L’infettivologo del Sacco di Milano ha commentato un tweet del professor Zangrillo rivolto forse ai colleghi
Il professor Massimo Galli, anticipando di non aver intenzione di commentare quello che il professor Alberto Zangrillo ha tweettato ieri, ha in realtà fatto proprio questo.
"Non ho intenzione di commentare quello che dice il professor Zangrillo, avrà i suoi motivi per fare le sue affermazioni. Io di malati ne vedo da 44 anni, sono un medico in ospedale" e aveva poi continuato, vedo "pazienti con patologie più affini a quelle che vede Zangrillo, occupandomi di malattie infettive" ha detto l’infettivologo Galli, responsabile di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, all’Adnkronos.
Galli risponde al tweet di Zangrillo
Sotto accusa il tweet di Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale San Raffaele di Milano, in risposta a un utente che lo ringraziava per aver migliorato il quadro clinico di una persona a lui vicina. Zangrillo aveva replicato: "Che figata salvare vite umane mentre gli sciacalli che non hanno mai tenuto la mano a un malato sparano cazzate in televisione". Qualcuno, Galli compreso, sembra aver letto in quelle parole uno stampo polemico rivolto ad alcuni colleghi che magari non lavorano in reparto come lui, ma in laboratorio. Fatto sta che da quel momento si sono accese polemiche sui social.
Galli ha tenuto però a spiegare: "Non mi sento toccato da queste affermazioni. Sono anche stanco di alimentare contrapposizioni che sono diventate oggetto di satire tra me e il professor Zangrillo, mi sembra fuori luogo. Di contrappormi non mi è mai importato nulla". Ha tenuto a precisare, cara che qualcuno aveva magari interpretato male il motivo della sua risposta. Ad alcuni utenti non era proprio piaciuta la parola usata da Zangrillo all'inizio del tweet. Ma non è certo la prima volta che qualche espressione del professore del San Raffaele dà il via a qualche discussione. Anche quando aveva chiesto a virologi e stampa di smetterla con gli allarmismi.
Migliaia di italiani bloccati a Londra: tutti in aeroporto col rischio di contagiarsi
Migliaia di italiani sono bloccati a Londra: i voli dovevano essere chiusi da mezzanotte, Speranza ha anticipato a ieri. E ora Di Maio è furioso perché il ministro della Salute ha bloccato i voli con un giorno di anticipo lasciando a Londra gli italiani che avevano prenotato l'aereo. Solo l’Italia ha fatto così: la Germania e gli altri Paesi hanno fatti rientrare i connazionali prima di chiudere. Invece ora gli italiania sono in aeroporto a Londra col rischio di contagiarsi con il nuovo virus.
Ecco la prova che Ranieri Guerra ha mentito all'Oms: l'Italia non aveva mai dato 10 milioni, ma solo promesso di farlo
“Se anche Oms si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del ministro (…) non credo che facciamo un buon servizio al Paese. Ricordati che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza”. Così scriveva l'11 maggio Ranieri Guerra a Francesco Zambon, il ricercatore veneziano autore del famoso report critico sull'Italia poi fatto sparire dopo mille pressioni.
Con questa frase sembrava dire al ricercatore veneziano di smussare i toni per non irritare il governo italiano, che aveva versato dopo anni finalmente un contributo volontario di 10 milioni di euro all'Oms di cui era dipendente anche Zambon. In realtà quei 10 milioni non erano mai stati versati all'Oms, ma semplicemente annunciati come ipotesi il 4 maggio (pochi giorni prima) dal presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, che di annunci ne fa ha fatti tanti, poi restati senza conseguenza. Falso pure che l'Italia non avesse mai contribuito all'Oms, perché lo ha fatto ogni anno con le sue leggi di bilancio sia pure per somma lievemente inferiore a quella (8 milioni). Quel fantasma dei 10 milioni è quindi stato usato impropriamente ed ha avuto evidentemente il sapore della minaccia, come sostiene Zambon.
