Lasciano il Movimento 5 Stelle sia Giorgio Bertola sia Francesca Frediani. E sono due addii pesanti e significativi: il primo è stato il candidato governatore in Piemonte appena nel 2019, la seconda è una storica attivista in Valdisusa. Entrambi, insomma, hanno incarnato l'anima grillina in una regione che tra le prime ha consegnato le chiavi del governo ai 5 Stelle. Bertola e Frediani definiscono la loro decisione "sofferta", ma con critiche pesanti ai vertici del Movimento. "Da troppo tempo sul mio territorio il M5S è assente, chi era accanto a me fino a qualche tempo fa è scomparso, disilluso se non proprio arrabbiato - attacca la Frediani -. Non erano loro a dover andare via, così come ora non dovrei essere io ad uscire. Ma questa nostra casa è diventata invivibile".
Le fa eco Bertola: "Vivo da mesi come un innamorato deluso, giunto alla fine di un vero amore. Volevamo cambiare il sistema ma il sistema ha cambiato, in parte, il M5s. Dovevamo essere gli anticorpi al malessere della politica, ma ci siamo rivelati corruttibili alle stesse logiche distorte e una picconata dopo l'altra abbiamo assistito alla demolizione dei nostri valori e identità". Dopo l'uscita di 4 consiglieri comunali a Torino, insomma, un altro campanello d'allarme per il Movimento. O meglio, il fu M5s.
Matteo Salvini animale da social: "È il principale twittatore del 2020", neanche la pandemia riesce a metterlo all'angolo
Matteo Salvini è una figura dominante dal punto di vista dei social, capace di catalizzare l’attenzione anche durante un’emergenza sanitaria a tratti drammatica come quella scatenata dal coronavirus. È quanto emerge dal report di Utopia, che ha analizzato l’attività dell’intero 2020: il segretario della Lega è il principale “twittatore”, con la sua macchina organizzativa che è riuscita a piazzare in vetta hashtag che lo riguardano nonostante la pandemia.
Anzi, rispetto a tutti gli altri Salvini è quello che più si distingue per la capacità di mescolare la comunicazione personale a quella politica e di partito: è riuscito a dominare i social pur venendo meno temi tradizionali come l’immigrazione e la crisi economica, relegati in secondo piano dall’emergenza sanitaria. Allo stesso tempo però un uso così intenso dei social come quello di Salvini è corrisposto nell’ultimo anno a un calo del numero di mi piace e di condivisioni della Lega che, come Fratelli d’Italia, si rivolge all’intera massa di utenti. Mentre il M5s, che invece twitta molto di meno, ha un elevatissimo tasso di engagement perché punta a un pubblico più targettizzato. Poi è interessante notare come i tre partiti che fanno registrare maggiori interazioni in base al numero di seguaci siano Italia Viva e Azione, segno che dispongono di una base poco numerosa ma molto attiva.
La Lamorgese minaccia di pedinarci a Capodanno pure via social
La Lamorgese passerà la fine dell’anno a spiarci sui social. O meglio, a farci spiare e controllare da settantamila uomini che ha messo in campo per evitare che si possa festeggiare la fine di questo maledetto 2020.
Quel che infastidisce non sono solo i controlli che arrivano fin quasi dentro le nostre case. Ma soprattutto la prosopopea con cui vengono annunciati, la volontà evidente di intimidire i cittadini che si preparano solo a un brindisi per sperare in un anno migliore.
Macchè, al Viminale sembrano in assetto di guerra per mandarci di traverso il cenone che faremo dentro le nostre abitazioni.
Ogni giorno di più tutto sembra assomigliare ad un regime totalitario dove lo Stato pretende di sapere qualunque cosa di noi. Ed è davvero intollerabile. Anche perché i cittadini hanno dimostrato di sapersi autodisciplinare, a differenza di un governo che ha fatto solo un gran casino sul Covid.
Luciana Lamorgese ha voluto assicurare che i controlli verranno fatti non soltanto sulle strade, “ma anche online”. “Questa volta per le feste sappiamo che tramite richiami sui social, qualcuno sta cercando di individuare delle strutture dove riunirsi. Noi faremo gli interventi necessari affinché si eviti di ripetere ciò che è successo questa estate, quando con le discoteche aperte e la partecipazione dei giovani si è determinato un diffondersi ulteriore del virus. Bisogna assolutamente evitarlo”. Parole del ministro dell’Interno che, ai microfoni del Corriere della Sera e di Radio Capital, ha parlato in questi termini della notte di San Silvestro. Come se si trovasse di fronte ad un popolo di terroristi pronti a delinquere. Da un ministro ci aspetteremmo la raccomandazione ad essere prudenti, non la minaccia di pedinarci addirittura attraverso i social. Finirà questa pandemia, speriamo finirà anche questo governo.
