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Onore ai medici ed infermieri in prima linea.Grazie da Redazione Italia

Enrico Montesano e le mascherine nel Lazio/ “11 milioni alla ditta di lampadine!”

Enrico Montesano ospite a Live – Non è la D’Urso in collegamento da casa. L’attore e comico è tornato sulla polemica dei giorni scorsi dopo alcune dichiarazioni fatte sull’utilizzo delle mascherine divenute nuovamente obbligatorie per via della risalita dei contagi da Coronavirus. “Credo che le mascherine vadano portate nei luoghi chiusi, ma all’aperto non credo che ci proteggano dalle polveri sottili, dalle polveri d’amianto e dunque anche dal virus. Attraverso i tessuti passa tutto. Le mascherine sicure al 100% non ci farebbero neppure respirare. In compenso quelle correnti ci fanno respirare la nostra anidride carbonica” – ha detto l’attore che ha precisato a gran voce : “credo nel coronavirus, credo che bisogna mantenere una giusta distanza dal nostro vicino perché alitare addosso alle persone è scorretto sotto tutti i punti di vista”. Le sue parole hanno scatenato una fortissima polemica e per questo motivo l’attore ha deciso di chiarire la sua posizione partecipando al talk show della domenica sera di Canale 5.

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Trump, il politico che ha aperto meno scenari di guerra da quasi un secolo durante il suo primo mandato: il nuovo approccio della Casa Bianca, “Business Oriented” (ossia l’Italia alle strette…)

capture 056 14102020 110810Trump non ama le guerre, in fondo perchè non portano soldi. Già all’inizio del suo mandato ha dettato  la linea: meno interventi all’estero e chi vuole la difesa militare USA deve pagarla. La discontinuità con Obama – ed anche con Bush – sta nell’approccio, innovativo. Il risultato in parte è stato il rafforzamento del trend esistente, ossia il riarmo EU e la sfida aperta della Cina vs. USA.

Il problema della Cina tutti lo conoscono, che poi è anche un problema EU: entrambi vogliono sfilarsi dal dominio americano, sia economico, che egemonico, che militare. Dimenticando che solo grazie alla Pax Americana c’è stata una politica estera EU finalizzata non al conflitto, infatti  per 2000 anni le politiche economiche in EUropa sono coincise con guerre ad oltranza. In Asia l’apertura dei commerci c’è stata solo con gli USA al comando: grazie a Washington si è potuta tenere sotto scacco sia la politica coloniale inglese che le sfide ripetute tra giapponesi, cinesi ed in parte indiani e pakistani (retaggio coloniale britannico quest’ultimo), dando sfogo al mercantilismo più spinto.

Come al solito gli USA fanno del pragmatismo la loro migliore arma: oggi il loro problema non è tanto militare, infatti manterranno ancora per un decennio un vantaggio incolmabile con le grandi potenze in termini bellici, ma economico. Infatti la principale fonte di ricchezza USA sta nel poter scambiare carta verdastra con preziose merci fisiche. Il problema è che questo giochetto va avanti da troppo tempo, avendo per altro dato spazio ad ambizioni di potere basate sulla possibilità di esportare merci in USA grazie al “giochetto suddetto della carta verde” ma spiazzando così  troppe imprese americane , che via via hanno chiuso. Anche questa è guerra, o meglio, nel momento in cui Washington ha deciso di non accettare più la propria deindustrializzazione Cina ed EU franco-tedesca hanno deciso di passare al confronto aperto. Come? Evitando la svalutazione del dollaro, che avrebbe corretto i differenziali.

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Matteo Renzi a Fuori dal coro, Mario Giordano. "Ci sta lei al governo, non io o Iva Zanicchi"

capture 055 14102020 105842"Renzi, è bellissimo ma ci sta lei al governo eh". Matteo Renzi a Fuori dal coro attacca le lentezze e le incertezze del governo di Giuseppe Conte anche sul fronte cultura e Mario Giordano lo riporta coi piedi per terra: "Però è lei che deve aiutarli, non io o Iva Zanicchi. So che si sta battendo ma gli aiuti non arrivano dal suo governo, non dal mio...". Il leader di Italia Viva sembra piuttosto imbarazzato: "Non vorrei che facesse la solita confusione, non sono più il presidente del consiglio".

"No, no - ribatte il padrone di casa - è il leader di un partito della maggioranza". "Ovviamente stiamo facendo uno sforzo col presidente del Consiglio. La questione non sono le parole, ma i fatti. Questo governo, facendo bene, ha preso 209 miliardi dall'Europa...". "Aspetta e spera", lo inchioda Giordano. E tutti a casa.

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Bolsonaro mette in crisi i vescovi del Brasile e il catto-comunismo

capture 053 14102020 103756A livello ecclesiale, dopo la vittoria di Bolsonaro, cosa rimane? Una situazione molto seria per la Chiesa cattolica

In Brasile alcuni leader cattolici si sono già mostrati preoccupati per ciò che potrà avvenire dopo l’ascesa al potere del 63enne Jair Bolsonaro, eletto alla presidenza dell’enorme paese sudamericano con il 55 percento dei voti il 28 ottobre scorso.

Il parere più impegnativo lo ha espresso il potente segretario della Cnbb (la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile).

"La Conferenza episcopale è preoccupata perché le parole verso gli indigeni sono state troppo forti: abbiamo una grande preoccupazione per il futuro dei popoli indigeni", ha sostenuto monsignor Leonardo Steiner. "Siamo preoccupati anche per le parole rivolte ai Quilombole, che sono i discendenti degli schiavi che sono fuggiti all’interno del Paese al tempo della schiavitù, e anche per le parole che sono state pronunciate nei riguardi di alcuni partiti … Vediamo se adesso queste parole diventano un’azione o rimangono soltanto parole al vento. Ma la preoccupazione c’è, sì, perché siamo stati sempre accanto ai popoli indigeni, ai Quilombole, ai poveri. Aspettiamo che abbia rispetto per i più poveri, per i brasiliani che a volte non riescono a partecipare, ad avere un’opportunità nella società brasiliana".

Durante la campagna elettorale i vescovi della Cnbb sono stati etichettati come comunisti perché, effettivamente, hanno sostenuto, apertamente o velatamente, l’avversario di Bolsonaro, il candidato del movimento di estrema sinistra, il Partito dei Lavoratori, Fernando Haddad (ma l'arcivescovo di Rio de Janeiro, il cardinale Orani João Tempesta, ha ricevuto apertamente Bolsonaro nel suo ufficio il 17 ottobre e si è lasciato fotografare con il candidato).

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TUTTI I SOLDI DEL PRESIDENTE – BARACK E MICHELLE OBAMA SONO UNA VERA MACCHINA MACINA-DOLLARI: PRIMA DELL’INGRESSO ALLA CASA BIANCA AVEVANO UN PATRIMONIO DI UN MILIONE DI DOLLARI, OGGI SONO ARRIVATI A 240 – GRAZIE A LIBRI, NETFLIX, PODCAST E INVESTIMENTI N

DAGONEWS


il ritratto di barack obama 1
  

IL RITRATTO DI BARACK OBAMA 1

Il 12 febbraio 2018, i ritratti di Barack e Michelle Obama sono stati svelati alla National Portrait Gallery (NPG) di Washington. Da quel momento per la galleria e gli artisti nulla è stato uguale.

Kehinde Wiley e Amy Sherald hanno conosciuto la celebrità e il museo è diventato meta di pellegrinaggio di migliaia di persone che vogliono vedere i due quadri.

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Polizia dentro le case? La gaffe di Speranza irrita Conte. Il Quirinale è costretto a intervenire

capture 051 14102020 103356Il testo del nuovo Dpcm è stato sofferto. Soprattutto sul punto delle feste vietate e dei controlli da Stato di polizia estesi fin negli appartamenti privati. Il Corriere scrive che c’è voluto l’alert del Quirinale per far saltare una norma che avrebbe messo a rischio di incostituzionalità l’intero decreto.

Da Speranza invito alla delazione

Così è rimasta solo la “forte raccomandazione” a non invitare più di sei persone a casa propria, sempre indossando l’immancabile mascherina. La minaccia del ministro Speranza, con relativo invito alla delazione, è al momento scongiurata.

Polizia dentro le case dopo la segnalazione del vicino

Ma non aveva mancare di lasciare l’opinione pubblica allibita e interdetta. Ieri per l’intera giornata sui social è girato il  botta e risposta tra Fazio e Speranza a Che tempo che fa. “Come farete a controllare?“, aveva chiesto Fazio.  “Confidiamo nelle segnalazioni“, aveva detto il ministro.  E sembrava davvero crederci allo spionaggio condominiale per far cessare i party privati. Il vicino di casa chiama e la polizia ti bussa alla porta. Una misura che evocava davvero una fosca deriva autoritaria.