Cosa cambia nella Chiesa con il ritorno del cardinale George Pell
Il cardinale George Pell è tornato. Lo hanno chiamato “ranger”, ma il porporato è soprattutto l’ex prefetto della Segreteria per l’Economia nonché uno dei vertici del conservatorismo ecclesiastico. Non esistono vere e proprie correnti in Vaticano, nessuno però metterebbe in dubbio la natura non proprio progressista della visione del cardinale. Non fosse altro che Pell non disdegna affatto la cosiddetta “Messa tridentina”. Oppure per via delle posizione in bioetica di Pell: non il consueto aperturismo nei confonti dei “nuovi diritti”. Anche le ultime dichiarazioni, che sono state condite da un elogio a Donald Trump, non propagano progressismo. Da quando il cardinale australiano è tornato a Roma, una speranza si è accesa tra i conservatori. La riapparizione in corso non è quella di un uomo qualunque.
George Pell è stato in prigione. Accusato di abusi su un minore mentre era ancora l’uomo scelto da Jorge Mario Bergoglio per le finanze della Santa Sede, il cardinale è stato dichiarato innocente con il proscioglimento disposto dalla Corte Suprema australiana. Pell, però, è stato in prigionia, e viene dunque considerato un perseguitato dalla giustizia dal cosiddetto “fronte tradizionalista”. E lo stesso cardinale ha raccontato nero su bianco la sua esperienza in prigione che si è prolungata per più di un anno in un’opera libraria. Tra i passaggi più tragici della testimonianza, è possibile che Pell insista molto su fatto che gli fosse vietato celebrare la Messa.
Covid mutato e super contagioso, il primo caso in Italia: "In isolamento a Roma", chi è il nostro paziente zero
Il Covid "mutato" con la variante britannica è già in Italia. Il primo caso è una donna in isolamento a Roma insieme al convivente rientrato alcuni giorni fa dal Regno Unito. La paziente contagiata presenterebbe una forte carica virale dopo essersi sottoposta al tampone, probabilmente in un drive in della Capitale. Anche il compagno, che era andato in Inghilterra per lavoro, sarebbe positivo, mentre sono stati messi in quarantena precauzionale gli altri familiari e contatti stretti della coppia.
Mentre la Gran Bretagna si prepara a "mesi di lockdown" perché la nuova ondata di questo virus il 70% più contagioso del ceppo fin qui dominante è stata giudicata dalle autorità "fuori controllo", l'Italia e il resto d'Europa si stanno organizzando: interrotti i collegamenti via mare e via aereo con il Regno Unito, anche se l'allarme e la serrata paiono tardive. La coppia romana è atterrata alcuni giorni fa a Fiumicino e fino a ieri si sono susseguiti i regolari voli di collegamento. Al momento, a fronte di una super-contagiosità, non risultano evidenze di una maggiore letalità del virus "britannico".
Milano, medico sgozzato in strada. Ribaltone: "Non sono stati i nordafricani", nuova spiazzante pista
Colpo di scena nel caso del medico sgozzato sabato pomeriggio a Milano in una strada vicina alla Stazione Centrale. I nordafricani che si sono dati alla fuga dopo aver derubato un pensionato a pochi metri di distanza e nella stessa zona non sarebbero secondo gli inquirenti i responsabili dell'efferato omicidio di Stefano Ansaldi, il ginecologo beneventano di 65 anni ritrovato in una pozza di sangue all'angolo tra via Macchi e via Scarlatti. L'agguato sotto i ponteggi del cantiere di un palazzo, avvenuto tra le 18.01 e le 18.04 mentre nella vicina corso Buenos Aires impazzava lo shopping natalizio, non sarebbe opera dei nordafricani che si sono poi dileguati in metropolitana dopo aver aggredito un 72enne a duecento metri di distanza e un quarto d'ora dopo il delitto.
Secondo gli inquirenti, l'assassinio del medico potrebbe non essere legato a una rapina degenerata dopo la colluttazione. A parte il telefonino del medico, infatti, non manca nulla: né il portafogli, né il Rolex né la valigetta 24 ore della vittima. Un dettaglio, spiega il Corriere della Sera, avrebbe fatto cambiare la pista: "La forza, forse la premeditazione, forse la rabbia coltivata da tempo" con la quale il coltello che ha ucciso il dottor Ansaldi è stato manovrato. Parole caute e misurate, che aprono però tutt'altro scenario. Legato anche alla misteriosa visita milanese del medico che aveva il suo studio a Napoli.
