capture 029 15092020 113424Alunni disabili lasciati a casa o mandati a scuola senza sostegno. Nel gran caos del primo giorno di scuola dell’era Covid c’è una vergogna che indigna e preoccupa più delle altre, perché più delle altre avrebbe dovuto – e potuto -essere evitata. Anche perché anche su questo tema, come su molti altri, il governo era stato allertato, messo in guardia, richiamato a una maggiore attenzione. E, invece, niente. Tranne la propaganda, ovviamente.

La faccia tosta di Azzolina

Ancora ieri, da Barbara D’Urso, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, proclamava che “sono stata un insegnante di sostegno, ho la massima attenzione nei confronti dei bimbi con disabilità. Li abbiamo messi in cima alle nostre priorità e alle nostre linee guida”. Poche ore e la narrazione è franata miseramente sotto il peso delle cartelle rimaste a casa insieme ai bambini. O di quelle portate in classe, senza che vi fosse un insegnante di sostegno ad aiutare questi alunni.

 

Luca lasciato a casa perché manca il sostegno

La cronaca di questa mattina racconta, per esempio, il caso di un bimbo di Pisa di 6 anni con sindrome di down che è dovuto rimanere a casa, perché – come riferito dalla mamma – la scuola ha “solo 2 maestre per 14 disabili”. “Mio figlio da una settimana faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, felice e impaziente di andare per la prima volta a scuola”, è stato lo sfogo della donna. Nei colloqui con la scuola, ha riferito ancora, “mi hanno risposto che nessuno mi impedisce di portare Luca a scuola, ma che nessuno lo seguirà in maniera dedicata“. Quindi la soluzione suggerita è stata quella di tenere il bimbo a casa, almeno per i primi giorni.

 

Il diritto alla scuola negato agli alunni disabili

La mamma di Luca, come lo hanno ribattezzato le cronache locali con un nome di fantasia, però, non se la prende con l’istituto. “La responsabilità di tutto questo – ha spiegato – non è ovviamente della scuola, ma di chi non ha provveduto a fare le nomine“. E, a darle ragione, ci sono altre denunce. A raccoglierle e rilanciare è stata l’Anief, l’associazione di docenti e ricercatori in formazione che ha spiegato come gli studenti disabili siano “269mila, +10mila in un anno”. “Molti oggi non hanno trovato il docente di sostegno”, ha sottolineato l’associazione, chiarendo che è mancato l’impegno del governo rispetto agli organici.

Gli avvertimenti – inascoltati – di FdI

Il problema non è sorto all’improvviso. Inoltre, era stato ampiamente portato all’attenzione del governo anche nelle sedi politiche. Da settimane l’opposizione richiama il ministro a mettere mano seriamente alla questione, sia avvertendo sugli effetti della carenza di insegnanti di sostegno, sia chiedendo una correzione a quella che Fratelli d’Italia ha definito “una follia”: l’esclusione dei genitori dalla definizione dei Pei, i Piani educativi individualizzati. Si tratta di una misura che, insieme alla “riduzione dell’orario scolastico e l’esonero dell’alunno diversamente abile da alcune materie o attività esterne”, di fatto opera “una discriminazione inaudita”. Il problema, visto che molti alunni con disabilità sono rimasti a casa, ancora non si è posto nella sua concreta drammaticità. Ma tutto fa pensare che sarà l’ennesimo avvertimento lasciato cadere nel vuoto dai giallo-rossi, mentre in tv assicurano che i bambini e ragazzi diversamente abili sono “in cima alle nostre priorità”.

di Valeria Gelsi per www.secoloditalia.it