capture 213 07112020 152920La rivincita di Roberto Maroni su "certi pm cecchini della politica". L'ex ministro degli Interni era stato condannato in primo grado e in appello, è stato assolto dalla Cassazione e ora definisce la sua esperienza nelle maglie della giustizia italiana "da insufficienza piena. Non si può consentire che una persona venga tenuta in ballo sei anni per poi finire così, senza conseguenze per chi ha sbagliato. Se un politico sbaglia non viene rieletto, un manager viene licenziato, un giornalista finisce a fare le brevi". E invece, suggerisce, se un politico sbaglia spesso fa carriera, se ha attaccato un politico.
 A Milano, sottolinea, ci sono "gli alfieri di un sistema che non punta all'accertamento della verità ma a un processo sommario e violento che porta alla inevitabile distruzione della dignità e della reputazione della persona coinvolta". A Roma non c'è questa ossessione politica, "e infatti sono stato assolto. Errori in buona fede? In Cassazione anche il procuratore generale ha detto che nei processi contro di me era stata violata la legge". A far sospettare a Maroni che l'inchiesta fosse molto politica è stato fin da subito l'arresto di Giuseppe Orsi nelle indagini sulla Agusta, 2 settimane prima delle elezioni regionali. "Potevano farlo un po' prima o un po' dopo il voto, invece guarda caso scelsero proprio quel momento. Io venni lo stesso eletto ma Giuseppe Orsi ha avuto la vita rovinata. Poi hanno assolto anche lui, ma intanto è stato distrutto. Guarda caso il procuratore che arrestò Orsi è lo stesso che poi ha fatto inchiesta e processo contro di me.

 

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