Covid, Governo, FI, Esteri, papà Bettino: Stefania Craxi parla a tutto campo
L'intervista alla figlia dello storico leader del Psi su Covid, Governo, Forza Italia, Esteri, immigrazione, papà Craxi e sui socialisti di oggi…
Stefania Gabriella Anastasia Craxi è la primogenita di Bettino Craxi, ex Presidente del Consiglio e segretario nazionale del PSI dal 1976 al 1994, e di Anna Maria Moncini, figlia di un ferroviere toscano e di una socialista ligure. Madre di Federico, Anita e Benedetta, è sposata con Marco Bassetti. Stefania, già imprenditrice nel settore della produzione televisiva, è stata Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri nell’ultimo Governo Berlusconi ed è oggi Senatore della Repubblica e Vicepresidente della Commissione Affari esteri e Immigrazione.
Di recente l’annuncio sulle pagine Facebook della sua positività al COVID-19. A lei rivolgiamo con piacere alcune domande su temi quali: politica interna, situazione internazionale, vicende personali e – doveroso – il ricordo di papà Bettino.
D. Senatore, è di pochi giorni fa la notizia del suo tampone positivo. Come ha contratto il virus? Dove si sta curando e come si sente? Quali i sintomi? È più il dolore fisico o la preoccupazione?
Ratzinger ora scioglie l'enigma :il motivo dietro la sua rinuncia
Joseph Ratzinger non ha rinunciato al soglio di Pietro per via di Vatileaks. Il papa emerito lo ha ribadito ancora. In Vaticano però monta una polemica
Tutti i retroscenisti hanno dato grande risalto a ciò che è accaduto all'epoca tra le sacre stanze, con i documenti rubati dal maggiordomo Paolo Gabriele, che è da poco deceduto.
Quello scandalo e le sue conseguenze non sono tuttavia le radici delle "dimissioni" dell'emerito. Un'ulteriore conferma è arrivata quest'anno, con l'ultima opera biografica dedicata al mite professore teutonico. La firma, pure in questo caso, è quella di Peeter Seewald, autore tra l'altro delle "Ultime Conversazioni" di e con Benedtto XVI.
In "Ein Leben", l'ultimo libro di Seewald sull'ex Papa, Ratzinger ammette - come ha notato Massimo Franco su IlCorrieredellaSera - di non aver operato passi indietro per via di quella vicenda. Nello specifico, vengono riportati due virgolettati significativi: uno è quello in cui l'emerito dichiara che non si sarebbe mai dimesso lasciando la faccenda irrisolta; l'altro è quello tramite cui Benedetto XVI sottolinea di aver potuto rinunciare proprio perché la parabola di quello scandalo era terminata. Anche i critici dela versione ufficiale dovranno insomma rassegnarsi ad una verità ormai conclamata: l'ex Papa ha rinunciato per via dell'età che avanza. Per quanto quella frase - quella sul pregare in suo favore per via dei lupi - e la decisione di abbandonare il papato continuino ad abitare i pensieri degli scettici, che tendono ancora a far presente come Joseph Ratzinger possa aver subito qualche pressione da coloro cui aveva chiesto di essere messo al riparo. Parliamo - com'è noto - di ricostruzioni che non hanno mai trovato appigli.
Roberto Speranza, indiscreto: "Gli serviva uno spot prima di Capodanno", la verità sul vaccino il 27 dicembre
Il 27 dicembre in Italia inizierà la distribuzione dei vaccini contro il Covid, ma chiariamolo subito: non è una cosa seria. «Sarà un giorno simbolico» ha ammesso anche il nostro super-commissario per la pandemia Domenico Arcuri. Cosa significa? Che in realtà le dosi che verranno fornite al nostro Paese saranno appena 9.750, sufficienti per sottoporre al trattamento meno di 5.000 persone. La campagna vera e propria partirà, nella migliore delle ipotesi, a metà gennaio. Anche se è ormai evidente che il piano entrerà nel vivo a marzo e che la maggioranza dei nostri cittadini dovrà aspettare addirittura l'estate. I governi dell''Unione Europea, però, hanno trovato un accordo per organizzare il cosiddetto V-day, ovvero un momento in cui contemporaneamente in tutti i Paesi della comunità un volontario si farà iniettare il nuovo farmaco di fronte a telecamere e fotografi. Perché questa sceneggiata? Semplice, per evitare ai Paesi in ritardo di fare una figuraccia. Non a caso Giuseppe Conte e Roberto Speranza hanno caldeggiato l'iniziativa. Uno spot non molto utile, anche perché per distribuire queste poche fiale bisognerà comunque attivare dei sistemi di trasporto molto complessi.
