capture 247 10112020 112739Per il professor Cacciari "l'opinione pubblica si va radicalizzando agli estremi"

L'intero pianeta è stretto nella morsa del coronavirus, in una pandemia che ormai tiene sotto scacco tutti (o quasi) gli Stati da circa un anno. La crisi sanitaria e la conseguente necessità di imporre delle restrizioni alla circolazione delle persone per bloccare quella del coronavirus hanno impattato con violenza sul tessuto sociale ed economico mondiale, causando una profonda crisi economica traversale.

Tuttavia, come spesso accade, sono i soggetti più deboli a pagare le conseguenze peggiori, il che amplifica il divario sociale e alimenta la rabbia. Massimo Cacciari su La Stampa ha analizzato l'attuale situazione partendo da quanto accaduto negli Stati Uniti, dove sabato è stata chiamata la vittoria di Joe Biden su Donald Trump. Il filosofo ha cercato di dare una spiegazione all'evoluzione e al risultato delle elezioni americane.

"Disoccupazione alta, precarizzazione economica delle classi lavoratrici, perdita di reddito, ma soprattutto di status sociale, di vastissimi settori di ceto medio sono la destabilizzazione impressionante della base materiale su cui si regge la stessa idea di democrazia rappresentativa", scrive Massimo Cacciari a commento del voto americano per l'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca. La sua è un'analisi profonda, che ancora il pensiero ai capisaldi della democrazia civile in una società intrinsicamente fragile, dove "se il pluriverso del lavoro dipendente, delle professioni, del ceto medio vede minacciata la propria stabilità e vanificarsi le prospettive di crescita del proprio benessere (non solo, e forse neppure prioritariamente, sotto il profilo economico), è impossibile funzioni quella 'virtù' di moderazione e giusto compromesso che regge la politica democratica".

 

Per questo motivo, per il professore di Estetica dell'Università di Milano, "l'opinione pubblica si va radicalizzando agli estremi. I moderati scompaiono, e chi ancora li va cercando cerca un caro estinto". Massimo Cacciari, quindi, espone la sua ricetta per tagliare le catene di una crisi che va a risucchiare anche i valori fondanti della socialità: "La crisi, allora, non si risolve 'moderando', ma con disegni di riforma tanto radicali quanto razionali. La demagogia populista non si sconfigge, a questo punto, mediando con i suoi rappresentanti, ma affrontando quelle questioni, cavalcando le quali avevano potuto vincere, secondo una strategia opposta alla loro". È a questo punto che il filosofo risponde alla domanda che in questo periodo è il perno di ogni discussione: come si combatte la crisi economica e sociale che ha colpito il cuore delle democrazie occidentali? "Soltanto se i loro governi sapranno ragionare e operare insieme nei confronti delle nuove grandi potenze economico-finanziarie multinazionali e approntare comuni strategie intorno alle grandi agende dell'energia e dell'ambiente. Politiche ridistributive attraverso i diversi sistemi fiscali, su scala nazionale, avranno fiato cortissimo comunque".

Per Massimo Cacciari "è un new deal dell'intero Occidente democratico che diviene oggi necessario e se non verrà impostato con rapidità e credibilità torneranno i Trump, come sono venuti dopo gli Obama. Ma questa volta con infinite più possibilità di restarci". Ma è qui che il filosofo chiarisce in modo univoco il suo pensiero: "Biden, il conservatore Biden, comprenderà che è venuto anche per lui il momento di essere, almeno un po', 'rivoluzionario'? La presenza della Harris mostra tale intenzione? Chi ha a cuore l'Europa e lo sviluppo della sua democrazia dovrebbe sperarlo, o la concorrenza di democrazie autoritarie e 'popolari' si farà sentire ben oltre la crescita del prodotto lordo e il saldo della bilancia commerciale".

di  per www.ilgiornale.it