Ecco chi è Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, con un passato nelle fila del movimento studentesco del '68
“Io solitamente sto nel mio studio bunker e macino lavoro di vario tipo, sia chiaro, ma oggi sono già a 7/8 interviste”. È ciò che rivelava Massimo Galli, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in un’intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli nel maggio scorso.
Da allora, a parte l’arrivo della seconda ondata di contagi da coronavirus, nulla sembra essere cambiato. L’infettivologo del Sacco che ha dedicata la prima parte della sua carriera a curare i malati di Hiv in sordina, ora continua a presidiare tutte le trasmissioni televisive, senza mai rinunciare agli annunci dal tono più che allarmistico. Intervenendo ad Agorà, ha chiarito che l’Italia si deve rassegnare. Ormai si tratta solo di capire "quando arriveremo alla situazione francese, non se vi arriveremo”. Insomma, secondo Galli il nostro Paese è destinato a vivere un secondo lockdown. E dai numerosissimi interventi pubblici delle ultime settimane, per Galli, la colpa di questa situazione è ovviamente degli italiani che, dopo tre mesi di quarantena, hanno vissuto una “folle estate del liberi tutti”, favoriti anche dai messaggi dei ‘negazionisti’.
Verbali segreti, presunte logge e fughe di notizie. Da Milano un altro terremoto per la giustizia
Interrogatori resi per mesi dall’avvocato siciliano Pietro Amara, ex legale esterno di Eni, davanti ai pm milanesi che indagano su presunte manovre di depistaggio sul caso Eni-Shell Nigeria. Poco meno di dieci incontri con i pm milanesi - con tanto di verbali secretati - durante i quali il legale indagato tira in ballo anche una specie di club segreto in grado di condizionare le nomine della magistratura e non solo, la ’loggia Ungheria', che sarebbe composta da magistrati, politici e imprenditori.
Rivelazioni ritenute dai magistrati tutte da verificare, contenute in pagine e pagine di atti che per mesi restano fermi in Procura a Milano senza dare il via a nessun accertamento. Il pm Paolo Storari, uno dei titolari dell’indagine, si lamenta dell’inerzia e ad aprile di un anno fa decide di inviare tutto «per sua tutela» all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. «Nulla di irrituale - spiega oggi l’ex magistrato - . Ho riferito a chi di dovere». Intanto, però, copie non firmate di quei verbali - di cui al momento non dispone nemmeno il legale di Amara, l’avvocato Salvino Mondello, «proprio perché - spiega - sono scretati», finiscono nella disponibilità di Marcella Contrafatto, dipendente del Csm e assistente prima di Piercamillo Davigo e di Fulvio Gigliotti poi.
La funzionaria, convocata per interrogatorio dagli inquirenti della Procura di Roma, ha deciso di non rispondere alle domande dei magistrati del gruppo reati in danno della pubblica amministrazione che indagavano per calunnia. Anche la sua casa e il suo ufficio a Palazzo dei Marescialli sono stati perquisiti dalle Fiamme Gialle. Dopo l’invio degli atti dalle Procure di Milano e Perugia, Marcella Contrafatto è stata indagata anche per rivelazione del segreto d’ufficio. Pure il consigliere del Csm Nino Di Matteo si vede recapitare una busta con una lettera anonima, nella quale si commentano i passaggi salienti delle deposizioni di Amara. Plico che il magistrato ha poi consegnato alla procura di Perugia, sollecitando un’indagine da parte del procuratore Raffaele Cantone e del suo pool di magistrati.
Hollywood a sinistra? Un falso mito, gli attori contano di più a destra
Chissà se prima di invitare Clint Eastwood sul palco della convention repubblicana, gli organizzatori della campagna elettorale di Mitt Romney, il candidato alle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti, avevano letto quell’intervista in cui Marlon Brando disse: «se un attore riesce a far vendere deodoranti, potrà essere altrettanto utile per vendere idee». Il premio Oscar del Padrino lo disse nel ’63, dopo aver sollecitato il popolo americano a partecipare alla “marcia di Washington” in cui Martin Luther King pronunciò il suo discorso I have a dream. Ma il coinvolgimento politico di Hollywood era iniziato molto prima.
Già nel 1918 – spiega Edward Ross nel suo libro Hollywood Left and Right – i capi dell’Fbi erano talmente spaventati che alcuni attori potessero influire sulla coscienza politica della nazione che ordinarono ai loro agenti di tenere sotto stretta sorveglianza i radical. I politici della Guerra fredda, che crearono il Comitato investigativo per le attività Anti-americane, non furono meno preoccupati dei loro predecessori. Capirono che i fan del cinema erano anche elettori e si chiesero: che succede se Charlie Chaplin, Humphrey Bogart, Katharine Hepburn e Edward Robinson iniziano ad utilizzare la propria fama per diffondere idee filo-comuniste?
