pari a 85 euro pro capite per ogni cittadino emiliano-romagnolo e a 16 euro pro capite per ogni cittadino calabrese? Buon ultimi a certificare questi numeri-verità sono arrivati i ricercatori del Crea di Tor Vergata che si sono addirittura spinti a dire che sull’efficienza delle singole regioni pesa per il 40% la quantità di finanziamenti ricevuti. Chissà che cosa si inventeranno i professorini in servizio permanente effettivo della squadra della diseguaglianza per negare questa elementare evidenza! Sono arrivati al punto di mettere in discussione la statistica nazionale pur di proteggere l’indifendibile. Francamente impressiona.

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Covid, i nuovi contagi sono 10.010. I morti 55. La mappa regione per regione

capture 090 17102020 101449Drammatica impennata dei nuovi contagi Covid, che superano la soglia dei 10mila in un solo giorno. Nelle ultime 24 ore, infatti, si sono registrati 10.010 nuovi casi. Ieri erano stati 8.804. Con una aggravante: i tamponi effettuati sono stati 12mila in meno di ieri, 150.377. Il rapporto tra tamponi fatti e tamponi positivi sale così al 6,6%.

I morti sono 55 in 24 ore

Gli attualmente positivi, si legge nel bollettino del ministero della Salute, sono 107.312, mentre dall’inizio dell’emergenza il totale dei contagiati è stato di 391.611. Rispetto a ieri, però, per lo meno, si contano meno morti: 55 contro 83. Il totale dei decessi dall’inizio della crisi arriva così a 36.427. Sale invece di 382 unità il numero dei ricoverati con sintomi, che arrivano così al numero di 6.178 ricoverati. Sono 638, poi, le persone in terapia intensiva, vale a dire 52 più di ieri. Infine, si trovano in isolamento domiciliare 100.496 pazienti. I guariti sono 1.908, che portano a 247.872 le persone che da inizio epidemia sono riuscite a sconfiggere la malattia.

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Rampelli: “Con la nomina di Padoan all’Unicredit, il Pd ha una banca. Un’altra”

capture 089 17102020 093022“Ora sarà ufficiale: il Pd ha una banca, un’altra”. Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, commenta così la nomina di Pier Carlo Padoan nel Cda di Unicredit. Una notizia, spiega l’esponente di FdI, che “desta davvero sorpresa” e che impone una seria riflessione sulla “commistione tra istituzioni, politica e finanza”.

La nomina del deputato Padoan all’Unicredit

“Desta davvero sorpresa – sottolinea Rampelli – la notizia relativa alla nomina del deputato in carica del Pd, Pier Carlo Padoan nel cda dell’Unicredit al fine di designarlo presidente. L’ex ministro dell’Economia e delle Finanze dei governi Letta e Renzi, eletto nel collegio uninominale di Siena, territorio di quel miracolato Monte Paschi Siena cui l’ex ministro consegnò 4 miliardi di euro per il suo salvataggio”.

Quelle relazioni pericolose tra Pd e banche

“La commistione tra istituzioni, politica e finanza è un nodo da sciogliere per non compromettere il mandato popolare e la trasparenza del rapporto tra eletto ed elettore. Le cosiddette ‘porte girevoli’ – avverte Rampelli – dovrebbero valere in entrata, ma anche in uscita e soprattutto essere vietate mentre si hanno incarichi parlamentari“.

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Giuseppe Conte, Paolo Mieli critico con il governo: "Basta sussidi a pioggia, queste stupidaggini non servono a niente"

capture 088 17102020 092326L'operato del governo non piace neppure a Paolo Mieli. "La pandemia produce diseguaglianze, può dar luogo a rivolte e depressione", esordisce a Tagadà su La7. L'ex direttore del Corsera spiega che il vero problema è l'emergenza economica: "Le aziende si essiccano in maniera non uguale, alcune diventano sempre più povere e altre sempre più ricche". Morale della favola l'esecutivo di Giuseppe Conte deve tirare fuori il coraggio: "Basta sussidi a pioggia, monopattini e banchi a rotelle. Bisogna fare degli interventi che riportino i lavoratori sui posto di lavoro e poi aumentando lo stipendio per il rischio che corrono".  In sostanza secondo Mieli "buttare soldi in stupidaggini come il bonus vacanza non serve a niente". E pare non essere l'unico a pensarla così.

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Mps, ecco perché Viola e Profumo (Leonardo) sono stati condannati

capture 086 17102020 092003Caso Mps: Viola e Profumo sono stati condannati a 6 anni di carcere e a pagare 1,5 milioni di euro di multa. Tutti i dettagli e la nota di Leonardo: non ci sono cause di decadenza per Profumo. Ecco perché

Tegola giudiziaria su Viola e Profumo per il loro passato in Mps. Ecco tutti i dettagli.

L’ex presidente del Monte di Paschi di Siena (Mps), e attuale amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, è stato condannato a 6 anni di carcere nel processo sulle presunte irregolarità nella contabilizzazione dei bilanci nel periodo tra il 2012 e il primo semestre del 2015.

LA SENTENZA

Sei anni di reclusione, una multa da 2,5 milioni ciascuno, il risarcimento delle parti civili ammesse, l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e dalle cariche direttive nelle imprese per 2 anni. E’ la condanna che il Tribunale di Milano, seconda sezione penale presieduta dalla giudice Flores Tanga, ha inflitto agli ex vertici di Mps, Alessandro Profumo (allora presidente, ora numero uno di Leonardo, l’ex gruppo Finmeccanica) e Fabrizio Viola (allora amministratore delegato); tre anni e sei mesi per l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori.

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Concita De Gregorio sta pagando per tutti, ma è proprio vero…?

capture 085 17102020 091639I responsabili di alcuni talk, cercano di dare una mano a Concita De Gregorio, ex direttrice del quotidiano l’Unità, conduttrice televisiva e collaboratrice di Repubblica, ospitandola come opinionista, per farla sopravvivere economicamente e, questo, tra giornalisti di sinistra e, si pensa, anche tra amici, è un fatto, umanamente positivo.

La “rossa” Concita, ha cercato di dare una spiegazione alle sue disavventure giornalistiche, accusando l’editore e quanti altri, che l’avrebbero abbandonata e di averla portata a “pagare per tutti…!”.

La De Gregorio, ormai da tempo, denuncia il fatto che non ha più un soldo e che il suo contocorrente è bloccato e che,  a dieci anni dal suo abbandono della direzione dell’ UNITA’, deve subire diverse decine di richieste di risarcimento di danni morali e materiali come diretta conseguenza di articoli pubblicati quando lei era ancora direttrice del quotidiano comunista.

Lei afferma che questi debiti non sarebbero direttamente suoi, ma dell’editore che era fallito e di molti giornalisti che oggi sarebbero disoccupati ed “inadempienti” e, quindi, proprio per questo, come sopraddetto, a pagare tutto per tutti, è rimasta la sola Concita, la quale fu “ingaggiata” nel 2008 dall’allora imprenditore, presidente della Sardegna e, quindi, editore, di sinistra Renato Soru, come la stessa, appunto, De Gregorio, la quale, ovviamente, ne fu oltremodo contenta sia per la stessa fede politica dell’editore, che in quell’anno, aveva comprato il giornale, che come giornalista, anche se, per la verità, come si sa, l’UNITA’, era un foglio di partito e schieramento e non certo una testata prestigiosa come altre.

