capture 088 20092020 104016Fa discutere la riapertura  parziale degli stadi decisa dall’Emilia Romagna e dal Veneto.  Sullo sfondo lo scontro tra la Lega di serie A e il ministero dello Sport. La regione guidata da Luca Zaia con un’ordinanza ha dato il via libera alla presenza di massimo 1.000 persone negli impianti sportivi  all’aperto. E 700 in quelli al chiuso. Un esperimento, in massima sicurezza, valevole fino al 3 ottobre prossimo.

Il Veneto riapre gli stadi fino a 1000 persone

I tifosi – si legge nell’ordinanza –  “hanno l’obbligo di occupare per tutta la durata dell’evento esclusivamente i posti a sedere assegnati.  Con divieto di collocazione in piedi e di spostamento di posto. Assicurando tra ogni spettatore seduto una distanza minima laterale e longitudinale di almeno un metro”.  Inoltre il pubblico dovrà indossare la mascherina per tutta la durata dell’evento, se al chiuso. All’aperto, invece,  va indossata dall’ingresso fino al raggiungimento del posto e ogni volta ci si allontani. Nel documento firmato da Zaia viene indicato l’utilizzo di tecnologie digitali per automatizzare l’organizzazione degli ingressi  con un servizio di steward per far rispettare le misure.

Sileri: il ritorno dei tifosi è auspicabile

In Emilia Romagna il governatore Stefano Bonaccini ha dato l’ok al pubblico (fino a mille persone) a Parma e a Reggio Emilia per le due partite  di serie A in programma domenica. E al Gran Premio di Formula 1 a Imola fino a 13.147 persone. Il  viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri plaude all’iniziativa. “E’ auspicabile un ritorno dei tifosi allo stadio. Ovviamente con misure che consentono la sicurezza. Anche a me fa male vedere gli stadi vuoti. E’ vero che abbiamo un aumento dei casi ma è tutto sotto controllo al momento. Non vedo perché non si possano aprire gli stadi”. Matteo Salvini è entusiasta della mossa di Zaia. “Bene l’ordinanza della Regione Veneto. Viva lo sport e il tifo prudente ma presente!”.

Duello serie A-ministero dello Sport

La riapertura degli spalti però fa scattare il duello tra la lega di serie A e il  ministero dello Sport. A accendere la miccia il presidente della lega di serie A, Paolo dal Pino. Che chiede rispetto. E denuncia di non essere stato ascoltato dal ministro dello Sport Spadafora. “A luglio abbiamo fatto con i migliori consulenti in circolazione uno studio di 300 pagine. Su come riaprire gli stadi in totale sicurezza. Nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso.  Il Cts fa enormi sforzi per occuparsi del paese. Siamo grati  per quello che stanno facendo. Ma rispetto al nostro ministero dello sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere”. Immediata la replica del ministro. “Ho letto con stupore le dichiarazioni di Dal Pino. La nostra attenzione è stata costante. Le soluzioni trovate sono state condivise. Per portare a termine lo scorso campionato.E  iniziare nei tempi quello che comincia. Abbiamo assicurato una attività continua e giornaliera di supporto”. Perché le riaperture a spezzatino? “Il Dpcm in vigore dai primi di agosto e rinnovato a settembre – risponde Sapadafora – consente dei margini di intervento ai presidenti delle Regioni. E  alcuni hanno deciso di aprire gli stadi secondo le norme previste”.

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