Quello che è successo, e ancora sta succedendo, a Wuhan e nella provincia dello Hubei (attenzione, a Wuhan e nello Hubei, non «in Cina») non è causato da un virus. Il Covid-19 infatti, se preso nella sua forma grave, è molto infettivo e potenzialmente letale per chi ha un quadro clinico già compromesso, ma sicuramente non è il responsabile diretto delle migliaia di morti nella provincia della Cina centrale chiamata Hubei, tradotto letteralmente: a nord del lago”, il lago Dongting.

Fattore numero uno: la sanità. La Cina è nota per la sua medicina, che in italiano chiamiamo “medicina tradizionale”, in cinese si chiama Zhongyi, medicina cinese. La medicina cinese si basa su un paradigma completamente diverso da quella occidentale, poiché ha il suo perno nella prevenzione, e, per alcune patologie, fa leva sul riequilibrio di elementi vitali che sono entrati in sofferenza per una serie di motivi legati a stile di vita, alimentazione, capacità di prendersi cura di se stessi, soprattutto dal punto di vista psicologico. Attraverso medicinali creati con elementi vegetali, animali e minerali, nonché pratiche quali agopuntura, massaggio tuina, moxicombustione, etc etc, la medicina cinese va praticata con costanza perché poco invasiva e dai ritmi lenti, e fa parte della vita quotidiana di molti cinesi, il cui approccio alla salute rimane ancora volto alla prevenzione, e non alla cura dei sintomi. Il rafforzamento del sistema immunitario e l’equilibrio interiore sono due obiettivi cardine della medicina cinese, che, ripeto, non cura i sintomi ma cerca di agire sugli squilibri che sono all’origine delle patologie. Esempio: per le patologie dell’apparato endocrinologico, può funzionare benissimo.

 

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