«Questa Champions resterà nella storia», sognava Mbappé. Aveva ragione, ma non nel senso che si augurava la stellina del Psg, rimandata alla prima finale come il suo club proprio quando pensava di aver pagato abbastanza - quasi un miliardo e mezzo di investimenti in 9 anni di proprietà qatariota - per iscriversi all’élite del calcio continentale. C’est la vie, l’Europa è di nuovo del Bayern. E per i francesi è una beffa che sia stato proprio Coman, talento fatto in casa strappato dalla Juve e poi emigrato in Baviera, a decidere di testa la finale dopo un’ora di braccio di ferro. Anche così si scavano le differenze: dove i campioni d’Italia nel 2015 hanno visto una plusvalenza (28 milioni), quelli di Germania hanno trovato un match-winner in finale di Champions. Il sesto trionfo del Bayern - raggiunto il Liverpool - è un capolavoro di programmazione, mentalità, lungimiranza. Sarà ricordato non solo per via della formula stravolta dal coronavirus: per la prima volta ha alzato la Coppa dei Campioni una squadra perfetta, capace di fare percorso netto (11 vittorie su 11) centrando un record soltanto eguagliabile. Il fatto che sia stata forgiata da un tecnico subentrato accresce i meriti di Flick, bravo a rivitalizzare un gruppo costruito aggiungendo le pedine giuste anno dopo anno. Il passo lungo quanto la gamba, ormai lunghissima. Triplete e missione compiuta, dove avevano fallito Guardiola e Ancelotti.
Quando una «notizia» era nota ma fa notizia lo stesso, è segno che fa parte delle grandi ipocrisie nazionali, della verità sottaciute, dei «si sa ma non si dice», spesso la si relega a berlusconata tipo «le toghe rosse» eccetera. Quindi, se un magistrato d'un tratto dice pubblicamente che «la sinistra orienta la magistratura», occorre subito vedere chi è, perché l'ha detto, se è da ritenersi credibile. Nel caso, il magistrato è Luca Palamara (intervistato durante un festival del sito Tpi, a Sabaudia) il quale è un ex componente del consiglio superiore della magistratura (Csm) che è stato il più giovane presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Quindi è credibilissimo: e allora perché ha parlato? Risposta: perché è sputtanato, o come si dice: non ha più niente da perdere. Sappiamo che Luca Palamara l'anno scorso è stato indagato per corruzione, compravendite di sentenze e fuga di informazioni, e che dalle intercettazioni fatte col sistema trojan è venuto fuori un trojaio. Eppure, anche ai più navigati, sentir dire pubblicamente che «la sinistra orienta la magistratura» fa ancora avere un modesto soprassalto, e perché? Forse perché continua a sembrare grave, anomalo, distorcente l'equilibrio che dovrebbe caratterizzare il magistrato ma nondimeno il politico che lo orienta. Oppure, retrospettivamente, perché sappiamo che a una magistratura di sinistra non esiste una corrispondente magistratura di destra, o meglio: ciascuno ha le sue idee, ma chi cerca di trasfonderle nella professione togata è quasi sempre di sinistra.
MINORANZA RUMOROSA
In altre parole, esistono migliaia di magistrati (circa novemila, nel penale) che si fanno gli affari propri e cercano solo di fare il proprio lavoro, ma tra essi c'è una minoranza che si muove in una logica di potere, e queste logiche sono e rimangono di sinistra perché presuppongono un ruolo sociale della magistratura che possa contribuire al cambiamento della società. Il «campionato» del potere si gioca solo a sinistra: è così che magistrati di mentalità anche di destra (pensate a Piercamillo Davigo) li ritroviamo a giocare nella logica delle correnti togate, quelle che si spartiscono posti e potere. Ma non esistono correnti veramente di destra: sono tutte e comunque in un campo di gioco che è dall'altra parte, l'unico disponibile: la differenza è che un tempo era una logica di sinistra incernierata ideologicamente coi partiti, oggi i partiti sono soltanto dei fragili appoggi appigli perché la magistratura militante consolidi un potere che non restituisce, ed è solo suo.
