Il leader della Lega: "Complimenti al medico Luigi Camporota". Il dottore calabrese: "Per me i pazienti sono tutti uguali"
Per quanto riguarda Boris Johnson, il medico italiano Luigi Camporota fa parte dell’équipe di terapia intensiva del St Thomas’ Hospital di Londra, dove in questi giorni è stato ricoverato per l'appunto il primo ministro britannico. Un paziente fuori dal comune? "Per noi tutti i pazienti sono importanti. Per me personalmente non è cambiato nulla". Il camice bianco italiano ha messo radici nel Regno Unito e ha anche una moglie inglese. Super esperto di terapia intensiva e di Ecmo, appunto, cioè quella macchina che supporta le funzioni vitali, il Regno Unito è ormai la sua casa.
Claudio Borghi risponde a Papa Francesco: "Santità, il Giuda traditore lo trova all'Eurogruppo"
Il sì al Mes ha scatenato le opposizioni contro Giuseppe Conte. E tra i più infervorati c'è il leghista Claudio Borghi, uno che alla campagna contro il fondo salva-Stati (o "ammazza-Stati", fate voi) ha dedicato tempo, lacrime e sudore. E Borghi nelle ore infuocate del dibattito all'Eurogruppo che ha portato al varo della misura, ha addirittura risposto a Papa Francesco, il tutto su Twitter. Il Pontefice infatti twittava: "Pensiamo al piccolo Giuda che ognuno di noi ha dentro di sé. Ognuno di noi ha la capacità di scegliere tra la lealtà e l'interesse. Ognuno di noi ha la capacità di tradire, di vendere, di scegliere per il proprio interesse. Giuda, dove sei?", concludeva Papa Francesco. Ed ecco dunque piovere la risposta di Borghi alla domanda di Bergoglio: "Santità. Stasera purtroppo abbiamo visto benissimo dov'è Giuda. All'Eurogruppo". Dunque l'hashtag #traditore, palesemente rivolto a Giuseppe Conte. E non solo: anche a Paolo Gentiloni e Roberto Gualtieri (lo ha specificato lo stesso Borghi in un successivo cinguettio).
Mes, i dettagli: senza condizioni solo per le spese sanitarie. Franco Bechis: "Ci pagano le mascherine, un pugno di mosche"
L'Italia ha firmato quella che sembra la sua condanna a morte: Giuseppe Conte, all'Eurogruppo, ha ingoiato il Mes. No agli eurobond, insomma, sì al fondo salva-Stati e a determinate condizioni. Certo, ad ora ancora non abbiamo fatto ricorso al famigerato Mes, ma considerato quanto il coronavirus stia distruggendo il nostro Paese è semplice comprendere quanto quel giorno sia vicino. E sarà un giorno tragico. Andiamo qui a comprenderne le ragioni. Si parta da quanto twittato da Paolo Gentiloni subito dopo l'accordo: "L’Eurogruppo ha trovato l’accordo. Un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita. L’Europa è solidarietà". Balle spaziali. La verità, cruda, è quell spiegata dall'altro super-falco olandese, il ministro delle finanze Wopke Hoekstra, braccio destro di Mark Rutte, da subito ostile a ogni proposta italiana. "Dopo lunghe e intense conversazioni negli ultimi due giorni, L'Eurogruppo è giunto a una buona conclusione", ha premesso Hoekstra. Il Mes "può fornire assistenza finanziaria ai Paesi senza condizioni per le spese mediche" e "sarà anche disponibile per il sostegno economico, ma a condizioni. È giusto e ragionevole"
Stefano Fassina contro Conte e Gualtieri: "Dall'Eurogruppo una trappola, l'ok è un grave errore politico"
Sull’accordo accettato dall’Italia in seno all’Eurogruppo rischia di spaccarsi definitivamente il governo Conte bis. La collaborazione con i partiti dell’opposizione è andata a farsi benedire, ma ora le crepe sono evidenti anche nella raffazzonata maggioranza giallorossa. La “calata di braghe” del premier e del ministro Gualtieri è sintetizzata da Stefano Fassina, deputato di Leu, che si schiera contro i suoi stessi compagni a causa dell’accordo con l'Ue: “Il pacchetto condiviso dall’Eurogruppo è una trappola. C’è soltanto il Mes. Il Sure, il sostegno ai disoccupati, è un grande bluff; le garanzie per le imprese sono già nella mission Fib e già pagate anche da noi; nessun impegno per il Recovery Fund, la formula usata per non citare gli eurobond. Grave errore politico l’ok dell’Italia, il governo deve venire subito in Parlamento”.
