“LACRIME DI COCCODRILLO”
8 luglio 2013, una data emblematica per la Santa Sede: essa marca infatti la prima visita apostolica di PAPA BERGOGLIO, la prima in assoluto dal giorno della sua incoronazione. Viene da chiedersi che cosa lo attenda di tanto importante. In questa data il nuovo Pontefice si reca a Lampedusa per dare conforto agli immigrati clandestini che già a quel tempo, numerosissimi, invadono le nostre coste dall’Africa; complici: degli scafisti senza scrupoli, a loro volta parte di una criminalità organizzata attiva su entrambe le sponde del Mediterraneo. Questa visita di Papa Francesco, come prevedibile, ebbe conseguenze epocali. Se già allora, infatti —in séguito alla cronica letargia del nostro Governo in tema di politiche dell’immigrazione— la Guardia Costiera italiana si trovava impossibilitata ad esercitare la sua funzione di difesa dei nostri confini di mare, da quel giorno essa si trasformò ufficialmente in ‘crocerossina’ dei clandestini, spingendosi addirittura fin quasi sotto le coste libiche pur di andare a prelevare i fuggiaschi e condurli sani e salvi all’ambita mèta. Questa reputazione internazionale di Paese ‘super-accogliente’ che l’Italia ha così meticolosamente provveduto a costruirsi ha raggiunto ora una tale risonananza da avere scatenato il più potente degli effetti boomerang; potente e, purtroppo, tragicamente inarrestabile. Stiamo inviando al Terzo Mondo uno slogan pubblicitario irresistibile: “Tutti in Italia, Signori! Vitto, alloggio, assistenza medica e scuola gratuiti e garantiti a chiunque. Legalizzazione-Clandestini a nostro carico. Presto ‘Ius Soli’. Il Paradiso Terrestre è qua”.


Non si può non rilevare un forte conflitto di interessi nel comportamento della Santa Sede. Dietro a questi suoi eclatanti gesti umanitari, all’apparenza nobili e per questo unanimemente applauditi, c’è molto altro. La principale rete di accoglienza e di legalizzazione degli immigrati clandestini sul nostro territorio è in mano alla Chiesa Cattolica, nelle sue infinite e polimorfiche incarnazioni; in particolare tramite la “Conferenza Episcopale Italiana” (“CEI”). Ecco come. Le 220 sedi diocesane della “Caritas Italiana” (CEI), con le loro migliaia di distaccamenti disseminati in ogni più remoto angolo della Penisola (non dimentichiamo che la Chiesa possiede quasi il 20% degli immobili d’Italia), sono coadiuvate dalla “Fondazione Migrantes” (CEI) per quanto concerne gestione e smistamento dei clandestini in entrata. Il tutto (è utile saperlo) a spese del Governo, dunque del contribuente italiano. Entrambe le associazioni sanno inoltre di poter contare su quell’appetibile ’8×1000′ delle tasse degli italiani grazie al ‘religioso’ zelo con cui un ente specializzato, certo “Chiedilo a Loro” (CEI), ci imbonisce per mezzo di pubblicità mirate, aventi gli immigrati come protagonisti. Tutto questo avviene sotto l’egida di quella sorta di ‘braccio armato’ governativo al servizio delle suddette associazioni noto come “SPRAR” (“Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati”). Impossibile, dunque, non pensare ad un’autentica, ingegnosa e scandalosamente redditizia “Industria d’Importazione e Legalizzazione dell’Immigrato”, con la Chiesa Cattolica in uno dei principali ruoli di controllo. Non c’è da meravigliarsi, allora, se questo pur assai opinabile concetto di ‘accoglienza’ ha finito per esserci stato imposto come un valore ‘sacro’, un dogma, al pari di ogni tabù che si rispetti escluso da ogni possibile discussione. A dare man forte alla Chiesa, in questo scellerato disegno ai danni degli italiani e della loro stessa civiltà, l’assai potente e quanto mai discussa “Lega delle Cooperative” (cfr. “Mafia Capitale”), ed un Governo che sempre più si dimostra disposto a sostenere un siffatto, allarmante diktat di ‘accoglienza-a-oltranza’.