Negli anni, questo tipo di paura si è trasformata nella convinzione che Hollywood è sempre stata un bastione della sinistra. Idea, che secondo Edward Ross, è falsa per due motivi. Primo: è stato il Partito repubblicano e non quello democratico a tessere per primo rapporti intimi con alcuni personaggi chiave dell’industria cinematografica più famosa al mondo, alla fine degli anni ‘20. Il produttore Louis B. Mayer fu il primo personaggio hollywoodiano ad accedere nelle stanze decisionali della Casa Bianca, invitato dall’allora presidente Repubblicano Herbert Clarck Hoover. Secondo: se gli attori democratici sono stati più visibili e numerosi ma quelli repubblicani – come George Murphy, Ronald Reagan e Arnold Schwarzenegger – hanno avuto un impatto molto più diretto nella politica americana. E l’esempio più lampante è proprio quello di Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti dal 1981 al 1989, che avviò quella rivoluzione conservatrice che smantellò pezzo per pezzo il New Deal rooseveltiano.
Nella storia di Hollywood, non tutti gli attori si sono esposti politicamente per paura di perdere quel pubblico che preferisce sognare ad occhi aperti piuttosto che ascoltare sermoni. Ma ce ne sono stati alcuni – nel suo libro Ross ne cita dieci, cinque democratici e cinque repubblicani – che dimostrano come l’engagement politico dello star system americano è stato lungo, profondo e vario. Lungo, perché è iniziato negli anni ’20 con Charlie Chaplin, che fu il primo ad utilizzare i film come un’arma politica: film come “Il grande dittatore” contribuirono a rendere consapevoli gli americani di quello che stava accadendo in Europa sotto il dominio di Hitler e Mussolini, e altri come “Tempi Moderni” denunciarono la crudeltà e l’alienazione della catena di montaggio dell’industria taylorista. È stato profondo, perché ci sono stati attori che hanno messo in gioco la propria carriera per difendere i loro ideali. Edward Robinson, il gangster di “Little Caesar”, organizzò manifestazioni e show radiofonici in cui condannava pubblicamente Hitler e finì con l’essere considerato persona non grata nei salotti di Hollywood. Fu poi accusato di essere comunista e andò in rovina dopo aver speso più di 100 000 dollari in spese legali. Ed è stato un impegno vario, perché ognuno di loro promosse le proprie idee in modo diverso.
Hollywood: covo di comunisti
Quando la caccia alle streghe colpì il mondo del cinema
Hollywood, 1947. La “Paura Rossa” invade il mondo stellato della più grande industria cinematografica.
La seconda guerra mondiale è finita da due anni, ma negli Stati Uniti spirano i venti gelidi di un altro conflitto: la Guerra Fredda. È in questo clima che la “caccia alle streghe” contro i comunisti comincia a mietere le sue vittime anche tra attori, registi e sceneggiatori.
Il repubblicano Joseph Mccarthy era appena diventato senatore. Nello stesso anno, il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman enunciò quella che passò alla storia come la “Dottrina Truman”, diretta a contrastare le mire espansionistiche del nemico sovietico.In questa atmosfera la Commissione per le attività antiamericane, istituita già nel 1938, cominciò (sotto la presidenza del repubblicano del New Jersey John Parnell Thomas) a seminare il panico anche a Hollywood.
Guerra fredda con l'Europa, Putin mette al bando Sassoli e altri sette funzionari
La Russia ha vietato l’ingresso nel Paese a otto cittadini degli Stati membri Ue e rappresentanti delle strutture ufficiali dell’Unione europea, in risposta a misure punitive prese da Bruxelles contro Mosca. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri russo che ha incluso nella blacklist anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea per i Valori e la trasparenza. Nell’elenco risultano anche: il capo dell’Ente regolatore dei media della Lettonia, Ivars Abolins; il direttore del Centro statale linguistico della Lettonia, Maris Baltins; Jacques Maire, membro della delegazione francese all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; il capo della procura di Berlino Jorg Raupach; il capo del Laboratorio svedese di sicurezza chimica, biologica, radiazioni e nucleare dell’Istituto di ricerca per la difesa, Osa Scott e Ilmar Tomusk, direttore generale dell’Ispettorato Nazionale sulla Lingua.
Il commissario europeo per l'Economia Paolo Gentiloni ha espresso "solidarietà a David Sassoli e Vera Jourova e altri esponenti europei colpiti da sanzioni russe. Tanto ingiustificate quanto inutili", ha scritto su Twitter l'ex premier.
Appena appresa la notizia delle sanzioni decise dal ministero degli Esteri russo, a quanto si apprende il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha raggiunto al telefono il presidente del Parlamento europeo David Sassoli "per esprimergli piena solidarietà".