Mes, rivolta M5s contro Giuseppe Conte: "Non lo votiamo più". Fase 2 con un nuovo premier?
La Fase 2 dell'emergenza coronavirus inizia con un nuovo premier? Giuseppe Conte si è piegato all'Eurogruppo: sì al Mes, no agli eurobond. Lo stesso Mes che il M5s ha sempre combattuto. Insomma, adesso sembra davvero essere troppo. A poche ore dalla conclusione del vertice europeo, infatti, montano i malumori tra i grillini, da sempre in prima linea contro il salva-Stati. Ad aprire le danze è Pino Cabras, deputato pentastellato: "La proposta di accordo che è stata negoziata all'Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare", dice chiaro e tondo.
Poi il pasionario Michele Giarrusso: "Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto". Parole che sintetizzerebbero la posizione di molti altri grillini. Insomma, Conte adesso rischia davvero: con l'accelerata sul Mes potrebbe davvero favorire quel cambio di guida di cui si parla da tempo, anche se non è dato sapere, ancora, in quale direzione potrebbe muoversi questo cambio.
Immigrato confessa: ‘Sono qui per farmi mantenere’
Loro sono onesti. Sono i sinistardi che inventano improbabili fughe da guerre che non esistono.
Non vengono qui per fuggire dalla guerra, anche perché non ce ne sono in Nigeria o Pakistan, vengono qui, come tutte le truppe di invasione, per le donne o per farsi mantenere. Non differiscono in nulla dalle truppe coloniali francesi che ‘liberarono’ l’Italia.
Come questo profugo che, intervistato tempo fa a Cagliari, dove viveva da anni e, dove aveva vissuto a spese dei contribuenti in un hotel per cosiddetti profughi, spiega candidamente che è in Italia per farsi mantenere. E riprodursi: a spese nostre
"Atti sacrileghi", 100 studiosi contro Papa Francesco
Pubblicato il: 12/11/2019 13:30 -"Noi sottoscritti chierici, studiosi e intellettuali cattolici, protestiamo e condanniamo gli atti sacrileghi e superstiziosi commessi da Papa Francesco, il Successore di Pietro, durante il recente Sinodo sull’Amazzonia tenutosi a Roma". Inizia così il documento, redatto in sette lingue e firmato da un centinaio di studiosi, religiosi e laici - tra i quali il moralista John McCarthy, il teologo Brian Harrison, lo storico Roberto De Mattei, il giurista Paolo Pasqualucci, il medievalista Claudio Pierantoni, il patrologo John Rist, il filosofo Josef Seifert, lo storico Henry Sire, la principessa Glorias Thurn und Taxis e John Henry Westen fondatore del sito LifeSiteNews - 'oltranzisti' cattolici, per i quali il Pontefice si è macchiato di "gravi peccati" e anche chi dentro la Chiesa lo seguirà rischia "la dannazione eterna".
Nel documento, definito di "protesta", i firmatari - che citano a conforto delle loro tesi, fra gli altri, i cardinali Wlater Brandmueller, Gerhard Mueller, Raymond Burke, Jorge Urosa Savino, l'arcivescovo Carlo Maria Viganò e i vescovi Athanasius Schneider, José Luis Azcona Hermoso, Rudolf Voderholzer e Marian Eleganti - si elencano in particolare sei "atti sacrileghi", tutti legati a quella che definiscono come "l'adorazione idolatrica della dea pagana Pachamama", la statuetta che ignoti sottrassero durante il Sinodo sull'Amazzonia dalla chiesa di Santa Maria in Traspontina a due passi dalla basilica di San Pietro in Vaticano e gettarono nel fiume Tevere.