Conte irritato dall’uscita di Speranza

Un retroscena del Giornale racconta che lo stesso Conte si è trovato spiazzato dall’audacia comunicativa di Speranza. Uno scivolone imperdonabile che ha compromesso l’immagine di un governo che con i suoi divieti ha sempre dato l’impressione di scaricare sui cittadini la colpa della crescita dei contagi. “Non era necessario né utile né fattibile” si sarebbe sfogato Conte secondo Il Giornale, riferendosi all’uscita del ministro della Salute. Di qui, anche, la scelta di non presentare in tv le nuove misure con la solita baldanza.

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Positivo il capo di gabinetto di Zingaretti. Rischio quarantena per tutta la giunta del Lazio

capture 050 14102020 102930“Sono risultato positivo al tampone rapido, ma asintomatico. Mi sono subito messo in isolamento e ora aspetto l’esito degli altri accertamenti”. Lo afferma Albino Ruberti, capo di Gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “So che sono scattati i protocolli del caso in Regione”, aggiunge Ruberti.

Capo di gabinetto positivo, chiusa la palazzina A

Da questa mattina è infatti chiusa la palazzina ‘A’ della Regione Lazio ed è scattata la sanificazione dopo il caso di positività di Albino Ruberti. Ora dovrebbero scattare  i tamponi per i contatti stretti di Ruberti compresi anche gli assessori con il rischio che l’intera giunta finisca in quarantena.

Positiva una consigliera del Pd

Anche la consigliera regionale del Lazio Sara Battisti, del Pd, ha comunicato di essere  positiva al Coronavirus. Lo ha fatto attraverso un post sul suo profilo Facebook. “Nella serata di ieri, dato che non mi sentivo molto bene, ho misurato la febbre ed avevo 37.5. Dopo aver chiamato immediatamente il mio medico di famiglia mi sono recata al drive in per fare il tampone. Purtroppo il Covid-19 ha colpito anche me, sono in isolamento domiciliare e oltre un po’ di febbre, sto bene. Nonostante abbia adottato tutte le misure di sicurezza e attivato da tempo l’app Immuni, ho contratto il virus”, scrive la consigliera del Pd. “Per questo – aggiunge -bisogna continuare a rispettare tutte le regole e le normative per combattere questo nostro nemico invisibile”.

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Il governo "scheda" i cronisti: ora Conte finisce sotto accusa

capture 048 14102020 101531I giornalisti per arrivare a Palazzo Chigi devono chiedere un accredito alla polizia. Ira di FdI: "Subito interrogazione"

Chiedere un accredito al commissariato di polizia e a Palazzo Chigi per poter fare il proprio lavoro all’esterno della sede del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

È questa l’ultima preoccupante novità che ha interessato – e sorpreso – i giornalisti impegnati a fare il proprio mestiere a Roma.

Gli inviati, come detto, sono costretti a chiedere un pass sia alle forze dell’ordine che a Palazzo Chigi, ma non solo: non possono neanche muoversi dalla postazione assegnata. Per cui, il cronista e la sua troupe non possono muoversi liberamente per piazza Colonna e via del Corso.

A denunciare la restrizione ci ha pensato il collega Michel Dessì, giornalista-invitato di Stasera Italia di Barbara Palombelli: "Da oggi c’è questa nuova regola: la piazza è chiusa, per cui bisogna chiedere il permesso di accedere per fare le dirette tv senza spostarsi". "Quindi non solo hai dovuto chiedere un accredito, ma devi pure rimanere fermo in un punto preciso?", gli ha chiesto la padrona di casa e Dessì ha così risposto: "Sì, la polizia ci ha confinati in questa postazione e non ci possiamo muovere per oggi". "Sono ordini che mi fanno rabbrividire", ha commentato infine la Palombelli.

E così, insomma, a Palazzo Chigi decidono chi può entrare e chi no, chi può fare il proprio lavoro e chi no. Il fatto, ovviamente, non è passato inosservato e, anzi, si è accesa una preoccupata polemica per la restrizione adottata. Per quale ragione, infatti, si dovrebbe limitare l'accesso dei giornalisti a Palazzo Chigi, decicendo così chi può o non può parlare?

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Vaticano, in manette Cecilia Marogna: la "dama" del cardinale Angelo Becciu

capture 047 13102020 214731Un altro terremoto in Vaticano: è stata arrestata a Milano dalle Fiamme Gialle la manager del cardinale Angelo Becciu, Cecilia Marogna, in seguito a un ordine di cattura internazionale tramite Interpol. La Marogna è l'esperta di relazioni diplomatiche coinvolta nello scandalo finanziario che sta travolgendo il Vaticano. Nel mirino degli inquirenti della Santa Sede ci sarebbero bonifici per mezzo milioni di euro ricevuti dal Vaticano per operazioni segrete umanitarie tra Africa e Asia e che per la metà sarebbero però finiti nell'acquisto di borse di pregio, cosmetici e altri beni di lusso. La Marogna, 39 anni e di Cagliari, avrebbe stretto relazioni con la Segreteria di Stato al tempo in cui Becciu era Sostituto. Recentemente, dopo essere stato de facto spinto da Papa Francesco a dimettersi da cardinale, Becciu aveva affermato che "i rapporti con Cecilia Marogna sono sempre stati solo per questioni istituzionali".

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Luca Ricolfi a L'aria che tira: "Coronavirus, la situazione è drammatica? Colpa del governo, obbedire è umiliante"

capture 046 13102020 214539Ce la possiamo permettere la libertà? È da questo quesito profondo di Myrta Merlino che a L’aria che tira su La7 parte l’intervento di Luca Ricolfi, che in un paio di minuti asfalta il governo presieduto da Giuseppe Conte per l’impreparazione nell’affrontare il ritorno dell’emergenza coronavirus. “Mi mette abbastanza in imbarazzo la tua domanda”, ha esordito il politologo che poi ha affondato subito il colpo: “Sono combattuto perché trovo incredibile una simile invasione della privacy e che ci possa essere un governo che ha la possibilità di fare qualsiasi cosa pur rappresentando una minoranza della nazione. Capisco che siamo in una situazione difficile, ma la frittata l’hanno fatta loro”. Ricolfi ha poi spiegato il concetto più nel dettaglio: “Se siamo in questa situazione drammatica è perché hanno fatto la frittata non intervenendo con i tamponi e sui trasporti pubblici. Ora chiedono a noi di togliere le castagne dal fuoco e noi lo faremo come sempre, obbedienti, però è umiliante. E che non si permettano di venirci a dire che stanno facendo cose - ha chiosato - dovevano farle prima, le code per i tamponi sono la prova provata della loro incapacità”. 

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«La Raggi ha fatto peggio di Nerone»: e Sgarbi si candida sindaco di Roma col suo simbolo

capture 044 13102020 114253Sgarbi si candida sindaco di Roma. Non usa perifrasi o strani codici diplomatici per annunciarlo. Anzi, come è suo uso, utilizza una metafora ardita che, come quasi sempre accade, suona decisamente come una stroncatura senza se e senza ma, che recita: «La sindacatura di Virginia Raggi passerà alla storia come la più grave calamità naturale dopo il grande incendio di Roma del 64 d. C. ai tempi dell’imperatore Nerone. C’è da ricostruire una città. E ridarle la dignità di Capitale». Del resto, solo qualche giorno fa, Vittorio Sgarbi, interpellato sul caso Suarez, con l’irruenza e l’irriverenza che lo contraddistinguono, aveva dichiarato: «Se una persona che non conosce la grammatica può fare il ministro degli Esteri, chi gioca a pallone può non avere dimestichezza con la sintassi»…

Sgarbi si candida sindaco di Roma

Insomma, è sempre il paradosso la cifra dei suoi commenti. E, quasi sempre, il perno delle sue recriminazioni polemiche. Anche in questo caso, allora, annunciando la sua candidatura a sindaco alle elezioni amministrative di Roma nel 2021, lo storico e critico d’arte sentenzia contro la prima cittadina grillina. E lo fa con un parallelo grazie al quale, come è nello stile del critico, Sgarbi annuncia, commenta e sferza in un’unica soluzione. E infatti, attualmente deputato alla Camera e sindaco di Sutri (Viterbo), con quella sua dichiarazione sul disastro Raggi, il critico anticipa la sua corsa all’incarico capitolino, a cui parteciperà con il simbolo di “Rinascimento”, il movimento da lui fondato nel 2017 e da allora presente in numerose tornate elettorali. Ultima quella in Valle d’Aosta, dove ha ottenuto il 5% alle regionali e portato al ballottaggio, nel capoluogo, il candidato sindaco.

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Luca Zaia, a Quarta Repubblica uno sfregio ad Andrea Crisanti: "In pochi giorni presenteremo il primo test di autodiagnosi"

capture 042 13102020 113941Luca Zaia non arretra, neppure dopo il monito di Andrea Crisanti. Il governatore del Veneto è pronto a provarle tutte pur di fermare il coronavirus, anche il test di autodiagnosi. Lo afferma a Quarta Repubblica, il programma di Rete Quattro condotto da Nicola Porro. "Se da un lato - spiega - il test principale resta quello molecolare, i tamponi rapidi oggi hanno un'attendibilità elevata e in pochi giorni penso che ci sarà il primo test di autodiagnosi". Uno sfregio al suo ex commissario per l'emergenza che aveva bollato come "buffonata" l'idea del leghista.

