capture 122 21102020 103750L’Italia, così come l’Europa intera, è alle prese con la seconda ondata della pandemia di Covid-19. Da settimane ormai la curva epidemiologica ha superato ogni livello di guardia, spingendo i governi ad attuare misure più o meno restrittive, come la chiusura anticipata di alcune attività commerciali e il coprifuoco imposto nelle ore notturne. Prendendo in considerazione il contesto italiano, i bollettini quotidiani riportano cifre mai viste, con oltre 10mila nuovi casi al dì.

Due sono le chiavi di lettura date a numeri del genere: c’è chi sostiene che il sistema sanitario rischia di collassare e chi, invece, sottolinea come vi siano più pazienti positivi al virus perché sono aumentati i tamponi, e quindi la nostra capacità di scovare i malati “sommersi” che nei mesi scorsi non prendevamo in considerazione. In ogni caso è interessante dare un’occhiata a come i media stranieri affrontano il tema della seconda ondata.

In Germania, ad esempio, c’è un’infografica della Bild ripresa da Bz Berlin che fotografa la situazione epidemiologica del continente europeo. Quasi tutti gli Stati sono marchiati di un rosso acceso, tranne la Svezia, qualche nazione balcanica e la Germania (alcune zone da tenere sotto controllo). Questo, secondo la legenda, significa che praticamente ovunque il numero di nuovi infetti per 100.000 abitanti ha superato la soglia dei 50.

 

Un dato emblematico

Scendendo nel dettaglio, e considerando proprio il numero di nuovi positivi per 100.000 abitanti, è possibile stilare la classifica dei Paesi più colpiti dal virus. Tra questi non c’è l’Italia, che anzi non trova spazio sul podio delle nazioni più critiche. Almeno a giudicare dal valore ottenuto: 63. Ovvero, nel nostro Paese, negli ultimi sette giorni, sono state infettate 63 persone ogni 100.000 abitanti. Un risultato, questo, migliore rispetto a quello registrato da Francia (197 su 100.000 abitanti), Spagna (151), Svizzera (116), Belgio (283), Regno Unito (179) e tanti altri ancora.

Certo, non vuol dire che l’Italia è fuori dall’emergenza ma che, per lo meno, il nostro Paese non è con l’acqua alla gola come qualcuno vuol far credere. È vero, potrebbe presto ritrovarsi in una condizione del genere – e quindi guai ad abbassare la guardia – ma intanto lo scenario italiano continua ad essere meno critico di gran parte del resto d’Europa. Dove nessuno usa toni apocalittici per spaventare la popolazione.

Il mistero tedesco

Sul mistero tedesco sono stati spesi fiumi d’inchiostro. La Germania conta 38 nuovi positivi su 100.000 abitanti. Un numero molto basso, ma che tuttavia fa il paio con alcune situazioni locali da monitorare. Prendiamo, ad esempio, Berlino: nella capitale tedesca ci sono 76 infezioni su 100.00 abitanti, così come in tante altre aree, più o meno rosse. Detto altrimenti, nelle grandi città tedesche i numeri sono peggiori di quelli italiani. Eppure tutti esaltano il modello organizzativo della Germania, l’unico in grado di aver messo una valida museruola al virus.

Il mistero tedesco, semmai, sta tutto nella bizzarra distribuzione dei numeri relativi al virus nella capitale Berlino. Come ha fatto notare Bz Berlin, la città ricorda i tempi passati, quando c’era un muro a dividere Berlino Est da Berlino Ovest. Già, perché il coronavirus, fino a questo momento, ha colpito i berlinesi “dell’ovest” il doppio rispetto a quelli che vivono nell'”Est”. Per quale motivo? Difficile dare una spiegazione univoca. Da un punto di vista anagrafico, la maggior parte degli infetti appartiene alla fascia d’età compresa tra i 20 e i 39 anni; persone, sostengono gli esperti, che preferiscono vivere nella parte occidentale della capitale, tra Friedrichshain-Kreuzberg, Schöneberg, Charlottenburg e Neukölln. C’è, infine, chi evidenzia come semplicemente i berlinesi che vivono ad Est credano maggiormente nello Stato e applichino comportamenti migliori.

di Federico Giuliani per https://it.insideover.com/