Emmanuel Macron e l'appello in difesa degli ex Br. Tra le firme quella dell'italiana Valeria Bruni Tedeschi
Emmanuel Macron aveva dato il via libera al loro arresto, ma adesso le cose potrebbero cambiare. Complice un plotone di intellettuali. È di qualche giorno fa la notizia dell'arresto di dieci ex terroristi rossi, oggetto della richiesta da parte del governo italiano alla Francia di estradizione. Ma se in un primo momento sembrava fatta, con il passare del tempo l'entusiasmo va scemando. Molti dei fermati hanno infatti ottenuto diversi gradi di libertà vigilata. Per tutti. Niente carcere. Obbligo di firma in procura o presenza in casa in certi orari. Primi a essere rilasciati, Enzo Calvitti e Sergio Tornaghi, Primule rosse della colonna romana e milanese delle Brigate rosse.
Insomma l'iter sembra andare per le lunghe con l'Italia dalle mani legate, almeno per tre anni. Ma se i più festeggiano per il cambio di passo apportato dal presidente francese, c'è anche qualcuno che si oppone. Si tratta di diversi intellettuali che - prima su Le Monde, poi su Libération - al suon di "Presidente, rispetti l'impegno della Francia nei confronti degli esiliati italiani". Tra questi c'è Valeria Bruni Tedeschi, longa manus della mancata estradizione di Marina Petrella nel 2008, negata dal cognato Nicolas Sarkozy, all'epoca presidente. Irène Terrel, legale di 5 dei "10" da estradare. Ed è proprio lei a non andarci per il sottile: "La richiesta di estradizione dell'Italia è irricevibile, sia dal punto di vista giuridico che politico, serviva un'opera di riconciliazione".
I firmatari sono poi: Agnès B., Jean-Christophe Bailly, Charles Berling, Irène Bonnaud, Nicolas Bouchaud, Valéria Bruni-Tedeschi, Olivier Cadiot, Sylvain Creuzevault, Georges Didi-Huberman, Valérie Dréville, Annie Ernaux, Costa-Gavras, Jean-Luc Godard, Alain Guiraudie, Célia Houdart, Matthias Langhoff, Edouard Louis, Philippe Mangeot, Maguy Marin, Gérard Mordillat, Stanislas Nordey, Olivier Neveux, Yves Pagès, Hervé Pierre, Ernest Pignon-Ernest, Denis Podalydès, Adeline Rosenstein, Jean-François Sivadier, Eric Vuillard, Sophie Wahnich, Martin Winckler.
Quanto guadagnano i virologi ospiti in TV? Compensi e guadagni degli esperti
Quanto guadagnano virologi ed esperti in TV? Ecco i compensi e i guadagni per gli interventi televisivi di Roberto Burioni, Ilaria Capua e Massimo Galli.
Quanto guadagno i virologi e infettivologi ospiti in TV? Ormai onnipresenti nelle trasmissioni televisive e ospiti fissi di talk e approfondimenti, gli esperti di virus e malattie infettive, imperano in televisione. In tanti potrebbero chiedersi se dietro la loro partecipazione si nasconda un cachet e qual è il compenso corrisposto per la loro ospitata all’interno della trasmissione di turno?
Da Roberto Burioni a Ilaria Capua fino a Massimo Galli: nomi e volti ormai diventati familiari per il pubblico a casa che, preoccupato dall’evoluzione della situazione pandemica, ha iniziato a vedere allargarsi sempre di più la presenza di esperti del settore all’interno dei salotti TV e dei programmi di approfondimento.
Dietro alle ospitate TV di virologi, infettivologi, esperti e studiosi si nasconde a volte un cachet, o gettone di partecipazione, variabile sia a seconda del personaggio e personalità di turno e il tipo di intervento prestato in trasmissione (un breve commento, un botta e risposta con il conduttore, un’opinione, un confronto con altri ospiti ecc).
Dritto e Rovescio, Fabrizio Gatti sull'origine del Covid: "La Cina sapeva e ha taciuto". La prova regina: uscito dal laboratorio?
Sul coronavirus la Cina ha detto falsità. Il Covid con ogni probabilità è uscito da un laboratorio cinese. Fabrizio Gatti, inviato dell'Espresso e autore del libro L'infinito errore, edito da La nave di Teseo, ha raccolto una serie di documenti che lasciano pensare che il coronavirus sia il risultato di un esperimento. Ospite nella puntata del 29 aprile di Dritto e rovescio, condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, Gatti ha spiegato: "Seguo il viaggio del coronavirus dalle grotte dei pipistrelli alle nostre case. Quello che dimostro è che già il 7 gennaio 2020 l'autorità del regime comunista cinese sapeva dello strettissimo grado di parentela tra il virus umano di Wuhan e quei coronavirus Sars-like dei pipistrelli isolati e conservati nei laboratori militari cinesi", Una scoperta inquietante: "Se il presidente cinese ce lo avesse detto forse non sarebbe andata così e il mondo avrebbe aiutato la Cina a isolare l'epidemia. Ha taciuto qualcosa che sapeva", ha continuato Gatti.