Dava asilo ai migranti e intascava 16 milioni
Simone Strozzi è il direttore di una Onlus. "Indebita appropriazione di fondi pubblici"
Nella foto del 2018 sorrideva insieme al sindaco Federico Pizzarotti che lo aveva appena insignito del premio Sant'Ilario, l'Ambrogino d'Oro in versione parmigiana.
Ieri Simone Strozzi, 45 anni, è finito ai domiciliari con accuse pesantissime. Non solo per il codice penale, ma anche per quello morale. Peculato, malversazione ai danni dello Stato, turbativa d'asta, evasione fiscale, omesse dichiarazioni.
La sua è una parabola tutta calante, poco evangelica. Eppure aiutare il prossimo avrebbe dovuto essere alla base della sua Svoltare onlus che, tanto per cominciare, onlus non lo era mai diventata. Nessuno, però, aveva controllato che l'iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato fosse davvero avvenuta: Strozzi, con una serie di semplici autocertificazioni, oggi tanto di moda, si procurava commesse e lavoro nel mondo del terzo settore, dell'assistenza ad emarginati e richiedenti asilo. La sua credibilità, tutta artefatta, lo aveva posto fra gli interlocutori privilegiati del Comune e della prefettura che secondo il Gip Mattia Fiorentini che ha chiuso 2 anni di indagini - gli avevano affidato, negli ultimi 5 anni, la gestione di progetti per un valore di 16 milioni, grazie a bandi che Strozzi vinceva, forte del suo curriculum, in apparenza esemplare.
Ecco gli auguri di buon anno del governo Piovono sugli italiani 50 milioni di cartelle
Fosse il primo di aprile avremmo potuto pensare ancora a uno scherzo, il classico pesce. Ma è il primo di gennaio, e purtroppo la doccia gelata arriva quel giorno. Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, fanno a modo loro gli auguri di buon anno agli italiani. Dal primo dell'anno pioveranno sulla loro testa infatti 50 milioni di cartelle esattoriali. Di queste 35 milioni sono quelle sospese nel 2020, che avevano promesso di congelare entro la fine dell'anno, ma nulla è stato fatto. Scatteranno anche i fermi amministrativi sui beni posseduti da chi risulta debitore del fisco. Altre 15 milioni invece sono i nuovi avvisi che l'Agenzia delle entrate manderà ai contribuenti dopo un anno così difficile che sembra veramente una cattiveria inutile. Unica possibilità che si ha è quella di richiedere anche on line la rateizzazione del dovuto. Piccola consolazione, ma che avvenga questa valanga di cartelle proprio nei giorni in cui molte attività debbono restare chiuse per le zone rosse decise dal governo è davvero scandaloso. Immaginatevi le cartelle inviate a ristoratori, proprietari di bar, pub, discoteche, palestre e tan te altre attività che da mesi non vedono un euro di incasso proprio per responsabilità di Conte & c....
Occhio a non postare il brindisi sui social. Paragone: pieno di spie pronte a denunciare
Attenti a non postare sui social, soprattutto Instagram e Facebook, il vostro brindisi della mezzanotte. Meglio farlo rigorosamente in privato, tanto più se non si sono seguite alla lettera le disposizioni assai confuse dei dpcm di Giuseppe Conte. A mettere in guardia tutti è Gianluigi Paragone che avverte: “attenti! La Lamorgese vi controlla, controllerà quello che farete e quello che posterete nelle vostre storie. Lei lo sa che non vedrete l'ora di pubblicare le vostre festicciole clandestine sui social. E già dice di stare attenti, perché lei vi controlla”. Certo la polizia postale un'occhiata al traffico Internet la darà. Ma difficilmente si muoverà senza una denuncia formale. E proprio lì sta il rischio: la protesta per schiamazzi e la chiamata a polizia e carabinieri del vicino di casa un po' invidioso della vostra apparente baldoria. Secondo il Messaggero infatti un italiano su due si dice pronto a fare la spia e chiamare le forze di polizia...
