capture 187 02112020 184643Gianluigi Paragone, a ridosso dell'informativa di Giuseppe Conte alla Camera, teme il peggio. Il premier "si presenta al parlamento nel disperato tentativo di buttare la palla in tribuna, e, guardando metaforicamente Macron, la Merkel e compagnia varia, troverà la frase perfetta: 'Lockdown? Purtroppo lo fanno tutti e non ne possiamo fare a meno'". L'ex grillino ora leader di Italexit non grazia le regioni da qualsiasi responsabilità, ma di certo non dà la colpa ai governatori del possibile nuovo lockdown. "Col cavolo - verga sulle colonne del Tempo -. Se oggi si richiude la colpa loro! Loro coi poteri dello stato di emergenza, loro coi segreti, loro con le riunioni carbonare".

Nascosti, tra le tante cose, anche gli atti sui bandi Covid che il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri si è ben visto dal rendere pubblici. Ma l'invettiva di Paragone non finisce qui: "Mentre infatti qualcuno si eccita a parlare di rimpasti, di secondi o terzi mandati, i ristoranti e i bar chiudono anzitempo con il marchio di untore e nei teatri si abbassa il sipario". Poi la frecciatina al Movimento 5 Stelle: "La vita reale di chi lavora senza garanzie o paracadute fa la gimcana tra burocrazia, pressing delle banche, agenzia delle entrate. Tirare a campare stavolta può essere pericoloso, per un governo retto da una forza nata al grido del 'Vaffa!'. Certi motti tornano indietro e fanno male".

 

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