La magistratura milita in se stessa, ed è soggetto politico a se stante. Certo, le correnti «Area» e Magistratura democratica» sono considerate più di sinistra, «Unità per la costituzione» più di sinistra-centro, «Magistratura indipendente» più di centro-sinistra: ma ripetiamo, a destra non c'è nulla, solo lavoratori privilegiati (e ben lieti di essere globalmente difesi dal sindacato unico, l'Associazione magistrati) oppure ci sono cani sciolti che però difficilmente finiscono sui giornali per inchieste e arresti clamorosi (di politici, in genere) e difficilmente si spartiranno poltrone e incarichi. E i partiti? Che c'entrano? Ormai niente: i partiti fanno capolino solo nella facoltà di candidare tizio o caio tra i consiglieri laici del Csm o altre cariche elevate. Non ci sono più le toghe rosse: nella notte della giustizia, tutti i gatti sono grigi. Il magistratura fa politica da sola, non essendo peraltro eletta dal popolo.
Firenze, 21 agosto 2020 - In Toscana sono 11.063 i casi di positività al Coronavirus, 79 in più rispetto a ieri (25 identificati in corso di tracciamento e 54 da attività di screening). I nuovi casi sono lo 0,7% in più rispetto al totale del giorno precedente. L'età media dei 79 casi odierni è di 34 anni circa, il 68% è asintomatico.
Tanti rientri dall'estero, un quarto sono casi "forestieri" ma notificati in Toscana
Un numero così alto va anche spiegato: di questi 79 positivi ci sono 20 rientri dall'estero di cui 18 per motivi di vacanza (più 8 contatti). 19 casi sono riferibili a cittadini residenti fuori regione la cui positività è stata notificata in Toscana. Il 33% della casistica è un contatto collegato a un precedente caso.
Sono poi numerosi i tamponi eseguiti: hanno raggiunto quota 487.880, 4.154 in più rispetto a ieri. Un numero sostenuto, tanto che soprattutto nella zona della Toscana nord occidentale c'è stata una vera impennata delle richieste, più 30% in una settimana, con conseguenti ritardi nell'esecuzione o nella consegna dei referti.
Gli attualmente positivi sono oggi 878, +9,6% rispetto a ieri. I guariti crescono dello 0,02% e raggiungono quota 9.046 (81,8% dei casi totali). Oggi non si registrano nuovi decessi.
Il governatore siciliano non si sbilancia nonostante le ultime dichiarazioni del ministro Azzolina che annuncia l'avvio delle lezioni a partire dal 14 settembre
PALERMO - «Chiedetemi se c'è vita umana su Marte, ma non chiedetemi certezze sull'avvio dell’anno scolastico, perché credo che il primo a non avere certezze sia proprio il ministro». Lo ha detto a Sky TG24 il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. «In questo momento è difficile poter conciliare il diritto allo studio e il diritto alla salute, so che è una materia particolarmente complessa, ma dopo molti mesi di inutili e sterili confronti credo che ancora siamo in alto mare - ha aggiunto - Noi in Sicilia siamo pronti, abbiamo già predisposto quello che è necessario, ma non avendo chiarezza sulle misure tutto rimane provvisorio. Mi auguro che gli impegni possano essere mantenuti, così come assicura il ministro».
Il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, in un'intervista a La Repubblica, assicura che le scuole riapriranno dal 1/o settembre nonostante «sia in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che ripartano». Quello che serve, è che «si prenda a remare tutti nella stessa direzione» spiega. Le scuole, ad oggi, riapriranno per tutti, in presenza, anche se i numeri del contagio dovessero peggiorare:
Il coronavirus come lo abbiamo conosciuto non c'è più Secondo il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, ora siamo alle prese con un "nuovo" virus. "Ecco un dato che tutti aspettavamo e che alcuni di noi avevano ampiamente previsto già tre mesi fa... - spiega su Facebook il professore -. Dopo la carica virale ridotta (dimostrata dalle pubblicazioni dell’amico Massimo Clementi), ecco la dimostrazione che il SARScoV-2 è mutato".
