NONOSTANTE I DIVIETI UE, IN EUROPA VENGONO RILEVATE PARTITE DI ALIMENTI CINESI CON CLORAMFENICOLO, ANCHE GRAZIE AD AZIENDE ITALIANE CHE LI CONFEZIONANO E LI ESPORTANO OLTRE I CONFINI NAZIONALI.
IN ITALIA TUTTO BENE? NE DUBITIAMO FORTEMENTE E CHIEDIAMO AL MINISTERO DELLA SALUTE COSA STA FACENDO E QUALI SIANO I RISULTATI

Firenze, 7 Marzo 2002. E' di fine gennaio un provvedimento Ue che ha vietato l'importazione dalla Cina di molti generi alimentari di provenienza animale. Un provvedimento che si era reso necessario dopo che erano state trovate tracce di cloramfenicolo in alcune partite di gamberetti, e che aveva portato le autorita' cinesi a protestare anche per la violazione della liberta' di commercio (!).
Tutto bene perche' si e' stroncato sul nascere un pericolo? Non proprio -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- perche' la presenza dei prodotti cinesi e' piu' ampia di quanto ci si potesse immaginare, e coinvolge, oltre al pesce anche la carne di pollo, i salumi e il miele.
Cosa sta succedendo?
E del 20 febbraio la notizia che a Graz (Austria) sono state poste sotto sequestro tutte le partite di gamberetti surgelati di produzione di una azienda in provincia di Pistoia. Le autorita' sanitarie hanno avvisato la popolazione di non consumarli assolutamente perche' contaminati di cloramfenicolo (CAP) nonostante riportassero sulle confezioni i numeri di controllo veterinario e le scadenze fossero nei termini di legge.
I laboratori cantonali svizzeri di Basilea e Zurigo, nonostante i divieti, hanno rilevato la presenza del CAP in gamberetti e pollame in commercio (per questi ultimi sono state trovate tracce di CAP in 38 campioni su 62)
Le autorita' sanitarie del land tedesco di Hessen, cosi' come fa sapere da Berlino il ministro tedesco per la tutela dei consumatori, ne hanno trovato tracce in pesci e salumi.
Sempre le autorita' sanitarie, ma questa volta del land Schleswig-Holstein, oltre ai soliti gamberetti di acqua dolce, hanno bloccato, perche' con forte presenza di CAP, 400 tonnellate di miele sempre cinese.
 

In questo contesto il Segretario di Stato all'Ambiente, sempre in Germania, ha fatto sapere che controlli piu' accurati, svolti in altri Paesi dell'Ue come Gran Bretagna, Spagna e Olanda, dimostrano che il divieto di importazione deve essere molto rigido.
Il divieto dell'Ue comporta un periodo di particolare attenzione fino al 14 marzo, per quelle merci che sono in arrivo o gia' ordinate, e i rilevamenti che abbiamo ricordato ci dicono che non si tratta di una precauzione eccessiva, anzi.
A questo punto ci chiediamo cosa succede in Italia. L'azienda della provincia di Pistoia che ha confezionato gamberetti infetti (ricordiamo: con tanto di autorizzazione sanitaria) spedendoli in Austria, li ha fatti circolare anche in Italia? E visti i risultati negli altri Paesi Ue, e l'assenza di notizie su individuazioni di alimenti di origine animale trattati con il CAP in Italia, dobbiamo gioire o preoccuparci perche', forse, questi rilievi non vengono fatti o sono eseguiti in modo superficiale?
Sara' bene ricordare che l'Italia e' quel Paese dove le autorita' dicevano che eravamo immuni dal morbo della mucca pazza, tranne ricredersi quando, avviate le indagini, abbiamo raggiunto i livelli di altri Paesi europei. E sempre l'Italia e' quel Paese dove tutti ci dicono che non circolano alimenti modificati geneticamente, ma, nella provincia di Torino, dove ci risulta sono state fatte indagini accurate, proprio nei giorni scorsi sono state rinvenuti alimenti OGM senza che cio' fosse indicato in etichetta. E infine ricordiamo che nel nostro Paese, solo pochi giorni fa, le indagini dei Nas dei carabinieri su 1234 allevamenti e macelli animali ne hanno rilevato piu' del 50% fuori norma (con anche nove macelli clandestini), nonostante i divieti ci siano da anni e dall'inizio del 2001 l'allarme e' ad alto livello.
Ci sembra che ci siano tanti validi motivi per chiedere al ministero della Salute costa sta facendo e di comunicarci lo stato dell'arte. Oggi stesso abbiamo inviato la richiesta.
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