A sentire il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, la decisione della Germania di sospendere il vaccino di AstraZeneca e Università di Oxford è stata “fattuale”, “non politica” e presa “per pura cautela”. Tutto sarebbe partito da una raccomandazione del Paul Ehrlich Institute in merito ad alcune segnalazioni di trombosi venose presumibilmente collegate alla somministrazione del vaccino AZD1222.
Anche se i numeri erano bassissimi – in quelle ore si parlava di 7 casi (3 decessi) su 1.6 milioni di vaccinazioni effettive – il governo tedesco ha deciso di sospendere AstraZeneca, influenzando, di fatto, le Cancellerie di mezza Europa. Nel giro di qualche giorno, l’allarme sul vaccino realizzato dall’azienda anglo-svedese è rientrato come se niente fosse accaduto. L’Ema, l’Agenzia europea del farmaco – colta di sorpresa da un’iniziativa a quanto pare partita dalla Germania – ha sostanzialmente confermato il suo semaforo verde.
Ogni Paese membro dell’Ue ha tuttavia deciso di muoversi in maniera del tutto autonoma, tra chi ha scelto di riprendere regolarmente le iniezioni dell’AstraZeneca (Italia), chi ha posto qualche limite d’età (Francia, solo agli over 55) e chi ancora non intende saperne nulla (Finlandia). Com’era prevedibile, insomma, il caso AstraZeneca è rientrato con la stessa rapidità con cui era stato sollevato. Il problema, adesso, è che l’immagine di quel vaccino sarà danneggiata per sempre.
Vacanze e weekend in Liguria: cosa vedere e dove andare
Liguria: da Genova a Camogli fino a Savona e alle Cinque Terre, scopri il tuo itinerario tra le città e le principali località della regione
Dalla Riviera di Levante a quella di Ponente, la Liguria, terra di confine schiacciata dalle Alpi sul mar Tirreno, deve alla conformazione territoriale la sua unicità: le stradine scoscese, i borghi arroccati e le spiagge strette e rocciose la rendono una delle regioni più suggestive d’Italia, un nastro di colori, natura e storia lungo l’antica via Aurelia.
Ma la Liguria dà il meglio di sé anche in montagna, lungo la Via dei Monti Liguri, da cui ammirare in contemporanea la Corsica e Gorgona, il Monviso e il Massiccio del Rosa. O in collina, tra gli ulivi e i vigneti che punteggiano la Riviera di Ponente. Perdendosi nei profumi di bosco, di orto e di mare, alla scoperta di itinerari enogastronomici tra i più gustosi d’Italia.
Nella regione si conta un Parco Nazionale, quello delle Cinque Terre, l’omonima Area Marina Protetta e 9 Parchi Naturali Regionali, tra cui quello di Portofino, del Monte Beigua, dell’Aveto e di Portovenere. L’isola Gallinara, Rio Torsero, Bergeggi e Adelasia sono Riserve Naturali Regionali.
Vacanze in Italia: la mappa delle guide, regione per regione
Cosa visitare in Liguria: borghi, natura e città
Genova, il capoluogo della Liguria, antica Repubblica Marinara, è una città tenace che ha saputo rialzarsi ogni volta, anche dalle recenti alluvioni devastanti e dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi.
Matteo Salvini, cinque nuovi arrivi nella Lega in Sicilia: il trionfo nel giorno di Open Arms
Il partito di Matteo Salvini sbanca in Sicilia. Mentre il segretario del Carroccio è a Palermo per il caso Open Arms con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio, diversi nuovi ingressi nella Lega contribuiscono a rafforzare il partito nella Regione. Si tratta di tre new entry ad Agrigento, di un nuovo consigliere comunale a Catania e di un altro a Palermo.
Ed è proprio nel capoluogo siciliano che il Carroccio fa grandi passi in avanti. Infatti, come riporta l’Adnkronos, tocca quota 4 esponenti a Palazzo delle Aquile, esattamente come Forza Italia di Silvio Berlusconi. Il leader leghista, proprio oggi a Palermo per l’udienza preliminare, ha potuto così toccare con mano e vedere da vicino la crescita del partito, guidato a livello regionale da Nino Minardo.
Come fanno sapere fonti del partito, Matteo Salvini, preso atto di questo nuovo trionfo, starebbe pensando già alla prossima battaglia: quella sui rifiuti. La Lega, infatti, ha già chiesto la realizzazione di due termovalorizzatori per prevenire ed evitare l'emergenza immondizia nell'isola siciliana. Intanto oggi la Procura della Repubblica di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il leader leghista per il caso Open Arms, che risale all'agosto del 2019, quando Salvini, all'epoca dei fatti ministro dell'Interno, vietò lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola.
