capture 073 02092020 115151Italia, un modello? Il sociologo Ricolfi smonta le valutazioni sul paese che vengono proposte per recuperare credibilità elettorale.

“A giudicare dai risultati, sconsiglierei qualsiasi paese di seguire il modello italiano, fatto di ritardi, disorganizzazione, leggerezza nel far rispettare le regole, incapacità di far ripartire l’economia. Siamo al 4° posto in Europa come numero di morti per abitante, e all’ultimo come andamento del Pil 2020”. In un’intervista al Giornale, Ricolfi, si domanda: ”Come si fa a parlare di modello italiano? Se dovessi additare dei modelli, citerei piuttosto quello della Germania e quello della Corea del Sud, due paesi che molti media stanno descrivendo come attualmente più inguaiati di noi, ma che in realtà si stanno comportando meglio: anche considerando il solo mese di agosto, il numero di morti per abitante della Germania è poco più della metà di quello dell’Italia, e quello della Corea del Sud è circa un sesto”.

”Solo Belgio, Spagna e Regno Unito hanno un bilancio complessivo di morti (per abitante) peggiore di quello dell’Italia – Continua Ricolfi, non mostrando alcun ottimismo riguardo la situazione epidemica da Covid in Italia -. Se guardiamo al solo mese di agosto, le cose vanno un po’ meglio per noi: l’Italia è intorno alla metà della classifica e, fra i grandi paesi, solo Germania, Giappone, Corea del Sud, presentano tassi di mortalità più bassi dei nostri. E’ necessario – aggiunge – ripensare il sistema dell’istruzione: la qualità si è abbassata drammaticamente, e ora con la didattica a distanza si appresta a ricevere il colpo di grazia.

 

Travolte dalle pressioni a promuovere, per dare all’Europa i numeri che pretende, scuola e università sono diventate macchine per produrre false certificazioni, o meglio certificati veri indistinguibili da quelli falsi”. “Anche se la pandemia dovesse miracolosamente sparire nel 2021 – avverte il sociologo – il mondo occidentale si troverà ad avere perso ulteriori posizioni nella competizione con la Cina. Sul fatto che possa tornare il modello economico precedente, ho i miei dubbi, almeno per l’Italia. Noi eravamo già una società signorile di massa in declino. Questi mesi li abbiamo usati per tappare le falle e congelare tutto, senza la minima attenzione a creare le condizioni di una ripartenza. Quel che mi aspetto, quindi, è un brusco risveglio nel primo semestre 2021, quando ci si accorgerà che non si può andare avanti in eterno con i sussidi e il blocco dei licenziamenti. Bisogna invece avere meno tasse e meno burocrazia per consentire ai produttori di restare sul mercato o di entrarvi. L’alternativa è di diventare una società parassita di massa, in cui una piccola minoranza lavora e la maggioranza vive di trasferimenti”.

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