Ratzinger contro papa Francesco
Benedetto XVI, che da pontefice ha difeso strenuamente l’istituzione papale e la struttura gerarchica della Chiesa romana, adesso con una inaudita picconata dischiude una “rivoluzione dei cento fiori” che potrebbe scardinare l’impianto storico della Chiesa cattolica.
Egli, infatti, in un libro - scritto insieme al cardinale curiale Robert Sarah (della Guinea, più volte schieratosi pubblicamente contro alcune iniziative di Francesco) e che esce domani a Parigi - sostiene di “non poter tacere” di fronte al danno irreparabile che, a suo dire, verrebbe alla Chiesa se fosse minata la legge del celibato per i preti della Chiesa latina. Questa uscita arriva mentre il pontefice regnante sta dando gli ultimi ritocchi alla sua esortazione apostolica sulle conclusioni del Sinodo per l’Amazzonia celebrato in ottobre a Roma. Quell’Assemblea, a maggioranza di oltre due terzi (128 sì, 40 no) proponeva a Bergoglio di ammettere la possibilità che diaconi sposati fossero ordinati preti, almeno in comunità disperse nelle foreste dell’immensa regione che vedono il sacerdote magari una volta l’anno. Sarebbe una “eccezione” limitata, ma è naturale che anche altri episcopati, pur in altri contesti sociali ed ecclesiali, dall’Africa alla Mitteleuropa, invocherebbero poi la stessa “possibilità”.
Conte come Vanna Marchi, il suo è un decreto Ammazza Italia
I 120 articoli non prevedono alleggerimenti fiscali: scadenze rimandate alla fine di giugno. Il resto sono mancette inutili.
Non c’è nulla. Tutta aria fritta. Siamo in presenza di una crisi apocalittica che porterà a migliaia di morti e milioni di disoccupati. Loro agiscono come se fosse un terremoto.
Servono misure straordinarie. Devono essere rottamate tasse come IMU, Canone, Siae e altre gabelle delinquenziali. Devono essere stampati Minibot.
Alessandro Sallusti, l'appello: "Salvate l'Italia dalla furia dei magistrati. Coronavirus, scudo penale per i medici"
Non soltanto Edward Luttwak teme che la magistratura sarà un grosso ostacolo per l'Italia dopo l'emergenza coronavirus. Anche Alessandro Sallusti ne condivide il pensiero, e lo spiega nel suo fondo su Il Giornale di giovedì 9 aprile, dal titolo: "Datevi uno scudo dal virus dei giudici". La premessa è relativa al fatto che già in questi giorni partono inchieste, caccia ai responsabili, accuse che non risparmiano nessuno, dai politici e dai medici. "Noto che la classe politica tutta è impaurita all'idea di un ritorno della stagione delle manette e così - pensando di non irritare i magistrati già all'uscio con la bava alla bocca - tentenna a tutelarsi, rischiando di fare la stessa fine che fece nel 1992 quando rinunciò all'immunità parlamentare e fu l'inizio della sua fine", ricorda il direttore. E la parte più forte del suo fondo arriva nelle battute finali: "Per cui, cari politici, il consiglio non richiesto è di varare fino a che siete in tempo per voi e per chiunque sia stato al fronte, soprattutto per i medici e gli infermieri, uno scudo penale e civile a prova di Davigo", rimarca Sallusti. "Non sarà per salvare le vostre persone ma il Paese dalla furia giustizialista che aggiungerebbe solo nuovi danni a quelli provocati dal virus.