Coronavirus, una compressa per curare la malattia da casa. Ad aprile la sperimentazione, Matteo Bassetti: "Molto promettente"
Una compressa per curare il Covid da casa: la sperimentazione di un nuovo farmaco contro il virus partirà tra qualche settimana a Genova, in Liguria. A parlarne è stato l'infettivologo Matteo Bassetti nel corso di un'intervista a Primocanale: "Non abbiamo mai smesso di fare ricerca come molti altri centri italiani di malattie infettive". Poi, parlando del farmaco, il Molnupiravir, ha aggiunto: "E' molto promettente, con una potente azione antivirale e ha il grande vantaggio di essere disponibile in pastiglie". Da qui l'avvertimento: “Entro due settimane lo sperimenteremo" all'ospedale San Martino di Genova.
Bassetti ha fatto anche il paragone con un'altra terapia contro il Covid, quella a base di anticorpi monoclonali, partita da poco nelle strutture sanitarie italiane. "Mentre oggi portiamo in ospedale i pazienti per fare i monoclonali, domani forse avremo una cura che ci consentirà di trattare il virus da casa - ha spiegato l'esperto, sottolineando una differenza notevole tra i due farmaci -. Anziché dare la cura antibiotica per una polmonite batterica a casa con gli antibiotici per via orale, potremo magari utilizzare un antivirale attivo nei confronti del virus a casa".
Si tratta sicuramente di un’opportunità in più nella dura lotta contro il Covid. "Speriamo di partire presto con la sperimentazione e di avere dei dati pronti per la fine dell’estate in modo che il farmaco possa essere approvato il prima possibile", ha concluso il direttore della clinica Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti.
«Niente spettatori stranieri alle Olimpiadi di Tokyo»: Giappone e Cio blindano i Giochi
Gli spettatori stranieri non potranno assistere alle Olimpiadi e alle successive Paralimpiadi di Tokyo. Dunque, confini chiusi in Giappone in vista dei Giochi, che si terranno rispettivamente dal 23 luglio all’8 agosto e dal 24 agosto al 5 settembre. La decisione, ampiamente attesa e assunta in prima battuta dalle autorità competenti giapponesi, è stata poi condivisa dal Cio e dall’Ipc, il comitato paralimpico. Insomma, il Covid non dà tregua alle Olimpiadi, che a causa della pandemia avevano già subito il rinvio di un anno.
Niente spettatori stranieri per le Olimpiadi di Tokyo
La prima riunione è stata quella tra la presidente del comitato organizzatore, Seiko Hashimoto, la ministra dello Sport in rappresentanza del Governo, Tamayo Marukawa, e la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike. Successivamente, la parte giapponese, con un collegamento online, si è confrontata con il presidente del Comitato olimpico (Cio), Thomas Bach, e del Comitato paralimpico (Ipc), Andrew Parsons, che hanno a loro volta validato la decisione.
I biglietti già acquistati saranno rimborsati
Alla base della decisione c’è l’andamento globale della pandemia che, hanno sottolineato Cio e Ipc in una nota, rende «altamente improbabile l’ingresso in Giappone in estate per coloro che vengono da fuori». Dunque, per evitare il caos, anche alla luce del fatto che in molti avevano già acquistato i biglietti, i responsabili dell’organizzazione hanno ritenuto necessario intervenire preventivamente, assicurando che saranno rimborsati.
«Il sì Ema a Sputnik solo dopo giugno»: Mosca invita gli Stati a fare da soli. Ma Draghi aspetta
Dimenticate l’Ue. Per avere il vaccino russo Sputnik in tempi rapidi l’unica strada è quella della decisione nazionale. Kirill Dmitriev, ad del Fondo russo di investimenti diretti (Rdif), che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del siero, lo ha fatto capire chiaramente nel corso di un’intervista con il quotidiano tedesco Berliner Zeitung, spiegando che con il ruolino di marcia dell’Ema la conclusione della revisione avrà «ancora tempi lunghi».
L’Ema approverà Sputnik dopo giugno. Forse
Dmitriev ha pronosticato l’eventuale approvazione «dopo giugno». E «se sarà approvato – ha chiarito – potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni persone nell’Ue entro tre, quattro mesi». Invece, gli Stati che daranno il via libera autonomamente potrebbero avere le prime dosi già dal mese prossimo. Quindi, ha chiarito l’ad del fondo sovrano russo, che è anche responsabile della distribuzione internazionale dello Sputnik, la Russia si aspetta che, dopo l’Ungheria, altri Paesi dell’Ue approvino il vaccino a prescindere dalla valutazione dell’Ema.
