Ambulanti in piazza, domani assedio simbolico al Palazzo. "Facciamo un ultimo appello agli ambulanti ed ai cittadini che frequentano i mercati, le fiere, le sagre, ma anche a coloro che giornalmente lavorano come ambulanti in tutta Italia ed agli stessi cittadini cominciando da Roma, a partecipare alla manifestazione nazionale di domani a Roma, a Piazza Montecitorio, alle ore 9", si legge in una nota della dirigenza nazionale di ANA(Associazione Nazionale Ambulanti) composta dal Presidente Ivano Zonetti, dal Vicepresidente Vicario Angelo Pavoncello, dal Segretario Marrigo Rosato e dal coordinatore dei Fieristi Luca Paolucci
"Abbiamo indetto la manifestazione per chiedere la tutela DEI FIERISTI , DI CHI FA LE FESTE/SAGRE DI PAESE, DEI GIOSTRAI E DEGLI AMBULANTI TUTTI, e abbiamo avanzato le seguenti richieste al Governo:
- ELIMINARE TOTALMENTE PER TUTTO L’ANNO LA TOSAP E LA COSAP NEL 202O
- PER AVERE AIUTI ECONOMICI CONCRETI (MODELLO ULTIMA LEGGE REGIONE SARDEGNA)
La crisi post Covid è costata 500.000 posti di lavoro. Lo ha detto Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell'Istat, in audizione al Senato, parlando di un calo del mercato occupazionale.
Monducci, citando le indagini a disposizione, ha aggiunto che "oltre un terzo delle imprese ha denunciato fattori economici ed organizzativi che mettono a rischio la sopravvivenza, rilevando un rischio per la sostenibilità dell'attività da qui a fine anno".
L'impatto sulle imprese ha determinato "seri rischi per la sopravvivenza: il 38,8% delle imprese italiane (pari al 28,8% dell'occupazione, circa 3,6 milioni di addetti, e al 22,5% del valore aggiunto, circa 165 miliardi di euro) ha denunciato l'esistenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio la sopravvivenza nel corso dell'anno".
La prospettiva di chiusura, rileva Istat, è determinata dall'elevata caduta di fatturato (oltre il 50% in meno sul 2019) che ha riguardato il 74% delle imprese e dal lockdown (59,7% delle imprese). I vincoli di liquidità (62,6% delle unità a rischio chiusura) e la contrazione della domanda (54,4%) costituiscono i principali motivi, i vincoli di approvvigionamento lato offerta sono un vincolo più contenuto (23%).
Il fidanzato, anzi ex fidanzato, di Rocco Casalino si confida con Repubblica. Josè Carlos Alvarez, l'uomo al centro dello scandaluccio del trading online, spiega in premessa come la storia col portavoce di Giuseppe Conte sia finita: "Avevamo già problemi, ma questo è stato il colpo di grazia. Ormai è finita al 100%. Questa bomba mediatica ha scatenato tra noi litigi su litigi. Io me ne andrò, non ho mai pensato che l'Italia fosse il paese dove rimanere tutta la vita, mentre Rocco resta qui, a pagarne le conseguenze". Dunque, aggiunge di non essere "un ludopatico, sono solo una vittima". Quindi, agita la bandierina del complotto: "Le notizie che sono trapelate hanno il solo scopo di screditare Rocco. L'obiettivo di tutto questo è costringerlo a farsi da parte". E ancora, aggiunge: "Con Rocco sono stato chiaro: se vogliono indagare, amore, che indaghino pure".
In sintesi, si ricorda che il cubano è nel mirino per alcuni movimento sospetti sulla sua carta prepagata: si parla di 150mila euro. Cifra che il diretto interessato smentisce: "Da quando ho aperto il mio conto, sei anni fa, non ho mai avuto più di 30mila euro. Abbiamo contato i movimenti e non superano, per tutto l'arco di tempo, i 90mila euro". Si tratta solo di denaro suo? "Sono i miei risparmi, a cui si aggiungono circa 20mila euro di un prestito che ho chiesto prima del lockdown perché volevo aprire un ristorante. Ho sempre lavorato bene: il mio ultimo contratto, in un locale a piazza Argentina, mi garantiva 1.800 euro. Stavo bene. Ogni mese mandavo 3 o 400 euro a mia madre, a Cuba, con un'altra parte mi pagavo le cene e a me rimanevano quasi mille al mese da mettere da parte. Ma dal lockdown sono in cassa integrazione e prendo molto meno".