Coronavirus, arrestato Antonello Ieffi: truffa sulle mascherine da 15 milioni di euro
Primo arresto per truffa su mascherine da coronavirus. Finisce in manette Antonello Ieffi, imprenditore originario di Frosinone, arrestato nella mattinata di giovedì 9 aprile dal Gico del nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, con l'accusa di turbativa d'asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture. "Una puntata d'azzardo, giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine": queste le parole usate dal gip di Roma per definire Ieffi. A dare il via alle indagini, una denuncia di Consip con riferimento a una serie di anomalie riscontrate nell'ambito della procedura di una gara, del valore complessivo di oltre 253 milioni di euro, bandita d'urgenza per garantire l'approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali.
Nel dettaglio, il lotto numero 6, per un importo di circa 15,8 milioni di euro elativo alla fornitura di oltre 24 milioni di mascherine chirurgiche, veniva aggiudicato alla Biocrea Società Agricola a Responsabilità Limitata che, con la sottoscrizione dell'accordo quadro, si impegnava, tra l'altro, alla consegna dei primi 3 milioni di mascherine entro 3 giorni dall'ordine. Sin dai primi contatti con la stazione appaltante pubblica, finalizzati all'avvio della fornitura, però, Ieffi, che interloquiva per conto dell'impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria, lamentava l'esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, che sarebbe stata già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. E le mascherine non arrivavano, anche se era già passata la data prevista dal contratto per le prima consegna. Così, in collaborazione con l'agenzia delle Dogane, veniva perquisito il magazzino dove le mascherine sarebbero state bloccate, all'aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun: ma delle mascherine non ce n'era traccia.
Francesco non dice la parola comunismo
Mea culpa di Bergoglio sull’etnia discriminata. Beati 7 martiri del regime sovietico, ma senza mai nominarlo
Non nominare il nome di Dio invano, e neanche quello del tuo nemico. Papa Francesco sceglie di non pronunciare mai la parola «comunismo» durante l'omelia della Divisa Liturgia. Eppure l'ultima tappa del suo viaggio apostolico in Romania è la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici, martiri del regime sovietico. Iuliu Hossu, Vasile Aftenie, Ioan Balan, Valeriu Traian Frentiu, Ioan Suciu, Tit Liviu Chinezu e Alexandru Rusu, morti per mano della «feroce oppressione del regime».
Qui il comunismo è ferita aperta, pulsante. Le macerie lasciate da 80 anni di regime sono state la molla dell'esodo verso l'Europa «occidentale», l'innesco della bomba migratoria che dopo 20 anni sta facendo saltare la Ue. «Resistenze e ostilità sorgono nel cuore umano quando al centro, invece delle persone, si mettono interessi particolari, etichette, teorie, astrazioni e ideologie, che, là dove passano, non fanno altro che accecare tutto e tutti». Niente da fare, nessun cenno ai massacri sovietici e alle morti per mano del comunismo, perché più che agli spettri del passato il messaggio del Pontefice punta più a combattere le «ideologie del presente», quelle che «in maniera sottile, cercano di imporsi» e che disprezzano «il valore della persona, della vita, del matrimonio e della famiglia» e che in cambio propongono «soluzioni alienanti, ugualmente atee, che lasciano privi di radici da cui crescere giovani e bambini».
Meloni, vi spiego perché il decreto liquidità è una beffa. E aggiungo cosa serve davvero
Ecco l’ennesimo bluff del governo che continua a giocare al gioco delle tre carte col portafoglio delle famiglie e sulla pelle di imprenditori e professionisti italiani. Tutti beffati e gravemente danneggiati. Oltretutto costretti a sorbirsi gli spot auto-promozionali di Conte e ministri che annunciano soldi che poi non si erogano. Per cmplicanze burocratiche funzionali solo a lasciare tutti a bocca asciutta. Giorgia Meloni, ancora una volta, smaschera l’ennesima truffa istituzionalizzata e in un post sul suo profilo Facebook spiega: «Il Governo lo chiama “Decreto liquidità”, ma rischia di essere solo l’ennesimo regalo alle banche. Avevano annunciato soldi immediati e garantiti dallo Stato a tutte le imprese, ma la realtà è tutt’altra cosa. Ascoltate bene».