L’Ue avverte le Big Pharma: senza consegne vaccino pronta a sequestro dosi
“Non credo sarà necessario. Ma se saremo costretti a farlo, lo faremo”. Le parole di Frans Timmermans, a metà strada tra un avvertimento e una minaccia, anticipano le future mosse di Bruxelles sui vaccini anti Covid. Nel mirino del vice presidente della Commissione europea ci sono loro: le case farmaceutiche. In ritardo con le consegne in Europa, le Big Pharma sembrano molto più interessate a spedire le dosi nei Paesi extra Ue, forse attratte da accordi più consistenti e incoraggiate da penali pressoché irrisorie.
Sarà che l’Unione europea ha stipulato con le suddette aziende intese a dir poco sconvenienti, salvo poi accorgersi soltanto in un secondo momento di aver combinato un mezzo pasticcio, ma la realtà è evidente: pressoché tutte le società autorizzate a vendere il loro vaccino sul mercato europeo hanno improvvisamente tagliato le spedizioni destinate verso il Vecchio Continente. E così, nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica, Timmermans ha sganciato la bomba che nessuno si aspettava.
A quanto pare esiste l’eventualità del sequestro dei vaccini da parte dell’Ue a danno aziende che non dovessero rispettare le consegne. Il socialista olandese sarebbe favorevole a seguire questa linea? Le sue parole sono emblematiche: “Aspettiamo di vedere che cosa succede. Se non rispettano gli impegni previsti dal contratto dobbiamo agire ed è esattamente quello che stiamo facendo”, ha aggiunto commentando la lettera di messa in mora inviata dalla Commissione ad AstraZeneca.
Coronavirus, Pietro Luigi Garavelli: "Mai vaccinare durante un'epidemia, il Covid reagirà mutando"
Vaccinare in piena pandemia è sbagliato. Parola di Pietro Luigi Garavelli. Il primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara non usa giri di parole per spiegare quanto potrebbe accadere in Italia. "È dimostrato che ormai Sars Cov 2 è presente nella popolazione tutto l’anno - premette in una lunga intervista ad Affaritaliani.it -. I portatori sani sono milioni di italiani. Per cui assistiamo a brevi ondate epidemiche a scadenza di mesi le une dalle altre, come è normale che avvenga". Così come è normale che in giro ci siano migliaia di varianti. E proprio su questo aspetto lancia un'avvisaglia: "In questa situazione, a non essere normale è una cosa che si impara al primo anno di specializzazione. Ovvero, non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi. Con un virus RNA o si trova un denominatore comune su cui montare il vaccino o, facendo vaccini contro le spike che mutano, non hai speranza di arrivare prima di lui. Lo ricorreremo sempre, ripeto, tende a mutare velocemente". Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che rischia di ribaltare le credenze sul coronavirus e non solo.
Garavelli si muove controcorrente anche sul lockdown. Nelle settimane in cui la maggior parte del Paese si trova a fare i conti con la zona rossa e una serrata totale per Pasqua, l'esperto avverte: "Il lockdown è una misura di isolamento che serve per patologie da contatto, come l’Ebola". A suo dire dunque la chiusura totale con l'azzeramento delle relazioni sociali è controproducente: "Allo stato attuale delle cose - prosegue - quando il virus è ormai endemico, un lockdown funzionerebbe se ad esempio avvenisse nello stesso lasso temporale in tutto il mondo e si vaccinassero contestualmente le persone con un vaccino risolutivo".
Da qui la sua conclusione: "Il virus Sars Cov 2 muta costantemente ma non ha ancora ridotto la sua virulenza, ci vorranno forse anni. In pratica, dobbiamo conviverci, rispettare le misure prudenziali e, oserei dire, curare a casa. Chiudere la società e la vita a tratti, non ha davvero senso", perché il "Covid è una patologia respiratoria di una certa importanza ma non si discosta da certe influenze".
Renzi sfida Letta sul riformismo e avverte: «Il Pd spezzi la catena dell’odio creata da Grillo»
Quattro sfide al Pd «in nome del riformismo». I sondaggi implacabilmente sotto il tre per cento non consigliano prudenza a Matteo Renzi. Tutt’altro. Il leader di Itavia Viva vede in crisi il suo ex-partito e decide di affrontarlo come farebbero agili vascelli contro una flotta di galeoni: manovre rapide ed improvvise inversioni di rotta per disorientare il nemico. Da qui la quadruplice sfida su giustizia, Sud, diritti e lavoro da lui lanciata al Pd dall’assemblea nazionale di Iv.