Nel giorno in cui si sono superati i 1.000 contagi, una notizia che potrebbe stupire solo chi confonde "positivi" (spesso asintomatici) e "malati" (chi è costretto a ricorrere all'aiuto dell'ospedale e magari deve venire ricoverato in gravi condizioni). Il virus sarebbe sì più contagioso, ma meno aggressivo. A dimostrare la tesi di Bassetti, una ricerca tra i cui autori figura il luminare Robert Gallo e gli italiani Massimo Ciccozzi (responsabile dell'Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-Medico di Roma) e Davide Zella (Institute of Human Virology). Secondo Ciccozzi "sta emergendo un ceppo che ha perso un pezzo. Abbiamo rilevato la delezione nella proteina nsp1, implicata nella patogenesi del virus. Una modifica che può averne ridotto la letalità e potrebbe spiegare il limitato numero di decessi rispetto ai contagi che sembrano evidenziarsi in certe aree geografiche".
L'ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia, ha denunciato il premier Giuseppe Conte. Sabato mattina, come riferisce il Giornale, l'onorevole ha depositato in Procura a Cagliari un esposto contro il governo per verificare se i contagi di importazione di coronavirus e il caos tra discoteche e resort nel pieno della stagione turistica dell'isola potessero essere evitati. Secondo Cappellacci, la risposta è sì: sarebbe bastato che il governo accordasse al governatore in carica Christian Solinas, anche lui di centrodestra, la possibilità di chiedere un "passaporto sanitario" ai turisti in arrivo. Richiesta brutalmente respinta da Palazzo Chigi perché considerata "discriminatoria" nei confronti di chi proveniva dal "continente" e addirittura "anticostituzionale".
Come sia sfuggita di mano la situazione, oggi, è evidente a tutti. Solinas difende la regione ("Non siamo noi gli untori"), il Lazio (amministrato dal dem Nicola Zingaretti) chiede di effettuare i tamponi ai turisti non a Civitavecchia, al loro ritorno a casa, ma agli scali sardi, prima del ritorno. Un caos che sta compromettendo il proseguimento di questa già breve e complicatissima stagione turistica. Cappellacci, ai magistrati, chiede di verificare se ci sia "un nesso causale tra il rifiuto e i contagi che ci sono stati e se in tal caso vi siano gli estremi per configurare il reato di epidemia colposa". Per Conte e il governo piove sul bagnato, visto che anche la Lega ha deciso di denunciare l'esecutivo per "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con l'aggravante del coronavirus".
Una ordinanza "senza nessun valore". Il Viminale risponde così al governatore della Sicilia Nello Musumeci, che ha disposto lo sgombero entro le 24 di lunedì di tutti i migranti ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza dell'Isola e che dovrebbero dunque venire trasferiti nelle strutture di altre regioni. La materia, fa sapere il Ministero guidato da Luciana Lamorgese, "è di competenza statale" , dunque l’ordinanza sarebbe carta straccia: "La gestione dei flussi migratori — spiegano dal Viminale - non è una materia di competenza delle regioni ma è disciplinata dalle leggi nazionali, quindi non si capisce come l’ordinanza di Musumeci possa funzionare". Nessuna polemica con Musumeci, assicurao le fonti del Ministero, "ma non è materia sua. Il governo
"Ho fatto i complimenti a Musumeci - è stato invece il commento a caldo di Matteo Salvini, leader della Lega e soprattutto predecessore della Lamorgese come ministro degli Interni -, uomo libero". E anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, ha difeso il governatore: "La chiusura degli hotspot decisa dal governatore Musumeci è la conseguenza inevitabile dell’irresponsabilità con cui il Viminale ha lasciato precipitare la situazione ignorando per mesi gli allarmi e gli appelli lanciati dalle autorità siciliane, anche dopo la moltiplicazione dei focolai epidemici. Se siamo arrivati a questo livello di scontro istituzionale, dunque, la colpa è unicamente del governo nazionale, prigioniero dell’ideologia dell’accoglienza e incapace anche di far sentire la sua voce in Europa". è impegnato giorno e notte nella ricerca di soluzioni che servano ad allentare la pressione su Lampedusa e su tutta la Sicilia, ma non si capisce che effetti possa avere l’ordinanza disposta dal presidente della Regione".