Donald Trump e l'ultimo dispetto a Joe Biden: giocherà a golf nel giorno del giuramento del nuovo presidente
L’ultimo dispetto di Donald Trump al nuovo presidente, Joe Biden, andrà in scena il 20 gennaio, giorno dell’insediamento del dem alla Casa Bianca. Durante il cosiddetto Inauguration Day, il tycoon – come spiegato da lui stesso – si troverà in Florida su un campo da golf. L’incerta e minacciosa transizione, che dura dal 5 novembre, sta sollevando un forte dibattito sulla sua durata e sui rituali relativi al passaggio del potere. La prossima tappa nel percorso verso l’insediamento, comunque, è quella del 6 gennaio, quando il Congresso avrà il compito formale di aprire e contare una alla volta tutte le buste sigillate dei 50 Stati, che contengono il responso dei voti dei grandi elettori. Come ricorda Il Giorno, dovranno risultare 306 per Biden e 232 per Trump. Tuttavia senatori e deputati hanno due ore di tempo per dissentire dal risultato. A quel punto la seduta verrebbe sospesa e Camera e Senato dovrebbero votare sulla mozione di dissenso. Il 6 gennaio, però, sarà una giornata importante anche per un altro motivo: si concluderanno le elezioni in Georgia e la nomina di due senatori sarà decisiva per assicurare la continuità della maggioranza repubblicana. Se invece vincessero i dem, il controllo del Senato passerebbe al partito di Biden.
Capodanno, la foto che imbarazza il governo. "Non pubblicate niente", Dpcm Conte e Viminale "stracciati"
Hanno voluto festeggiare Capodanno a ogni costo, nonostante i divieti imposti dal governo per contrastare la diffusione del Covid. E così un bel po’ di gente si è ritrovata per brindare e ballare assieme, senza mascherina, con tanto di dj e vocalist. È successo in un resort di lusso di Padenghe sul Garda, nel Bresciano. La festa era stata organizzata nei minimi dettagli: su ogni tavolo del ristorante era stato messo un biglietto che chiedeva “vista l'attuale situazione di non divulgare foto e video sui social”. Tutto inutile, perché i video dei presenti sono comunque finiti online. Contattato dall'Ansa, l'albergo ha replicato: “Stiamo vedendo cosa sia accaduto”. A commentare l'episodio anche Selvaggia Lucarelli su Facebook: “E noi a casa lontani da figli, amici, compagni e genitori”.
Giuseppe Conte, un premier che vive sulla luna: "Funziona tutto". E se qualcosa non va è colpa degli altri
In questi mesi ascoltando Giuseppe Conte parlare in una delle sue conferenze stampa che normalmente sono soliloqui notturni, sempre veniva la curiosità: “Ma Giuseppi ci fa o ci è?”. E' bastato il primo quarto d'ora della conferenza stampa di fine anno in cui il premier magnificava le sue gesta e quelle del governo di luce riflessa, facendosi i complimenti, raccontando che tutto il mondo glieli fa, che la parola “errore” non ha patria nei suoi uffici, dove tutti si spendono per il bene assoluto degli italiani, per riproporre con forza quella domanda: “Ci fa o ci è?”. Perché dopo un anno come quello appena trascorso troverei davvero poche persone disposte a recitare un copione così, e nei confronti di un eventuale Rocco Casalino che l'avesse scritto avrei sentito volare tali vaffa da costringerlo a ricominciare tutto da capo premettendo almeno un “Chiedo scusa se...”.
La risposta a quella domanda mi è arrivata da un video che tutti possono vedere on line del professore Conte che fa lezione agli studenti sulla giustizia civile. Era il lontano 2014, e la politica era ancora distante, Palazzo Chigi al massimo un sogno. Una lezione universitaria, dove normalmente si sente citare un testo. Non dal professore Conte, che ai poveri studenti per 18 interminabili minuti citò solo se stesso. “Mi avvarrò della mia inclinazione scientifica”, esordì davanti ai poveri ragazzi che fra sé avranno detto “ma chissenefrega”. Lui però tirava innanzi come nulla fosse: “cito la mia esperienza di avvocato”. Doveva fare un esempio sul rapporto fra avvocati e clienti? Ecco inevitabile l'auto citazione: “Io lo chiamo il contatto maieutico fra avvocato e cliente”. E via con una serie di “Io ho esperienza”, “Io dico sempre”, “un tempo io l'avevo definito...”, “In quel momento nella mia mente iniziano già a scorrere tutte le norme di legge...”. Che potranno mai avere imparato questi poveri ragazzi a parte di avere avuto davanti il “Signor Io” che si sbrodolava di giuggiole davanti a uno specchio.