«Confronto su giustizia, Sud, diritti e lavoro»
«Siete dalla parte di diritto e civiltà giuridica o state con Bonafede e Travaglio? Al Sud si va avanti con assistenzialismo e reddito di cittadinanza o sbloccando le infrastrutture? I diritti ci si limita ad auspicarli o si fanno? Perché si è riformisti non se i diritti si evocano, ma se le riforme si fanno. Il lavoro lo creano le imprese, non i sussidi. Come fu con Jobs Act e decontribuzione». Renzi non resta indifferente al cambio della guardia al vertice del Nazareno. Saluta Enrico Letta come una «grande novità» rispetto ai tempi di Zingaretti, ma – aggiunge – «ora servono fatti». Del nuovo leader gli sono piaciuti il riferimento alla nuova legge elettorale, sebbene resti scettico che ne sarà approvata una diversa dall’attuale («non se ne farà niente»), e la condivisione senza riserve dell’agenda Draghi.
Fabrizio Corona arrestato e ricoverato, Nina Moric infierisce: "Cosa mi hanno fatto lui e sua mamma"
Nina Moric torna a parlare di Fabrizio Corona, ricoverato in psichiatria all’ospedale Niguarda di Milano, in attesa di essere trasferito in carcere. La modella croata, tramite il suo legale, aveva fatto sapere di non voler commentare la vicenda giudiziaria dell'ex marito, “nel rispetto umano della persona di Fabrizio Corona”. Ma ha rivelato, tramite i social, qualche retroscena particolare proprio sull'ex re dei paparazzi.
La Moric, replicando a un follower che l’ha invitata ad aiutare Corona sostenendo erroneamente che in passato il tribunale le tolse il figlio e che Fabrizio le concesse di vederlo, ha risposto che è stata la madre di Fabrizio e lo stesso Corona a toglierle il figlio. Tramite un giudice amico della famiglia Corona.
Nel frattempo Corona continua lo sciopero della fame e della sete. Intanto la Cassazione ha deciso che Fabrizio Corona dovrà scontare di nuovo 9 mesi di reclusione che aveva già scontato, in affidamento terapeutico, tra febbraio e novembre 2018. La corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di Corona. Ricorso contro quanto stabilito lo scorso 13 ottobre dal Tribunale di Sorveglianza di Milano in accoglimento della richiesta del pg milanese Antonio Lamanna.
L’avvocato Ivano Chiesa, comparendo in un video sui profili social di Corona, ha così commentato l’evolversi della situazione del suo assistito: "Nelle scorse ore, sempre sul profilo Instagram di Corona, è apparso un post che ha ricordato che oggi è la Festa del papà. Il messaggio ha cercato di sensibilizzare sul tema della distanza. Vale a dire di quei padri e di quei figli che per cause di forza maggiore non possono abbracciarsi in questo momento". Chiaro il riferimento al fatto che oggi non potrà vedere Carlos, il figlio che ha avuto da Nina Moric.
“Generazione Covid”, occhio a quei giovani che stanno pagando le conseguenze della pandemia
In questi complicati tempi di pandemia, c’è una fetta consistente di popolazione di cui spesso tutti parlano ma di cui nessuno si ricorda, ossia i giovani dai 18 ai 30 anni. Eppure, guardando all’aspetto prettamente sociale, le restrizioni necessarie al contenimento del virus hanno un impatto maggiore proprio sui giovani, che hanno visto cambiare totalmente le loro abitudini relazionali, con la pandemia che ha “spostato” letteralmente le gioie e dolori, gli amici e lo studio sulle piattaforme virtuali e sui social network. Senza tenere conto, poi, della profonda crisi occupazionale che serpeggia per questa categoria – già prima del Covid poco fortunata – e che ora vede ridursi ogni spiraglio lavorativo a causa della pandemia. Qualcuno ha deciso di comprendere cosa pensa la cosiddetta Generazione Covid. Lo hanno fatto altri giovani, nello specifico 201 studenti dell’Università dell’Insubria che hanno realizzato un’indagine sociologica mirata, coinvolgendo ragazzi di 109 province da ogni regione d’Italia – per l’85% di età compresa tra 18 e 25 anni – che, in questo modo, hanno potuto raccontare come stanno affrontando l’emergenza Covid e tutte le sue implicazioni dalla prospettiva di una generazione in bilico.
La Generazione Covid, i risultati dell’indagine
Come prevedibile, i risultati dell’indagine sottolineano come il 57% giovani intervistati stiano vivendo il Covid con angoscia e preoccupazione, seppur con un 40% che ha manifestato un notevole spirito di adattamento alla realtà. L’angoscia si riflette su diversi aspetti, con il 23% dei ragazzi che ha avvertito un netto peggioramento dei rapporti personali e sentimentali, messi ovviamente a dura prova dalla distanza obbligata delle misure anti-contagio. Il picco delle preoccupazioni, però, si raggiunge quando si parla di futuro: 84 giovani su 100 pensano che i livelli occupazionali peggioreranno mentre solo l’1,8 % ritiene possibile un miglioramento, con il 13,2 % che pensa che trasferirsi all’estero sia ormai una scelta obbligata epr trovare futuro.