La situazione - mette le cose in chiaro il presidente - non è allarmante: "Noi abbiamo 41 persone in terapia intensiva, in questo momento non c'è emergenza ospedaliera in Veneto ed i nostri positivi per il 96 per cento sono asintomatici". E, in caso di restrizioni per attività lavorative, Zaia chiama in causa i giallorosso: "Occorre che il governo dia un risarcimento economico".

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Milano, aggredisce e rapina le vittime fuggendo col monopattino. Esplode la rabbia contro Sala

capture 045 13102020 114539Scippi in monopattino. Succede a Milano, dove la polizia ha arrestato una 18enne che ha aggredito e rapinato dei coetanei, mentre girava a bordo del mezzo elettrico con un 17enne.

Gli scippi in monopattino: il crimine si fa green

La polizia ha fermato la 18enne dopo la segnalazione di una rapina a un 17enne avvenuta intorno alle 18.40 nella zona di piazzale Libia. La ragazza, a bordo del monopattino con il suo complice, aveva avvicinato la vittima e l’aveva minacciata con un coltello, costringendola a consegnare soldi e cellulare. La polizia ha poi rintracciato la giovane, trovando nel corso della perquisizione a casa altri tre telefonini proventi di furto. Il complice minorenne, invece, è riuscito a scappare.

L’ironia di De Corato: “Bravo Sala”

Dunque, i monopattini, dopo gli incidenti anche gravi degli ultimi mesi, conquistano un nuovo spazio nelle cronache milanesi, che si uniformano a quelle di altre città. La vicenda è stata commentata dall’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato, che ha ricordato anche il precedente del pusher senegalese, arrestato in Stazione centrale, che si muoveva in monopattino. “L’impegno di Sala & co nello stravolgere completamente la viabilità di Milano per la realizzazione di piste ciclabili è stato ripagato. Anche la criminalità adesso è green“, ha detto De Corato.

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Il documento che inguaia il governo: la verità sul contagio nelle Rsa

capture 041 13102020 113618Nel Libro nero del coronavirus il racconto inedito dei ritardi e delle retromarce di marzo che costarono la vita a migliaia di anziani

Pubblichiamo un estratto da Il libro nero del coronavirus (Historica Edizioni, 350 pagine, 20 euro), scritto da Giuseppe De Lorenzo e Andrea Indini.

Sfogliando le cronache di quei primi giorni di marzo, sembra quasi che nessuno avesse messo a fuoco che per evitare migliaia di decessi si dovesse agire con maggiore incisività nelle strutture per anziani. Se alle persone in strada si chiedeva di ridurre i contatti, forse sarebbe stato necessario vietare sin da subito le visite dei parenti nelle Rsa. Se negli ospedali si invitavano medici e infermieri a indossare le mascherine davanti a casi sospetti, forse sarebbe stato utile imporre l'uso del Dpi anche nei corridoi delle Rsa. E invece non è andata così.

La prima «rigorosa limitazione» all'accesso di visitatori nelle case di riposo viene inserita solo nel Dpcm del 1° marzo ed è riferita esclusivamente ad alcune regioni. L'indicazione generalizzata alle residenze di tutta Italia di limitare «l'accesso di parenti e visitatori» arriverà solo con il Dpcm del 4 marzo. Per quasi due settimane, dunque, i parenti continuano a fare avanti e indietro nelle strutture, rischiando di portare con loro il contagio. Non sarebbe stato meglio agire subito in tutto il Paese? Senza contare che il primo rapporto dell'Iss dedicato alla prevenzione e al controllo dell'infezione nelle Rsa arriverà addirittura il 16 marzo, due mesi dopo la dichiarazione dello stato di emergenza. Non si poteva predisporre prima?

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Edward Luttwak contro Di Maio e Guerini: "La Marina italiana è la più forte ma si rifiuta di esercitare questo potere"

capture 040 13102020 112405Da Edward Luttwak una chiara frecciatina a Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini. L'economista statunitense non riesce proprio a comprendere come i 18 pescatori che erano a bordo di due pescherecci partiti da Mazara del Vallo, nella Sicilia occidentale, si trovino ancora in stato di fermo in una caserma di Bengasi, città costiera dell’est della Libia. "La Marina italiana - tuona a Quarta Repubblica, programma di Rete 4 condotto da Nicola Porro - è la più forte del Mediterraneo, se l'Italia si rifiuta di esercitare questo potere, i pescatori sono le prime vittime". Insomma, un modo come un altro per dire che dopo un mese il governo giallorosso non ha mosso un dito per riportare gli italiani a casa. Al ministro degli Esteri e a quello della Difesa saranno fischiate le orecchie.

 

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Storace: mica male Sgarbi sindaco di Roma

capture 039 13102020 112010La corsa per il Campidoglio è iniziata e, tra le voci che si rincorrono in queste ore, c'è anche quella della candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco di Roma. L'ipotesi è accolta con favore da Francesco Storace, vicedirettore del Tempo, che sul sito 7Colli spiega le ragioni del suo giudizio favorevole nei confronti del critico d'arte.

"Vittorio Sgarbi sindaco di Roma già suona come una gran figata - scrive Storace - L’arte al servizio della Capitale d’Italia, la cultura finalmente come giacimento politico e amministrativo. Non scherzo. Di fronte alla miseria che offre la politica, se il centrodestra virasse sul critico d’arte offrirebbe un ulteriore palcoscenico alla città. Perché non possono esserci dubbi sulla serietà con cui Sgarbi affronterebbe una sfida che fa tremare i polsi a molti. Tirerebbe giù la maschera dell’ipocrisia a quanti si devono nascondere davanti ai cittadini. La mascherina che li protegge dal rifiuto popolare".

Ieri Sgarbi ha cominciato a parlare della sua idea di Capitale. "Musei gratis, ingresso alle 10 nelle scuole ed eliminazione di tutte le forme repressive verso il cittadino per fare cassa, come gli autovelox - ha detto Sgarbi - Siamo davanti a una città che ha perso la sua centralità culturale. Roma deve essere il luogo dove le cose accadono". A questo punto Storace si schiera e consiglia al centrodestra di non tergiversare ulteriormente. "A me uno come lui piace - conclude Storace - Ai partiti mi permetto di suggerire di non perdere tempo".

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Frontiere blindate tutto il 2021: la mossa dell’Australia contro il virus

capture 038 13102020 111550Nessuno potrà più entrare o uscire dall’Australia fino alla fine del 2021 quando, probabilmente, sarà pronto un vaccino anti coronavirus. Il governo australiano ha scelto la linea dura per contrastare la diffusione del Covid-19, blindando le frontiere finché non sarà disponibile un antidoto per debellare la malattia. Poco importa se le stime più recenti parlano di perdite dal valore di miliardi di dollari provocate dalla debacle del settore turistico. E poco importa se nell’intera nazione sono stati registrati “appena” 27.182 contagi e 897 decessi dall’inizio della pandemia.

Il premier Scott Morrison ha scelto la strada della chiusura totale, con pesantissime limitazioni ai viaggi, tanto in entrata quanto in uscita, per 365 giorni. Una durata, questa, a dire il vero variabile e strettamente collegata ai progressi scientifici. A dire il vero l’Australia aveva già rigidamente regolamentato arrivi e partenze dalla scorsa primavera. Imitando per certi versi la Cina, Canberra aveva attuato misure rigidissime: quarantena (a spese del singolo) in un hotel per tutti coloro che rientrano dall’estero, seguita dal rientro presso le rispettive abitazioni soltanto in assenza di complicazioni mediche. Non solo: il governo aveva pure imposto un tetto massimo di arrivi giornalieri.

La stretta di Canberra

A quanto pare la rigida politica sanitaria adottata è stata confermata e, per certi versi, implementata. Il ministro del Tesoro australiano, Josh Frydenberg, è stato chiarissimo: i confini rimarranno probabilmente “in gran parte chiusi fino alla fine del prossimo anno”. Parlando al National Press Club, Frydenberg ha spiegato che i viaggi internazionali saranno banditi per poi tornare gradualmente nel tempo. Detto altrimenti, così come gli australiani non potranno lasciare l’isola, nessuno – neppure gli studenti internazionali – potrà entrare nel Paese.

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Quanto Vittorio Sgarbi distruggeva Beppe Grillo in tv: "Veniva in Porsche a corteggiare mia sorella quindicenne"

Correva l'anno 1996 e durante "Sgarbi quotidiani" il buon Vittorio raccontava in tv: "Beppe Grillo girava con un suo amico con una Porsche bianca e veniva a casa da mia sorella di 15 anni. Lo guardavo con invidia: uno con così poche idee ha un successo del genere. Un uomo ricco di soldi inutili".

