capture 107 10082020 094557Un balzo indietro. Così Giorgia Meloni aveva definito l’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che ha aggiornato le linee guida sull’uso della pillola Ru486.

Le critiche di Giorgia Meloni

“Le nuove linee guida sulla somministrazione della pillola RU486 senza ricovero ospedaliero obbligatorio – aveva commentato la leader di FdI – sono un balzo indietro per le donne e non un passo in avanti verso una maggiore ‘libera autodeterminazione femminile’ come vuol far credere la sinistra. Trasformare l’aborto farmacologico in una pratica casalinga ‘fai da te’ significa prima di tutto abbandonare a loro stesse le donne che ricorrono alla somministrazione della pillola, senza controllo medico, senza un sostegno psicologico e far vivere in solitudine un processo difficile e pericoloso”.

Ma le critiche non arrivano solo da destra. Anche la Chiesa guarda con preoccupazione a questa deriva sull’aborto fai da te. Monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, ricorda a Speranza che l’aborto è un dramma e non una conquista di civiltà: “Ministro Speranza non ho mai visto pace nel cuore di donne che hanno abortito. Solo chi come noi sacerdoti ascolta e confessa conosce questo dramma per cui tante mamme non riescono a trovar ragione. Altro che conquista di civiltà!”.

L’opposizione della Regione Piemonte

La Regione Piemonte si prepara ad osteggiare le nuove linee guida e annuncia che, prima di farle applicare dalla sanità piemontese, chiederà all’Avvocatura regionale di verificare se il Governo Conte stia rispettando oppure no il diritto alla scelta consapevole e alla salute delle donne, garantito dalla legge nazionale.

 

Il dissenso della senatrice M5S Drago

Si dissocia infine dalla maggioranza e dal suo stesso movimento la senatrice pentastellata Tiziana Drago: “Se il Ministro Speranza si permette di emanare simili Linee guida che estendono a 9 settimane l’uso della pillola Ru486, evidentemente non ha trovato alcun ostacolo lungo il suo cammino… Non intendo appoggiare più un simile abominio!”.

“Mi dissocio con veemenza – dichiara ancora la senatrice Drago – dalla scelta ‘avallata’ dal Movimento 5 Stelle che non intendo più rappresentare se continuerà ancora, per scelte ‘politiche’, a sottoscrivere simili scelte, velandole come ‘ulteriori traguardi a tutela delle donne’. Non riconosco più quel Movimento che ormai non si confronta con la base, che non accende dibattiti e che porta avanti iniziative con modalità degne della peggiore dittatura! Per quanto mi riguarda valuterò il da farsi”, conclude la parlamentare. Si era parlato nei giorni scorsi del possibile passaggio di Tiziana Drago alla Lega. L’esponente M5S aveva partecipato al discusso congresso delle famiglie a Verona.

di Adele Sirocchi per www.secoloditalia.it