Sileri non si nasconde: "Errori e ritardi, l'Italia ha sofferto l'impreparazione"
Il sottosegretario alla Salute mette a nudo le colpe sulla gestione dell'emergenza Coronavirus: "Ecco cosa non ha funzionato fin dai primi giorni"
"Alcuni sbagli sono stati fatti all'inizio. L'Italia ha sofferto l'impreparazione". Pierpaolo Sileri non si nasconde e ammette le difficoltà riscontrate dal governo italiano nella strategia di lotta al Coronavirus.
Il sottosegretario al Ministero della Salute è intervenuto in occasione di un appuntamento di approfondimento in collegamento con il Collegio Augustinianum dell'Università Cattolica di Milano per parlare dell'emergenza Covid-19 che da oltre un anno si è abbattuta sull'Italia. Presenti all'incontro anche Andrea Indini e Giuseppe De Lorenzo, note firme de ilgiornale.it e autori de Il libro nero del Coronavirus contenente i retroscena e i segreti della pandemia che ha sconvolto il nostro Paese.
Il senatore ha fatto luce soprattutto sulla prima fase dell'emergenza, quando si è riscontrata la positività dei due turisti cinesi: "Tutto ciò ci ha fatto scoprire alcune fragilità del nostro sistema. La prima in assoluto la carenza di un piano pandemico e la sua reale applicazione. Il piano pandemico è un documento preparatorio che trova applicazione quotidiana: non nasce dal momento in cui arriva la pandemia ma quando si tratta di formazione, preparazione, esercitazione e coinvolgimento. Solo dopo scatta".
"Chiedevamo l'ossigeno dei morti". Ecco l'orrore patito da Bergamo
La Val Seriana un anno dopo la carovana di bare. La corsa per trovare una bombola. E le salme lasciate in casa per giorni
In occasione della Giornata per le vittime del Covid, per gentile concessione dell'editore Historica, pubblichiamo un estratto del Libro nero del coronavirus di Giuseppe De Lorenzo e Andrea Indini.
«I ragionamenti, chiaramente, si fanno sui dati ufficiali – ci racconta una insegnante della zona – ma la situazione, qui a Bergamo, è stata molto peggiore di quei numeri». A Nembro e ad Alzano Lombardo, come in tutti i paesi della Val Seriana, a parte gli ospedalizzati, moltissime famiglie si sono chiuse in casa a lottare per la vita. «Anche se non ci hanno colpiti direttamente, sentiamo il peso di tutti quei lutti e, purtroppo, ora che la situazione sta lentamente migliorando e la mente è più lucida, iniziano a emergere grandi domande su come è stata combattuta questa emergenza».
Il 15 maggio, dieci giorni dopo l’inizio della «fase 2», i pazienti Covid nelle terapie intensive delle Asst Bergamo Est e Bergamo Ovest si sono azzerati. Il peggio sembra passato. Nei giorni di picco i malati ricoverati erano circa duecento. Nessuno, però, può accantonare il dolore. «Abbiamo vissuto giorni tremendi a contare i morti nei nostri quartieri – racconta ancora l’insegnante – a vedere ambulanze e a chiederci per chi dei nostri condomini fossero venute...». Chi ha patito l’orrore di quei giorni ci racconta di quanto fossero poche le bombole di ossigeno a disposizione: «Ad un certo punto questo ha portato alcune persone a telefonare alle famiglie dei defunti per sapere se per caso gli era avanzata mezza bombola». E chi ha visto morire il proprio caro in casa, a volte ha dovuto attendere anche fino a quattro giorni prima di veder arrivare qualcuno a ritirare la salma. «Tutta l’Italia è stata colta impreparata dal coronavirus – ci raccontano – ma Bergamo è stata una terra abbandonata a se stessa».
Serve il caffè in una tazzina di ceramica: 400 euro di multa. Ira di Giorgia Meloni
Con un lungo post sul suo profilo Facebook, Giorgia Meloni si è offerta di pagare la multa a un barista e un cliente multati per un caffè servito in tazzina di ceramica e non usa e getta
Molte zone del Paese da lunedì sono entrate in zona rossa, ossia in un regime di lockdown quasi totale che impone la chiusura della maggior parte delle attività commerciali e di tutte le attività di ristorazione, con regimi ancora più stringenti rispetto alla zona arancione.