Forte di questo nuovo suo ruolo con alle spalle il PD e l’establishment della Sinistra, Concita De Gregorio, si lanciò a capofitto, ad attaccare, in primis, Berlusconi ed i suoi familiari ed uomini e tutti coloro e ciò fossero “di destra”….!

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Sarà lo Stato a pagare i debiti dell’Unità: ecco il regalo di Conte e Pd agli italiani

capture 084 17102020 091000Roma, 12 dic – Fondata da Gramsci, morta con il Partito democratico: la storia dell’Unità in due parole. Di mezzo c’è un lungo processo di mutazione genetico-politica che ha portato il foglio comunista dall’essere il «quotidiano degli operai e dei contadini» – così recitava il sottotitolo originario della testata – a diventare il giornale della sinistra al caviale, borghese e vicina all’alta finanza. Questa mutazione – è un fatto – ha provocato la lenta morte dell’Unità che, senza più lettori, è stata costretta a chiudere bottega. Lasciando, ovviamente, una montagna di debiti. Si parla di circa 200 milioni di euro. Non proprio noccioline.

Socializzare le perdite

In tutto questo, però, la sinistra si era già tutelata. Come? Ricorrendo al principio tanto caro agli odiati padroni: privatizzare i profitti e socializzare le perdite. E così i Ds (i genitori del Pd) hanno fatto fessi tutti: il 5 febbraio 2000, allorché Massimo D’Alema era a Palazzo Chigi, la presidenza del Consiglio si fece garante del debito che l’Unità aveva contratto con un gruppo di banche. Un debito che, in questo modo, venne dimezzato. Come avevamo già spiegato su queste colonne, a garanzia c’era il patrimonio immobiliare dei Ds, in sostanza le sedi dell’attuale Pd. Il problema è che, grazie ai buoni uffici del tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, nel 2007 questi immobili sono via via confluiti in fondazioni che, data la loro natura, rendevano questi beni di fatto inattaccabili dalle banche. Le quali, ovviamente, hanno citato i debitori per insolvenza. E la sentenza del tribunale parla chiaro: il partito dei Ds ha tenuto una condotta «apparentemente elusiva (e forse fraudolenta) per sottrarre i propri beni dalla garanzia». Sono quindi stati respinti i ricorsi presentati dall’Avvocatura di Stato. Tradotto: la presidenza del Consiglio, visto che gli immobili a garanzia sono «spariti», deve pagare il debito.

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Vincenzo De Luca contro Lucia Azzolina sulla scuola: danno i numeri. Così diversi che uno dei due mente

capture 082 16102020 152417Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha chiuso per 15 giorni le scuole di ogni ordine e grado. Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si è infuriata: “decisione gravissima, sbagliata e inopportuna”. Sempre lei sostiene che in Campania solo lo 0,075% dei contagi è nato a scuola, e il dato sarebbe addirittura inferiore a quello della media nazionale: 0,080%. De Luca risponde che solo ieri in Campania i positivi sono stati 1.127, e di questi più della metà (611, pari al 54,21%) sono contagi avvenuti nella scuola. C'è anche il dettaglio: 120 casi tra alunni e docenti sono stati comunicati dall'Asl Napoli 1, 110 dalla Napoli 2 Nord, 250 dalla Napoli 3 Sud, a cui si aggiungono 70 casi connessi, 61 dalla Asl di Caserta. E' evidente che uno dei due racconta balle. Ma visto che la sanità è sotto il controllo delle Regioni e che i dati nazionali provengono da quelli trasmessi dalle Regioni, tendo a immaginare che dei due non sia De Luca il ballista. Ma capite che c'è da sudare freddo a pensare che siamo in queste mani, perché è evidente che le autorità pubbliche danno i numeri ( per l'Azzolina alla scuola si deve lo 0,075% dei contagi, per De Luca il 54,21%) e i cittadini italiani possono solo impazzire. Perché in una situazione così grave e confusa, è diritto di tutti noi pretendere che ogni autorità sia seria e fugga come la peste la propaganda di cui si fa invece ampio uso. A questo punto si pone un dovere serio per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: verifichi se a dare numeri in libertà sia stato la sua ministra Azzolina o il governatore della Campania, e poi prenda le decisioni conseguenti. Se è un membro del suo governo ad avere fatto la politicante da strapazzo giocando con la vita se la salute della gente, pretenda entro pochi minuti dalla verifica le sue immediate dimissioni, perché non può fare parte di un governo che guida lo stato di emergenza in Italia. Se a mentire invece è De Luca, oggi stesso riunisca il consiglio dei ministri, impugni l'ordinanza di De Luca e faccia riaprire le scuole in Campania come per altro fece a febbraio quando analoga decisione venne presa dall'allora governatore delle Marche.

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Leonardo, M5s chiede che Profumo si dimetta da AD dopo condanna Mps

capture 081 16102020 152154ROMA (Reuters) - Il Movimento 5 Stelle ha chiesto che Alessandro Profumo lasci l'incarico di amministratore delegato di Leonardo in conseguenza della condanna a sei anni in primo grado nel processo Mps di cui era presidente.

"Alla luce della condanna ricevuta, ci aspettiamo che Alessandro Profumo, nell’interesse dell’azienda, rimetta il mandato da AD di Leonardo", si legge in un tweet dell'account verificato del Movimento.

Il titolo Leonardo, che già aveva aperto debole sulla notizia di ieri della condanna del manager, ha accelerato il ribasso e quota 4,49 euro in calo del 3,8%.

Ieri il Tribunale di Milano ha condannato a sei anni di reclusione Profumo e l'ex AD di Mps Fabrizio Viola al termine del processo di primo grado per falso in bilancio e aggiotaggio in relazione ai derivati Santorini e Alexandria.

L'avvocato Adriano Raffaelli, unico legale delle difese presente alla lettura della sentenza, ha preannunciato il ricorso in appello degli imputati, aggiungendo che prima di altri commenti si dovranno "leggere le motivazioni di quella che riteniamo essere una sentenza sbagliata".

La società Leonardo dal canto suo ha precisato che non sussistono cause di decadenza dalla carica di amministratore delegato di Leonardo e ha espresso piena fiducia nella sua azione auspicando un percorso di continuità.

(Stefano Bernabei, in redazione a Milano Sabina Suzzi)

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Alessia Morani contro Luigi De Magistris, rissa a L'aria che tira: "Ma lei lo sa che i Comuni non hanno ricevuto un euro?"

capture 080 16102020 151942"Lei lo sa che i comuni non hanno ancora ricevuto un euro?". A L'aria che tira la rissa tra il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e la sottosegretaria all'Economia Alessia Morani del Pd è lo specchio della guerra sul coronavirus tra Stato centrale e regioni. "Sentir dire da un sindaco di una città importante come Napoli che le responsabilità sono sempre altrove francamente un po' mi avvilisce". E qui il sindaco ex pm si scatena: "Io mi prendo tutte le responsabilità del mondo, dite che è colpa mia che la sanità non funziona e siamo tutti contenti. Ma lei lo sa che i soldi non sono ancora arrivati e i Comuni non riescono a fare i bilanci? Come li finanziamo i servizi? Poi va bene, è colpa dei sindaci e il Paese fa come Ponzio Pilato e si lava le mani".