Serve il gelo - Il siero della Pfizer si deve conservare in congelatori speciali a -80 gradi. E in alcune Regioni ne arriveranno poche centinaia di unità : in Liguria appena 320, in Umbria meno di 100, per fare due esempi. Il tutto secondo criteri che lo stesso De Luca ha bollato come "misteriosi", «ci si aspetterebbe che tutto avvenisse in percentuale rispetto alla popolazione delle diverse Regioni, invece non è così».
Conte fa il pacco agli italiani. Chiude tutto e dà pochi soldi per i ristori
La beffa e il danno con il «decreto Natale» si mescolano fino a generare una pozione velenosa ed esplosiva per tutte le categorie interessate dalla nuova ondata di chiusure. Avviando uno scenario dai contraccolpi inimmaginabili, ben oltre il già tragico versante economico.
Già ieri, per dirne una, Confesercenti di Torino ha segnalato un rischio sulla tenuta psicologica degli operatori a seguito delle nuove restrizioni di Natale. E mai come ora, infatti, la dinamica di tutto quanto è apparsa nel suo cupo tratto surreale. Appena due settimane fa, infatti, il governo Conte discuteva addirittura di rallentare l’impostazione precedente, per consentire agli italiani di trascorrere il Natale in un abbozzo di dignità. Dopo una gestazione dai tempi biblici, invece, è arrivata la doccia gelata a soltanto sei giorni dalla Vigilia di Natale e c’è la prova provata, perché le testimonianze non mancano, di quali possano esser stati, in tutti questi giorni, i problemi per un ristoratore fino all’ultimo senza un quadro chiaro che gli consentisse di prevedere se acquistare o meno la materia prima per servire i piatti nei giorni di festa, se reclutare o no un cameriere in più.
Insomma, un disastro, tanto che ieri la Fipe di Confcommercio ha osservato come tutto questo sia una nuova tegola sul settore: «Le nuove limitazioni incideranno pesantemente sui nostri già disastrati fatturati: abbiamo già perso oltre 33 miliardi su 86 complessivi (-38,38%) e gli annunciati ristori, risultano inadeguati e insufficienti a compensare singolarmente i danni».
Ufficiale: Italia è record di morti Perché così tante vittime Covid
Secondo uno studio della Johns Hopkins University, il nostro Paese sarebbe in cima alla classifica. Ecco perché
Analisi catastrofista dei dati del Covid in Italia, almeno secondo quanto sostiene la Johns Hopkins University: per l'ateneo statunitense il nostro Paese è quello col tasso di mortalità più alto in relazione al numero dei suoi abitanti.
Sarebbero 111,23 i decessi ogni 100mila abitanti, più della Spagna (104,39), della Gran Bretagna (99,59) e degli stessi Stati Uniti d'America (94,97). Da premettere, tuttavia, che quando si parla di morti in Spagna per Covid non c'è una totale chiarezza: tanto che lo stesso istituto nazionale di statistica locale (Ine) parla di 76mila decessi e non dei 47mila ufficialmente riconosciuti dal governo centrale. Tornando all'analisi dei dati in Italia, stando al medesimo ateneo ed ai dati in suo possesso, saremmo il terzo Stato al mondo per percentuale di decessi rispetto al numero dei contagi con il 3,5%, poco più della Gran Bretagna (3,4%). A guidare questa classifica, invece, il Messico (9%) e l'Iran (4,3%).
Complessivamente sarebbero 1.674.840 i morti per Covid: gli Stati Uniti d'America avrebbero registrato 313588 decessi, seguiti dai 185650 del Brasile e dai 145136 dell'India. In Europa complessivamente si superano appena i 500mila morti (67894 in Italia).