L'unica eccezione per questi ultimi è l'asporto o il delivery, soluzioni che permettono a ristoranti e bar di fare qualche incasso anche se non sufficiente per la maggior parte delle volte a far fronte a tutte le spese. In uno dei suoi ultimi post, Giorgia Meloni racconta con indignazione proprio la storia di un barista, incappato in un controllo da parte delle forze dell'ordine, che gli hanno comminato una multa da 400 euro come impongono le norme per arginare il contagio da coronavirus.
"Nella stessa Italia degli immigrati che entrano clandestinamente e vengono accolti a braccia aperte, degli spacciatori che bivaccano nei parchi pubblici, dei centri sociali occupati da anni e delle loro attività illegali, lo Stato multa pesantemente un ristoratore - che aveva appena alzato la serranda del bar - per aver servito un caffè in una tazzina di ceramica anziché in quella usa e getta", scrive Giorgia Meloni. La storia raccontata sul suo profilo Facebook è comune moltissimi altri imprenditori italiani. Perché al barista è stata comminata la multa? Presupponendo che in zona rossa e arancione l'unica somministrazione di cibo e bevande consentita sia da asporto o in delivery, servire il caffé in una tazzina in ceramica per le forze dell'ordine è stato sinonimo di servizio al banco.
"E insieme al lui anche il cliente che ha consumato il caffè. Uno Stato forte con i deboli e deboli con i forti, veloce a multare la gente ma lentissimo nel potenziare i mezzi pubblici, nel ristorare le imprese, nel fermare la burocrazia e abbassare le tasse", prosegue Giorgia Meloni. La norma prevede che a essere oggetto di sanzione non sia solo chi somministra ma anche chi usufruisce del servizio offerto. Fin dallo scoppio dell'epidemia, alle forze dell'ordine è stato chiesto di attuare la legge ma con la clausola del buon senso. Questo soprattutto alla luce delle grandi difficoltà che da un anno gli imprenditori stanno vivendo sulla loro pelle.
Aggredito da una specie di condor, eccomi ko con piede fratturato
Può succedere in due soli posti al mondo: sulla cima delle Ande o nel centro di Roma. Ed è qui che è successo proprio a me: alla mezzanotte fra giovedì 18 e venerdì 19 marzo mentre uscivo dalla redazione de Il Tempo si è levato in volo quello che nella notte sembrava un condor, con la sua apertura alare gigante. Invece atterrato al mio fianco ho capito che era un gabbiano speciale, di quelli enormi che ormai hanno nidificato nel centro di Roma. Una famiglia appunto ha preso residenza sopra palazzo Wedekind, sede del quotidiano di cui sono direttore.
Il bianco clone del condor, che di solito sbarca il lunario planando sulla testa di turisti atterriti a cui porta via dalle mani con rapidità il cono gelato o il pezzo di pizza che sbocconcellano, da quando è scattato il lockdown ha visto sparire dal suo radar i gustosi obiettivi, e quindi si arrangia come può puntando qualcosa o qualcun altro di passaggio. E' periodo in cui i piccioni con saggezza girano alla larga da queste parti, ben sapendo il rischio di finire nel pasto del condor.
Il supergabbiano mi si è avvicinato mentre cercavo di guadagnarmi l'uscita da piazza Colonna, che da tempo è stata sottratta come piazza Montecitorio ai romani, chiudendo ogni accesso con transenne e posti di polizia. Ma io lì dentro devo lavorare, e ovviamente a mezzanotte anche uscirne. Il condor invece non era della stessa idea, e ha cominciato a inseguirmi per sbarrarmi la strada nonostante avessi accelerato il passo. Lui aveva preso di mira il trolley che mi tiravo dietro e a un certo punto è partito all'attacco beccando. Per sfuggirgli ho aperto le transenne cercando di chiuderle immediatamente per lasciarlo a becco asciutto. Ma il piede è restato incastrato in una buchetta di sanpietrini, e... che dolore! Radiografia e frattura della base del quinto metacarpo. Certo che essere messo ko da un condor a Roma... dovevo girare le immagini, sarebbe stata gran scenetta comica...
Le reazioni avverse del vaccino Pfizer. Scatta il "cartellino giallo"
Perché AstraZeneca si e Pfizer no? Sono decine di migliaia le segnalazioni di effetti collaterali nel Regno Unito dopo la somministrazione del vaccino: tra gli eventi avversi più frequenti, disturbi del sistema nervoso e problemi gastro-intestinali
Nonostante l'ok di poche ore fa da parte dell'Ema, il vaccino di AstraZeneca viene ancora considerato (sbagliando) con molto scetticismo mentre Pfizer/BioNtech, nell'immaginario collettivo, è ritenuto un vaccino di "Serie A", sicuro ed affidabile.