Chiara Nasti festeggia il Capodanno a Dubai, travolta dalle accuse: "Chiedetelo a Conte perché"
Per festeggiare il Capodanno in tranquillità molte influencer e vip di Instagram hanno deciso di lasciare l’Italia per altri Paesi. È il caso, per esempio, di Chiara Nasti, che ha scelto di trascorrere la fine dell’anno a Dubai, o di Giulia De Lellis, partita alla volta della Svizzera. A molti follower non è piaciuto questo comportamento. "Noi non possiamo uscire di casa e tu sei a Dubai??”, ha scritto qualcuno; “Che schifo questi ricchi, per loro il Covid e le zone non esistono…mi date sui nervi in una maniera assurda ma ancora di più il governo che vi da la possibilità", ha commentato qualcun altro. L’esecutivo, infatti, ha imposto numerose restrizioni all’interno del Paese, ma ha comunque lasciato a chi volesse l’opportunità di volare all’estero. Imponendo solo due condizioni: fare la quarantena e presentare tamponi in entrata e in uscita. E i vip ne hanno approfittato. Chiara Nasti però ha voluto rispondere alle critiche e ha scaricato le responsabilità su Giuseppe Conte e tutto il governo, non risparmiando nemmeno i leader europei: “A sto giro più che criticare noi io due domande le farei a chi ci governa considerando che stiamo da un anno in questa situazione e solo in Europa viviamo chiusi in casa e pieni di restrizioni perché qui è tutto normale e tutto funziona (rispettando le regole)".
Bellucci e il bando di Arcuri sulle siringhe: "Costi assurdi e tempistiche dubbie"
"Quanto disposto dal commissario straordinario Arcuri a seguito del bando per l'acquisto di 157 milioni di siringhe, necessarie per la campagna vaccinale nazionale, desta più di un interrogativo in merito alla scelta della tipologia di siringhe, alla qualità dei partecipanti alla gara, ai costi esorbitanti e alle tempistiche per la consegna".
È quanto dichiara in una nota Maria Teresa Bellucci, deputato di Fratelli d'Italia e capogruppo in Commissione Affari Sociali. "Come Fdi - prosegue - chiediamo chiarezza e trasparenza sugli atti del Governo. Pertanto, ho presentato due interrogazioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sapere per quali motivi tra le società aggiudicatrici figura la 'RedLotus Ltd di Hong Kong' per la fornitura di 60 milioni di siringhe a un costo triplicato rispetto allo stesso modello fornito da altre aziende italiane. Inoltre, come sia possibile che aziende estranee al settore medico, e appartenenti a quello dell'abbigliamento, siano risultate aggiudicatarie di un bando. E ancora, quali sono i motivi che hanno portato ad ordinare siringhe che costano il doppio rispetto a quelle consigliate da Pfizer e che rischiano di arrivare in ritardo rispetto all'arrivo del vaccino? Infine, sulla base di quali orientamenti siano state assunte le scelte di Arcuri. La campagna vaccinale e' una cosa seria e non vogliamo assistere a uno scenario sconfortante come quello visto per i banchi a rotelle. Governo faccia chiarezza".
Il flop del cashback "finanziato" con i soldi del Recovery Fund
Il governo giallorosso userà una parte dei soldi provenienti da Bruxelles per pagare il buco nell'acqua provocato dal cashback
Altro che trasformare l'Italia grazie alle risorse portate dal Recovery Fund.
Il governo giallorosso userà una parte dei soldi provenienti da Bruxelles per pagare il buco nell'acqua provocato dal cashback, il programma pensato pensato per premiare chi effettuerà acquisti nei negozi fisici mediante pagamenti elettronici.
Nell'ultima versione del piano di resilienza italiano troviamo una spesa, pari a 4,75 miliardi di euro, destinata proprio alla promozione degli e-payments. Calcolatrice alla mano, stiamo parlando di una somma pari alla metà di quanto verrà destinato alla sanità per quanto concerne l'assistenza di prossimità e la telemedicina.