Ma non è tutto. "Da sette anni il famoso istituto di virologia di Wuhan era fuori da qualsiasi controllo internazionale", ha raccontato l'inviato dell'Espresso. I due istituti che in teoria dovevano vigilare, non avevano ricevuto alcun incarico. "Quindi le ricerche nell'istituto erano fuori controllo", ha sottolineato. Insomma, secondo quanto documentato da Gatti, il Coronavirus potrebbe essere nato in laboratorio, combinando virus di pipistrelli. Un esperimento militare sfuggito di mano potrebbe essere la causa della pandemia che ha sconvolto le nostre vite.
Meloni contro Speranza: riferisca in Parlamento sugli indiani positivi che continuano ad arrivare
Giorgia Meloni, ospite a Tg2 Post, va ancora all’attacco del ministro Roberto Speranza. “Io insisto nel dire che il ministro Speranza è inadeguato a gestire questa fase. Lo dimostrano i dati, lo dimostrano le omissioni rilevanti”. Poi parla della commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia che è voluta anche dalla Lega: “Io sono favorevole a una commissione d’inchiesta. Non capisco bene chi dice ‘Speranza resti al suo posto’ ma poi lo vuole processare con una commissione d’inchiesta perché questo fa una commissione d’inchiesta”.
Meloni critica Speranza sui voli dall’India
Meloni è anche critica sui voli che continuano ad arrivare dall’India e che stanno mettendo a dura prova i controlli negli aeroporti. In merito alla notizia dei 23 passeggeri indiani positivi individuati a Fiumicino, Fratelli d’Italia chiede “che il ministro della Salute riferisca immediatamente in Parlamento. I sacrifici fatti dagli italiani non possono essere resi vani da Speranza e dalla sua pessima gestione della pandemia”. Il volo Air India da Nuova Delhi è atterrato con 213 passeggeri a bordo – di cui 28 bambini e 3 neonati con 130 bagagli al seguito – che sono stati condotti nella cittadella militare della Cecchignola e in un Covid hotel della Capitale per la quarantena con tre pullman e due van dell’esercito.
Sergio Ramelli, a Lodi una strada in suo nome. FdI: «Gli sia intitolato l’Istituto Molinari»
Il 29 aprile di 46 anni fa, dopo una lunga agonia, moriva a Milano Sergio Ramelli. Un gruppo di militanti di Avanguardia operaia lo aveva brutalmente aggredito 47 giorni prima sotto casa. Ramelli aveva 18 anni. Fu preso di mira a scuola, dopo aver scritto un tema contro le Brigate rosse, nel quale si soffermava anche sull’indifferenza delle istituzioni per l’omicidio, proprio a opera delle Br, degli esponenti del Msi padovano Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci. Ed è dalla scuola, in questo anniversario come nei precedenti, che FdI chiede di ripartire per rendere il giusto omaggio alla memoria di questo 18enne assassinato senza pietà per le sue idee. E, insieme, per far in modo che questa memoria resti come patrimonio e monito condiviso contro l’odio e la violenza politici.
Intanto, un gesto di omaggio arriva dal Comune di Lodi, dove il giovane è sepolto: oggi l’amministrazione gli ha intitolato una strada.
Test rapidi, tra Crisanti e Regione Veneto finisce a carte bollate: l’esperto indagato per diffamazione
Test rapidi, Crisanti indagato per diffamazione. Tra l’esperto e Regione Veneto finisce male: a carte bollate in Procura. Nel corso dell’ultima puntata di Report il microbiologo aveva definito i test rapidi «inattendibili»: tanto è bastato ad Andrea Crisanti per ritrovarsi indagato dalla Procura di Padova dopo una segnalazione di Azienda Zero. O meglio: l’azienda, considerata il volano della guida regionale veneta, non ha mandato giù le critiche di Crisanti al sistema di prevenzione e controllo dell’epidemia affidato dalla sanità del Veneto anche ai test rapidi. Giudicando lesive della reputazione del sistema sanitario regionale le osservazioni dell’esperto. E così, come riporta tra gli altri il sito de Il Tempo in queste ore, la lite tra il direttore dell’istituto di microbiologia dell’Università di Padova e la Regione Veneto guidata dal governatore Luca Zaia finisce in Procura.
Test rapidi in Veneto: Crisanti denunciato per diffamazione
Dunque, il microbiologo dipendente della sanità del Veneto è indagato dalla Procura di Padova dopo una segnalazione di Azienda Zero. Secondo quanto si apprende dall’Adnkronos e dai quotidiani locali, e in base a quanto riferisce il quotidiano capitolino, i pm avrebbero aperto «un’inchiesta all’inizio di marzo per diffamazione dopo l’esposto presentato da Roberto Toniolo, direttore generale di Azienda Zero», l’organismo che si occupa dell’efficientamento dei servizi sanitari, socio–sanitari e tecnico amministrativi delle strutture regionali.