Sul numero di decessi, a favore di telecamere per illustrare il suo oramai celebre "decreto Natale", il presidente del Consiglio ha così commentato: "Dipendono da molti fattori. Abbiamo una popolazione molto anziana, la seconda al mondo dopo il Giappone. Le statistiche dicono che la morte colpisce chi ha delle co-morbilità. E dipende anche dagli stili di vita. Con gli scienziati stiamo studiando le risposte, ma qui la politica si ferma e lascia spazio alla scienza".
"Ha funzionato", "È fallimento" Virologo adesso smonta Conte
Il metodo a colori ha funzionato? Giuseppe Conte in conferenza ha rivendicato quel sistema, il virologo Pregliasco riconosce il fallimento delle misure
Le dichiarazioni di Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di ieri sera sono invecchiate troppo in fretta e non troppo bene.
Per il presidente del Consiglio, le misure adottate dal governo mediante "il metodo a zone, hanno funzionato, riportando sotto controllo la curva di contagio. Questo metodo ha evitato un lockdown generalizzato che avrebbe danneggiato il tessuto economico e sociale del Paese". Già durante la conferenza stampa in molti hanno sollevato dubbi sulle sue parole. "Se il sistema a zone ha funzionato, perché torniamo tutti in zona rossa?", si sono chiesti in tanti sui social, cercando una risposta che non arriverà mai. A smentire Giuseppe Conte quest'oggi ci ha pensato in via definitiva Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico della Lombardia.
"Si sperava che il lockdown potesse dare risultati più importanti e farci arrivare più sereni alle Feste di Natale. Prendiamo atto che non ce l'abbiamo fatta", questa è l'amara riflessione di Lorenzo Pregliasco all'Adnkronos Salute. Il virologo ha comentato il pacchetto di nuove misure introdotte dal governo per le feste di Natale, secondo lui indispensabili per frenare ulteriormente la curva dei contagi e arrivare a gennaio in una situazione migliore: "Quello che si spera ora è che il provvedimento possa evitare un rimbalzo di Covid-19". Il timore non troppo celato di Fabrizio Pregliasco e di tantissimi altri suoi colleghi è una terza ondata con effetti ancora più devastanti rispetto alla prima e alla seconda. Il rischio di una ripresa massiccia della corsa dell'epidemia già a gennaio a febbraio, con gli ospedali ancora pieni di pazienti della seconda ondata, potrebbe avere ripercussioni tragiche sulla tenuta sanitaria del Paese e, di conseguenza, potrebbe a un'inevitabile ulteriore lockdown in Italia. "L'attenzione che ci viene chiesta deve essere vista nell'ottica di un impegno per la riapertura delle scuole", ha voluto ribadire Pregliasco.
Pescatori Libia, l'ammiraglio De Giorgi: "Stop politica passiva, schieriamo navi a difesa"
"Basta con la politica della passività dettata dalla paura". A dirlo è l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato Maggiore della Marina Italiana dal 2013 al 2015, dopo il rilascio dei due pescherecci di Mazara del Vallo, sequestrati dalle milizie del generale Haftar lo scorso primo settembre e liberati dopo oltre 100 giorni di prigionia. "E' tempo che le nostre navi tornino a presidiare il Mediterraneo, in numero adeguato e con regole d'ingaggio che consentano loro di essere efficaci. La difesa della flotta mercantile e di quella peschereccia è uno dei compiti istituzionali della Marina militare. Proteggere i nostri cittadini è un dovere". "Il rapimento degli equipaggi dei due motopescherecci - osserva - era la punizione di Haftar al ministro Di Maio e all'Italia, colpevoli di trascurarlo dopo la sua sconfitta per mano turca nell’assedio di Tripoli e la sua rotta disordinata in Cirenaica. L'Italia dopo aver abbandonato Al Serraji nel momento del bisogno aveva tentato di salire sul carro di Haftar quando questi sembrava vincente, per poi tentare di recuperare il rapporto con Al Serraji quando Haftar sembrava un cavallo azzoppato".