Ma è davvero così? Siamo proprio sicuri che non abbia già causato numerose reazioni avverse?
Cosa dice il governo inglese
Un report del governo inglese, la fonte più autorevole possibile oltre Manica, fa un riepilogo generale prima di passare ai casi conclamati registrati fino al 7 marzo 2021 dopo 10,9 milioni di prime dosi del vaccino Pfizer/BioNtech. Durante gli studi clinici che hanno coinvolto più di 44mila partecipanti, le reazioni avverse più frequenti sono state dolore al sito di iniezione, affaticamento, mal di testa, mialgia (dolori muscolari), brividi, artralgia (dolori articolari) e febbre; ognuno di questi è stato segnalato in più di 1 persona su 10. "Queste reazioni sono state generalmente di intensità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Le reazioni avverse sono state riportate meno frequentemente negli anziani (oltre i 55 anni) rispetto ai giovani".
Le 15 Spiagge più belle della Sardegna
Quali sono le spiagge più belle della Sardegna? Tra insenature meravigliose, acque dal colore del cristallo e selvagge riserve naturalistiche, vi portiamo alla scoperta dei più bei tratti della costa sarda. Le spiagge sarde che abbiamo deciso di inserire nel nostro articolo sono perfette per tutte le tipologie di viaggiatore: dall’amante della privacy a quello in cerca di divertimento, passando per le famiglie con i bambini al seguito e i solitari a caccia di total relax. Alcune sono attrezzate e perfette per tutte le necessità, altre sono difficili da raggiungere e decisamente isolate ma ideali per restare lontani da assembramenti e preoccupazioni.
Ora che è sicuro viaggiare in Italia vi consigliamo di approfittare della bellezza delle regioni italiane e partire in tutta sicurezza alla scoperta del nostro Belpaese… cosa aspettate?
Sappiamo che viaggiare è difficile in questo momento. Insieme agli aggiornamenti sulle restrizioni dovute alla diffusione del Covid-19, vogliamo continuare a ispirarvi con nuovi contenuti di viaggio in modo che quando il mondo riaprirà le sue porte, sarete pronti.
Joe Biden, il presidente scivola tre volte sulle scalette dell'Air Force One
Scivola per ben tre volte mentre cerca di salire a bordo dell'Air Force One. Il presidente Usa, Joe Biden, cade sulla scaletta dell'aereo di Stato americano che lo porterà ad Atlanta, in Georgia, per incontrare la comunità sino-statunitense.
Joe Biden stumbles on steps of Air Force One - YouTube
Ogni volta il presidente sembra perdere l'equilibrio ma si rialza immediatamente, la scena a ripetizione fa il giro del mondo: nel video immortalato dai media si vede Biden salire le scale, cadere, rialzarsi, cadere ancora e rialzarsi poi ripiombare a terra. Alla fine il presidente si tocca il ginocchio e riparte fifinché non arriva in cima, e dopo essersi voltato, saluta.
"Italiane fuori? Colpa della palla". Ma non è vero: bufera su Caressa
"È quello che ci sta facendo pagare in Europa. Noi abbiamo un pallone più lento, meno pesante", questo il commento di Caressa che ha diviso i social durante Real Madrid-Atalanta
Fabio Caressa e Giuseppe Bergomi hanno commentato per Sky Sport l'ottavo di finale di ritorno tra il Real Madrid di Zinedine Zidane e l'Atalanta di Gian Piero Gasperini.
Durante la sfida, però, il telecronista e giornalista ha fatto una dichiarazione che non è rimasta inascoltata con molti utenti sui social che ne hanno contestato la veridicità. "È quello che ci sta facendo pagare in Europa. Noi abbiamo un pallone più lento, meno pesante, rispetto a quello che gira nel resto d’Europa", questo il commento di Caressa in riferimento alle difficoltà delle italiane in Europa.
Vaccini e profitto: la rischiosa linea rossa di Pfizer
Buona parte delle ricerche andate a buon fine per l’accelerata sperimentazione di più vaccini contro il Covid-19 e finanziate da contributi pubblici e privati in uno sforzo scientifico senza precedenti per l’industria farmaceutica hanno contribuito a produrre antidoti per il Sars-Cov-2 efficaci e disponibili in tempi brevi.