Il fratello di Battisti: combattevano contro lo Stato-mafia. Il piagnisteo dei sedicenti intellettuali
Cerca la battuta apodittica ma finisce per fare una vergognosa figuraccia Vincenzo Battisti, fratello del più noto Cesare Battisti, finalmente in carcere in Italia dopo anni di sfacciata latitanza in giro per il mondo.
“I brigatisti che combattevano lo Stato-mafia sono stati condannati, i mafiosi stanno a spasso. Dopo tanti anni ancora gli danno la caccia. Perché non vanno cercare Saccucci, che sta in Brasile e che lì vive felice e fa il signore? Perché non lo cercano e mai lo hanno cercato?”, dice all’Adnkronos il fratello del pluriassassino Cesare, condannato a più ergastoli, commentando l’arresto dei sette brigatisti in Francia.
Il riferimento che il fratello del membro dei Pac arrestato in Brasile ed estradato in Italia fa è a Sandro Saccucci, militante di Ordine Nuovo, e a Luigi Di Rosa, ucciso a Sezze il 28 maggio 1976.
“Lo Stato c’é o non c’é? – incalza Vincenzo Battisti senza alcun riguardo per le vittime del fratello killer. – No, non c’é lo Stato. La politica non c’é, fa come gli pare. Quello è un fascista balordo, a mio fratello hanno rotto le scatole tutta la vita, sono andati a prenderlo fino in Brasile per dargli l’estradizione. Quello sta lì, vive felice e fa il signore, quello nessuno lo cerca né lo ha mai cercato”.
La Francia rilascia in libertà vigilata tutti gli ex-terroristi rossi arrestati
La Francia rilascia in libertà vigilata tutti gli ex-terroristi rossi fermati nel paese transalpino ricercati dalla giustizia italiana.
Gli ex-terroristi devono comunque rispettare vari obblighi, previsti dalla magistratura francese, che vanno dall’obbligo di firma fino alla presentazione alle forze dell’ordine due volte a settimana.
Mercoledì prossimo ci sarà una nuova udienza formale per gli ex terroristi italiani.
Era stato Jean-Louis Chalanset, legale francese dell’ex-militante delle Brigate Rosse, Enzo Calvitti il primo ad annunciare, parlando con l’Adnkronos, che il suo assistito era “stato rimesso in libertà sotto controllo giudiziario“.
“Calvitti è stato rilasciato e sarà sottoposto a un controllo giudiziario due volte la settimana“, aveva spiegato il legale dell’ex-militante delle Brigate Rosse che oggi ha 66 anni. E che deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni di reclusione, oltre alla misura di sicurezza della libertà vigilata per 4 anni, per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi.
Osteosarcoma
L'osteosarcoma è il tumore primitivo alle ossa più comune
Cos'è
Un osteosarcoma è il tumore più comune fra quelli primitivi delle ossa. Ha origine da precursori degli osteoblasti, alcune delle cellule di cui è composto un osso, bloccati nel processo di differenziamento verso la cellula matura in una forma immatura e cancerosa.
A uno sguardo superficiale le ossa possono sembrare tessuti "morti" per via della loro durezza e del fatto che non cambiano forma una volta raggiunta l'età adulta. Le ossa sono in realtà costituite da cellule vive e attive che contribuiscono a mantenerne forma e forza.
Tra le cellule presenti nelle ossa vi sono gli osteoblasti che fabbricano la matrice ossea indispensabile alla resistenza e gli osteoclasti che aiutano l'osso a mantenere la propria forma depositando o rimuovendo minerali.
Le ossa servono a sostenere i muscoli, come una sorta di impalcatura che regge un edificio. Inoltre proteggono organi vitali come il cervello, racchiuso nella scatola cranica, e il cuore e i polmoni, situati all’interno della gabbia toracica, sotto lo sterno.
Il midollo osseo contenuto nella parte più interna delle ossa produce le cellule del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine), mentre il cosiddetto osso subcondrale, presente nelle articolazioni e coperto da cartilagine, ammortizza e rende possibili i movimenti articolari.