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Varese, l'immigrato minorenne molestatore seriale: "Palpeggiate almeno 9 donne a caso tra i 13 e i 53 anni"

capture 079 16102020 151748Una storia sconcertante da Varese. Un minorenne figlio di immigrati perfettamente integrati nella realtà locale è stato fermato con l'accusa di essere un molestatore seriale. Come riportato dal Quotidiano nazionale, il ragazzino avrebbe avvicinato e palpeggiato almeno 9 donne di età compresa tra i 13 e i 53 anni, tutto nel giro di pochi giorni. Gli episodi, infatti, si sarebbero verificati nella prima metà dello scorso settembre, in centro città. "Le vittime erano scelte a caso, non caratterizzate con precisione né per fattezze fisiche né per età", spiegano gli inquirenti. I familiari del giovane, sconvolti, hanno collaborato con le autorità: ora il giovane è stato affidato a una comunità educativa scelta con grande attenzione proprio per la delicatezza del caso.

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Zangrillo: «Da 6 mesi dico che cosa bisogna fare e come evitare il black out negli ospedali»

capture 076 16102020 114924«Come sostengo da almeno 6 mesi, insieme ai colleghi che di mestiere curano i malati, il problema non sono le terapie intensive. Quando arriviamo li abbiamo già perso». Lo scrive su twitter Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università San Raffaele e responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell’Irccs San Raffaele di Milano.

Zangrillo: «Ecco la procedura per evitare il il black out negli ospedali»

Zangrillo posta anche un’immagine in cui viene spiegata la corretta procedura per evitare il “black out” degli ospedali. «Sì alla corretta informazione e “no” al sensazionalismo mediatico. Perché solo il primo produce un flusso ordinato al pronto soccorso e una gestione ottimale dell’assistenza clinica – riporta lo schema – Dal sensazionalismo mediatico derivano angoscia, disorientamento, somatizzazione e abbandono dei pazienti. Questo produce un flusso caotico nei pronto soccorso che a sua volta crea una inefficiente gestione clinica dei pazienti Covid e non Covid, arrivando al “blackout” dell’ospedale».

I commenti del web

Tantissimi i commenti al post di Zangrillo. Scrive un utente: «Zangrillo aiutaci tu con numeri veri delle Terapie intensive alcuni suoi colleghi sono fuori controllo mettono paura terrore tutte le volte che ascolti le loro interviste alla tv. Aiuto». E un altro chiede: «Avrebbe la stessa infographic in inglese? In Malaysia sarebbe molto utile. Ieri mio amico morto d’infarto perché solo certi ospedali sono autorizzati a mandare le ambulanze. Corpo sequestrato per Covid test. Risultato positivo e dichiarato morto di Covid». E un altro ancora: «Continuano a terrorizzare, imporre, chiudere. Mai fare quello che serve, come sigilare i confini. #IoStoconZangrillo».

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Piazzapulita, coronavirus a Roma libero di circolare? "Zero tracciamenti, una vergogna". Gli errori di Zingaretti e Speranza

capture 075 16102020 114710Tracciamenti zero, coronavirus libero di circolare a Roma. Il disastro di Nicola Zingaretti e del governo di Pd e in M5s in una manciata di minuti. Piazzapulita manda in onda un servizio in cui si testimonia lo sconcertante caos in cui versa l'Asl nella Capitale: ore di attese ai drive in per effettuare un tampone, positivi mai contattati per il tracciamento. Di fatto, un'autostrada per la nascita di cluster e focolai. Così avanza la seconda ondata dell'epidemia.

"Sono stata abbandonata a me stessa, ho chiamato io tutte le persone che ho frequentato", denuncia una ragazza in coda al drive in. "Sono risultata positiva il 18 settembre, ho una figlia di 15 anni per avvisare la scuola è stato un dramma, nessuno dalla Asl ha mai contattato la scuola di mia figlia, una vergogna", aggiunge un'altra signora. Ciliegigina sulla torta, l'annuncio della Regione Lazio di laboratori privati autorizzati a fare i tamponi rapidi: molti istituti della lista, però, non sono ancora pronti per effettuare i test, senza contare centralini irraggiungibili e iscrizioni online in tilt a causa di siti non adeguati e prenotazioni impossibili.
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Milano, Berlusconi non corre. E Sgarbi candida Morgan. Il cantante: io sindaco? Sì, ma senza Bugo…

capture 074 16102020 114404E’ durata 24 ore la “pazza idea” di candidare Silvio Berlusconi a sindaco di Milano. Secondo quanto riportava mercoledì il Messaggero, l’idea era di affidare a Berlsuconi il ruolo di allenatore di una squadra “di assessori per lo più composta da imprenditori o da eccellenze che hanno ben figurato nelle loro professioni che poi avrebbero il compito di essere operativi in prima linea sul campo”.

Milano, Berlusconi smentisce

Ma arriva oggi la smentita, affidata alle colonne del Giornale. Berlusconi non correrà come sindaco di Milano anche se è interessato a seguire da vicino l’iter che condurrà alla scelta del candidato del centrodestra anche perché Milano è la città che dovrà dare l’immagine di una rinascita nazionale dopo la drammatica crisi dovuta al Covid.

Il vertice tra Salvini, Meloni e Tajani

Oggi è previsto intanto un vertice a tre tra Salvini, Tajani e Meloni proprio per fare il punto sulle candidature per le elezioni comunali in città strategiche come Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna. 

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Bertolaso è un fiume in piena: il governo in estate ha dormito. Di Maio e Conte parlano a vanvera

capture 078 16102020 115201Guido Bertolaso è un fiume in piena contro il governo che ha a suo avviso gravi responsabilità sulla gestione dell’epidemia.  L’ex numero uno della protezione civile spiega che in Italia è ripresa a salire fortemente la curva dei contagi perché il governo durante l’estate ha dormito.

Bertolaso: d’estate il governo ha dormito, pensava alle regionali

”Stiamo parlando di una realtà istituzionale che ha completamente dormito nel corso dell’estate -dice Bertolaso- si preoccupavano dei sondaggi, di scrivere sui social, di organizzare le elezioni regionali, ma certamente non si sono preoccupati di prevedere l’arrivo della seconda ondata quando in tutto il mondo, dall’Oms ad esperti e scienziati dicevano che sarebbe arrivata”

Non hanno saputo prevenire

Secondo Bertolaso ”adesso sul possibile lockdown fa comodo richiamare tutti al senso di responsabilità degli italiani -sottolinea- ma non si fa così: dipende dal premier Conte e dai suoi uomini di governo. Loro dovevano mettere in piedi prima le misure necessarie ad evitare nuovi lockdown”. Mentre nei mesi scorsi ”sono state prese decisioni senza mettere in piedi una strategia in grado di prevenire situazioni come questa”.