Lo sforzo delle compagnie e dei governi è stato senza precedenti: Pfizer, ad esempio, ha investito 2 miliardi di dollari nella ricerca, ha ampliato le linee produttive, ha usufruito dell’asse con la tedesca Biontech per lo sviluppo del suo vaccino a mRna, ha sviluppato strutture logistiche e capsule speciali per il trasporto di un prodotto non conservabile a temperatura frigo. Non c’è alcuno scandalo nel dire che questo ha, comprensibilmente, causato un ritorno notevole sugli incassi della compagnia: da 42 miliardi di dollari di fatturato nel 2020 il gruppo prevede di salire a almeno 59-61 miliardi grazie al contributo extra del vaccino, da cui nel 2021 incasserà circa 15 miliardi di dollari.
Il successo globale di Pfizer
Il margine di Pfizer sul vaccino va dal 25 al 30%, e nei piani dell’ad Albert Bourla esso dovrà essere mantenuto e incentivato garantendo un miglioramento delle economie di scala, della logistica e della proiezione di un antidoto rivelatosi, ad ora, decisivo per le campagne vaccinali dei Paesi in testa alla corsa: gli Usa, ovviamente, a cui si aggiungono in Europa il Regno Unito e la Serbia, in Asia Israele e gli Emirati Arabi, in Africa il Marocco e in Sud America il Cile. Stati che hanno usufruito della capacità di Pfizer di mantenere attiva la capacità produttiva sui livelli promessi.
Vaticano, Joseph Ratzinger nomina un ambasciatore: "Come un Papa regnante", il caso ignorato dai media
Totalmente ignorata dai grandi media, una rara visita è stata concessa lunedi scorso da Benedetto XVI a Lorenzo Festicini, presidente di un'unione umanitaria chiamata Istituto Nazionale Azzurro, vicina al cardinal Comastri, conservatore, appena pensionato insieme al cardinale Sarah. Il giornale Reggio Today ha pubblicato foto autorizzate dell'incontro, previamente diffuse dall'Istituto. Stupisce che il Corriere della Sera, il 21 marzo, non ne avesse pubblicate di proprie, relative all'ultima intervista di Massimo Franco, come fatto, invece, in quella del 2019. Un'insolita scelta editoriale del Corriere, o una mancata concessione da parte dell'intervistato? Comunque, Ratzinger appare in ottima forma: sorridente e ben lontano da quell'«agonia» di cui si scriveva in agosto, fasciato dalla talare bianca che porta fin dal 2013 giustificandosi col dire che all'atto della rinuncia non aveva altri abiti.
IL MUNUS SPIRITUALE
Ma la sorpresa è che Benedetto ha nominato Festicini «Ambasciatore di Pace»: come confermato dall'interessato, si tratta di «una nomina puramente spirituale, di una benedizione per la sua attività umanitaria in Benin». Tuttavia, il gesto di nominare un ambasciatore (prerogativa del papa regnante) sebbene simbolico, arriva in un momento bollente: è appena uscito «Benedict XVI: pope emeritus?» un testo giuridico della giurista Estefania Acosta che afferma come Benedetto sia l'unico papa proprio perché ha mantenuto il munus spirituale, l'incarico divino, e che la sua rinuncia (con gravi errori di latino) sia stata scritta volutamente invalida per svelare e annullare i «golpisti» a tempo debito.
Putin sfida Biden: «Facciamo un confronto in diretta mondiale, così capiamo chi è l’assassino»
Un assassino? Vladimir Putin non porge l’altra guancia e dopo aver risposto con fermezze ma con ironia alle accuse di Joe Biden, passa alle proposte. Una sfida in diretta mondiale, un colloquio in video, ma di fronte a tutti, la prosecuzione del primo confronto telefonico fra i due presidenti, avvenuto su iniziativa del Presidente americano, poco dopo il suo insediamento alla Casa Bianca. “Proseguiamo la nostra discussione aperta, diretta, online”. “Sarebbe interessante per i russi e per gli americani e di molti altri Paesi”, dice Putin.
La Casa Bianca frena sulle accuse di Biden a Putin
“Nell’altro vediamo sempre le nostre qualità, e questo vale anche per noi”, ha dichiarato Vladimir Putin commentando le parole usate da Joe Biden, in una videoconferenza con residenti della Crimea nell’anniversario dell’annessione della regione nel 2014. La Russia continuerà a lavorare insieme agli Stati Uniti laddove questo “risponderà agli interessi” di Mosca, ha aggiunto il Presidente russo.
La Casa Bianca, però, ha smorzato i toni. Gli Stati Uniti sono “fiduciosi di poter continuare a cercare” di lavorare insieme alla Russia per “affrontare interessi nazionali reciproci”, ma “il presidente Biden chiaramente non si tratterrà quando ha preoccupazioni, sia con le parole che con le azioni”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, rispondendo alle domande sulle risposte date da Vladimir Putin al Joe Biden che l’ha definito “un killer”.
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