capture 009 06072020 154105La Ocean Viking sbarca e la sinistra sbraga. Oggi a Porto Empedocle attraccherà la nave che ha tenuto a bordo 180 immigrati, e dunque non ci sarà alcuna quarantena a largo, come previsto in un primo momento, a prevenzione del Covid. E finisce così, secondo l’ovvio prontuario da fondamentalismo dell’accoglienza, un caso che ha scatenato l’ennesima crisi di coscienza della sinistra italiana. Un momento di auto analisi, però, condotto con timidezza e freno a mano tirato. Sì, perché il tema di questa imbarcazione a largo delle coste della Sicilia si è trascinato per giorni, senza innescare quell’impeto di impegno civile che in altre epoche, e cioè con Matteo Salvini al Viminale, avrebbe visto eruttare torme di indignati in simultanea.

Stavolta, invece, languivano le banchine dei porti, un tempo prese d’assalto da progressisti alla ricerca di vacanze intelligenti, non prendevano il largo barche mosse dal vento della pulsione a «restare umani». Non è stato requisito per la causa rivoluzionaria manco un pedalò. Niente iniziative di carnali mobilitazioni, come quando una truppa di deputati Pd si precipitò sul ponte dell’imbarcazione governata dalla capitanessa Carola Rackete, che navigava in piena illegalità avendo contravvenuto alle disposizioni dell’autorità italiana.

 

Come è apparsa sguarnita la truppa di supporto dell’Esercito della Bontà, animata da intellettuali, influencer, cuochi di streetfood, scrittori, giornalisti. Niente magliette rosse, per la Ocean Viking nell’era Lamorgese. Sandro Veronesi ha appena vinto il premio Strega e dunque non avrà avuto tempo, come ai tempi gloriosi del 2018, di scrivere una lettera a Saviano per chiedergli di andare su una nave ONG. Niente di niente. Al massimo, dalle parti della maggioranza, si è levato qualche tweet, come quello di Matteo Orfini che, replicando sui social ad Andrea Orlando, sosteneva che la Ocean Viking veniva tenuta a largo per «inseguire Salvini».

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