capture 122 08092020 104201Sono i pazienti laziali quelli che chiedono più «asilo sanitario» alle altre Regioni. Alle quali, negli ultimi 7 anni, il Lazio ha dovuto restimire oltre un miliardo e mezzo di euro per rimborsare le prestazioni rese ai suoi residenti in trasferta. Quelli costretti ad un «pendolarismo sanitario» che, solo nell'ultimo anno contabilizzato (il 2018), è costato più di 230 milioni di euro.

«Le 6 Regioni con maggiore indice di fuga generano debiti per oltre 300 milioni di euro: in testa Lazio (13%) e Campania (10,5%) che insieme contribuiscono a circa un quarto della mobilità passiva», quantifica il nuovo rapporto stilato dalla Fondazione Gimbe. Nel quale il Lazio figura anche sul mesto podio delle Regioni gravate da un «saldo negativo rilevante», al 3° posto delle peggiori 6: «Abruzzo (-€ 100,8 milioni), Puglia (-€ 206,4 milioni), Sicilia (-€ 228,7 milioni), Lazio (-€ 230,7 milioni), Calabria (-€ 287,4 milioni), Campania (-€ 350,7 milioni)». Oltre a questo danno, poi, c'è la beffa subita dalle famiglie dei malati (sono 68.834, il 9% dei ricoveri) curati fuori dai confini regionali: «Sono difficili da quantificare i costi sostenuti da pazienti e familiari per gli spostamenti- avverte il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta - Secondo una survey condotta su circa 4.000 cittadini italiani, nel 43% dei casi chi si sposta dalla propria Regione sostiene spese comprese tra € 200 e €1.000 e nel 21% dei casi fra € 1.000 e € 5.000, con impatto consistente sul bilancio familiare».

Oltre che sul bilancio regionale, che vede il Lazio in debito con le altre Regioni per ben 599 milioni e 369 mila euro. Da questa cifra, però, va detratto il credito per le prestazioni sanitarie effettuate nelle strutture laziali a favore dei residenti nelle altre Regioni, che ammonta a 366 milioni e 375 mila euro. Perché il Lazio, oltre a figurare tra le 6 peggiori, compare però anche tra le 6migliori Regioni (è 4°) capaci di attrarre pazienti, soprattutto dal Centro-Sud: «Le 6 Regioni con maggiori capacità di attrazione vantano crediti superiori a € 200 milioni: in testa Lombardia (26,1%) ed Emilia-Romagna (13,9%) che insieme costituiscono il 40% della mobilità attiva. Un ulteriore 31,9% viene attratto da Veneto (9,6%), Lazio (8,5%), Toscana (8,1%) e Piemonte (5,8%)».

 

Il saldo però è negativo, come lo scorso anno, quando anche il Referto della Corte dei Conti sottolineò che «le Regioni con maggiore indice di fuga sono Lazio (che pur attraendo da altre Regioni ha 13,9% del totale debiti per mobilità passiva) e Campania (10,2%)». Sempre lo scorso anno fu lo stesso presidente, Nicola Zingaretti, a decretare che, «al fine di ridurre tale fenomeno, la Regione Lazio intende incentivare l'attività ospedaliera di alta complessità rivolta ai pazienti regionali e non, sottoscrivere accordi di confine con le altre Regioni (Toscana e Molise) volti a delimitare eventuali comportamenti opportunistici registrati su alcune discipline e rafforzare l'offerta di specialistica ambulatoriale su particolari branche che presentano elevati tassi di fuga».

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