"Afebbraio facevano gli aperitivi sui navigli e adesso dicono che la destra è cattiva. Francesco Storace, vicedirettore del Tempo, è stato ospite negli studi di "Stasera Italia" su Rete4. Ha smascherato le bugie della sinistra e su chi divide tra sinistra allarmista e destra ottimista.
Storace ricorda anche che, all'inizio dell'epidemia, "la destra aveva chiesto il lockdown anticipato. I governatori del nord venivano insultati come razzisti perché avevano chiesto di fare controlli sui bambini cinesi nelle scuole. Ma che state dicendo?".
Via dalla Sicilia tutti i migranti presenti negli hotspot e nei centri di accoglienza. Il governatore Nello Musumeci, di centrodestra, ha firmato un'ordinanza che prevede lo sgombero entro le 24 di domani, lunedì 24 agosto, e il trasferimento improrogabile in strutture fuori dall'isola degli ospiti. Uno strappo istituzionale clamoroso con il Viminale e Palazzo Chigi, già in difficoltà non solo nel ricollocamento dei clandestini sbarcati a Lampedusa (dove l'hotspot sta letteralmente scoppiando), ma pure nel trovare porti disponibili ad accogliere le navi-quarantena che ospitano i migranti positivi al coronavirus.
"L’ordinanza è stata pubblicata questa notte. - scrive lo stesso Musumeci - Oggi verrà notificata a tutte le prefetture dell’Isola e al governo nazionale. La Sicilia non può essere invasa, mentre l’Europa si gira dall’altro lato e il governo non attiva alcun respingimento. Vi terrò aggiornati più tardi". L'ordinanza ha validità fino al 10 settembre e impone anche il "divieto di ingresso, transito e sosta" nella regione per "ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle ong".
Entro le 24 di domani tutti i migranti presenti negli hot-spot e in ogni centro di accoglienza della Sicilia dovranno essere improrogabilmente trasferiti in strutture fuori dall’isola. È quanto prevede l’ordinanza firmata dal Governatore siciliano Nello Musumeci. "L’ordinanza è stata pubblicata questa notte - scrive lo stesso Musumeci su Facebook - Oggi verrà notificata a tutte le prefetture dell’Isola e al governo nazionale. La Sicilia non può essere invasa, mentre l’Europa si gira dall’altro lato e il governo non attiva alcun respingimento. Vi terrò aggiornati più tardi", scrive il governatore che ha pubblicato il testo integrale del provvedimento che prevede lo sgombero di tutte le strutture e degli spazi per i migranti che sbarcano sulle coste siciliane.
L’ordinanza ha validità fino al 10 settembre e impone il "divieto di ingresso, transito e sosta" nella regione per "ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle ong".