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Coronavirus, scontro istituzionale sulla scuola: "È il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina il vero problema"

capture 073 16102020 113903Ancora una volta sotto i riflettori va Lucia Azzolina, che non perde occasione per distinguersi nel creare problemi. Difficile dire se anche da lei possa dipendere la “soluzione De Luca” con la chiusura di scuole e università in Campania, ma appare sempre più evidente che l’ostacolo principale ad una soluzione della questione trasporti e del connesso rischio Covid sia proprio la ministra dell’Istruzione.

Le Regioni sono in grande sofferenza perché è difficile dialogare con chi non mostra disponibilità: tra ministro e governatori si rischia l’incomunicabilità. E il conflitto. La Campania rischia di fare da detonatore. De Luca ha probabilmente voluto premere il pedale dell’acceleratore: ma certo è che se non arrivano sostegni dal governo prima o poi tutte le regioni saranno tentate da soluzione traumatiche per evitare ulteriori danni alle popolazioni residenti nei territori.

Eppure ci dovrebbe essere il massimo di cooperazione istituzionale. Che non significa che il governo comanda e le regioni obbediscono: la Costituzione prevede opportune forme di collaborazione. E chi sta nei territori ha maggiore conoscenza dei problemi di chi siede su una scrivania ministeriale.

Pensare di risolvere tutto da Roma significa vivere fuori della realtà. Perché ormai sta diventando innegabile quello che mostrano le immagini che circolano ovunque: il virus viaggia agilmente a bordo dei mezzi strapieni. Alla faccia del distanziamento sociale. E se le minime regole di precauzione diventano inutili perché non si riesce a farle rispettare, è il contagio a moltiplicarsi nel territorio. La differenza con l’estate appena trascorsa sta tutta qui: è ripreso il lavoro, si è cominciato a tornare a scuola, i trasporti hanno dovuto riprendere a funzionare. Come ogni anno.

Aver ridotto la capienza massima negli autobus dal 100 all’80 per cento non ha certo attenuato la potenza del Covid; anche perché i controlli sui numeri effettivi sono inesistenti; chi conta i passeggeri a bordo non si sa.

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Coronavirus, è quasi lockdown? Il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia: "Basta terrorizzare i cittadini

capture 072 16102020 113440"In queste ore si paventano scenari gravi. Ribadisco che il Paese non ha bisogno di stress e di minacciati provvedimenti che rischiano di creare sequele psicologiche gravi sulle persone più fragili e sui giovani, che invece dovremmo preservare. Poveri giovani, alla mancanza di fu turo che non siamo stati in grado di garantire, adesso aggiungiamo la paura oscura e medievale di periodi di segregazione. Siamo sicuri che questa sia la strada giusta? Io non credo". Lo sottolinea in un post su Facebook il diretto re sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. E ancora: «Abbiamo bisogno di credere in noi stessi, protagonisti importanti, con i nostri comportamenti corretti, della sconfitta del virus. Questo lo spirito giusto - ribadisce Vaia - Abbiamo bisogno di buon senso, di tanto buon senso. E se invece di chiudere aprissimo sulle 24 ore ad esempio tutti gli esercizi commerciali, la grande distribuzione, magari a Natale per consentire un afflusso più ordinato e spalmato sulle 24 ore?», suggerisce il direttore. «E se organizzassimo gli ingressi negli uffici, nelle fabbriche o nelle scuole, su più turni di modo da alleggerire in questa fase i trasporti? Sono solo alcune delle idee. Certo la politica deve trovare le soluzioni, ma noi dobbiamo ribadire, con forza - conclude il direttore sanitario dello Spallanzani - che meritiamo di avere tutto aperto. Ma che questo dipende solo da noi!". 

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Coronavirus, Franco Locatelli del Cts: "Nessun dato fa un prevedere un lockdown, si può invertire la tendenza"

capture 071 16102020 113157"Siamo certamente in tempo" per cambiare passo, dice, "ma dipende da come i singoli cittadini e, insieme, come Paese, siamo disposti a fare, perché questo possa avvenire. È quindi fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole". Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts) per l'emergenza coronavirus, intervistato dal Corriere della Sera, non è allarmista e ritiene che si possa ancora invertire la marcia dei contagi da Covid-19. 

"Non ritengo vi siano elementi che possano indirizzarci a prevedere un prossimo, nuovo lockdown, né tantomeno un lockdown da realizzarsi in un tempo così definito, ma ancora relativamente lontano, quale le festività natalizie". Per Locatelli "sarà determinante quello che ognuno di noi nei comportamenti individuali sarà in grado di fornire come contributo per evitare che l'incremento di nuovi casi giornalieri assuma un andamento esponenziale sfuggendo al controllo". 

Ma i trasporti hanno favorito la crescita dell'epidemia? "I mezzi di trasporto, soprattutto in alcune ore del giorno, certamente rappresentano un potenziale luogo dove possono formarsi assembramenti, da evitarsi nel modo più assoluto", risponde il numero uno del Css. Tuttavia, aggiunge, "non sono disponibili dati che possano far ricondurre la modifica del trend della curva dei contagi al loro utilizzo né, tantomeno, sono stati segnalati focolai.

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Coronavirus, il Comitato Scientifico smentisce la ministra Azzolina: nessuno sa cosa accade nella scuola

capture 070 16102020 112718"Il Cts continua a dire che la scuola è sicura. E' una deduzione che deriva dal fatto che si rispettano protocolli altrove ignorati o una convinzione scientifica?" La domanda è quella posta da Repubblica al coordinatore del Comitato Scientifico Agostino Miozzo. E il prof. smentisce la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina: "Nessuno di noi sa cosa accade dentro le scuole". "Su un piano scientifico - spiega bene Miozzo - Siamo ragionevolmente convinti che i contagi avvistati in aula arrivino dall'esterno, ma non c'è un testo sacro che lo certifichi. A marzo chiudemmo le scuole perché da sole valevano una crescita dello 0,4 dell'indice di contagio, ma poi siamo intervenuti con i distanziamenti, le mascherine, la ventilazione".

Un passaggio importante e fondamentale Miozzo lo fa anche su social e informazione pensando soprattutto ai giovani e bacchettando il governo: "Abbiamo sperimentato, da febbraio a maggio, il peso e la violenza delle sciocchezze scritte sui social. Mi chiedo, e chiedo al governo - dichiara Miozzo a Repubblica - è così difficile prendere cinque influencer con cinque milioni di follower a testa, far loro un rapido corso sul virus e poi chiederlo di spiegarlo, a modo loro, al pubblico che li segue?". Poi la mazzata: "Oggi offriamo. divieti da proibizionismo Anni Trenta, il contrario di quello che dobbiamo fare. Spiegare, spiegare..."