Meloni, vi spiego perché il decreto liquidità è una beffa
Gli imprenditori sono molto preoccupati dal Decreto liquidità. E hanno ragione, esordisce nel suo video di denuncia la leader di Fdi, sbugiardando come «il governo aveva promesso soldi immediati per tutti. Garantiti dallo Stato. Ma la realtà sembra moto diversa». Di più: diametralmente opposta. E lo si capisce, come sottolinea la Meloni, dalle stesse «parole della presidente dell’associazione bancaria. Da cui si evince, ad esempio che le banche su questi prestiti faranno le normali istruttorie: con i tempi che sono necessari». E ancora: «I tassi d’interesse non saranno allo 0%, o poco più. Ma intorno al 2%, nonostante la garanzia dello Stato. E nonostante i soldi emessi oggi dalla Banca centrale europea abbiano un costo sostanzialmente negativo. È intollerabile che nello stesso momento in cui l’economia italiana è in ginocchio, si vari un provvedimento che rischia di essere l’ennesima pacchia per le banche».
CartaBianca, Bianca Berlinguer e le schermaglie con Matteo Renzi: "Aveva da fare?", "Speriamo non ci sia un'altra pandemia"
Bisogna riavvolgere il nastro fino a martedì sera, quando su Rai 3 è andato in onda CartaBianca, il programma di approfondimento politico condotto da Bianca Berlinguer. Ospite in collegamento, ecco Matteo Renzi, da tempo assente nella trasmissione e da sempre in rapporti non propriamente idilliaci con la Berlinguer. Tanto che introducendolo la conduttrice gli ha subito scoccato una frecciata: "Pensate, non veniva a Cartabianca da tre anni". Il leader di Italia Viva ha abbozzato un sorriso e ha risposto: "Non ci avevo fatto caso". Bianca però non molla: "Lei no, io sì. Aveva troppi impegni? È una mia curiosità personale, come mai curiosamente viene? Le siamo diventati più simpatici?". Domande lasciate in sospeso da Renzi. Alla fine dell'intervista, la Berlinguer ancora insiste: "Speriamo di non rivederla tra tre anni". A questo punto Renzi risponde al fuoco: "Speriamo soprattutto che non ci sia una pandemia, noi possiamo pure rivederci tra tre anni, ma che non sia la pandemia a farci rincontrare". Cala il sipario. Anzi no, postilla: Bianca Berlinguer sbagliava. L'ultima ospitata di Renzi nel suo studio risaliva al 1° marzo 2018, dunque erano poco più di due anni.
L'Olanda di Rutte l'"intransigente" è un paradiso fiscale
Il Parlamento olandese ha approvato due risoluzioni che esortano il governo a non accettare gli eurobond. E a tenere il punto sulla condizionalità per l’utilizzo del Mes. Le mozioni, presentate rispettivamente dal partito anti-Ue Forum per la democrazia (FvD) e da una formazione trasversale di deputati, non sono vincolanti. Ma danno un chiaro indirizzo politico al governo impegnato nei negoziati all’Eurogruppo in vista della ripresa dei lavori fissata per oggi . Appare a questo punto assai improbabile che, dalla nuova sessione negoziale, possa uscire solo lo straccio di una accordo. Assisteremo insomma al solito gioco delle parti tra Olanda e Germania. Con il rappresentante tedesco che continuerà a dire nein alla “mutualizzazione del debito” spalleggiato dal rappresentante olandese. Con il primo che fa la parte del “morbido” che deve cedere all'”intransigenza” del secondo.È uno schema ormai collaudato nei vertici europei degli ultimi anni. I paesi del Nord amano infatti presentarsi come i custodi del “rigore” protestante contro il “lassismo” dei popoli cattolici del Sud Europa.
CORONAVIRUS: AUMENTANO MORTI E CONTAGI, NON NE USCIAMO
Il totale dei contagiati sale a 143.626, +4.204 nelle ultime ventiquattro ore. In crescita rispetto al +.3.836 di ieri e ai poco più di 3mila del giorno precedente. Insomma, il contagio risale.