Per De Giorgi "questo pendolare inconcludente fra le due Libie ha continuato a demolire la credibilità e il pur minimo prestigio residuo del nostro Paese a livello internazionale, lasciandoci sostanzialmente alla deriva. Per ristabilire la nostra posizione a livello internazionale servirebbero una strategia di ampio respiro e anni d’impegno in politica estera", conclude.
In Cina il Partito vieta il Natale: “Oppio per lo spirito”
Al regime cinese non è bastato aver rovinato il Natale ai Paesi occidentali di tradizione cristiana, con il Covid a lungo taciuto e tutto ciò che ne è derivato tra restrizioni, fallimenti, coprifuoco e ministri che discettano dell’orario di nascita di Gesù bambino. In patria, il braccio disciplinare del partito comunista lo ha direttamente vietato ai membri e ai funzionari di governo, in quanto “oppio spirituale”.
A darne notizia in questi giorni è stato il sito Asianews, con dettagli piuttosto inquietanti, anche se purtroppo non sorprendenti. Come riferisce il portale di informazione cattolica dedicato all’oriente, una nota diramata dalla Commissione per l’Ispezione disciplinare della città di Hengyang, nella provincia di Hunan, ammonisce i quadri locali a non partecipare a banchetti e cerimonie alla Vigilia, pena l’assunzione di “responsabilità” da parte di chiunque sia scoperto a disattendere la direttiva.
Assai eloquente il contenuto del messaggio che – lo si apprende sempre da Asianews – dalla formulazione sembra essere stato inviato ai funzionari in tutto il territorio nazionale. “Con l’avvicinarsi del Natale – si legge -, i leader e i funzionari di tutti i gradi devono promuovere la cultura tradizionale cinese e assumersi il compito di costruire una casa spirituale per il popolo. Essi sono tenuti a studiare seriamente la dottrina dell’autoconsapevolezza culturale, introdotta al diciannovesimo congresso del partito, e astenersi dal celebrare ciecamente feste straniere o impegnarsi nelle religioni occidentali. Non devono partecipare a celebrazioni di origine occidentale e svolgere un buon lavoro di sicurezza in occasione della vigilia e del giorno di Natale”.
Milano, orrore in centro: medico sgozzato, la rapina finita male di due nordafricani
Un corpo riverso a terra, proprio sotto l'impalcatura di una palazzina in ristrutturazione. Un rigagnolo denso di sangue che dal marciapiede scorre giù verso l'asfalto. È questa l'immagine che nella serata di ieri si è trovato davanti chi da stazione Centrale si spostava verso corso Buenos Aires. Ieri, infatti poco dopo le 18 del pomeriggio, un uomo di 65 anni è stato ucciso in via Mauro Macchi, all'altezza del civico 32. La vittima, secondo una prima ricostruzione, stava percorrendo la strada, camminando sotto l'impalcatura del cantiere, quando, secondo una prima ricostruzione, in una zona d'ombra, si sarebbe imbattuto nei suoi due aggressori che lo avrebbero affrontato per farsi consegnare denaro e portafogli. In quel momento sarebbe stato sferrato il fendente fatale con un grosso coltello da cucina rimasto poi sul posto. Al momento i Carabinieri della compagnia Duomo indagano su quella che è una prima ipotesi investigativa: ovvero, due soggetti forse di origine nordafricana che alcune persone avrebbero testimoniato aver visto allontanarsi in fretta dalla zona del delitto. Ma a tarda serata mancano ancora molti particolari, e ovviamente gli inquirenti non tralasciano nessuna pista. La vittima è Stefano Ansaldi, nato a Benevento e residente a Napoli dove esercitava la professione: probabilmente si trovava occasionalmente nel capoluogo lombardo.
La pista - Nella borsa accanto al corpo è stata ritrovata documentazione medica. I militari hanno subito confermato che la principale pista sulla quale si stanno concentrando le indagini è quella di una rapina finita male anche se, come logico, non vengono tralasciate altre ipotesi. In base alle prime informazioni, la vittima stava passando in via Scarlatti all'angolo con via Macchi, sotto un'impalcatura coperta da teli di plastica quando è stato sorpreso dagli aggressori.