Come ha sottolineato il quotidiano Il Messaggero, i denari del Recovery Fund non sono altro che un prestito dall'Unione europea. Un prestito che, presto o tardi, dovrà essere restituito. Ma c'è dell'altro, perché è lo stesso cashback a essersi rivelato un vero e proprio disastro. Unendo i punti, l'esecutivo ha pensato bene di coprire uno dei suoi flop con il suddetto Recovery. Peccato che il salvagente europeo avrebbe potuto essere sfruttato in modi alquanto migliori.
In ogni caso, il governo italiano sperava di agevolare i pagamenti elettronici, portandoli più o meno ai livelli registrati nel resto d'Europa. La missione, per il momento, è fallita miseramente. Almeno a giudicare dal riscontro ottenuto dall'esperimento del cashback natalizio. Nelle prime due settimane di vita, il sistema ha attirato poco più di 5 milioni di italiani. I quali, dal 23 dicembre, hanno maturato una media di appena 18 euro a testa.
Il 2020 è l'anno dei fallimenti: tutti i flop sull'immigrazione
Dalla gestione del sistema accoglienza con navi quarantena costose e non efficaci, alle promesse sbandierate sul piano dei ricollocamenti automatici terminate col voltafaccia ricevuto dall'Unione Europea. Ecco i risultati del governo giallorosso in questo 2020
Sul fronte della gestione dell’immigrazione il 2020 per l’Italia si può sintetizzare con il termine “fallimento”: numeri da record per quanto riguarda gli sbarchi, poca incisività nel sistema d’accoglienza sulle azioni dirette a garantire la sicurezza sanitaria e l’ordine pubblico.
In tutto ciò, l’Europa si è presa gioco del governo mentre la maggioranza giallorossa era intenta a smantellare i dl sicurezza.
Il boom delle navi quarantena: strumento inefficace e costoso
Sono numeri record quelli registrati in Italia quest’anno sul fronte migratorio con quasi 33mila stranieri, in prevalenza tunisini, arrivati dall’altra parte del Mediterraneo. Arrivi triplicati rispetto a quelli del 2019 che hanno messo in crisi il sistema della gestione dell’accoglienza soprattutto per la presenza del coronavirus che ha richiesto l’applicazione di specifici protocolli di sicurezza. Ai pochi spazi a disposizione, ai centri di accoglienza e hotspot al collasso, con annesse proteste degli amministratori locali e dei cittadini, soprattutto a Lampedusa, il governo ha risposto con l’istituzione delle navi quarantena. La prima nave messa a disposizione per dare supporto all’isola maggiore delle Pelagie è stata la Moby Zazà. Nel corso dell’estate, a fronte dei continui sbarchi, sono state introdotte altre cinque navi per un costo totale di 15 milioni di euro. Non solo costi significativi per le casse dello Stato ma anche possibili rischi di carattere sanitario. A lanciare l'allarme è l'associazione MareAmico di Agrigento che chiede controlli sulla destinazione dei rifiuti prodotti dentro a quelle navi dal momento che sono contaminati per la presenza di migranti affetti da Covid. “Si chiede di sapere- si legge nell’esposto presentato dall’associazione ambientalista alla procura di Agrigento - come vengono trattate queste acque reflue nel compartimento marittimo di Porto Empedocle”.
Silvio Berlusconi, lo sfogo: "Renzi favorevole a un governo con noi, ma la Meloni dice sempre no"
Silvio Berlusconi è insofferente nei confronti dei suoi alleati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Abbiamo il peggior governo, composto da persone incapaci – ha confidato a chi lo ha sentito nei giorni di Natale -. Ma anche un’opposizione inadeguata. Salvini e la Meloni non li capisco proprio”. Come riporta Augusto Minzolini sul Giornale, il Cavaliere si sarebbe lasciato andare a un lungo sfogo con alcuni coordinatori di Forza Italia: “Il problema è che i nostri compagni di strada sono inadeguati. Renzi, di fronte alla pochezza di Conte, sarebbe anche disposto a fare un governo con noi. Magari gli basterebbe fare il ministro degli Esteri. Solo che la Meloni dice sempre di ‘no’”. Per il leader di Fi, l’unica cosa che Lega e Fratelli d’Italia sono in grado di dire è “no”. “Bertolaso candidato sindaco a Roma? La Meloni fa le bizze perché non lo controlla – si è lamentato ancora Berlusconi -. A Bologna con Andrea Cangini, per anni direttore del Resto del Carlino, vinceremmo sicuramente. Ma loro dicono di no, al solito perché non è uno dei loro. Ma come si fa?!”. È lo sfogo di chi sa di poter vincere la partita, ma non può scendere in campo, come spiega Minzolini. E la pensa così anche il leader di Italia Viva: “Se Berlusconi o io avessimo avuto le risorse che l’Europa ci dà ora, avremmo cambiato da cima a fondo questo Paese”.