I giallorossi s'accordano a Roma ma non a Bari. Mellone ha un passato in CasaPound
I l Pd è alla frutta e si allea a Casapound per non perdere la Puglia. Sembra il titolo di un articolo del sito satirico Lercio. Ma è tutto vero. Il governatore uscente Michele Emiliano arruola nella propria coalizione Pippi Mellone, sindaco di Nardò, in provincia di Lecce, con un passato (mai rinnegato) nella formazione di estrema destra. Mellone, che ha flirtato anche con Forza Nuova, è l'ispiratore della lista civica Emiliano Sindaco d'Italia: tra i candidati, nel collegio di Lecce, c'è il suo assessore alla Cultura Giulia Puglia. I dem, sedotti e abbandonati dagli alleati di governo del M5s, ripiegano sull'estrema destra per fermare l'avanzata del centrodestra. Non è un giro di parole ma l'ennesima contraddizione che arriva dal Nazareno. Il legame tra Emiliano, presidente uscente della Puglia, che dovrà vedersela con Raffaele Fitto, candidato del centrodestra, e Mellone è molto solido. E non si è scalfito nemmeno dopo una recente uscita del sindaco di Nardò, che nel mese di febbraio ha invocato la chiusura della sede leccese dell'Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani d'Italia. Il segretario dei dem Nicola Zingaretti, che continua a lanciare appelli ai Cinque stelle (sperando nel voto disgiunto), teme il cappotto alle elezioni regionali del prossimo 20 e 21 settembre. Disfatta che potrebbe segnare il suo addio alla segreteria del Partito democratico. In Puglia non è stato possibile siglare l'accordo con il Movimento Cinque stelle che correrà con un proprio candidato, Antonella Laricchia. La Puglia (accordo con il sindaco di Casapound) non è un caso isolato. Anche in Campania, nelle liste del governatore uscente del Pd Vincenzo De Luca c'è un pezzo di destra. Lo sfidante sarà Stefano Caldoro che si presenta con un centrodestra unito. Anche in Campania il M5S manda all'aria l'alleanza di governo e si presenta da solo con Valeria Ciarambino.
Cè mancato poco che venisse ucciso. L'agente della polizia penitenziaria del carcere di Civitavecchia se l'è vista davvero brutta. Un detenuto nordafricano con problemi psichici l'ha aggredito e ha tentato di strangolarlo. L'agente è stato salvato solo grazie all'intervento di un altro detenuto che lo ha difeso.
Il tragico episodio viene raccontato sul sito 7Colli ed è avvenuto venerdì mattina. Il detenuto era appena uscito dalla doccia e l'agente ha sollecitato il suo rientro in cella. E' lì che è scattata la furia. Il detenuto, già noto per i suoi problemi psichici, si è scagliato come una furia con pugni e poi ha tentato lo strangolamento. I sindacati della polizia penitenziaria denunciano le difficili condizioni in cui lavorano gli agenti costretti a turni da soli in cui devono provvedere alle docce dei detenuti, al passeggio e alla gestione di tutta la sezione.
A Modena dal 26 agosto concerti e danze tutte le sere per mille persone. Mentre nel resto d'Italia...
C’è un solo posto in Italia dove si potrà ancora ballare con il permesso del ministro della Salute, Roberto Speranza. E' Modena, all'arena di Ponte Alto. Perché lì il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha voluto mantenere con tutto il suo programma anche musicale il Festival nazionale dell'Unità che organizza il suo partito democratico dal 26 agosto fino al 13 settembre. Altro esempio di come i leader della maggioranza del governo- da Giuseppe Conte in giù- si sentano tutti come il Marchese del Grillo con la celebre battuta recitata da Alberto Sordi: «Perché io sono io e voi non siete un ca..o!». Perché in tutta Italia locali da ballo e discoteche sono stati chiusi con editto del governo puntando il dito contro i giovani che le frequentavano, accusati di essersi trasformati per qualche ballo in autostrade per il ritorno in gran carriera del coronavirus.
Ma per gli Zinga boys nessun editto: ai ragazzi di casa è premesso tutto o quasi. Ogni sera ben mille di loro potranno entrare nell’arena musicale a patto di calzare la mascherina di ordinanza e di prenotare prima anche quando l’ingresso è gratuito. Certo si scateneranno con misura, perché il menù non presenta esattamente le hit dell’estate. Canteranno e suoneranno Marina Rei e Tosca; Gene Gnocchi e i Modena City ramblers; Neri Marcorè o Faber Noster, Leo Gassman e Paolo Fresu. Ma anche i nomi forse meno conosciuti qualche ballabile lo lanceranno.