Sommossa dei ristoratori a Napoli contro De Luca: “Pure Gesù Cristo ci ha abbandonati”
Se la Campania fosse passata in Zona Gialla, le limitazioni avrebbero concesso l’apertura di ristoranti, bar, pizzerie e altre attività di ristorazione fino alle ore 18:00. Consentito, come in Zona Rossa e Arancione, l’asporto fino alle 22:00 e la consegna a domicilio senza limiti. E invece niente: l’ordinanza ha frenato le aperture ed è molto più restrittiva rispetto alle misure previste dal governo. Il Consiglio dei Ministri ieri ha approvato le misure restrittive che saranno in vigore nel periodo delle feste natalizie. Tutta l’Italia sarà zona rossa da giovedì 24 a domenica 27 dicembre, da giovedì 31 dicembre a domenica 3 gennaio, e ancora martedì 5 e mercoledì 6 gennaio. Da lunedì 28 a mercoledì 30 dicembre e lunedì 4 gennaio sarà invece tutta zona arancione, con maggiori libertà di spostamento e i negozi aperti. Niente Zona Gialla, quindi, almeno fino al 6 gennaio.
Coronavirus, bollettino 19 dicembre: 16mila contagi e 553 morti, la coincidenza tra il trend e il decreto Conte sul Natale
Il giorno dopo il decreto firmato da Giuseppe Conte per regolare il Natale e le prossime due settimane in generale, il bollettino rilasciato dal ministero della Salute fa registrare un leggero miglioramento nel bilancio dei morti, che resta però ancora pesante. Oggi sabato 19 dicembre sono stati registrati 16.308 contagi su 176.185 tamponi analizzati - con tasso di positività al 9,3% - a fronte di 23.384 guariti e 553 decessi. Un dato positivo se lo si paragona a quelli degli ultimi quattro giorni, in cui il numero di vittime del Covid è oscillato tra i 680 e gli 850. Si è confermato inoltre il trend di lento ma costante miglioramento della situazione del sistema sanitario nazionale: nelle ultime 24 ore sono stati registrati -405 ricoverati con sintomi nei reparti Covid e -35 nelle terapie intensive (dove però i nuovi ingressi sono stati oltre 150, segno che la mortalità incide ancora molto). Tra l’altro poco prima dell’uscita del bollettino la Campania - che pure non è ritenuta ad alto rischio - ha deciso con il solito sceriffo Vincenzo De Luca di privare i cittadini dell’unica giornata in zona gialla, prevista per domenica 20 dicembre, annunciando l’immediato ritorno in zona arancione.
Schiaffo della Bce a Gualtieri e Conte: il cashback fatto male e senza una chiara finalità
“Le autorità nazionali sono tenute a consultare la Bce su progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, comprese, in particolare, quelle relative a mezzi di pagamento”. E’ quanto si legge in una lettera inviata il 14 dicembre da Yves Mersch, membro del Comitato esecutivo della Bce al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri in merito al cashback.
La Bce: il cashback è sproporzionato e può avere effetti negativi
La Bce ritiene che l’introduzione di un programma cashback “per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili”.
Rispettare il corso legale delle banconote in euro
Inoltre , sottolinea Mersch, la Bce “riconosce che incentivare le transazioni per mezzo di strumenti di pagamento elettronici per l’acquisto di beni e servizi allo scopo di combattere l’evasione fiscale può, in linea generale, costituire un ‘interesse pubblico’ che giustifichi la disincentivazione e la conseguente limitazione dell’uso dei pagamenti in contanti. Tuttavia, tali limitazioni o disincentivi devono rispettare il corso legale delle banconote in euro“. Dovrebbe quindi “sussistere una chiara prova che il meccanismo di cashback consenta, di fatto, di conseguire la finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale”.
Le 10 donne più cercate su Google nel 2020. Non c’è Greta, e neanche una virologa. Però c’è Rita Pavone
E’ davvero singolare il risultato delle ricerche degli utenti su Google nel 2020 per quanto riguarda i nomi femminili. Un indicatore che ci dice molto degli interessi della rete che si rivolgono in particolare allo spettacolo, ma anche alla politica, soprattutto internazionale.
Al primo posto c’è Silvia Romano, la cooperante rapita in Somalia e rilasciata lo scorso maggio. Una prigionia durata 18 mesi durante la quale Silvia Romana si è convertita all’Islam.