Donald Trump, "ci vediamo il 6 gennaio": la chiamata alle armi del presidente, il giorno del caos negli Usa
"Ci vediamo a Washington il 6 gennaio. Non mancate, seguiranno informazioni". Questo il tweet di Donald Trump che mette di nuovo in subbuglio la politica Usa. L'intenzione è sempre la stessa: ribaltare il risultato delle elezioni. Il giorno dell'Epifania si conteranno ufficialmente i voti dei grandi elettori dopo che il 14 dicembre è stata confermata la vittoria alle presidenziali di Joe Biden. Possibili ribaltoni sono considerati fantapolitica anche dai giornali più vicini a Trump. Il New York Post, in copertina e scrive: "Basta con questa follia, hai perso le elezioni. Stai facendo il tifo per un golpe anti-democratico", continua il quotidiano, suggerendo a Trump di "incanalare la sua furia in qualcosa di più produttivo. Basta pensare al 6 gennaio, è il momento di pensare al 5 gennaio".
Alessandra Ghisleri sul partito di Giuseppe Conte: "Vale il 4-6%", smentite le rilevazioni che lo davano al 12%
Ospite di Omnibus su La7, Alessandra Ghisleri ha analizzato le possibili mosse elettorali di Giuseppe Conte. Dalla fine della prima ondata in poi è infatti ciclicamente emerso il tema del valore di un eventuale partito del premier, che secondo la direttrice di Euromedia Research nell’ultima rilevazione di settembre si attestava tra il 4 e il 6 per cento. Una cifra molto più bassa di quella tra il 10 e il 12 attribuita da altri sondaggi, più “ottimisti” nei confronti di Conte.
“Intanto va detto che la rilevazione era già iniziata tra la primavera e l’estate - ha esordito la Ghisleri - gli ultimi dati sono comunque legati a settembre, ovvero al periodo di ripresa delle attività in cui il premier era dato tra il 4 e il 6 per cento. Queste intenzioni di voto sono però fortemente influenzate dall’attualità, in questo momento il partito di Conte sarebbe inficiato da vaccini, economia e rapporti con l’Europa”. Poi non va trascurato il fatto che le liste legate ai premier non hanno mai avuto fortuna: “Nessuna è andata sopra al 10 per cento, quella migliore è stata di Mario Monti che però nei sondaggi era dato almeno al 20. Il consenso non è l’assenso, quest’ultimo verso Conte in un momento così drammatico non si traduce automaticamente in voti”. Infine la Ghisleri ha confermato che il premier avrebbe più chance da leader del Movimento 5 stelle: “Travaglio dice che potrebbe riportarlo al 30 per cento? Quella sarebbe la strada più facile e soprattutto comprensiva per la gente, anche perché un partito di Conte toglierebbe consensi a M5s e Pd”.
Fedez, il Codacons attacca: "Sanzione da 1,5 milioni, abuso d'ufficio". Soldi, un guaio enorme
Ed è subito bufera. Non c’è pace per i Ferragnez, che adesso finiscono di nuovo nel vortice delle polemiche del Codacons. “Il Comune di Milano ritiri l’Ambrogino d’oro dato a Chiara Ferragni e Fedez”, tuona il Codancos. Secondo l’associazione dei consumatori la raccolta fondi sarebbe stata sanzionata dall’Antitrust. “Se il Comune di Milano non ritirerà il premio ai Ferragnez scatterà la denuncia per abuso d’ufficio”: l’avvertimento del Codacons è chiaro. Infatti, sempre secondo quanto riferisce il Codacons ci sarebbe “una sanzione da 1,5 milioni di euro, inflitta dall’Antitrust a Gofundme per le commissioni ingannevoli sulle raccolte fondi”. Ma c’è dell’altro: l’associazione annuncia una class action contro la società e diffida il Comune di Milano affinché ritiri l’Ambrogino d’oro assegnato ai Ferragnez. Secondo il Codacons, “il Comune di Milano dovrà ritirare con effetto immediato l’Ambrogino d’oro assegnato ai Ferragnez, poiché basato su una raccolta fondi avviata con modalità definitivamente ritenute scorrette e illegali dall’Autorita”.