Sul Recovery Fund si preparano due commissioni parlamentari. La maggioranza vorrebbe coinvolgere il Parlamento e, soprattutto, l'opposizione. Una delle due presidenze dovrebbe essere affidata a un esponente del centrodestra. In pole position c'è Forza Italia e Renato Brunetta. Come anticipato da Repubblica, Giuseppe Conte è favorevole alla nascita di commissioni per il Recovery, in modo da permettere al governo di "confrontarsi con il Parlamento". I nome di Brunetta non è scontato, anche perché i renziani mirano a conquistare a loro volta una delle due presidenze. Il berlusconiano, però, mantiene da settimane un filo diretto con ministri giallorossi e con il Nazareno. E anche in quest'ottica che si legge il continuo abboccamento che fa mesi Silvio Berlusconi ha con la maggioranza.
La sua nomina sarebbe il segnale atteso dalla fazione dialogante di Forza Italia, un passo nello spirito di quella "collaborazione istituzionale", che, non a caso, è stata la formula utilizzata dall'ex capogruppo di FI nel corso di un recentissimo incontro con cento parlamentari azzurri. Conte però è stato chiaro, sul punto: la stesura dei progetti spetta al governo. Sarà il premier a presiedere il Comitato interministeriale per gli Affari europei, l'organismo scelto per mettere nero su bianco il piano.
L'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci ha presentato un esposto contro il governo centrale per epidemia colposa
Sardegna presa in giro e umiliata dal governo centrale, che respinge la richiesta del presidente della regione Christian Solinas di istituire un passaporto sanitario prima dell'arrivo della stagione turistica ed ora diviene parte lesa per l'incremento dei casi di Coronavirus, dopo essere stata a lungo terra di contagi zero, ed il trattamento mediatico alla stregua di un lazzaretto: per tutti questi motivi l'ex governatore Ugo Cappellacci (Forza Italia), ha presentato un esposto contro l'esecutivo per epidemia colposa, come da lui stesso annunciato sul profilo personale Facebook.
"Questa è la ricevuta della presentazione della denuncia-esposto nei confronti del governo.", spiega Ugo Cappellacci all'uscita dalla questura di Cagliari intorno alle 7 di stamani. "La richiesta che faccio alla procura della Repubblica di Cagliari è quella che vengano effettuati degli accertamenti per verificare se l'aumento vertiginoso del numero dei contagi in Sardegna possa essere ricondotto alla bocciatura da parte del governo nazionale delle misure restringenti richieste dalla Regione. In particolare il passaporto sanitario, che presupponeva l'effettuazione di un tampone prima di arrivare in Sardegna". Lo scopo, come spiegato dall'ex presidente della Regione è quello di verificare se"ci sia una connessione tra questa mancata concessione da parte del governo e l'aumento dei casi di Covid di questi giorni".
Maria Elena Boschi ieri l'altro ha giustamente postato il seguente commento: «Ancora un'archiviazione di mio padre su Banca Etruria.
Chissà dove sono coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso, minacciato. Ma oggi è un giorno bello: la verità è più forte del fango».
Non per vantarmi, ma io ho la risposta esatta e certa, cara onorevole: sono al governo con lei, sono le persone con cui oggi condividete sogni e speranze, sono quelli che voi di Italia Viva avete salvato dalla disfatta offrendo i vostri voti su un piatto d'argento per continuare a governare. Sono i 5 Stelle al completo, sono i vostri alleati di Leu che volevano vedere morti lei e suo padre pur di disfarsi di Renzi.