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Recovery Fund, centrodestra verso l'astensione: segno di apertura all'Europa e a Giuseppe Conte

capture 037 12102020 174829Un segnale di apertura per l'esecutivo di Giuseppe Conte: il centrodestra si asterrà sul voto sulla risoluzione sul Recovery Fund. Questo almeno quanto riferito da fonti parlamentari sulla votazione di domani, 13 ottobre. Il premier può dunque tirare un sospiro di sollievo in merito a un tema su cui aveva chiesto già collaborazione da parte delle opposizioni. "Valuteremo nelle prossime ore con i capigruppo del centrodestra", mette però le mani avanti Francesco Lollobrigida di Fratelli d'Italia. Non esclusa infatti una risoluzione ad hoc firmata da Lega, FdI e Forza Italia.

"Il governo non pensi di fare come ha fatto nei mesi di chiusura - gli fa eco Matteo Salvini - facendo tutto da solo, non ascoltando nessuno". E aggiunge: "Noi ci siamo, aspettiamo solo di essere coinvolti non solo tramite televisione". Intanto l'Aula della Camera ha approvato con 294 voti favorevoli, 217 contrari e 2 astenuti la fiducia posta dal Governo sul decreto legge Agosto. Il via libera definitivo al provvedimento è previsto in serata.

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Coronavirus, Guido Bertolaso a L'aria che tira con estintore in mano: "Cosa avete fatto fino ad ora?", frecciata a De Luca (senza nominarlo)

capture 036 12102020 174319Basta una metafora a Guido Bertolaso per far capire la situazione coronavirus. L'ex direttore del Dipartimento della Protezione Civile, nonché l'uomo che ha messo a punto - con soli soldi privati - l'ospedale nella Fiera di Milano, ha portato a Myrta Merlino un estintore: "È questo quello che ci serve in caso di emergenza - ha spiegato in collegamento con l'Aria Che Tira su La7 -. È presente in tutti i luoghi pubblici, è l'apparecchio più presente in tutta Italia ma per fortuna il meno utilizzato di tutti, però costa". Un parallelismo con l'ospedale realizzato a tempo record per accogliere i malati gravi di Covid a febbraio e marzo. 

Per Bertolaso infatti la parola chiave è "prevenzione" e in Lombardia, anche grazie al nosocomio da lui costruito, sta funzionando. "Abbiamo una capacità di resilienza che nessun altro popolo al mondo ha. Nei primi mesi di questo dramma totale nessuno è stato perfetto, in Lombardia l'errore più grande è stato quello di sottovalutare all'inizio".

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Tasse, l'allarme dei commercialisti: l'Italia è il Paese più tartassato d'Europa

capture 034 12102020 144442Dopo cinque anni di ininterrotto calo della pressione fiscale in Italia, nel 2019 si è verificato un brusco incremento di 0,7 punti che ha riportato il suo livello complessivo indietro di quattro anni. Ma al netto del sommerso e dell’economia illegale, pari al 12% del Pil, ovvero 215 miliardi di euro, raggiunge il 48,2% (+5,8% rispetto a quella ufficiale), la posizione più alta fra i paesi europei. I dati emergono dallo studio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti “Analisi della pressione fiscale in Italia, in Europa e nel mondo. Struttura ed evoluzione dei principali indicatori di politica sociale”.

Dopo l’ultimo pesante shock del 2012-2013 (+2,1%), nel quinquennio 2014-2018 si è verificato un significativo rientro (-1,7%), che ha riguardato, però, prevalentemente le imprese, dal momento che la pressione fiscale sulle famiglie, il cui gettito totale è pari a 323 miliardi di euro su un totale di 758,6 miliardi, non ha beneficiato di questa riduzione ed è, anzi, aumentata. 

La pressione fiscale sulle famiglie, calcolata mediante una rielaborazione della Fondazione nazionale dei commercialisti dei dati Istat, è risultata nel 2019 pari al 18,0%, in crescita di 0,3 punti rispetto al 2018. Dopo lo shock del 2012-2013, che ha visto la pressione fiscale italiana crescere di 2,1 punti percentuali, la pressione fiscale sulle famiglie si è ulteriormente incrementata per poi rientrare leggermente negli ultimi due anni e rimanere quindi invariata, mentre nello stesso periodo la pressione fiscale complessiva si è ridotta di un punto percentuale.  Nonostante gli interventi sul cuneo fiscale degli ultimi anni, l’indicatore Ocse che misura il cuneo pone l’Italia ai primi posti in Europa: terzo posto per dipendente single con il 48% e primo posto per dipendente sposato con due figli con il 39,2%. 

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Claudio Durigon a Omnibus: "Il focolaio di Terracina? Solo due positivi, propaganda contro Matteo Salvini"

capture 032 12102020 144222Bollata da molti come un cluster, ossia un focolaio, la cena politica di Matteo Salvini a Terracina ha registrato solo due positivi al coronavirus. A smontare la tesi di chi vuole sparare contro la Lega sul "focolaio laziale" è Claudio Durigon. Il deputato leghista, intervenuto a Omnibus su La7, ha messo le cose in chiaro: "Innanzitutto voglio dare un notizia, va detto che non era un cluster - dice alla conduttrice Gaia Tortora - trovati solo due positivi". 

Per Durigon gli organi di stampa hanno voluto "esagerare solo perché c'era Salvini": "Sono deluso - prosegue - molte trasmissioni hanno annunciato che il leader della Lega aveva la febbre e che aveva dato inizio a un cluster, ma non è così". In ogni caso i controlli sono stati serrati: lo stesso Durigon, per sua ammissione, ha evitato il viaggio di ritorno in aereo, mentre i suoi colleghi si sono sottoposti ai tamponi.

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Il Vaticano è lo Stato che consuma più vino al mondo

capture 031 12102020 143707È il Vaticano lo Stato che consuma più vino al mondo: il 30% più della Francia, che è seconda. A riportare il primato dei cardinali è il quotidiano Libero che scrive: "C'è un autorevole ente americano, il Californian Wine Institute, che censisce ogni due anni i consumi di vino, Stato per Stato. Non sindaca sulla qualità, probabilmente conta i vuoti". Così dalla trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana alle pregiate bottiglie di oggi alzare i calici per i prelati è una tradizione irrinunciabile.

I dati del California Wine Institute, ripresi in primis da un articolo apparso su The Daily Beast, dimostrano che la Chiesa cattolica "mette in pratica ciò che predica": nonostante conti una popolazione di sole 842 persone, l’ente americano ha registrato un consumo medio annuale di vino attestato sui 74 litri a persona. Si tratta del doppio di quanto viene bevuto nel resto d’Italia, e sette volte di più del “vino pro capite” degli Stati Uniti. 

Dopo il Vaticano sul podio ci sono Francia e Italia: "Il consumo pro-capite è di 73,8 litri a testa - scrive Renato Farina su Libero - dando un giro alla Francia, seconda con 50,7 e all'Italia, terza con 48,2. Non stupisce questo primato - spiega - il vino è l'unica bevanda di Dio e dunque la sua mescita è nella cittadella dei Papi comprensibilmente larga". 

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Bufera al Comune di Livorno: ex terrorista di Prima Linea rifiuta la nomina ad assessore

capture 030 12102020 143447Rimpasto di Giunta a Livorno. Il sindaco Pd vuole un ex terrorista di Prima Linea al Sociale. Scoppia la bufera: i parenti delle vittime del terrorismo all'attacco. Il Comune rinuncia

Alla fine Marco Solimano ha rinunciato. Non accetterà l’incarico di assessore al Sociale che gli era stato offerto dal sindaco democratico Alessandro Cosimi in occasione del rimpasto di giunta che si era fatto necessario in seguito delle dimissioni degli assessori Gabriele Cantù e Mauro Grassi.

La nomina dell'ex terrorista di Prima Linea aveva, infatti, gettato lo sconcerto tra i cittadini di Livorno e un profondo dolore tra le vittime del terrorismo. "Siamo all’assassinio della pietà, al sovvertimento dei principi del buon gusto e della decenza", aveva duramente criticato il segretario Generale del sindacato indipendente di polizia (Coisp) Franco Maccari condannando, senza se e senza ma, la scelta di Cosimi. Scelta che, dopo giorni di polemiche e accuse, il sindaco piddì si è appunto visto costretto a revocare la nomi ad assessore.

"Sono scelte che lasciano perplessi e senza parole", aveva commentato Mariella Magi Dionisi, vedova dell’agente Fausto Dionisi e presidente dell’associazione "Memoria" che riunisce parenti di vittime del terrorismo. La nomina di Solimano era arrivata con il rimpasto che si è reso inevitabile dopo le dimissione di un assessore. La decisione di Cosimi di puntare su Solimano, già presidente dell’Arci, consigliere comunale (prima Ds, quindi Pd) e attualmente garante dei detenuti per il Comune, aveva fatto scoppiare una vera e propria bufera politica che, dopo aver scosso Livorno, si era propagata anche a livello nazionale. Pur non avendo mai partecipato ad azioni di sangue, Solimano era stato condannato a 19 anni di carcere per la sua militanza tra le fila di Prima Linea. Molti anni fa, dopo la condanna, si era quindi dissociato dalla lotta armata. Fu, però, la struttura toscana di Prima Linea a organizzare l’assalto al carcere fiorentino delle Murate del 20 gennaio 1978 durante il quale venne ucciso l’agente di polizia Fauso Dionisi, commemorato proprio domenica scorsa. Proprio la sua militanza aveva già fatto scatenare un pandemonio quando il Comune lo aveva nominato garante dei detenuti. Inevitabile, quindi, che la decisione di Cosimi di nominarlo assessore innescasse un nuovo, accesissimo dibattito che, oltre a contrapporre la sinistra al centrodestra, aveva chiamato in causa anche i parenti delle vittime del terrorismo e i sindacati della polizia. Mariella Magi Dionisi era rimasta letteralmente senza parole: "Commenterò con le stesse parole usate dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cioè che ci vorrebbe il buongusto, da parte di chi prese le armi, di fare un passo indietro. Visto che, tra l'altro, hanno avuto molto, tutto, e a differenza di altri hanno soprattutto la vita".