Ok in bilico per AstraZeneca, duro colpo per il piano Arcuri
L'approvazione da parte dell'Ema del vaccino di AstraZeneca è "improbabile" entro gennaio. A rischio le 16milioni di dosi destinate all'Italia entro marzo
Le speranze italiane di rispettare la tabella di marcia della campagna vaccinale anti Covid cominciano a scricchiolare.
È "improbabile", dice il vice direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Noel Wathion, in un’intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad, che l’Ema, riesca a dare il via libera al vaccino AstraZeneca/Oxford entro gennaio. Un duro colpo per l'Italia che, stando a quanto stipulato, al momento, all’interno del piano europeo, dovrebbe riceverne 40 milioni di dosi. Ancora più a rischio la fornitura di 16 milioni di dosi entro il primo trimestre del 2021, indispensabili per raggiungere i 13 milioni di vaccinati promessi dal ministro Speranza entro fine marzo.
La motivazione dell'impasse del candidato della cordata anglo-svedese sarebbe un ritardo nei protocolli di autorizzazione. "Non hanno ancora fatto domanda", ha aggiunto Wathion, sottolineando che "servono altri dati sulla qualità del vaccino". Mentre, per ora, l'Ema ha ricevuto solo alcune informazioni generiche sul vaccino, "insufficienti anche a dare un via libera condizionato alla commercializzazione".
Non sono bastate, dunque, i recenti tentativi di tranquillizzare sull'efficacia del vaccino anti Covid, riportati dal Sunday Times, dell'ad di AstraZeneca. L'amministratore delegato della casa farmaceutica aveva dichiarato che la pubblicazione del nuovo studio sulla fase 3 dei test sul vaccino sarebbe arrivata a giorni, che l’efficacia era del 95% (in linea con quelli di Moderna e Pfizer-BioNTech) e che l’agenzia britannica per il farmaco — Medicine and Healthcare Regulatory Agency — sarebbe pronta ad autorizzare a breve l’utilizzo dell'antidoto. Stando agli organi d’informazione del Regno Unito, le prime dosi potrebbero essere somministrate a partire dal 4 gennaio.
Covid, medico negazionista: la Asl taglia il 20% del suo stipendio
La sanzione prevede, a partire dal prossimo 31 dicembre e per ben cinque mesi, il taglio del 20% del compenso percepito dal medico
La Asl To4 di Torino ha scelto di usare il pugno duro contro un medico di medicina generale negazionista sulla pandemia di Covid-19.
Giuseppe Delicati, originario di Foligno, da 12 anni medico di famiglia con studio a Borgaro Torinese, nonché ex ufficiale medico di complemento richiamato durante la guerra in Kosovo, si è visto ridurre lo stipendio con un provvedimento disciplinare. La sanzione prevede, a partire dal prossimo 31 dicembre e per ben cinque mesi, il taglio del 20% del compenso percepito dal professionista.
Il dottore, finito nell'occhio del ciclone, aveva registrato un video in cui sconsigliava agli utenti di non effettuare la vaccinazione influenzale e antipneumococcico. Entrambe, a detta di Dlicati, avrebbero spalancato le porte al coronavirus. Il filmato è stato quindi diffuso sui social lo scorso ottobre, in piena seconda ondata di Covid-19. Concetti del genere sono ovviamente in contrasto con le analisi effettuate dall'Istituto Superiore della Sanità e dal Ministero della Salute.
Vetro graffiato dello smartphone? Huawei inventa la miscela "magica"
I ricercatori di Huawei hanno messo a punto una miscela capace di riparare i vetri degli smartphone rovinati dai graffi: il brevetto è stato depositato la scorsa settimana in Cina
Tutti abbiamo avuto a che fare almeno una volta con i graffi che rovinano il vetro dello smartphone, un fastidio ancor prima che un problema, tale da poter compromettere l'utilizzo del dispositivo nei casi più gravi.
