capture 093 24082020 164035Il provvedimento del presidente della Regione, secondo il Viminale non è valido. Ma la polemica tutta politica è ormai deflagrata

L’annuncio è arrivato nella serata di ieri, seguito, nella notte, dalla firma dell’ordinanza con cui si dispone lo sgombero degli hot-spot e dei centri di accoglienza in Sicilia. Fa la voce grossa il presidente della Regione Nello Musumeci. Ma a poche ore dal provvedimento, che, come prevedibile, ha causato una valanga di polemiche, giunge la replica del Viminale.

«Quella dei migranti è una materia di competenza statale e quindi un’ordinanza regionale non può incidervi», fanno sapere dal ministero dell’Interno. Una precisazione che, però, non chiude il caso, tutto politico. «Entro le 24 di domani tutti i migranti presenti negli hot-spot e in ogni centro di accoglienza della Sicilia dovranno essere improrogabilmente trasferiti in strutture fuori dall’isola», recita una delle disposizioni del provvedimento.

«La misura è stata presa - spiega Musumeci - perché allo stato non è possibile garantire la permanenza nell’Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio. La Regione Siciliana, mediante le A.S.P. territorialmente competenti, - prosegue l’ordinanza - mette a disposizione delle autorità nazionali il personale necessario ai controlli sanitari per consentire il trasferimento dei migranti in sicurezza».

Il provvedimento di 5 pagine si chiude col divieto «di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione Siciliana da parte di ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle Ong».

 

L'immigrazione, come anche l’ordine pubblico, però, sono materie di competenza nazionale. Ed è per questo che qualunque ordinanza in merito di una Regione o di un Comune vengono disattese ed impugnate da Palazzo Chigi: insomma non sono valide. Teoria respinta in ambienti di Palazzo D’Orleans che precisano: «L'ordinanza del presidente della Regione è adottata sotto il profilo sanitario e quale soggetto attuatore dell’emergenza Covid-19. Quindi non incide sulla materia "migranti", ma sulla idoneità delle strutture sotto il profilo sanitario a rispettare le misure e linee guida scientifiche sulla pandemia».

Musumeci, pur ribadendo il suo rispetto per le Istituzioni, dunque non arretra di un passo e accusa il Governo nazionale di aver lasciato sola la Sicilia. Con lui tutto il centrodestra: dal leader della Lega Salvini, che si dice «ispiratore» dell’ordinanza, ai big di Forza Italia come Maurizio Gasparri, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini. Critico il centro-sinistra e il M5S. Il Pd parla di ordinanza «illegittima e confusionaria». L’accusa che si rivolge al governatore è di tentare di addossare ai migranti la responsabilità dell’aumento dei contagi da Covid. «La realtà di queste ore - spiega il deputato regionale Claudio Fava - ci parla invece di controlli disorganizzati nei porti e negli aeroporti dell’Isola, di casi di contagio generati dalla promiscuità su pullman e aliscafi per le isole».

Nella vicenda interviene anche il sindaco di Messina Cateno De Luca, protagonista di clamorose iniziative per tutelare gli isolani durante il lockdown. «Non posso sopportare che il Presidente della Regione Siciliana passi per un pessimo imitatore del sindaco De Luca. - dice ironico - Era tempo che si svegliasse, firmando l’ordinanza che impone la chiusura di tutti gli hotspot ed i centri d’accoglienza di migranti in Sicilia. Io ho iniziato oltre un mese fa».

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