Al secondo posto troviamo Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti che affiancherà Joe Biden alla guida della nazione americana. Un simbolo osannato dai progressisti nostrani sempre in cerca di nuove icone cui inginocchiarsi.
Al terzo posto c’è Rula Jebreal, cui all’inizio del 2020 è stato concesso il palco di Sanremo per un monologo contro la violenza sulle donne. Un’altra giornalista molto amata dal mainstream progressista.
In quarta posizione l’esuberante Elettra Lamborghini, al centro del gossip per le sue nozze con Afrojack. Seguita a sorpresa da Rita Pavone . E’ stata anche lei protagonista all’ultimo festival di Sanremo ma in particolare si è fatta notare per prese di posizione politicamente scorrette che le hanno attirato le solite critiche degli haters.
Al sesto e settimo posto ci sono rispettivamente Elodie e Irene Grandi. All’ottavo posto troviamo Georgina Rodriguez, fidanzata dell’asso del pallone Cristiano Ronaldo. Al nono posto la conduttrice Adriana Volpe. Chiude la classifica la cantautrice siciliana Levante.
Fidanza (FdI): «Umiliante vedere i vertici del governo italiano in processione da Haftar»
«Ieri è stato il giorno della felicità con la liberazione degli equipaggi dei due pescherecci italiani. Ma oggi è il giorno in cui dobbiamo dirci la verità perché gli italiani hanno dovuto assistere alla passerella prenatalizia di Conte e Di Maio, ansiosi di distrarre tutti noi dallo spettacolo di un governo diviso su tutto, che litiga sulle poltrone». Così in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo e responsabile Esteri Fdi, Carlo Fidanza.
«Tenteranno di spacciarlo come un grande successo politico-diplomatico del governo, ma non è così, perché 108 giorni di ingiusta prigionia sono un’enormità e sono un’umiliazione se pensiamo che i turchi, nemici di Haftar, hanno ottenuto la liberazione di una loro nave catturata da una motovedetta del generale libico in soli 6 giorni, minacciando risposte muscolari, ma né Erdogan né il suo ministro degli Esteri sono andati da lui in processione. Con la loro visita a Bengasi Conte e Di Maio hanno rafforzato Haftar, proprio nel momento della sua massima debolezza rendendolo di nuovo un protagonista indiscusso della crisi libica. Vedere i vertici del nostro esecutivo baciare la pantofola all’uomo che ha detenuto arbitrariamente navi ed equipaggi italiani, è un’ulteriore umiliazione di cui è lecito chiedere conto a Conte e a Di Maio. Inutile negarlo l’immagine e la credibilità dell’Italia escono a pezzi da questa vicenda».
"Reazioni nel 50% dei vaccinati: ecco cosa succede dopo l'iniezione"
A pochi giorni dal via della campagna vaccinale con le dosi della Pfizer-BioNtech, arrivano le prime notizie di forti reazioni allergiche e addirittura il 50% dei pazienti sarebbe a rischio. "Reazioni più forti dei soliti vaccini"
Una persona su due potrebbe provare mal di testa, febbre e brividi: è quanto accade subito dopo la somministrazione del vaccino targato Pzifer-BioNtech, già in uso nel Regno Unito ed approvato l'11 dicembre dall'Fda americana per uso emergenziale.
"Forte reazione al vaccino"
In Europa si aspetta il sì dell'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) ed il 27 dicembre dovrebbe cominciare ad essere in uso anche in Italia che ha prenotato un totale di 20 milioni di dosi ma, nella fase iniziale, ne saranno disponibili 1,9 milioni. Le prime notizie, però, non sono affatto confortanti se addirittura il 50% dei vaccinati si sentirà poco bene. "Il Pfizer è molto reattogenico, cioè induce reazioni più forti dei vaccini soliti: la metà delle persone, in particolare giovani, prova mal di testa, febbre e brividi, che però si risolvono in 24 ore" ha affermato Guido Forni, Professore ordinario di Immunologia all’Università di Torino ed accademico dei Lincei in un'intervista a LaStampa, che mette in guardia: "è importante raccontare questi dettagli per preparare la popolazione ed evitare paure inutili".
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