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VIGANÒ: IN ATTO UN SUBDOLO E VILE TRADIMENTO DELLA CHIESA.

capture 067 15102020 115608Carissimi Stilumcuriali, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ci ha inviato questa sua risposta a un saggio di padre Thomas Weinandy, che ci sembra estremamente interessante per valutare la situazione attuale della Chiesa, le radici della crisi e la realtà emersa dal Concilio Vaticano II. Buona lettura.

Reverendo Padre Thomas,

ho letto con attenzione il Suo saggio Vatican II and the Work of the Spirit apparso su Inside the Vatican il 27 Luglio 2020 (qui). Mi pare che il Suo pensiero possa esser riassunto in queste due frasi:

«Condivido molte delle preoccupazioni espresse e riconosco la validità di alcune problematiche teologiche e questioni dottrinali enumerate. Mi trovo tuttavia a disagio nel concludere che il Vaticano II sia, in qualche modo, la fonte e la causa diretta dell’attuale stato scoraggiante della Chiesa».

Mi permetta, reverendo Padre, di usare come auctoritas nel risponderLe un Suo interessante scritto, Pope Francis and Schism, pubblicato su The Catholic Thing lo scorso 8 Ottobre 2019 (qui). Le Sue osservazioni mi consentono di evidenziare un’analogia che spero possa contribuire a chiarire il mio pensiero e a dimostrare ai nostri Lettori che alcune apparenti divergenze possono trovare composizione proprio grazie ad una proficua disputatio che abbia come scopo principale la gloria di Dio, l’onore della Chiesa e la salvezza delle anime.

In Pope Francis and the Schism, Ella osserva, molto opportunamente e con l’acume che contraddistingue i Suoi interventi, che vi è una sorta di dissociazione tra la persona Papae e Jorge Mario Bergoglio, una dicotomia in cui il Vicario di Cristo tace e lascia fare, mentre parla e agisce l’esuberante argentino che oggi dimora a Santa Marta. Riferendosi alla gravissima situazione della Chiesa in Germania, scrive:

«In primo luogo, molti all’interno della gerarchia tedesca sanno che diventando scismatici perderebbero la loro voce e la loro identità cattolica. Questo non possono permetterselo. Hanno bisogno di essere in comunione con Papa Francesco, perché è proprio lui che ha promosso il concetto di sinodalità che stanno cercando di attuare. Egli, quindi, è il loro ultimo protettore.

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Morta Jole Santelli, la presidente della Calabria aveva 52 anni: il dramma che sconvolge l'Italia. Berlusconi: "Un'amica"

capture 068 15102020 164820Un dramma, un fulmine a ciel sereno: è morta Jole Santelli, presidente della regione Calabria. Soltanto ieri - mercoledì 14 ottobre- sera aveva avuto incontri istituzionali. Ancora non è chiara la causa del decesso, anche se alcune fonti riferiscono di un arresto cardiocircolatorio. La governatrice era malata da tempo, afflitta da un tumore. La Santelli è morta nella sua casa a Cosenza, dove è stata trovata in mattinata: inutile ogni tentativo di soccorso.

La notizia ha ovviamente sconvolto il mondo politico calabrese e l'Italia intera. Niente infatti faceva sospettare che le condizioni di salute della presidente fossero compromesse o peggiorate. Tanto che era stata proprio lei qualche settimana fa a smentire le voci su un presunto aggravamento della sua malattia, bollandole come "cattiverie". E per dimostrarlo aveva insistito per presenziare a diversi appuntamenti di campagna elettorale in tutta la regione. "Sono addolorato, eravamo amici da una vita'' ha affermato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, confermando la notizia. ''Jole è stata il stata il mio vicesindaco, mi è stata sempre vicina, una donna di una forza incredibile, non ho parole'', ha aggiunto.

Presidente della Calabria dal 15 febbraio 2020, 52 anni, è stata deputata dal 2001 al 2020. E ancora, è stata sottosegretaria di Stato al Ministero della giustizia dal 2001 al 2006 nei governi Berlusconi II e III, nonché sottosegretaria al Ministero del lavoro e delle politiche sociali da maggio a dicembre 2013 nel Governo Letta.  Il 9 dicembre 2019 le dimissioni da vicesindaco di Cosenza, dunque fu indicata da Forza Italia come candidata presidente per la Calabria, dove si era imposta al voto del 26 gennaio 2020.

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Soragna, il consiglio comunale: "Apologia di comunismo è reato"

capture 065 15102020 113736l comune di Soragna ha messo al bando il comunismo usando i contenuti della legge Fiano. Ora il sindaco Salvatore Iaconi Farina dovrà "avanzare al Governo la richiesta di perseguire penalmente con pene severe chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito Comunista"

Applicare i contenuti della legge Fiano, il provvedimento approvato alla Camera per punire le diverse forme di manifestazione dell'apologia di fascismo, al comunismo.

Comunismo al bando

Il consiglio comunale ha deciso di "mettere al bando" il comunismo con una mozione che si rifà ai contenuti della legge proposta da Emanuele Fiano. A proporla con un documento ufficiale il consigliere Maria Pia Piroli del gruppo "Soragna ci Lega". Questo impegna il sindaco Salvatore Iaconi Farina ad "avanzare al Governo la richiesta di perseguire penalmente con pene severe chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito Comunista", come scrive e riporta Libero.

L'ideologia marxista, si legge nel documento approvato dal consiglio comunale di Soragna è punibile se commesso "attraverso la riproduzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti, persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità, con pena aumentata se il reato dovesse avvenire per via informatica". A completare la richiesta la lunga lista di crimini commessi dai regimi comunisti, colpevoli di aver "cagionato la morte di oltre cento milioni di persone sotto il simbolo della falce e martello".

Per rafforzare il concetto, il documento ricorda che "ancora oggi il Partito comunista in molti paesi del mondo è sinonimo di feroci dittature o deboli democrazie, tra le più note: Corea del Nord e Venezuela".

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Francia, perquisizioni a casa del ministro della Salute Véran: coronavirus, la bomba giudiziaria che fa tremare Emmanuel Macron

capture 066 15102020 115028Altri guai per la Francia e per Emmanuel Macron dopo il coronavirus. Ma sempre di pandemia si tratta. Le forze dell'ordine hanno perquisito le residenze e gli uffici del ministro della Salute, Olivier Véran e del direttore generale della salute, Jérôme Salomon. Una procedura - spiega Bfm-tv - che si "iscrive nel quadro di un fascicolo giudiziario sulla gestione della crisi legata al Covid" da parte del governo francese. Le perquisizioni, sempre secondo l'emittente televisiva, riguardano anche l'ex premier Édouard Philippe e l'ex ministra della salute Agnès Buzyn nonché l'ex portavoce del governo, Sibeth Ndiaye.

Una vera e propria bomba giudiziaria sull'Eliseo che deve già fare i conti con un incremento esponenziale di contagi, tanto che lo stesso presidente è stato costretto a indire il coprifuoco. Niente più uscite dalle 21 alle 6 per le città più colpite nella speranza di "sistemare" i disastri della seconda ondata. Gli stessi che hanno visto Macron precipitare in termini di gradimento.