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 Il Cinema come un’opportunità di promozione :grande gratificazione per l’Università di Camerino (UNICAM) per il successo internazionale del film “MISSION POSSIBLE”

capture 025 12102020 101419Mission Possible prodotto e distribuito da Enrico Pinocci, diretto da Bret Roberts con Jonh Savage, James Duval, Chris Coppola e Blanca Blanco e’ distribuito in oltre 30 territori e 60 Broadcasting tra cui Amazon Prime , Sky (Australia - New Zelanda - Inghilterra) Rakuten  TV .
Consenso che arriva anche Italia ,alla 24° edizione dell'International Terra di Siena Film Festival, dove è stato consegnato il premio come Produttore Internazionale a Enrico Pinocci .
L’impegno profuso e la collaborazione dell’Unicam con la Movie On ha portato ad un ulteriore promozione e divulgazione per l’università di Camerino che è una eccellenza Italiana nel mondo. L’hanno accademico è iniziato con il messaggio di benvenuto e bentornato del Rettore Claudio Pettinari agli studenti che  dichiara “ il posto bello siete voi ,lo spazio giusto siamo noi”. L' UNICAM (Università di Camerino) si è classificata al terzo posto tra le università italiane ed al diciassettesimo tra quelle Europee.

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Il documento che inguaia il governo: la verità sul contagio nelle Rsa

capture 023 12102020 095314Nel Libro nero del coronavirus il racconto inedito dei ritardi e delle retromarce di marzo che costarono la vita a migliaia di anziani

Pubblichiamo un estratto da Il libro nero del coronavirus (Historica Edizioni, 350 pagine, 20 euro), scritto da Giuseppe De Lorenzo e Andrea Indini.

Sfogliando le cronache di quei primi giorni di marzo, sembra quasi che nessuno avesse messo a fuoco che per evitare migliaia di decessi si dovesse agire con maggiore incisività nelle strutture per anziani. Se alle persone in strada si chiedeva di ridurre i contatti, forse sarebbe stato necessario vietare sin da subito le visite dei parenti nelle Rsa. Se negli ospedali si invitavano medici e infermieri a indossare le mascherine davanti a casi sospetti, forse sarebbe stato utile imporre l'uso del Dpi anche nei corridoi delle Rsa. E invece non è andata così.

La prima «rigorosa limitazione» all'accesso di visitatori nelle case di riposo viene inserita solo nel Dpcm del 1° marzo ed è riferita esclusivamente ad alcune regioni. L'indicazione generalizzata alle residenze di tutta Italia di limitare «l'accesso di parenti e visitatori» arriverà solo con il Dpcm del 4 marzo. Per quasi due settimane, dunque, i parenti continuano a fare avanti e indietro nelle strutture, rischiando di portare con loro il contagio. Non sarebbe stato meglio agire subito in tutto il Paese? Senza contare che il primo rapporto dell'Iss dedicato alla prevenzione e al controllo dell'infezione nelle Rsa arriverà addirittura il 16 marzo, due mesi dopo la dichiarazione dello stato di emergenza. Non si poteva predisporre prima?

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L’accusa di Crisanti: «Nel Cts non ci sono le migliori menti delle università italiane»

capture 024 12102020 095655«C’è a mio avviso un problema di Cts, non tanto nella composizione quanto nella assenza. È possibile che non ci siano le migliori menti dell’università italiana?». Sono le parole del professor Andrea Crisanti a Mezz’ora in più. «In Inghilterra, con tutti gli sbagli che fanno, nei comitati scientifici ci sono persone che sono espressione politica del governo. Ma ci sono anche persone che sono espressione della cultura scientifica del paese. Io cerco di evitare polemiche personali. Il viceministro Sileri aveva fatto una proposta giusta e operativamente corretta per portare all’interno una serie di esperienze maturate sul campo. Era una proposta sensata, è stata ignorata», afferma.

Crisanti e la comunità scientifica

«Molti hanno sottovalutato tutto. Non scordiamoci la dialettica di giugno, luglio e agosto, quando si diceva che il virus era morto e clinicamente non più rilevante. Queste affermazioni hanno avuto un impatto», continua l’esperto. «Se la comunità scientifica fosse stata unita e solidale forse avrebbe avuto voce in capitolo in merito a determinate scelte. Se a giugno avessimo investito pesantemente in prevenzione e sanità pubblica, non ci troveremmo in questa situazione».

Il problema della Sanità pubblica

«Sono stati investiti soldi per le rianimazioni. Però l’epidemia è un problema di sanità pubblica e non di ospedali. Se non si investe in prevenzione e sorveglianza, i casi sono destinati ad aumentare. Mascherine e distanziamento da soli non fermano la trasmissione», incalza Crisanti. «Abbiamo dimostrato che se una persona convive con un malato le probabilità di difendersi dall’infezione sono bassissime. È molto difficile difendersi dal virus in casa se non si hanno doppie camere e doppi bagni, come non hanno le famiglie medie italiane».

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Galli occupa le tv ma non accetta domande

Il professor Massimo Galli ha detto ai microfoni della Zanzara che sarei un “energumeno”. Questo perché mi sarei permesso qualche sera fa a Stasera Italia di porgli alcune semplici domande;  tra queste se fosse vero che la quasi totalità dei positivi (circa il 95%) oggi siano asintomatici o “debolmente positivi”.

Una tesi che il professore ha subito liquidato come “balla” per poi smentirsi il giorno dopo riportando lo stesso dato nell’ennesima ospitata televisiva. La mia video-risposta.

https://youtu.be/TFZRmF8_3f8

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Giorgia Meloni scende in campo per Roma

capture 022 12102020 093843Giorgia Meloni scende in campo per il Campidoglio. Non sarà candidata a sindaco di Roma per il centrodestra, ma s'impegnerà «come se lo fosse». La leader di Fratelli d'Italia decide di rompere gli indugi e annuncia un tour nei Municipi della Capitale in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera. Tra gli obiettivi dell'iniziativa, che toccherà tutti i Municipi della Capitale e i cui dettagli saranno resi noti nei prossimi giorni, «l'avvio di un momento di ascolto dei romani e dei territori per accendere i riflettori sulle principali criticità della Capitale dimenticate dall'amministrazione Raggi e la costruzione di un percorso partecipato per la scelta della squadra e la scrittura del programma». Status e poteri speciali, sicurezza e legalità, sviluppo, rifiuti: queste alcune delle priorità che saranno al centro del tour del presidente di FdI e «che Fratelli d'Italia intende affrontare, anche sulla base delle tante proposte sostenute dal partito in Assemblea capitolina e sistematicamente bocciate dal M55. La definizione del tour è affidata a Chiara Colosimo, responsabile regionale organizzazione di FdI nel Lazio, in collaborazione con la federazione romana di FdI». Il tour partirà già venerdì prossimo «da un luogo simbolo della città», spiegano fonti interne a FdI. L'ipotesi più accreditata è la Garbatella, quartiere natale della Meloni di cui quest' anno ricorre il centenario della fondazione.

Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni su Roma, la sua città, intende metterci la faccia sin da subito, senza aspettare che la coalizione renda noto il nome del candidato sindaco del centrodestra. S'impegnerà in prima persona e senza risparmiarsi nella campagna elettorale per il Campidoglio come gesto d'amore nei confronti della sua città, ma anche perché questo si aspettano da lei i cittadini. E proprio da loro partirà: il tour nei Municipi vuole rimarcare la distanza con i salotti radical chic cari alla sinistra, con i caminetti coi poteri forti e anche sancire una cesura netta nei confronti dell'amministrazione pentastellata guidata dalla sindaca Virginia Raggi, così distante dalla gente. Una leader sul territorio e per il territorio. Questo è Giorgia Meloni e così la leader di FdI vuole presentarsi a una Capitale che merita di essere governata. Una risposta forte anche a quanti (a torto) l'accusano di non volersi cimentare con l'amministrazione della Capitale e a chi - magari sperando in un ridimensionamento di FdI, partito ormai stabilmente ben oltre la doppia cifra - la vorrebbe candidata sindaco piuttosto che alla guida della coalizione o di un futuro governo di centrodestra. Se la gestione del partito non le consente (almeno per questa tornata elettorale) di poter coronare il sogno di diventare sindaco della propria città, ciò non vuol dire che la Meloni non metterà passione e dedizione in una campagna elettorale durante la quale non si risparmierà per consentire al centrodestra di vincere.

