capture 030 30082020 104058Il bollettino quotidiano dei contagi da Coronavirus ieri ha registrato 1.444 nuovi casi contro i 1.462 di venerdì, un unico decesso - in Veneto – e un autentico boom di guariti (1322). Mentre non si placa la polemica tra allarmisti e cosiddetti “negazionisti”, tra i pasdaran della mascherina e il sindaco Sgarbi che multa chi la porta senza motivo, la cronaca di queste ore ha riproposto un vecchio quesito molto in voga che all’inizio della pandemia: quello della distinzione dei morti “per” oppure ”con” Coronavirus.

Una risposta certa non l’avremo forse mai, visto che gli stessi virologi si sono divisi tra chi ha derubricato il Covid a poco più di una semplice influenza e chi lo giudica invece un pericolo mortale per l’umanità. Questo conflitto scientifico ha inevitabilmente alimentato anche un’ulteriore, macabra divisione sul numero effettivo dei decessi di questi mesi: secondo una corrente di pensiero sostenuta da un forte sostegno mediatico, infatti, i morti sono stati sottostimati, in Italia come in tutta Europa, perché non si è tenuto conto dei pazienti che hanno contratto la malattia in casa o nelle Rsa ma a cui non è stato fatto il tampone, e nemmeno di quelli deceduti per effetti collaterali del Coronavirus: dai pazienti con altre patologie, non visitati né soccorsi in tempo a causa degli ospedali pieni.

Ipotesi apertamente confutata da chi ritiene invece che tra i 35.473 morti ufficiali registrati in Italia siano stati surrettiziamente conteggiati anche casi estranei al contagio da Covid. Il ministero della Salute, in questo, non è stato un esempio di trasparenza: nelle statistiche quotidiane apparse per settimane sul suo sito, infatti, dopo il riepilogo dei contagi e dei guariti, accanto al numero dei deceduti appariva una parentesi con questa dicitura del tutto vaga: “La conferma che la causa del decesso sia attribuibile esclusivamente al Sars-Cov-2 verrà validata dall’Istituto Superiore di Sanità”. Lasciando così il dubbio motivato che nella statistica fossero compresi anche decessi extra Covid.

 

Dubbi che hanno ripreso vigore dopo la denuncia di un professionista genovese residente nel Pavese, che ha visto classificare come Covid la morte del padre molto anziano, deceduto invece di morte naturale per altre cause (aveva infatti una situazione cardiaca compromessa che ne aveva determinato l’invalidità al 100%, era un paziente con problemi renali e dializzato e soffriva di altre patologie). Com’è possibile che, non avendo mai manifestato i sintomi tipici del contagio, l’Asl abbia attribuito quel decesso al Coronavirus? Nella scheda compilata dai sanitari è barrata la casella “indeterminato”, cioè né negativo né positivo né in attesa di tampone, ma  – per una questione di cautela, si suppone – la salma viene considerata comunque “positiva”.

Ma questo non è il solo episodio che ha riacceso le perplessità sul numero reale delle vittime della pandemia. Il 26 agosto, infatti, fu registrato un alto numero di decessi in Veneto, ma poi è stato specificato che si trattava di soggetti morti non in ospedale nell’ultima settimana ma conteggiati solo quel giorno. Non solo: erano tutti pazienti contagiati dal virus nei mesi passati “e nel frattempo negativizzatisi”, ma che su indicazione del ministero della Salute andavano registrati comunque come soggetti “con infezione da Covid”. Perché?

di  Riccardo Mazzoni per www.iltempo.it