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Rileggere la storia Comunismo e fascismo, due facce della stessa medaglia totalitaria. Ma il Pci fu un’eccezione

capture 064 15102020 111731Secondo lo storico Alberto De Bernardi, bisogna condannarli allo stesso modo, perché costituiscono i due lati della tara che ha insanguinato l’Europa per gran parte del XX secolo. Ma il Partito Comunista Italiano è stato, con tutti i suoi limiti, un caso particolare nella storia del comunismo

La pubblicazione della risoluzione della UE “Sull’importanza della memoria per l’avvenire dell’ Europa” ha aperto in Italia un dibattito molto acceso che a distanza di diverse settimane non si è ancora spento, facendo dell’Italia un caso unico in Europa.

Leggere le fonti

Come molti storici, anche io ritengo sempre scivoloso ogni tentativo delle istituzioni politiche di definire una interpretazione condivisa del passato su cui costruire la memoria pubblica, perché si presta a omissioni e a superficialità, che gli storici hanno in più occasioni messo in evidenza: la memoria di eventi traumatici è difficilmente ricomponibile, quando vittime e carnefici sono ancora presenti e attivi nella sfera pubblica e soprattutto quando rimanda alla lunga guerra tra comunismo, fascismo e democrazia che ha insanguinato il secolo appena terminato; la storia, invece, può essere condivisa perché costruita su un approccio scientifico, anche se la stessa ricerca storica non è sempre esente da torsioni ideologiche e da punti di vista segnati da appartenenze politiche. La memoria infatti mira all’dentità, la storia alla verità.

In ogni caso l’elemento saliente e sorprendente della discussione apertasi del nostro paese è che fin dalle prime battute essa ha perso di vista il documento sia dal punto di vista dei suoi contenuti, che delle sue finalità, per concentrarsi su due questioni, che con quel documento hanno ben poco a che fare, ma che invece attengono alla irrisolta e ingombrante “questione comunista” nella cultura politica della sinistra italiana, nonostante siano passati trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e dello scioglimento del partito comunista italiano.

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Apologia di comunismo; paesi dove il comunismo è illegale.

capture 063 15102020 111521Sono oramai tristemente note le vicende legate alla legge Fiano, una proposta del partito democratico che consiste in nuovo articolo nel codice penale, il 293-bis, che punisce con la reclusione da sei mesi a due anni “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie”, specificando poi che il comportamento è punibile anche se commesso solo “attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”. Al di là delle opinioni su questa proposta, è bene ricordare, che essa è il frutto della storia, nata e cresciuta nel tempo, in un paese insofferente oggi a quello che nemmeno un secolo fa era la idea. Ebbene questo tipo di evoluzione storica si è avuta anche in altri paesi dove protagonista non è stato il fascismo od il nazismo, ma un altro sistema totalitario; il comunismo. Ebbene esistono paesi e non sono pochi nei quali il comunismo è illegale ed è illegale qualsiasi sua espressione.

 Polonia: il 25 settembre 2009, il Parlamento polacco ha approvato un emendamento al Codice Penale, quasi all’unanimità, che vieta la produzione, distribuzione, vendita, o possesso, in stampa o in registrazione, di tutto ciò che possa rappresentare simboli fascisti, comunisti o un qualsiasi altro tipo di simbolo totalitarista, anche tramite Internet. Le pene arrivano fino a 2 anni di reclusione.

Repubblica Ceca: dal 1º gennaio 2010, il codice penale della Repubblica Ceca, così come in Slovacchia, prevede la pena detentiva da 6 mesi e 3 anni per chiunque neghi, metta in dubbio, approvi o giustifichi i crimini dei regimi comunisti e nazionalsocialisti.

in Slovacchia esisteva già la L. 125/1996 “Sull’immoralità e l’illegittimità del sistema comunista”; dal 1º settembre 2011 nel codice penale slovacco sono state introdotte disposizioni in base alle quali è passibile di pena detentiva da 6 mesi e 3 anni per chiunque neghi, metta in dubbio, approvi o giustifichi i crimini dei regimi comunisti e nazionalsocialisti.

Ungheria: dal 24 luglio 2010, commette reato chiunque neghi, metta in dubbio o minimizzi in pubblico i crimini commessi contro la popolazione dal regime socialista e comunista; dal 1º gennaio 2013 è vietato l’uso pubblico di denominazioni legate ai regimi autoritari del XX secolo ricomprendenti il regime fascista guidato da Ferenc Szallasi (1944-1945) e il periodo socialista (1948-1990). In particolare, è fatto divieto di utilizzare “il nome delle persone che hanno giocato un ruolo di primo piano nella fondazione, sviluppo o mantenimento di regimi politici autoritari del XX secolo, o parole ed espressioni o nomi di organizzazioni che possono essere direttamente collegate ai regimi politici autoritari del XX secolo”. 

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“Mascherine? Non servono a niente, ci fanno solo respirare più virus e batteri” ► Prof. Bacco

capture 062 15102020 111203Le direttive del Governo sono chiare: distanziamento sociale, niente assembramenti e utilizzo delle mascherine. Su quest’ultimo punto gli esperti però sono divisi. C’è chi in linea con l’esecutivo sostiene che si tratti di dispositivi necessari per la salute e la sicurezza dei cittadini e chi, all’opposto, sostiene non soltanto che siano inutili ma persino controproducenti.

Di questo avviso è il Prof. Pasquale Mario Bacco medico legale, ricercatore e membro del team di medici che lavorano per  la società Meleam.

Il suo punto di vista è chiaro: “Mascherina assolutamente no”. Il motivo lo ha spiegato in questo intervento, in diretta con Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“Mascherine? Non servono a niente, ci fanno solo respirare più virus e batteri” ► Prof. Bacco

https://youtu.be/56s2-0xr_L0

“Il virus passa attraverso le mascherine, è infinitamente più piccolo dei filtri che si possono creare. Certamente in ambiente sanitario, soprattutto quando certe cose non si conoscevano, è stato anche utile, ma oggi ha un effetto paradossale. Ci impedisce l’immunità di gregge che invece in questo momento andrebbe assolutamente favorita. E poi andrebbe cambiata continuamente!

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“I TAMPONI UCCIDONO, CI VOGLIONO SCHIAVI” MA NESSUNO LI FERMA

capture 061 15102020 110930LA FOLLIA NEGAZIONISTA

RADUNO NO MASK A ROMA, LA POLIZIA NON FA INDOSSARE LE MASCHERINE. SPERANZA: FANNO RABBRIVIDIRE

NEGAZIONISTI DEL COVID IN PIAZZA A ROMA, GLI INTERVENTI CHOC DAL PALCO

«Guarda sta manica de cojoni!». Il baffuto signore in bicicletta passa sul lungotevere e fotografa così la piazza pochi metri più sotto. Vicino alla Bocca della Verità, meno di 2mila persone a sfidare il sole e non solo quello. Sopra il palco un grande striscione: «Noi siamo il popolo». Lo sforzo di non farsi condizionare dal giudizio dell’impietoso ciclista si infrange sulle prime parole che escono dalle casse: «Il campo magnetico terrestre sta cambiando – dice una signora – avverrà tra 2 o 3 anni, ma vogliono nascondercelo con il 5G».