Molto interessante la risposta di Alvarez quando gli chiedono se Casalino lo abbia mai aiutato economicamente in tutti questi anni: "In questo periodo è stato lui a mandarmi il denaro da inviare alla mamma. E in passato se ero in difficoltà non si è mai tirato indietro. Gli chiedevo soldi a periodi, magari quando mi facevano le multe con il motorino. Lui mi ha sempre detto: Poche centinaia di euro non mi cambiano la vita". Quindi José racconta come è finito nel tunnel del trading online, sarebbe stato di fatto truffato da un broker che lo ha convinto ad investire sul petrolio. "Poi il crack. Il petrolio è sceso sotto i 10 dollari. Ho telefonato al broker, chiedendogli di chiudere il mio conto sul sito di trading. Lui mi ha incalzato: Se investi altri 2000 euro sposto la tua posizione sulle proiezioni del prossimo mese, il mercato è tornato a crescere. Io, sicuro, me ne sono andato in palestra, ma poche ore dopo, quando sono tornato, ho scoperto che il petrolio aveva toccato lo zero. E io ero rovinato".
"Penso che tutto quello che e stato detto non abbia alcuna base dal punto di vista scientifico: è un messaggio inadeguato, quello che viene lanciato, con elementi di evidente pericolosità". Così Massimo Galli, professore Ordinario di Malattie Infettive all'Università degli Studi di Milano e past president della Società italiana di Malattie Infettive (Simit), stigmatizzando le posizioni espresse in occasione dell'incontro 'Covid-19 in Italia, tra informazione scienza e dirittì, alla presenza tra gli altri del leader della Lega Matteo Salvini, Vittorio Sgarbi, il tenore Andrea Bocelli e il primario di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo
Durante il convegno Salvini ha detto il bollettino quotidiano dei contagi rappresenta un "terrorismo mediatico" Ed ancora: "Io mi sono rifiutato di salutare di gomito. Se uno mi allunga la mano, mi autodenuncio, gli gli do la mano", ha detto il leader della Lega. Affermazioni "inadeguate", rileva Galli, soprattutto perchè "nessuno di coloro che si sono espressi ha titolo per dare una opinione di tipo scientifico" sull'attuale andamento dell'epidemia. "Le misure anti-contagio, dalla mascherina al distanziamento alle misure igieniche, vanno ribadite". Perchè quello che "è abbastanza chiaro è che questo virus non si abolisce per decreto,. Il virus - afferma - è ancora tra noi".
Non ha gradito di essere definito "negazionista" Zangrillo soprattutto "dopo aver visto personalmente ognuno dei circa 1.200 malati" di Covid-19 "curati al San Raffaele, dopo aver lavorato notte e giorno fino al 18 aprile nelle 5 rianimazioni dell'ospedale e dopo aver personalmente trasportato malati gravissimi nel mio reparto, mi porta a considerare gli autori delle accuse quali persone in malafede, che si espongono al rischio di querela per diffamazione".
Parole dure le sue e non le sole. Con lui anche Massimo Clementi, virologo dell'ateneo di via Olgettina, e Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita). Non siamo negazionisti, ma medici, professori universitari, ricercatori, replicano.
Se il centrodestra vuole mandare sotto il governo Conte e spianare la strada alle elezioni, l’occasione buona si presenterà domani al Senato, quando si voterà lo scostamento di bilancio (il terzo da marzo). Il governo chiede di potersi indebitare per altri 25 miliardi di euro. Sosterrà che è necessario per non far crollare l’economia martoriata dall’emergenza coronavirus.
E si appellerà al senso di responsabilità delle opposizioni. Perché sa che senza una mano del centrodestra il rischio di andare sotto è reale. FdI, Lega e Forza Italia hanno già fatto sapere che garantiranno il loro apporto a determinate condizioni. Il loro appoggio, quindi, è tutt’altro che scontato.
Il premier Conte ha bisogno di 160 voti per far passare lo scostamento. Si tratta della maggioranza assoluta dei componenti di Palazzo Madama. Una soglia che si è abbassata di un’unità a giugno, quando il numero dei senatori è passato da 320 a 319, a causa della scomparsa di Stefano Bertacco di FdI.
I partiti della maggioranza dovranno assicurarsi che tutti i loro senatori non disertino l’appuntamento. E, soprattutto, dovranno sperare che nessuno si senta male. Le nuove regole anti-Covid non transigono. I parlamentari anche solo con qualche linea di febbre verranno lasciati alla porta.
Nella maggioranza c’è chi giura che non ci sono rischi e che verranno raggiunti 164 voti. Dovranno faticare per riuscirci. La somma dei senatori di Pd, M5s, Italia Viva e Leu fa 153. Ammesso che domani siano tutti presenti, avranno bisogno di altri 7 voti. I giallo-rossi andranno a cercarli nel gruppo per le Autonomie e nel Maie. E tra i 6 senatori a vita, dei quali però 3 non votano praticamente mai (Napolitano, Rubbia e Piano), mentre gli altri 3 (Monti, Segre e Cattaneo) non fanno mai mancare il loro apporto nei momenti più delicati. Resta da vedere quale posizione prenderanno altri onorevoli del Misto, come Bonino (+Europa) e Richetti (Azione). Gli occhi saranno puntati anche sui tre fuoriusciti di Forza Italia (Romani, Quagliarello e Berrutti), che pochi giorni fa hanno creato un’altra componente del Misto dal nome «Idea-Cambiamo» (per fortuna non hanno invertito l’ordine delle parole).