Oltre 14.300 casi: l’Italia supera 4milioni di contagi. In Germania intanto 1milione di vaccinati in 24h
Con oltre 14.300 nuovi casi, l’Italia supera quota 4 milioni di contagi. In Germania, intanto, la campagna d’immunizzazione arriva al traguardo del milione di vaccinati in 24 ore. Dunque, il bollettino della Protezione Civile sull’epidemia aggiorna i suoi dati alle ultime 24 ore, e registrata nuovi 14.320 contagi da coronavirus. Numeri che segnalano un aumento rispetto al giorno precedente, quando le nuove infezioni rilevate erano 13.385. Oltretutto, c’è un altro limite oltrepassato dai riscontri odierni: con i 14.320 test positivi delle ultime 24 ore l’Italia ha superato i 4 milioni di casi di coronavirus individuati. Che, per l’esattezza, sono 4.009.208. I decessi, invece, sono 288 (ieri 344): un numero che porta il totale a 120.544 vittime dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di covid-19.
Covid, l’Italia supera i 4 milioni di contagi, mentre la Germania 1 milione di vaccinati in 24h
Non solo: da ieri gli operatori hanno eseguito 330.075 tamponi. L’indice di positività è al 4,3% (dunque: +0,3% rispetto a ieri, quando era stato del 4%). Infine, nel saldo quotidiano tra entrate e uscite, sono 2.640 i pazienti in terapia intensiva (-71 da ieri), con 129 nuovi ingressi. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 19.351 persone, in calo di 509 unità rispetto a ieri.
Cosa fu la “dottrina Mitterrand”
Una prassi avviata in Francia negli anni Ottanta, in un contesto particolarmente favorevole, garantì protezione a molti militanti estremisti italiani
Il motivo per cui i sette italiani condannati in Italia per reati di violenza politica commessi negli anni Settanta e arrestati mercoledì vivevano da anni in Francia in stato di libertà è la cosiddetta “dottrina Mitterrand”. Cioè una particolare pratica introdotta negli anni Ottanta dal presidente francese François Mitterrand e teorizzata dall’allora consigliere del governo Louis Joinet, con cui fino a oggi si sono concesse sul territorio francese ospitalità e sicurezza a cittadini italiani responsabili di violenza politica, purché non avessero più legami con la lotta armata.
La dottrina Mitterrand fu sviluppata e applicata in un contesto politico e culturale, quello della Francia degli anni Settanta e Ottanta, caratterizzato da orientamenti e sensibilità che erano più garantisti di quelli italiani riguardo alle accuse e ai processi per violenze e omicidi compiuti nel corso degli anni in cui fu attivo in Italia un terrorismo di estrema sinistra, anni che presero il nome di “anni di piombo”. Soprattutto, erano diffusi e argomentati il sospetto e le critiche verso le modalità con cui era stata condotta in Italia la lotta al terrorismo politico e con cui venivano celebrati i processi per i reati collegati. Questo approccio portò anche la sinistra più istituzionale a maggiori indulgenze e protezioni nei confronti dei condannati per azioni di lotta armata (anche in casi in realtà poco controversi, come quello di Cesare Battisti, che in Italia è stato poco difeso anche tra gli intellettuali di sinistra).
Dottrina Mitterrand: cos'è, come ha funzionato, quali ex terroristi ha protetto
Enunciata dal presidente della Republique nel 1985, fra marce indietro della politica e sostegno di una fetta degli intellettuali transalpini, ha garantito diritto d'asilo a imputati e condannati
Parigi - Gli arresti eseguiti oggi in Francia di sette ex terroristi italiani rappresentano, secondo gli esperti dell'argomento, la fine della cosiddetta "dottrina Mitterrand", dal nome dell'ex presidente socialista della Repubblica francese che garantì a persone imputate o condannate per atti violenti d'ispirazione politica di evitare l'estradizione nel Paese dove questi reati erano stati commessi, qualora questi s'impegnassero a non ripetere azioni terroristiche. Una tutela che, di fatto, ha garantito diritto d'asilo a numerosi terroristi, soprattutto italiani, in particolare ai componenti della variegata galassia dell'eversione di estrema sinistra.
Cos'è la dottrina Mitterrand
Ma cos'è (era?) e come funzionava la dottrina Mitterrand, che fu annunciata ufficialmente dall'esponente del PS transalpino in un discorso al palazzo dello sport di Rennes nel febbraio del 1985? "Mi rifiuto di considerare a priori come terroristi attivi e pericolosi degli uomini che sono venuti, in particolare dall'Italia, molto tempo prima che esercitassi le prerogative che mi sono proprie - disse allora Mitterand - e che si erano appena ritrovati qui e là, nella banlieu parigina, pentiti". Una posizione ribadita successivamente, nell'aprile dello stesso anno, con un altro discorso pubblico. "I rifugiati italiani che hanno preso parte in azioni terroristiche prima del 1981 hanno rotto i legami con la macchina infernale a cui hanno partecipato - queste le parole del leader socialista - Hanno iniziato una seconda fase della loro vita, si sono integrati nella società francese. Ho detto al governo italiano che erano al sicuro da qualsiasi sanzione di estradizione".