LUCA BIZZARI DALLA PIAZZA DEI NEGAZIONISTI COVID IRONIZZA IN DIRETTA FACEBOOK: “MORIREMO TUTTI E DIVENTEREMO CYBORG COL 5G”

 All’improvviso la interrompono: «Scusate c’è una signora che si sente male, c’è un medico presente?». In effetti c’è. Si chiama Pasquale Mario Bacco, medico legale e ricercatore, fa parte dell’associazione l’“Eretico”. Anche lei con i “no mask”? «Le mascherine vanno buttate – spiega – con questo caldo sono un terreno di coltura per i germi davanti a bocca e naso». Forse per questo nessuno la indossa, a parte giornalisti e operatori. Qualcuno, semmai, la brucia a beneficio di telecamera.

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Dpcm, Tommaso Cerno all'attacco del governo: "Nemmeno Mussolini arrivò a queste limitazioni della libertà"

capture 060 15102020 105700Niente feste e reunion in casa se si è in più di sei, niente gite scolastiche, mascherina ovunque anche in casa. Del Dpcm di ieri, 12 ottobre, non c'è nulla di nuovo. Parola di Tommaso Cerno che, dagli scranni del Gruppo Misto, non ne lascia passare una al governo. "Il provvedimento - esordisce in una nota - fa venire nostalgia del grande Luciano Onder e un po' di invidia per le diagnosi del Dottor House. Prendi un gruppo di politicanti e trasformali in medici, con l'aiuto della passerella di virologi italiani che ormai inondano le televisioni, ed ecco un bel caravan di dilettanti alle prese con la pandemia".

Giuseppe Conte e i suoi giallorossi, in emergenza coronavirus, si sono superati: "Imboscate nelle case, limitazioni della libertà come nemmeno Mussolini fece, in nome di una scienza che se fosse esatta per prima cosa ricorderebbe a Zingaretti e Conte che le elezioni non le hanno mai vinte", prosegue il senatore senza mezzi termini. L'unica nota positiva? "Gli assembramenti senza giustificazione che vieteranno anche il Consiglio dei ministri che ne rappresenta l'essenza, evitando al Paese di subire il mobbing governativo a cui ormai l'Italia, sbagliando, si è abituata". In conclusione "più che la mascherina, Conte e company si mettano una maschera". 

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Coronavirus, Tommaso Cerno: "Ribellarsi a un governo in preda al delirio, ridicoli davanti al mondo intero"

capture 059 15102020 105447"È venuto il momento che il popolo italiano si ribelli a un governo in preda al delirio", premette sparando ad alzo zero Tommaso Cerno. Nel mirino Giuseppe Conte, i dpcm, il caos-coronavirus. "Dopo avere gestito la prima ondata rendendosi ridicoli davanti al mondo intero, ci risiamo. Intere categorie economiche devastate senza ragione, inviti in televisione a spiare i vicini di casa, squadracce nelle case a contare i posti a cena. Spero che qualcuno cominci a dire no. L'autorità deve dimostrare al popolo l'efficacia delle restrizioni, altrimenti le stesse diventano arbitrarie, e contro l'arbitrio del potere è legittima la disobbedienza civile. Questo ennesimo Dpcm ha tutta l'aria di un provvedimento per l'emergenza di salute del governo e non del popolo italiano", conclude il senatore del Gruppo Misto.

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La vera colpa di Trump: non aver iniziato nessuna nuova guerra

capture 058 15102020 105145Prosegue in America lo scontro tra il Movimento anti-razzista, e i suoi potenti fiancheggiatori, e il presidente. Il conflitto non risparmia l’esercito, che un po’ ha preso posizione, nei suoi più alti comandanti, un po’ è stato tirato il ballo in maniera indebita.

Tutto inizia con la minaccia di Trump di schierare i militari per contrastare il Movimento, una delle tante sparate del tycoon prestato alla politica, senza alcuna base reale.

E che però ha infastidito gli alti comandanti dell’apparato militare, i quali hanno manifestato pubblicamente il loro dissenso sull’eventuale dispiegamento dell’esercito sul suolo americano, che in realtà non aveva alcuna possibilità di realizzarsi.

La vergogna di Milley e i militari alla Casa Bianca

La presa di posizione di alcuni generali ha dato modo ai media Usa, più o meno tutti schierati contro Trump, di martellare su una reale o supposta frattura tra il presidente e i militari, critica di certa efficacia politica perché tende a minare la sua capacità di svolgere il ruolo di Comandante in capo dell’esercito, ruolo che nel tempo è stato conferito al presidente degli Stati Uniti (al quale si associa un pericoloso “potere di guerra”).

Una conflittualità forse più apparente che reale quella tra Trump e i militari, ma che ha toccato il vertice dopo la presa di distanza del generale Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, la più alta carica dell’esercito.

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Enrico Montesano e le mascherine nel Lazio/ “11 milioni alla ditta di lampadine!”

Enrico Montesano ospite a Live – Non è la D’Urso in collegamento da casa. L’attore e comico è tornato sulla polemica dei giorni scorsi dopo alcune dichiarazioni fatte sull’utilizzo delle mascherine divenute nuovamente obbligatorie per via della risalita dei contagi da Coronavirus. “Credo che le mascherine vadano portate nei luoghi chiusi, ma all’aperto non credo che ci proteggano dalle polveri sottili, dalle polveri d’amianto e dunque anche dal virus. Attraverso i tessuti passa tutto. Le mascherine sicure al 100% non ci farebbero neppure respirare. In compenso quelle correnti ci fanno respirare la nostra anidride carbonica” – ha detto l’attore che ha precisato a gran voce : “credo nel coronavirus, credo che bisogna mantenere una giusta distanza dal nostro vicino perché alitare addosso alle persone è scorretto sotto tutti i punti di vista”. Le sue parole hanno scatenato una fortissima polemica e per questo motivo l’attore ha deciso di chiarire la sua posizione partecipando al talk show della domenica sera di Canale 5.

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Trump, il politico che ha aperto meno scenari di guerra da quasi un secolo durante il suo primo mandato: il nuovo approccio della Casa Bianca, “Business Oriented” (ossia l’Italia alle strette…)

capture 056 14102020 110810Trump non ama le guerre, in fondo perchè non portano soldi. Già all’inizio del suo mandato ha dettato  la linea: meno interventi all’estero e chi vuole la difesa militare USA deve pagarla. La discontinuità con Obama – ed anche con Bush – sta nell’approccio, innovativo. Il risultato in parte è stato il rafforzamento del trend esistente, ossia il riarmo EU e la sfida aperta della Cina vs. USA.

Il problema della Cina tutti lo conoscono, che poi è anche un problema EU: entrambi vogliono sfilarsi dal dominio americano, sia economico, che egemonico, che militare. Dimenticando che solo grazie alla Pax Americana c’è stata una politica estera EU finalizzata non al conflitto, infatti  per 2000 anni le politiche economiche in EUropa sono coincise con guerre ad oltranza. In Asia l’apertura dei commerci c’è stata solo con gli USA al comando: grazie a Washington si è potuta tenere sotto scacco sia la politica coloniale inglese che le sfide ripetute tra giapponesi, cinesi ed in parte indiani e pakistani (retaggio coloniale britannico quest’ultimo), dando sfogo al mercantilismo più spinto.