Come? Ulteriormente ‘consacrandolo’ attraverso quella tipica maschera di tolleranza propria di una ‘sinistra’ che in realtà, da tempo, ha completamente abdicato ai suoi valori più nobili, ed è ora infatti vilmente asservita ai più forti, arroganti e…cinici tra i poteri economici nazionali e sovrannazionali; Monti, Letta e Renzi docent.
Di recente abbiamo visto il Papa inveire contro quei tragici episodi di persecuzione che hanno avuto per protagonisti centinaia di cristiani innocenti in tutto il mondo islamico (Siria, Iraq, Egitto, Arabia Saudita, Nigeria, etc.), e siamo stati in molti, cattolici e non, a compiacerci per questa sua coraggiosa denuncia. C’è una grave contraddizione di fondo, però, in questo comportamento del Pontefice: l’aver dato completa ‘via libera’ a quest’invasione illegale ed incontrollata dall’Africa, con tanto di benedizione apostolica ad hoc e tutto ciò che ne ha seguìto, ci rende adesso vulnerabilissimi sul nostro stesso territorio nazionale quanto ad attacchi terroristici; per non parlare dell’alto rischio, anche e proprio per noi italiani, di quelle famigerate jihad anti-cristiane di cui sopra.
Pur essendo consapevole di trovarmi in netta controtendenza, è mia ferma opinione che ogni nazione debba poter esercitare il sacrosanto diritto-dovere di proteggere i suoi confini; ciò in modo particolare se questa nazione, com’è il caso attuale dell’ Italia, sta attraversando una crisi economica ed occupazionale fra le sue più gravi. Se al controsenso di quest’accoglienza indiscriminata e incosciente aggiungiamo gli elevatissimi rischi di terrorismo che ad essa si legano, allora ci troviamo al cospetto di una follia suicida senza precedenti; ciò, anche e proprio dallo stretto punto di vista della Chiesa Romana. Paradosso enorme, questo, che non può passare inosservato ad un cattolico attento.
La Chiesa dovrebbe essere la prima a dirsi preoccupata per la schiacciante componente islamica che caratterizza questa sempre più incontrollata, ma potremmo ormai dire schizofrenica invasione dell’Italia dall’Africa e dal Medio Oriente, giacché ogni giorno che passa l’Islam conferma di essere tutt’altro che una religione di pace. In questo preciso momento, ad esempio, è l’ISIS a controllare l’immigrazione clandestina dalla Libia verso l’Italia, finanziando con i proventi di un siffatto, deplorevole traffico umano i suoi stessi, raccapriccianti atti terroristici, molti dei quali diretti proprio a cristiani.
Premesso che è impossibile non sentirsi mortalmente angosciati pensando al futuro senza prospettive che attende queste immense legioni di immigrati allo sbando, in Italia come in Europa, viene ora da chiedersi che cos’abbia intenzione di fare la Chiesa Cattolica per gli italiani. Non, dunque, per gli immigrati clandestini ma, per cambiare, per quegli abitanti di stirpe caucasica accomunati da tremila-e-più anni di storia originari della Penisola Italica. Per caso la Chiesa ha in cantiere un piano vòlto a rimediare ai suoi molti, recenti ma già decisamente tragici (in quanto già purtroppo irreversibili) errori logistico-amministrativi, e non solo, perpetrati ai danni dei miei connazionali? Sì, perché, in mancanza di drastiche e soprattutto rapide risoluzioni, la conseguenza che ci aspetta è quello stesso, inquietante futuro cui sono predestinati gli immigrati di cui sopra, e che in tal modo ci si ritorcerà fatalmente contro; contro di noi e, ciò che è peggio, contro i nostri figli, e i figli dei nostri figli.
Francesco di Punta del Corvo

di Francesco di Punta del Corvo per www.oggi.it