I morti nell’ultimo giorno sono stati 610 contro i 542 di ieri. Dato drammatico.Se dopo un mese di quarantena i morti non scendono e il contagio nemmeno, a voi verrebbe il dubbio che la vostra strategia è demente quanto voi? A loro il dubbio non viene. Gli idioti non hanno dubbi. Sono come il venezuelano senza baffi.
Dopo un mese chiusi in casa, abbiamo ancora più casi giornalieri di quelli che avevamo all’inizio dell’epidemia, prima di chiuderci in casa. La quarantena ha frenato il contagio? Probabile. Ma il risultato è molto molto molto più basso delle aspettative.
Coronavirus, Luca Zaia anticipa Giuseppe Conte: "In Veneto il lockdown è finito, le aziende stanno lavorando"
Mentre il premier Giuseppe Conte prepara il prossimo decreto, con il quale prolungherà di 14 giorni le misure attualmente in vigore per contrastare l’emergenza coronavirus, Luca Zaia comunica che in Veneto il lockdown è già finito. “Smettiamola con questa ipocrisia - ha dichiarato il governatore nel corso della consueta conferenza di aggiornamento - da noi il lockdown non esiste più, perché di fatto già oggi il 60% delle aziende sta lavorando”. Zaia è però perfettamente consapevole che anche nella sua regione la partita con il virus non è finita, ma bisogna prendere atto che - mentre Conte è impegnato a scrivere il prossimo Dpcm entro Pasqua - il Veneto ha già rimesso in moto molte aziende. Per il governatore il punto cruciale è “mettere in sicurezza i lavoratori, per questo le aziende devono poter disporre dei dispositivi di sicurezza, mascherine e guanti”. Zaia ha anche espresso il suo punto di vista su quanto sta accadendo con l’Unione europea in queste ore: “L’Europa è latitante e spero che il governo non si accontenti di aver approvato il Dl liquidità e vada a bussare decisamente in Europa, che deve fare qualcosa, con l’emissione di titoli per l’emergenza o altri strumenti”.
A sinistra gli stolti che guardano il dito invece che la luna: vadano piuttosto a lezione da Orban
In Italia si può decidere, senza consultare il Parlamento, di limitare le libertà personali per decreto. Ma l’intellighenzia della sinistra grida allo scandalo per i pieni poteri chiesti dal premier ungherese Orban. Di stolti che guardano il dito piuttosto che la luna anche il nostro Paese è pieno. Però sarebbe il caso di verificare almeno che cosa intende fare l’Ungheria per aiutare il suo popolo ad affrontare la pandemia prima di gridare alla scomparsa della democrazia a Budapest.
Orban e i pieni poteri
Almeno i pieni poteri Orban li ha chiesti ad un Parlamento, che glieli ha concessi. Qui in Italia, invece, Conte stabilisce con un proprio decreto di chiudere il Paese, imponendo anche sanzioni molto salate per i trasgressori, e nessuno dice niente. Intendiamoci, si tratta di misure necessarie per contenere la diffusione del virus. Ma il metodo resta discutibile per una democrazia parlamentare come la nostra.
Sono 100 i medici morti in Italia per il coronavirus
Altre sette vittime. Il presidente della Fnomceo: "Non si smette mai di essere medici". E più di trenta tra infermieri e ausiliari
Raggiungono quota 103 i medici deceduti per l'epidemia di Covid 19. Altri quattro professionisti, informa la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), hanno infatti perso la vita per il coronavirus. In poche ore sono stati segnalate altre sette vittime. L'ultima vittima è Samar Sinjab, medico di Mira, in provincia di Venezia, 62 anni e mamma di un medico.