Per fortuna una soluzione sembra già essere stata messa in cantiere: a studiarla i ricercatori di Huawei, tra i principali protagonisti del mercato mobile e realtà decisa a puntare forte sull'innovazione per il futuro, anche con l'obiettivo di lasciarsi alle spalle un periodo non semplice dovuto all'impossibilità di integrare i servizi Google in alcuni dei prodotti lanciati.
A tale scopo il gruppo ha messo a punto una miscela formata dal 35-45% di acrilato, 50-60% di resina epossidica, 2-3% di un non meglio precisato materiale iniziatore in grado di favorire il processo e 2-3% di additivi. È quanto descritto nel brevetto intitolato "Metodo ed equipaggiamento per rimuovere i graffi dal vetro" depositato in data 22 dicembre 2020 presso gli uffici del National Intellectual Property Office of China, l'ente cinese delegato alla registrazione delle proprietà intellettuali.
"Troppi tamponi", "Non è vero" Ora è "rissa" tra Crisanti e Zaia
Secondo il governatore Zaia il boom di casi in Veneto è dovuto al numero massiccio di tamponi. Crisanti: "No, la lettura è sbagliata"
Per il governatore del Veneto Luca Zaia non ci sarebbe nessun caso Veneto.
Il boom di contagi raggiunto durante la seconda ondata del Covid-19 si spiegherebbe con il numero record di tamponi processati ogni 24 ore. Una lettura che, però, non convince Andrea Crisanti. "Si tratta di una questione statistica. Più tamponi si fanno, più si interrompono le catene di trasmissione; è vero, facendo tantissimi tamponi, si assisterebbe inizialmente a un aumento dei casi, ma questo sarebbe seguito da un drastico calo dei contagi e dei morti. Qui, invece, stiamo assistendo a un aumento costante dei casi e del numero di morti senza precedenti. Quindi è proprio la lettura che è sbagliata", tuona, a L'Aria che tira su La7, il direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova.
Dietro l'alto numero di nuovi casi giornalieri ci sarebbero, per Crisanti, le pecche del sistema di classificazione a zone cromatiche introdotto dal governo e l'abuso dei "poco attendibili" tamponi rapidi, in realtà, dimostratisi indispensabili per accelerare le tempistiche di diagnosi e tracciamento. E proprio il mancato conteggio dei test rapidi (ma non dei casi risultati positivi) nel computo totale dei tamponi processati sarebbe responsabile, secondo il governatore Zaia, di un tasso di positività falsato al rialzo. Un'analisi smentita dal professore dell'Università di Padova. "Il problema del Veneto, l’aumento di contagi e di morti, è legato - sottolinea Crisanti - fondamentalmente a due fattori. Il primo è la zona gialla, che è stata influenzata o determinata da questi 21 parametri, tra i quali pesa tantissimo il numero di posti nelle terapie intensive. Si è quindi creato un effetto paradosso, per cui il virus circola perché ci sono più posti in terapia intensiva. In questo modo, più persone si ammalano, più persone muoiono in termini di probabilità. L’altro fattore è legato al fatto che il Veneto ha puntato tutto sui tamponi rapidi, che hanno una sensibilità bassa e hanno permesso che le Rsa venissero infettate. Abbiamo una percentuale di Rsa infettate senza precedenti, proprio perché il personale è stato ‘screenato’ coi tamponi rapidi”.
Meloni: «La Cina comunista mette in carcere chi ha raccontato la pandemia. Il governo non dice nulla?»
La Cina continua a violare i principi di libertà dinanzi a un Occidente indifferente. E anche l’Italia, colpevolmente, tace. Lo sottolinea Giorgia Meloni in un posto su Fb: “Zhang Zhan, avvocato e blogger cinese, detenuta da maggio, è stata condannata a 4 anni di carcere. La sua colpa è aver documentato con video diffusi sul web l’inizio della pandemia da Coronavirus a Wuhan nei giorni in cui il regime cinese nascondeva quello che stava succedendo”.
Meloni, la Cina comunista viola le libertà fondamentali
“La Cina comunista – conclude Meloni – che oggi minimizza le proprie responsabilità sulla diffusione Covid e che afferma di aver totalmente sconfitto la pandemia, mette in galera chi ha avuto il coraggio di raccontare la verità. Il governo italiano non ha proprio nulla da dire su questo ennesimo sopruso compiuto da Pechino? Il suo servilismo nei confronti della Cina gli impedisce perfino di chiedere la liberazione della coraggiosa Zhang Zhan?”.
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