De Gaulle sceglie l'Italia (ma è il nipote)
C’era una volta la Francia. Prima dell’insignificante Hollande, del patetico Sarkozy, di Mitterand protettore dei terroristi, del Giscard dei diamanti, del traditore Pompidou. Una Francia che, attraverso la grandeur, nascondeva la crisi irreversibile di un Paese che aveva vinto la guerra con gli eserciti altrui, che aveva perso le colonie per micragnosità prima di accorgersi che il modello coloniale era finito e bisognava costruire nuovi rapporti su nuove basi.
L’ultimo sussulto di grandeur aveva un nome: Charles De Gaulle. Più temuto che amato, ma in grado di gestire – anche con eccessiva durezza nei confronti di chi rischiava la vita per difendere una certa idea della Francia – la complicatissima transizione. E ad uno dei suoi nemici storici nella vicenda d’Algeria si rivolse, De Gaulle, quando il maggio francese pareva in grado di distruggere il mondo gollista, la Douce France che ormai esisteva solo più nelle canzoni. E capace, De Gaulle, di ritirarsi a vita privata dopo la sconfitta in un referendum di secondaria importanza. A differenza di chi promette dimissioni e poi, immancabilmente, si rimangia le promesse. Ed ora il nipote Yves racconta il nonno in un libro “Un autre regard sur mon grand père Charles De Gaulle” e sceglie Acqui Terme ed il premio Acqui Storia per presentarlo. Decisione intelligente e consapevole, perché il premio dedicato agli studi storici è apprezzato in tutta Europa e tra i finalisti dell’ultima edizione figurava anche un autore russo.
Vaticano, la legge anti-corruzione di Papa Francesco: "Niente regali oltre i 40 euro"
Il Vaticano dice addio alla corruzione. O almeno ci prova. Papa Francesco ha varato una nuova legge per i dirigenti vaticani, sulla base della quale capidicastero, dirigenti laici e tutti quelli che hanno funzioni di amministrazione dovranno sottoscrivere una dichiarazione anti corruzione, al momento dell’assunzione e poi ogni due anni. In particolare, dovranno dichiarare di non avere condanne definitive a carico, in Vaticano o in altri Stati, di non aver beneficiato di indulto, amnistia o grazia e di non essere stati prescritti.
E non solo. I dirigenti vaticani dovranno attestare anche di non avere alcun procedimento penale pendente e di non essere sottoposti a indagini per partecipazione a un’organizzazione criminale, corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio di proventi di attività criminose, sfruttamento di minori, tratta o sfruttamento di esseri umani, evasione o elusione fiscale.
A effettuare i controlli necessari sarà la Segreteria per l’economia. E in caso di dichiarazioni mendaci, la Santa Sede potrà licenziare il soggetto dipendente ed eventualmente chiedere il risarcimento dei danni subiti. Altra novità interessante per i dipendenti riguarda i regali: da ora in poi sarà vietato accettare “regali o altre utilità” di valore superiore a 40 euro. Papa Francesco ha spiegato anche il motivo per cui ha emanato queste nuove norme. In particolare, ha dichiarato che i dipendenti del Vaticano “hanno la particolare responsabilità di rendere concreta la fedeltà di cui si parla nel Vangelo, agendo secondo il principio della trasparenza e in assenza di ogni conflitto di interessi”.
Francesco Figliuolo restituisce 50 euro: l'unica donazione per le Primule raccolta da Domenico Arcuri
L'ultima mossa per cancellare Domenico Arcuri. Il generale Francesco Figliuolo, oggi commissario per l'emergenza coronavirus, ha chiuso definitivamente la raccolta fondi avviata dal predecessore per finanziare i padiglioni temporanei per le vaccinazioni già cancellati da Mario Draghi. Flop - ricorda il Tempo - non è stata solo la loro ideazione, ma anche la campagna per raccogliere soldi destinati al loro utilizzo. Dal 25 gennaio scorso "Adotta una Primula" ha racimolato sul conto corrente dedicato 50 euro. L'equivalente, spiegano dalla struttura commissariale, di un solo bonifico. Qualcosa di mai visto prima, tanto che Figliuolo ha già predisposto al gentile donatore un rimborso.
L'idea di una raccolta fondi per finanziare il faraonico progetto (ogni padiglione costava 409mila euro) aveva attirato un mare di critiche. Il motivo? I donatori sarebbero stati ricompensati con una "nota ufficiale di ringraziamento" da parte del commissario. Diverso discorso invece per i più generosi che con 400 euro avrebbero ricevuto una targa con il proprio nome esposta all'interno delle strutture. Proposta che non ha attirato gli italiani. Il generale ha così deciso per un cambio di passo e aperto alla possibilità di allestire centri vaccinali ovunque fosse possibile: nelle fiere, negli aeroporti, davanti alle stazioni ferroviarie, nelle palestre e negli auditorium.