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Striscia la notizia, l'inviato Luca Abete all'Asl1 di Napoli: "In fila dalle 5 per fare il tampone", lo cacciano in malo modo

capture 021 12102020 093629Anche Striscia la notizia testimonia il caos coronavirus che regna a Napoli, nel cuore dell'ormai ex "modello virtuoso" del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca. L'epidemia spaventa, si parla già apertamente di lockdown alle porte, e l'aumento dei contagi porta con sé anche una maggior richiesta di tamponi.

L'inviato di Striscia Luca Abete si è recato davanti al presidio dell'Asl1 di Napoli, dove centinaia di persone si mettono in coda ogni giorno per effettuare il test, già dalle 5 del mattino. "Una situazione surreale", spiega il tg satirico di Canale 5. Mentre Abete cercava di raccogliere le testimonianze dei presenti, il personale di sicurezza dell'Asl lo ha cacciato in modo piuttosto sbrigativo, mentre i vertici aziendali hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

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Covid, de Magistris: "Caos per l'ordinanza di De Luca, non comprendo lo stop all'alcol all'aperto dopo le 22"

capture 020 12102020 093423Il sindaco: "I virologi affermano che stare al chiuso è più pericoloso"

"Il presidente De Luca continua a reiterare l'idea che all'aperto è più pericoloso, che al chiuso e quindi nei locali dopo le 22 si può bere mentre all'aperto no. Davvero non comprendo''. Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, rispetto al divieto di vendita di alcolici da asporto dopo le 22, misura contenuta nell'ultima ordinanza varata dal presidente della Regione Campania.

''I virologi ci dicono che al chiuso è più pericoloso rispetto che stare in spazi aperti, eppure De Luca all'aperto non ci fa stare''. ''Chiediamo al presidente un po' più di serietà e di concretezza. I cittadini - ha aggiunto - hanno bisogno di risposte oltre che di ordinanze che possono essere in alcuni casi criticabili, in alcuni condivisibili e in altri parzialmente condivisibili''.

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Cosa fanno e quanto guadagnano oggi Barack e Michelle Obama?

capture 017 11102020 132551Barack e Michelle Obama hanno letteralmente reinventato la loro vita dopo il periodo trascorso alla Casa Bianca, ora la loro presenza in pubblico vale oro e tra i loro partner ci sono aziende del calibro di Netflix e Spotify

Molti dei presidenti americani e delle first ladies che hanno lasciato la Casa Bianca si sono dovuti reinventare una nuova vita. È piuttosto difficile tornare alla stessa quotidianità che caratterizzava gli anni precedenti alla presidenza. In teoria quando la porta dell’edificio governativo più importante degli Stati Uniti si chiude alle spalle di un ex presidente, questi torna a essere un privato cittadino.

In pratica spesso ciò non è vero. È il caso di Barack e di Michelle Obama. Per la prima coppia afroamericana al timone della nazione, la presidenza ha rappresentato un vero e proprio spartiacque.

Dal 2017, anno in cui gli Obama hanno ceduto lo scettro del potere ai Trump, abbiamo assistito a una sorta di metamorfosi sorprendente. Barack e Michelle hanno ripreso in mano le redini del loro destino ma non si sono limitati a condurre un’esistenza privilegiata. Per esempio abbiamo visto la signora Obama abbandonare pian piano gli abiti impeccabili da first lady in favore di un look più glamour, meno impostato, come fa notare anche il magazine Elle. I suoi capelli sono la prova più evidente di questo cambiamento. Le pettinature perfettamente immobili di Michelle hanno lasciato il posto a una folta capigliatura naturale.

Dietro a questo cambiamento d’immagine, però, c’è molto di più. Un vero e proprio business che vale oro. Il primo passo è stato l’autobiografia di Michelle Obama, “Becoming”, che le ha fruttato un Grammy Award e moltissima pubblicità. Barack, invece, si è dedicato alla sua Obama Foundation e tiene discorsi per numerosi enti finanziari per cui sarebbe stato pagato fino a 400mila dollari. Non solo. Forbes ci dice che i coniugi Obama hanno creato una casa di produzione cinematografica, la Higher Ground Productions, che ha firmato un accordo di partnership del valore di 50 milioni di dollari con Netflix. Un accordo fortunato che proprio quest’anno si è trasformato in un Oscar per il documentario “American Factory”.

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Muore Abou, 15 anni, senza assistenza a bordo della nave quarantena. Ma non era il governo del “restiamo umani”?

capture 016 11102020 132304Si terrà questa sera a Palermo una ‘Fiaccolata per Abou’, il ragazzo di 15 anni morto in ospedale dopo essere sbarcato dalla nave quarantena Allegra. La sua storia ha dell’incredibile: Abou è stato sulla nave dodici giorni, dal 18 al 30 settembre: per lui, dopo le visite mediche del 28 e 29 settembre, è stato disposto il trasferimento in ospedale. Intubato. Il giorno dopo è entrato in coma, viene trasferito dal Cervello all’Ingrassia. Due giorni. Poi muore lunedì 5 ottobre.

Abou aveva i segni delle torture

Quel quindicenne proveniente dalla Costa D’Avorio era denutrito – racconta Repubblica – aveva i segni di molte torture sul corpo. “Solo il 28 un medico se n’è accorto, ma era già troppo tardi”, dice la sociologa Alessandra Puccio, che il tribunale dei minori ha nominato tutrice del ragazzo. “E da quel momento è stato un precipitarsi di eventi, fino alla sua morte, avvenuta all’ospedale Ingrassia”. “Psicologi e mediatori culturali hanno provato a comunicare con lui – racconta la tutrice – ma continuava a non parlare”.

Un solo medico per 600 migranti

“Ho il rimpianto di non aver potuto parlare con lui – dice ancora Alessandra Puccio – quando sono arrivata era già intubato”. Ora, la tutrice sta cercando di ricostruire la storia di Abou. “Voglio andare a fondo in questa vicenda, perché quello che è accaduto non si verifichi più. Mi hanno detto che per giorni c’è stato solo un medico per i 600 migranti della nave quarantena, oggi ne è arrivato un altro”.

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Effetto Covid sui consumi: bruciati oltre 116 miliardi, quasi 2 mila euro a testa

capture 013 11102020 113206«Nessuna area del Paese è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid. Nell’anno in corso perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9,5 punti di Pil», spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commentando lo studio diffuso da Confcommercio sul calo dei consumi a livello regionale in Italia nell’anno della pandemia.

LE STIME

Pil Italia -12,8% nel secondo trimestre: recessione record, ma forse il peggio è passato
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A Roma terapie intensive già in allarme

capture 015 11102020 113637Continua a salire il numero dei «ricoverati con sintomi Covid-19» nel Lazio (884 ieri: +31 rispetto a venerdì), con la Regione maglia nera da 3 mesi esatti (il sorpasso sulla Lombardia avvenne, infatti, il 10 luglio scorso) facendo registrare il più alto tasso di ospedalizzazioni: oltre il doppio della media nazionale (13,9 contro il 6,5). Però da giorni il Lazio è stato scavalcato dalla Campania per quanto riguarda i degenti in Terapia intensiva (numero stabile ieri, 57, a fronte dei 63 campani). Ma la situazione delle due Regioni confinanti allarma proprio i medici che operano in quei reparti salva-vita: «Se l’andamento dei casi di infezione da SarsCov2 continuerà con i ritmi e i numeri attuali, e senza misure di ulteriore contenimento, stimiamo che in meno di un mese le terapie intensive al Centro-Sud, soprattutto in Lazio e Campania, potranno andare in sofferenza in termini di posti letto disponibili», avverte il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo.

Secondo l’ultimo report stilato dalla Fondazione Gimbe «8 Regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6)». «La composizione percentuale dei casi attualmente positivi – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – si mantiene costante dai primi di luglio: mediamente il 93-94% dei positivi sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% ricoverati con sintomi e lo 0,5% in terapia intensiva». Nel Lazio sono stati decretati 282 posti letto aggiuntivi di terapia intensiva e 403 di semi-intensiva nel luglio scorso. Per i quali solo il primo ottobre, però, sono stati pubblicati i bandi per i lavori dal commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri: 118 milioni e 561 mila euro.

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Confcommercio: “Col Covid persi 116 miliardi di consumi nel 2020”

l calcolo dell’associazione dei commercianti stima una riduzione della spesa di 1.900 euro a testa. Al Nord le regioni più colpite: la Lombardia registra la maggiore perdita in valore assoluto. Ma il Sud ha meno capacità di reazione. Sangalli: "Risolvere nodi fiscali e burocratici"

La pandemia da Covid-19 (AGGIORNAMENTI - SPECIALE) nel 2020 manderà in fumo 116 miliardi di consumi, con una media di 1.900 euro a testa. Lo calcola la Confcommercio che in una nota sottolinea che se a livello nazionale il calo dei consumi sarà del 10,9% rispetto al 2019 il maggior calo percentuale si avrà nel Trentino (-16%) mentre il Molise registrerà un calo del 7,2%.

