capture 466 25112020 125906Lucio Battisti certamente non era di sinistra. “Non amava la politica rossa, suo padre era stato picchiato dai partigiani”. A rivelare questo episodio poco noto è uno che conosceva bene la famiglia del grande cantautore scomparso. Si tratta del musicista Roberto Pambianchi, ex componente dell’allora Sismi e oggi tra i più apprezzati interpreti di Lucio Battisti. In  un’intervista all’Adnkronos  fornisce un’idea precisa del rapporto fra l’artista scomparso e la politica.

” Lucio Battisti rimase scosso”

“Ho conosciuto la sorella e il papà di Lucio Battisti e non ho potuto fare a meno di chiedergli se il figlio fosse di destra. No, Lucio non era di destra, non era proprio interessato alla politica, ma aveva avuto un problema. Suo padre – racconta Pambianchi – faceva parte delle ‘camice nere’ e negli anni subito successivi alla guerra fu picchiato dai partigiani proprio davanti a Lucio che avrà avuto all’incirca cinque anni. E ne fu scosso. Fu questo che lo portò ad avere una certa antipatia verso il colore rosso“, spiega Pambianchi. Un colore politico “che gli ricordava bandiere e magliette rosse che correvano appresso al padre. Alfiero, il papà di Lucio, mi disse proprio che, al di là di questo fatto emozionale, a Lucio la politica in se stessa non interessava”. Ma si sa che le emozioni pesano molto. Ecco forse perché era scattata l’attenzione dei servizi segreti verso Battisti negli anni ’70, come racconta lo storico Giannuli a Michele Bovi nella video intervista oggi visibile a tutti su rockol.it.

 

Pambianchi: Battisti mi ha cambiato la vita

Di certo, quello che ha segnato il passaggio di Pambianchi, dalla totale immersione nell’addestramento militare ad una vita dedicata totalmente alla musica è stato il Lucio che canta l’amore. “Mio padre ex paracadutista della Folgore, si trovò a metà anni 50 ad addestrare il primo gruppo di ‘uomini rana’ della Repubblica Dominicana. Inevitabile, quindi, per me proseguire dopo il periodo del militare l’esperienza nell’esercito fino al grado di sergente. E poi, quando ne ebbi l’opportunità, scegliere l’addestramento vero e proprio nel Raggruppamento Unità Difesa di Forte Braschi, a Roma. Che erea sede dell’allora Sismi (oggi Aise). Un addestramento più mirato, dalla difesa personale all’uso di diversi tipi di armi ed esplosivi. Era il 1981, tempo delle Brigate Rosse, facevo la scorta armata al vice comandante del Sismi di allora”, prosegue il suo racconto. “Ero molto giovane, con un forte spirito avventuroso ed ero, di fatto, diviso tra la chitarra e il mitra”.

“Dopo quel 9 settembre…”

Due episodi gli fecero cambiare vita, quando si verificarono a distanza di qualche anno l’uno dall’altro, due eventi concomitanti “da un lato la necessità di passare a mansioni meno operative e più di approfondimento presso il ministero della Difesa;  e, dall’altro, la morte di Lucio Battisti il 9 settembre del 1998”. Ecco, fu proprio il 10 settembre dell’anno dopo “che decisi di chiamare l’autore dei testi degli ultimi cinque album di Lucio, Pasquale Panella, che accolse la mia telefonata con grande entusiasmo. Da lì presi la mia decisione e iniziai la carriera di interprete di Battisti e di cantautore, lasciando che prevalesse più la mia anima musicale che quella ‘militare'”.

di Federica Argento per www.secoloditalia.it