Roberto Calderoli contro Giuseppe Conte per Alzano e Nembro: "La chiusura? Tutto pronto, poi però qualcuno ha cambiato idea"
Prosegue il botta e risposta tra Giuseppe Conte e la Regione Lombardia sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, le due zone maggiormente colpite dal coronavirus. Dalla parte del governatore Attilio Fontana c'è Roberto Calderoli. Il leghista non ha dubbi "qualcuno non voleva farla" assicura alle colonne di Tpi. Una cosa è certa: quel fatidico giorno "le forze dell’ordine erano state inviate sia dal ministero dell’Interno sia dal ministero della Difesa vicino a Bergamo in attesa della chiusura, la cui presenza era necessaria per fermare in entrata e in uscita gli spostamenti e poi sono state fatte tornare indietro. Addirittura erano state anche preparate le transenne per rendere quei comuni Zona Rossa" spiega Calderoli che lascia pensare a un intervento delle aziende contrarie a quanto stava per accadere.
Coronavirus, Lampedusa stremata dagli sbarchi: "Noi siamo in quarantena e i migranti sono a spasso"
A Lampedusa la tensione è alta a causa degli sbarchi multipli avvenuti nelle ultime ore. Dopo i 67 migranti di ieri martedì 8 aprile, oggi altri 50 sono riusciti ad arrivare sull’isola. Senza dimenticare i 46 che già si trovavano in quarantena da lunedì. Al momento però non c’è una soluzione di accoglienza per circa 60 di loro e le norme per il contenimento del coronavirus complicano ulteriormente le cose, esasperando la situazione. Diversi lampedusani hanno urlato davanti al Comune: “Noi siamo in quarantena e loro vanno a passeggio. Non deve venire nessuno su quest’isola”. La protesta nasce dal fatto che ieri tre migranti sbarcati lunedì - e messi in quarantena con ordinanza del sindaco - sono riusciti ad allontanarsi e sono stati sorpresi a spasso per Lampedusa. Questo episodio ha fatto arrabbiare gli abitanti che rispettano i decreti e le ordinanze del governo e della regione, al punto da inscenare una protesta in strada.
Coronavirus, rischio focolai negli edifici occupati dagli immigrati. Raggi e Zingaretti, svegliatevi
Il coronavirus non ferma gli sbarchi degli immigrati. Solo ieri è arrivata a Lampedusa un’imbarcazione con circa 67 persone a bordo che avevano chiesto aiuto ad Alarm Phone. Malta, che era il loro primo obiettivo, non ha prestato soccorso mentre l’Italia ancora una volta ha detto sì.
Gli edifici occupati dagli immigrati
Nel frattempo, il governo con un decreto ministeriale stabilisce che i porti italiani non possono più essere considerati un luogo sicuro per i clandestini a causa della epidemia. Una misura doverosa, ma come sempre tardiva. Se ne parla poco, ma i centri di accoglienza e tutti gli edifici dove abitano spesso abusivamente gli immigrati in condizioni igienico-sanitarie fatiscenti possono essere un possibile focolaio di contagio.
BERGOGLIO E IL COMUNISMO: UN RAPPORTO INQUIETANTE (COSA EMERGE DALLA VISITA IN ROMANIA)
Incurante dell’ennesima, cocente, sconfitta elettorale (o forse proprio per questo), con rabbiosa ostinazione, papa Bergoglio prosegue la sua campagna elettorale, come leader politico della Sinistra mondiale.
Infatti continua a ripetere le sue invettive in perfetta sintonia con tale parte politica. I siti di tutti i giornali ieri titolavano: “Il Papa in Romania: ‘Non cedere alle seduzioni di una cultura dell’odio’ ”.
Espressione volutamente vaga, tipica di chi lancia il sasso nascondendo la mano, però sapendo che – trattandosi di una parola d’ordine della Sinistra – verrà poi interpretata come accusa contro chi si oppone a un’emigrazione di massa e incontrollata (contro i Salvini, i Trump eccetera).
Ecco infatti cos’ha detto: c’è “un senso dilagante di paura che, spesso fomentato ad arte, porta ad atteggiamenti di chiusura e di odio. Abbiamo bisogno di aiutarci a non cedere alle seduzioni di una ‘cultura dell’odio’ “.
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