La Lombardia registra la maggiore perdita in valore assoluto

 

Il Nord è l'area più penalizzata (-11,7%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue 8 regioni e con la Lombardia che registra la maggiore perdita in valore assoluto (- 22,6 miliardi di consumi), mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa è più contenuta (-8,5%). "Il quadro complessivo - afferma l’associazione dei commercianti - appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero trascorrere almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019”.

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Giuseppe Conte aumenta lo stipendio ai suoi dirigenti: crisi per tutti ma non a Palazzo Chigi

capture 012 10102020 230949In tempi di Covid non tutti stringono la cinghia. I dipendenti statali con contratto a tempo indeterminato, come si sa, hanno retto meravigliosamente il colpo: datore di lavoro puntuale e solvente (almeno finché c'è chi sottoscrive i titoli del debito pubblico), stipendio non decurtato e possibilità di fare quello «smart working», presunto lavoro intelligente, che, come ha detto l'economista Pietro Ichino, è stato in realtà, per molti di loro, «una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento». E in cima alla loro piramide ci sono i più privilegiati, bravi o fortunati (dipende dai casi) di tutti: gli alti e altissimi dirigenti pubblici, incaricati di mandare avanti le amministrazioni centrali.

Spesso (specie di questi tempi) costoro sono di gran lunga più capaci dei loro referenti politici, i quali se li tengono in palmo di mano. Come dice l'anonimo capo di gabinetto nel libro Io sono il potere di Giuseppe Salvaggiulo, «noi non siamo rottamabili. Chi ha provato a fare a meno di noi è durato poco. E s'è fatto male». Ragionamento che vale per tutti i mandarini della pubblica amministrazione italiana. Un grand commis che ti risolve problemi vale oro, a maggior ragione se a pagarlo non sei tu, ma il contribuente. Regola che Giuseppe Conte conosce bene e non ha problemi ad applicare. Così il premier che in Europa si presenta col piattino in mano sta per far piovere sui 242 dirigenti di palazzo Chigi un aumento poco in sintonia col clima di miseria e mestizia che avvolge il resto del Paese, e soprattutto con la situazione di coloro che lavorano (o lavoravano, prima di perdere il posto a causa dell'epidemia) nel settore privato.

Il nuovo contratto proposto dall'Aran, l'agenzia che rappresenta lo Stato nella contrattazione con i sindacati del pubblico impiego, arriva infatti a garantire sino a 1.126 euro in più al mese. Destinatari di questa somma sono i 161 dirigenti di seconda fascia della presidenza del consiglio, che addizionando le diverse voci (aumento generalizzato, incremento per ridurre il divario dai loro colleghi di prima fascia, fondo legato al risultato) giungono, appunto, a una simile cifra, anomala persino per le tradizioni della loro casta. Va molto bene anche agli altri dirigenti di palazzo Chigi, che nella peggiore delle ipotesi sommeranno 331,80 euro di aumento ai 136,80 euro della retribuzione di risultato, arrivando così ad avere una busta paga più pesante di 468,6 euro.

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Arcuri le compra ma non sa indossare le mascherine

capture 011 10102020 230635Domenico Arcuri lo abbiamo visto in tutte le salse. Al tavolo di tutti i maggiori esperti Covid. Ma evidentemente non ha ancora capito come si indossano le mascherine. Il commissario straordinario all'emergenza Covid la mascherina ce l'ha...sotto il naso.

Come si vede bene dal video postato su Twitter, Arcuri ha la mascherina che gli copre la bocca ma non il naso. Come dicono gli esperti: portarla così è praticamente inutile. I droplets, infatti, possono tranquillamente fuoriuscire dal naso e contagiare così chi ci sta intorno. Commissario, non ci siamo proprio.   

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Gli arretrati e "botte" di tasse: cosa dobbiamo pagare adesso

capture 009 10102020 230215Una vera e propria tempesta di tasse sta per arrivare sulla testa dei contribuenti: ecco cosa accadrà fra 7 giorni

Sono una montagna di soldi. E saranno i contribuenti italiani a doverli sborsare. Lo Stato passa all’incasso.

Dal 16 ottobre prossimo in arrivo qualcosa come 9 milioni di cartelle esattoriali. Il decreto Agosto aveva già fatto slittare dal 31 agosto al 15 ottobre 2020 i termini di sospensione dei versamenti dovuti derivanti da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi dei comuni. Ma, senza una nuova proroga, il fisco potrà riprendere i pignoramenti su stipendi o pensioni. Queste 9 milioni di notifiche non saranno da sole. Lo stop alla moratoria porta con sé ricadute anche sull’arretrato della riscossione. Ci sono infatti circa 130 milioni di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo che compongono il magazzino residuo ancora da recuperare.

Secondo Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle entrate, i contribuenti con debiti residui da riscuotere sono complessivamente circa 17,9 milioni, di cui 3 milioni sono persone giuridiche (società, fondazioni, enti, associazioni, eccetera) e i restanti 14,9 milioni rappresentati da persone fisiche, di cui quasi 2,5 milioni con una attività economica (artigiani e partite Iva).

Ma non basta. Per Ruffini sono circa 220 milioni i singoli crediti ancora non riscossi per un valore di 987 miliardi di euro. Più nel dettaglio, scrive il Sole 24 Ore, sono 859mila i singoli crediti oltre 100 mila euro (lo 0,4% dei 220 milioni di crediti totali) che corrispondono a 626 miliardi di euro dei 987 miliardi di euro complessivi da riscuotere (il 63% dei carichi residui). Sono, invece, 47,5 milioni i crediti con un importo residuo tra mille euro e 100mila euro che corrispondono a 305 miliardi di euro di carico residuo. Infine sono 171 milioni i singoli crediti sotto i mille euro che corrispondono al 5,6% del carico residuo (55 miliardi di euro).

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Covid, la Svizzera si blinda: quarantena per chi arriva da 4 regioni italiane, considerate “zone rosse”

capture 008 10102020 225639Altre tre regioni italiane vanno ad aggiungersi alla Liguria nella lista delle zone a rischio coronavirus dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): si tratta della Campania, della Sardegna e del Veneto. L’elenco, aggiornato oggi e valido da lunedì -rende noto l’agenzia Ats-, comprende per la prima volta anche due Länder tedeschi.  D’ora in avanti sono infatti considerati a rischio per la loro situazione epidemiologica legata al Covid-19 il Land di Berlino e quello di Amburgo.

La Svizzera considera zone rosse 4 regioni

Nulla è cambiato per quanto riguarda le regioni francesi, che rimangono 18. Per quel che concerne l’Austria invece, il provvedimento, che obbliga alla quarantena chi rientra in Svizzera dopo aver soggiornato in tali zone, tocca adesso pure il Land di Salisburgo e quello del Burgenland, nell’est del Paese. Figuravano già sulla lista Alta Austria, Bassa Austria e l’area di Vienna. Inoltre, l’elenco dell’UFSP comprende ora altre sette ulteriori nazioni, per un totale di 61, ovvero Russia, Slovacchia, Georgia, Canada, Iran, Giordania e Tunisia. L’incidenza della malattia è invece scesa in Bolivia, Suriname, Trinidad e Tobago, Repubblica Dominicana e Namibia: la Svizzera ha perciò stralciato questi paesi dalla lista nera.

I motivi

Dal 12 ottobre pertanto chi entrerà in Svizzera provenendo da Campania, Sardegna e Veneto, oltre che dalla Liguria, dovrà mettersi in quarantena.  La Liguria era nella lista nera già lo scorso 25 settembre. Al momento l’Ufficio federale della sanità pubblica Svizzera ha inserito nell’elenco dei luoghi considerati ad alto rischio di propagazione del contagio 61 Paesi e 28 regioni. Il nuovo elenco sarà aggiornato e diventerà operativo dal 12 ottobre. Oggi, però, la Confederazione ha lanciato una nuova campagna di prevenzione, per contrastare la propagazione dell’epidemia di Covid-19, poiché i casi sono in aumento. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), le nuove infezioni da coronavirus confermate nelle ultime 24 ore sono 1487. Era da fine marzo-inizio aprile che non si registravano livelli simili nel Paese.

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"Presi di notte e messi sulle navi". Ma la sinistra ora tace sui migranti

capture 006 10102020 225015Migranti regolari sarebbero stati "deportati" sulle navi quarantena. Ma senza Salvini al Viminale i rossi restano muti

Al Viminale non c'è più Salvini. E adesso vale tutto. Dopo la morte di un ragazzo di 15 anni sbarcato in ritardo da una della navi quarantena messe in mare dal Viminale per isolare i migranti positivi, un altro episodio rischia di far discutere.