La vigliacca mozione di sfiducia nei suoi confronti, le ricordo, non fu votata da Forza Italia ma dai suoi attuali soci grillini. Oggi il suo partito va a braccetto con loro e querela me perché sostengo che Renzi sia un po' andato di testa. La prossima volta si scelga gli amici giusti e, soprattutto, non sia così ipocrita. La saluto, sinceramente felice che suo padre stia uscendo indenne da quel casino.
Chissà cosa penserebbe Jack Kerouac, l’autore de “Il libro dei sogni”, se potesse leggere il programma elettorale di Virginia Raggi. Oggi, al giro di boa del suo mandato di sindaco di Roma. Forse, invidia. Undici punti. “Undici passi per portare a Roma il cambiamento di cui ha bisogno”. Cambiamento, dalla mobilità allo sport, dalle politiche sociali alla scuola. Cambiamento. Questo era il comune denominatore. Il mantra. Un sogno.
Secondo il vicepresidente del II Municipio e presidente dell’assemblea regionale del Pd, Andrea Alemanni, in effetti un cambiamento c’è stato. In peggio. «Manca una visione strategica», commenta a RomaH24. D’accordo, che volete che dica l’opposizione? Magari, la stessa cosa che rivelano i numeri. Gli indicatori. Stando a quelli elaborati da “Nomisma”, società di analisi sull’economia reale, Roma è attualmente al 17° posto nella graduatoria, guidata da Milano, che misura la capacità di attrarre investimenti. Davanti a Roma ci sono piccoli e medi capoluoghi come Padova e Trento, ma anche Firenze (2° posto) e Torino (7°). Roma è depressa e deprimente. Ha perso appeal anche tra i turisti. Una ricerca di Euromonitor ha evidenziato come sia scivolata al 15° posto tra le città più visitate al mondo.
Secondo un sondaggio condotto il 9 gennaio da Swg, solo il 50 per cento degli elettori 5 Stelle dà un voto compreso tra 7 e 10 all’operato di questa giunta. Raggi è riuscita a bruciare metà del consenso persino tra la sua gente. Quel consenso che le permise, il 22 giugno 2016, di conquistare il Campidoglio con il 67,2 per cento delle preferenze, battendo Roberto Giachetti al ballottaggio. Il termometro del crollo dei 5 Stelle è nella sconfitta subita l’anno scorso nei Municipi III e VIII, tornati entrambi al Pd. Che già amministrava il I e il II Municipio.
La difesa di Roma, fino alla costruzione, nel VI sec. a.c., delle mura serviane, era basata sull'aggregazione di Etruschi, Latini, Sabini che abitavano i colli intorno al Palatino, nucleo centrale della città, ma ogni colle provvedeva da sè alla sua difesa militare, affidata più agli uomini che alle fortificazioni. I colli avevano però irte palizzate di legno, fossati e terrapieni tra Porta Collina e l'Esquilino, per una lunghezza di circa 7 km (60 stadi).
Si deduce che la popolazione preponderante fossero latini, ma che vi fossero effettivamente anche i troiani della leggenda, perchè Troia leggenda non fu, ed effettivamente i suoi scampati dovettero cercare rifugio sulle rive del Mediterraneo, e dove se non in un territorio già multietnico per cui non affetto da xenofobia?
SECONDO VARRONE
E' nota là dissensione, che fin dapprincipio insorse fra i due fratelli del luogo, sul quale meglio conveniva fabbricare la città: Roniulo scelse il Palatino e Remo un colle non lontano dal Tevere, che da lui poi fu detto Remuria, circa trenta stadi distante da Roma. L' autore però dell' Origine della Gente Romana dice che
"Remuria stava cinque miglia lungi da Roma, differenza di poco momento: "Cum igitur - dice egli al capo XX. II. - inrer se Romiilus, et Remus de condenda e tractarent in qua ipsi parìter renurent Romulusque locii, qui sibi idoneus videretur, in monte Palatino designar et Romamque appellari vellet; contraque ìtem Remus in allo colle qui erat a Palatlo milìiìnis qunque enimdomque Incum ex suo nomine Remuriam appellaret " etc.