L'arrivo di Figliuolo ha accelerato anche le somministrazioni di vaccini. Stando ai dati pubblicati sul sito dell'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) aggiornati al 28 aprile, l'Italia è settima nell'Unione europea per numero di somministrazioni (311,40) ogni mille abitanti. L'obiettivo dell'attuale piano vaccinale è di 504mila dosi al giorno. Un obiettivo parecchio ambizioso, soprattutto se si tengono conto dei ritardi da parte delle case farmaceutiche costati ad AstraZeneca un'azione legale da parte dell'Ue. Non solo, perché l'antidoto contro il Covid del colosso anglo-svedese, così come quello prodotto da Johnson&Johnson è consigliato solo agli over 60.
Attacco "poetico" alla Raggi, la colata di cemento sul Tevere scatena Calenda
Carlo Calenda usa la poesia per impallinare la sindaca di Roma Virginia Raggi. Il candidato al campidoglio e leader di Azione azzarda sui social il dialogo immaginario tra la "sovrana" grillina della Capitale e il suo vice sindaco, assessore alla Città in movimento, Pietro Calabrese.
Pietra, anzi lingua di asfalto, dello scandalo è un lavoro di edilizia stradale sugli argini del Tevere, luogo tra i più caratteristici di Roma scelto anche da molti cittadini per correre fare attività fisica, che è un pugno nell'occhio.
"Una mattina la Sindaca di Roma si svegliò corrucciata e chiese al pittore di corte Calabrese: 'come possiamo ulteriormente deturpare questa città ingrata?'. 'Mia sindaca, rispose il pittore, abbiamo fatto tutto il possibile per punire i romani: sporcizia, traffico, declino. Abbiamo rinunciato alle Olimpiadi e cancellato il Colosseo per far capire ai romani quanto indegni essi siano'. 'Non mi basta!'. “Potremmo, o magnifica sindaca, buttare una colata d’asfalto sul Tevere?' 'Ecco si mio diletto così va bene, procedi', e così fu", scrive Calenda in un afflato polemico-poetico. E non deve essere andato troppo lontano dalla realtà.
Una mattina la Sindaca di Roma si svegliò corrucciata e chiese al pittore di corte Calabrese: “come possiamo...
Ciro Grillo, anche botte e schiaffi alla ragazza. Cosa spunta dalle carte (e sul video choc)
Non cala il clamore sulla vicenda giudiziaria legata al figlio di Beppe Grillo, Ciro Grillo, indagato per violenza sessuale di gruppo insieme ad altri tre giovani della Genova bene ai danni di una ragazza di 19 anni conosciuta in vacanza, in Sardegna. Nuovi dettagli emergono dalle indagini mentre si avvicina il momento delle richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione per il rampollo del fondatore del Movimento 5 Stelle e i suoi amici. A svelare un nuovo aspetto contenuto nelle carte dell'inchiesta condotta dalla Procura di Tempio Pausania
Le due ragazze - quella che ha denunciato era in compagnia di una amica - sostengono entrambe di essere state abusate, riporta Repubblica, "seppur in modi e in orari diversi" al termine di una serata con alcol dopo l'incontro tra le comitive al Billionaire, il locale di Porto Cervo. La Procura sta passando al vaglio i fatti "come quegli schiaffi sulla schiena inferti a Silvia (nome di fantasia, ndr) durante il rapporto sessuale di cui si trova traccia negli atti del fascicolo di indagine del procuratore di Tempio Gregorio Capasso e del sostituto Laura Bassani", riporta il quotidiano. Elementi che potrebbero essere considerati dagli inquirenti per dimostrare la violenza.
ALASKA: NELLE FANTASTICHE TERRE SELVAGGE
Un viaggio in una terra tutta da scoprire
Estate 2019: I Viaggi di Maurizio Levi propone un viaggio in Alaska, per immergersi nella natura selvaggia e nella storia di un Paese tutto da scoprire. Senza dubbio un viaggio in queste terre sarà intenso , vario e memorabile. Posizionato nella parte nord occidentale degli Stati Uniti d’America, l’Alaska confina ad ovest con lo stretto di Bering nel quale è presente l’isola chiamata Piccola Diomede. Dista soli 4 chilometri dall’isola Grande Diomede, che però appartiene alla Russia. Passando da un’isola all’altra si “attraversano” 21 ore di differenza di fuso orario.
I picchi innevati, le verdi pianure, gli imponenti ghiacciai perenni, le dolci colline, i boschi di conifere, le ampie distese della tundra artica, sono soltanto alcune delle memorabili immagini che riempiranno gli occhi del viaggiatore.
La presenza dell’acqua è costante in queste terre e si manifesta in ogni forma. Ghiacciai, bacini lacustri, calmi e sinuosi ruscelli, fiumi con rapide e cascatelle, profondi fiordi e baie appartate fino ai più pittoreschi e vivaci porticcioli.
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