Come al solito gli USA fanno del pragmatismo la loro migliore arma: oggi il loro problema non è tanto militare, infatti manterranno ancora per un decennio un vantaggio incolmabile con le grandi potenze in termini bellici, ma economico. Infatti la principale fonte di ricchezza USA sta nel poter scambiare carta verdastra con preziose merci fisiche. Il problema è che questo giochetto va avanti da troppo tempo, avendo per altro dato spazio ad ambizioni di potere basate sulla possibilità di esportare merci in USA grazie al “giochetto suddetto della carta verde” ma spiazzando così  troppe imprese americane , che via via hanno chiuso. Anche questa è guerra, o meglio, nel momento in cui Washington ha deciso di non accettare più la propria deindustrializzazione Cina ed EU franco-tedesca hanno deciso di passare al confronto aperto. Come? Evitando la svalutazione del dollaro, che avrebbe corretto i differenziali.

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Matteo Renzi a Fuori dal coro, Mario Giordano. "Ci sta lei al governo, non io o Iva Zanicchi"

capture 055 14102020 105842"Renzi, è bellissimo ma ci sta lei al governo eh". Matteo Renzi a Fuori dal coro attacca le lentezze e le incertezze del governo di Giuseppe Conte anche sul fronte cultura e Mario Giordano lo riporta coi piedi per terra: "Però è lei che deve aiutarli, non io o Iva Zanicchi. So che si sta battendo ma gli aiuti non arrivano dal suo governo, non dal mio...". Il leader di Italia Viva sembra piuttosto imbarazzato: "Non vorrei che facesse la solita confusione, non sono più il presidente del consiglio".

"No, no - ribatte il padrone di casa - è il leader di un partito della maggioranza". "Ovviamente stiamo facendo uno sforzo col presidente del Consiglio. La questione non sono le parole, ma i fatti. Questo governo, facendo bene, ha preso 209 miliardi dall'Europa...". "Aspetta e spera", lo inchioda Giordano. E tutti a casa.

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Bolsonaro mette in crisi i vescovi del Brasile e il catto-comunismo

capture 053 14102020 103756A livello ecclesiale, dopo la vittoria di Bolsonaro, cosa rimane? Una situazione molto seria per la Chiesa cattolica

In Brasile alcuni leader cattolici si sono già mostrati preoccupati per ciò che potrà avvenire dopo l’ascesa al potere del 63enne Jair Bolsonaro, eletto alla presidenza dell’enorme paese sudamericano con il 55 percento dei voti il 28 ottobre scorso.

Il parere più impegnativo lo ha espresso il potente segretario della Cnbb (la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile).

"La Conferenza episcopale è preoccupata perché le parole verso gli indigeni sono state troppo forti: abbiamo una grande preoccupazione per il futuro dei popoli indigeni", ha sostenuto monsignor Leonardo Steiner. "Siamo preoccupati anche per le parole rivolte ai Quilombole, che sono i discendenti degli schiavi che sono fuggiti all’interno del Paese al tempo della schiavitù, e anche per le parole che sono state pronunciate nei riguardi di alcuni partiti … Vediamo se adesso queste parole diventano un’azione o rimangono soltanto parole al vento. Ma la preoccupazione c’è, sì, perché siamo stati sempre accanto ai popoli indigeni, ai Quilombole, ai poveri. Aspettiamo che abbia rispetto per i più poveri, per i brasiliani che a volte non riescono a partecipare, ad avere un’opportunità nella società brasiliana".

Durante la campagna elettorale i vescovi della Cnbb sono stati etichettati come comunisti perché, effettivamente, hanno sostenuto, apertamente o velatamente, l’avversario di Bolsonaro, il candidato del movimento di estrema sinistra, il Partito dei Lavoratori, Fernando Haddad (ma l'arcivescovo di Rio de Janeiro, il cardinale Orani João Tempesta, ha ricevuto apertamente Bolsonaro nel suo ufficio il 17 ottobre e si è lasciato fotografare con il candidato).

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TUTTI I SOLDI DEL PRESIDENTE – BARACK E MICHELLE OBAMA SONO UNA VERA MACCHINA MACINA-DOLLARI: PRIMA DELL’INGRESSO ALLA CASA BIANCA AVEVANO UN PATRIMONIO DI UN MILIONE DI DOLLARI, OGGI SONO ARRIVATI A 240 – GRAZIE A LIBRI, NETFLIX, PODCAST E INVESTIMENTI N

DAGONEWS


il ritratto di barack obama 1
  

IL RITRATTO DI BARACK OBAMA 1

Il 12 febbraio 2018, i ritratti di Barack e Michelle Obama sono stati svelati alla National Portrait Gallery (NPG) di Washington. Da quel momento per la galleria e gli artisti nulla è stato uguale.

Kehinde Wiley e Amy Sherald hanno conosciuto la celebrità e il museo è diventato meta di pellegrinaggio di migliaia di persone che vogliono vedere i due quadri.

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Polizia dentro le case? La gaffe di Speranza irrita Conte. Il Quirinale è costretto a intervenire

capture 051 14102020 103356Il testo del nuovo Dpcm è stato sofferto. Soprattutto sul punto delle feste vietate e dei controlli da Stato di polizia estesi fin negli appartamenti privati. Il Corriere scrive che c’è voluto l’alert del Quirinale per far saltare una norma che avrebbe messo a rischio di incostituzionalità l’intero decreto.

Da Speranza invito alla delazione

Così è rimasta solo la “forte raccomandazione” a non invitare più di sei persone a casa propria, sempre indossando l’immancabile mascherina. La minaccia del ministro Speranza, con relativo invito alla delazione, è al momento scongiurata.

Polizia dentro le case dopo la segnalazione del vicino

Ma non aveva mancare di lasciare l’opinione pubblica allibita e interdetta. Ieri per l’intera giornata sui social è girato il  botta e risposta tra Fazio e Speranza a Che tempo che fa. “Come farete a controllare?“, aveva chiesto Fazio.  “Confidiamo nelle segnalazioni“, aveva detto il ministro.  E sembrava davvero crederci allo spionaggio condominiale per far cessare i party privati. Il vicino di casa chiama e la polizia ti bussa alla porta. Una misura che evocava davvero una fosca deriva autoritaria.

Conte irritato dall’uscita di Speranza

Un retroscena del Giornale racconta che lo stesso Conte si è trovato spiazzato dall’audacia comunicativa di Speranza. Uno scivolone imperdonabile che ha compromesso l’immagine di un governo che con i suoi divieti ha sempre dato l’impressione di scaricare sui cittadini la colpa della crescita dei contagi. “Non era necessario né utile né fattibile” si sarebbe sfogato Conte secondo Il Giornale, riferendosi all’uscita del ministro della Salute. Di qui, anche, la scelta di non presentare in tv le nuove misure con la solita baldanza.

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