Le promesse da marinaio sono quelle che non saranno mantenute. La storia nasce dalle promesse di buona condotta che facevano i marinai, in una situazione di pericolo in mare. Passato il pericolo, i marinai tornavano alle vecchie abitudini.
Vediamo le promesse della sindaca Virginia Raggi, a proposito dei rifiuti.
Prima delle elezioni comunali romane, la candidata sindaca, Virginia Raggi, aveva detto che avrebbe preso come modello la città americana di San Francisco, la cui gestione dei rifiuti è basata sul riciclo e riuso. Sono passati 3 anni da quando la Raggi è stata eletta sindaca.
Oggi Roma è sommersa dai rifiuti.
Un mese dopo le elezioni (luglio 2016) aveva promesso, per bocca della assessore all'Ambiente, di pulire Roma entro il mese di agosto.
Oggi Roma è sommersa dai rifiuti.
A dicembre 2018 la sindaca Raggi voleva "Roma pulita nel più breve tempo possibile".
Oggi Roma è sommersa dai rifiuti
Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa (M5S), dichiara che l'Ama deve pulire le strade in due settimane, al massimo venti giorni, il che significa che, entro luglio, la città dovrebbe essere pulita.
La ministra della Salute, Giulia Grillo (M5S), dichiara che è possibile risolvere il problema entro l'estate.
Cinque promesse. Nessuna rispettata. Sulle pensioni il governo si è rimangiato tutti gli impegni presi con i Sindacati e con il paese.
Non è una mia opinione. Parlano i testi. Uno in particolare: quello dell'intesa sottoscritta appena un anno fa, che è utile richiamare per chi avesse la memoria corta.
Era il 27 settembre del 2016 e per la prima volta dopo tanti anni riuscimmo in quell'occasione a convenire una serie di misure per rendere più giusto ed equo il sistema previdenziale italiano dopo i danni prodotti dalla riforma Fornero.
Si decise inoltre di definire i temi per la seconda fase del confronto perché eravamo consapevoli che il lavoro non fosse finito.
Non erano vaghe promesse ma impegni veri e precisi. Erano cinque. Li abbiamo scritti tutti insieme e messi nero su bianco. Sono stati disattesi e non hanno trovato alcun riscontro nella legge di bilancio appena presentata dal governo. Eccoli:
CAMPI BISENZIO – Pomeriggio fiume ieri a Campi Bisenzio per l’iniziativa di Forza Italia e Liberi di cambiare iniziato alle 15.30 e terminato oltre tre ore dopo. Inaugurata, presso l’atrio sotto la sala consiliare, la mostra sulle promesse non mantenute dalla sinistra a Campi negli ultimi 25 anni, è poi seguito il dibattito, in sala […]
CAMPI BISENZIO – Pomeriggio fiume ieri a Campi Bisenzio per l’iniziativa di Forza Italia e Liberi di cambiare iniziato alle 15.30 e terminato oltre tre ore dopo. Inaugurata, presso l’atrio sotto la sala consiliare, la mostra sulle promesse non mantenute dalla sinistra a Campi negli ultimi 25 anni, è poi seguito il dibattito, in sala Fallaci. Tanti gli interventi: Marco Bestetti, coordinatore nazionale dei giovani di Forza Italia, Annamaria Celesti, vice-sindaco a Pistoia, Stefania Fuscagni, già portavoce dell’opposizione in Regione Toscana, e Alessandro Mazzerelli, presidente del comitato nazionale Don Milani che ha intrattenuto gli ospiti sul decalogo del buon politico. E poi ancora, Jacopo Cellai, capo gruppo di Forza Italia a Firenze, Paolo Giovannini, coordinatore provinciale azzurro, Juri Gorlandi, coordinatore regionale dei giovani, e Tommaso Gorini, coordinatore provinciale dei giovani fiorentini.