A segnalarlo sono state diverse Ong. Di fatto diversi migranti regolari con permesso di soggiorno o protezione umanitaria, sarebbero stati prelevati di notte dalle strutture di accoglienza per essere trasferiti sulla nave "Allegra" per la quarantena. Si tratta di migranti non di primo approdo, ma che da tempo sono già in strutture sulla terra ferma. A parlare di questi episodi, come riporta l'Agi, sono alcune ong. Le prime segnalazioni relative a migranti regolari trasferiti sulle navi, spiega Open Migration, erano arrivate all’alba dell’8 ottobre: migranti "con regolare permesso di soggiorno, uomini e donne ospiti dei Cas di Roma e di altre città d’Italia risultate positive al Coronavirus stanno per essere trasferite sulle così dette 'navi quarantena'".

Il Viminale a quanto pare non ha nè confermato, nè smentito la notizia. L'avvocato Valentina Tortorella di Open Migration ha raccontato la storia di Farouk arrivato in Italia nel 2017 e accolto nel centro Porrino di Roma. Lui insieme ad altre 15 persone circa era risultato positivo e, privo di sintomi, sottoposto a isolamento fiduciario all’interno del centro. Farouk ha chiamato la legale la mattina dell’8 ottobre: "Mi ha detto che durante la notte, intorno all’una, era stato prelevato da un autobus della Croce Rossa insieme agli altri casi positivi accertati nel centro, per essere condotto su una ’nave quarantena, ma senza conoscerne realmente l’ubicazione, nè avere notizie sulle modalità e tempistiche del trasferimento. Solo alle 5 del pomeriggio di quello stesso giorno mi faceva sapere che si trovava al porto di Palermo", spiega il legale all'Agi.

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La Cgil scende in piazza. Landini lascia Roma sommersa dai rifiuti

capture 003 10102020 224228Cgil e Fp Cgil è scesa in piazza per lanciare "Sanità: pubblica e per tutti! Le nostre proposte per il Servizio socio sanitario nazionale". Sul palco di piazza del Popolo, a Roma, si sono succeduti il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Poi la manifestazione è finita, la folla è andata via e in terra restano solo cartacce e rifiuti. E meno male che l'intento era quello di migliorare il servizio sanitario...  

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Carlo Nordio sulla radiazione di Luca Palamara: "Un processo stalinista e sommario, come nel fallito colpo di Stato contro Hitler"Carlo Nordio sulla radiazione di Luca Palamara: "Un processo stalinista e sommario, come nel fallito colpo di Stato contro Hi

capture 002 11102019 182924"Un processo stalinista". Così Carlo Nordio liquida la radiazione di Luca Palamara, ex consigliere del Csm e numero uno dell'Associazione nazionale magistrati. Non solo perché la sentenza contro Palamara riporta al passato l'ex magistrato: "Ricorda - si legge nelle colonne del Giornale - quella del generale Friedrich Fromm che condannò e fece fucilare von Stauffenberg con processo sommario, sperando che non lo coinvolgesse" nel fallito colpo di Stato contro Hitler, "poi però non la fece franca neanche lui".

Ma Nordio è in buona compagnia. Anche l'ex pm non ha dubbi su Palamara "utilizzato come capro espiatorio". Sembra che il pensiero nei confronti dell'ex consigliere del Csm sia unanime e non conosca fazione politica. A domandarsi se solo Palamara pagherà "per un sistema che si prestava alle sue macchinazioni" anche il pentastellato Nicola Morra. "Qualcuno - gli fa eco Enrico Costa di Azione - pensa di far credere agli italiani che il solo unico esclusivo problema della magistratura si chiamasse Palamara e che, eliminato lui, restino solo purissimi esempi di etica e dirittura morale? D'ora in avanti le correnti, che oggi si sono autoassolte, continueranno ad imperversare, complice la finta riforma del Csm presentata da Bonafede".

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Flavio Briatore come Trump. Ecco i numeri contro il terrorismo Covid

capture 004 10102020 224442Flavio Briatore non ci sta. E dopo essere guarito dal Covid attacca la strategia della tensione messa in atto dal governo sul coronavirus. Secondo Briatore si cerca di seminare il terrore tra la popolazione senza che ci siano davvero i presupposti medico-sanitari. Per questo pubblica sul suo profilo Instagram il diagramma dell'occupazione delle terapie intensive: la curva sale ma in modo molto, molto soft. E lui commenta: "Il grafico dice tutto". Il picco dello scorso 3 aprile, insomma, sembra per ora davvero lontano.

«Sono un testimone del Coronavirus, sono stato contagiato e ne sono uscito. Il governo, oltre a incoraggiare la gente a mantenere il distanziamento sociale e a utilizzare le mascherine, dovrebbe dire agli italiani che è possibile guarire dal Coronavirus. Invece abbiamo un bombardamento giornaliero di notizie, la gente è terrorizzata. In questo modo non riusciremo a uscire da questa situazione». È quanto ha affermato Flavio Briatore, Founder & Chairman Billionaire Life Group, durante il suo intervento in streaming all’Italian Export Forum organizzato a Bari.

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Enrico Montesano sulle misure anti-Covid: “Mi danno del fascio-negazionista solo perché critico il governo”

capture 158 10102020 190826«C’è chi mi dice: “Montesano, di che ti impicci? Tu pensa a fare il comico. Ecco, in Italia, se un cittadino si pone delle domande, se non sta zitto e non si allinea, viene zittito e insultato». Così Enrico Montesano al Secolo d’Italia, sulle sue opinioni sulla gestione dell’emergenza Covid da parte del governo.

«Per liquidarmi mi dicono che sono negazionista, che sono no-mask. E  non è vero nessuna delle due cose. Io ho solo espresso delle perplessità da elettore. Da cittadino che non si ferma alla informazione ufficiale governativa». L’artista romano lo ha già detto in più occasioni  e cerca di smarcarsi dalle etichette.

«Negazionista? Ma sanno almeno che significa? Un negazionista è quello che nega l’Olocausto. E io all’Olocausto ci credo. E ogni volta che usano questo termine a sproposito, offendono tutti i morti che ci sono stati. Sono critico, semmai. Che è cosa molto diversa, e il diritto di esserlo non me lo toglieranno di certo».

Enrico Montesano: “Credo al covid, meno ai virologi in tv”

Lo hanno arruolato tra coloro che non credono al Coronavirus. «Io non ho mai negato che esista il Sars-Cov 2 – replica Montesano – perché purtroppo c’è. Mi metto la mascherina nei posti al chiuso, mantengo la distanza di sicurezza, ma so anche che ora i medici hanno molti strumenti in più, e che nonostante ciò lo Stato ci sta togliendo assurdamente alcune libertà fondamentali. La mia è disobbedienza civile, pacifica, la stessa che metteva in pratica Martin Luther King, non ho messo in pericolo la sicurezza dello Stato, né la sicurezza dei cittadini italiani. Sono indignato! Io non posso abbracciare una persona che conosco, non posso darle la mano, e la gente accetta questo passivamente. Dissentire da tutto questo non è né di “destra” né di”‘sinistra”, tantomeno fascista», sbotta l’attore.

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"Basta poco per perdere tutto". L'ira sull'Imu triplicata del Pd

capture 157 10102020 190407Diversi lettori hanno risposto al nostro appello per fermare l'aumento dell'Imu sui negozi sfitti. Ecco le loro storie

Il disegno di legge proposto dal Pd che prevede una Imu triplicata per i negozi sfitti non è piaciuta ai nostri lettori e a migliaia di contribuenti.

E così, come abbiamo già fatto per protestare contro il blocco sfratti prorogato dal governo al 31 dicembre, abbiamo deciso di darvi voce per cercare di raccontare le vostre storie. Storie di chi di fatto deve fare i conti con l'oppressione fiscale che da tempo accompagna le tasche dei contribuenti. E così sono arrivate centinaia di mail che di fatto spiegano quanto sia difficile oggi per i proprietari di negozi sfitti riuscire a coprire le spese. "L’idea di aumentare l’Imu in qualsiasi modo è folle perché appunto basta poco per andare addirittura in perdita. Ricordo che se il moroso se ne va lasciando molti mesi arretrati al proprietario tocca pagar le tasse ugualmente, di questi tempi nessuno manda via dopo due mesi ma si concede molto più tempo per andare incontro ai gestori in sofferenza (tanto anche chi subentra avrà gli stessi problemi!). Quindi ci si viene a trovare in una situazione in cui non si hanno soldi in entrata ma si deve far fronte a spese onerose: materialmente una persona che non ha un reddito elevato non potrebbe pagare. Ci sono già tanti che stanno convertendo il loro locale commerciale in magazzini, per pagare meno Imu. Finirà così", spiega Luigi. Poi c'è Luciano che non usa giri di parole e critica in modo aspro il disegno di legge a firma dem: "Per tutti gli immobili commerciali inutilizzati perché sottoposti a pignoramento e vendita giudiziaria, magari perché concessa come garanzia di terzi, il proprietario continua a pagarci IMU e Tari anche senza produrre rifiuti. Pensate al poveretto non riceverà affitti ma pagherà tari ed IMU per tutto il periodo del fallimento".

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