LePen foto(di Stenio Solinas per ilgiornale.it)
Stampa e salotti considerano Marine la causa dei mali quando invece è l'effetto. Ma il popolo sa chi è il nemico. Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito, recita un antico detto e l'idea che per battere in Francia il terrorismo jihadista basti far perdere Marine Le Pen alle presidenziali, fa parte della filosofia della stoltezza di un Paese a cui la filosofia dei Lumi deve aver dato alla testa. A giudicare da molti commenti giornalistici anche nostrani, non è però una pura idea d'oltralpe, e anche questo è un segno dei tempi: la politica, e i suoi commentatori, vanno da una parte, il Paese, e il suo elettorato, sempre più da un'altra. I primi sperano che i secondi si rassegnino e lavorano per rendere comunque impossibile un fronte unico che li compatti; i secondi si illudono che le élites si suicidino o muoiano per incapacità e/o consunzione. Così la decadenza continua, indietro non si riesce a tornare, avanti non si sa dove andare.

En attendant, c'è il capro espiatorio, per tornare da dove siamo partiti, ovvero il diavolo «bleu-Marine» che serve a far gridare alla vittoria in caso di sconfitta, la sua, senza accorgersi che in realtà siamo già sconfitti perché non sappiamo nemmeno più combattere. Non abbiamo capito chi è il nemico, o meglio, retoricamente abbiamo stabilito che è quello «contro l'umanità», idea generosa e ambiziosa quanto ipocrita e confusa: se si dà uno sguardo al mappamondo geopolitico, si vedrà che l'umanità fa fatica a farsi riconoscere.

L'occhio dello stolto ha la vista corta, tipica non solo di chi non ha immaginazione, ma anche di chi confida nello status quo. Non si è accorto, per esempio e per restare in Francia, che nel 1980 soltanto il 30 per cento del suo elettorato considerava superati i concetti di destra e di sinistra. Cinque anni fa la percentuale era salita al 58 per cento. Quest'anno è arrivata al 73. Non si tratta tanto o solo di un populismo che a un asse orizzontale ne sostituisce uno verticale, chi sta in alto contro chi sta in basso. Si tratta di qualcosa che ha a che fare con la globalizzazione, il divario fra chi ne trae profitto e chi ne è vittima. In Francia significa una linea divisoria tra chi pensa in termini di popoli e chi in termini di umanità formata da individui, e la si può egualmente coniugare in una differenza tra Francia urbanizzata e Francia periferica, classi medie in via di declassamento e grande borghesia globalista, sostenitori delle frontiere e partigiani dell'«apertura». Più in generale, è figlia di una sfiducia nei confronti delle élites (politiche, economiche, massmediali) che ha portato con sé il declino e/o la scomparsa dei cosiddetti partiti di governo, fenomeno che fino a ieri ha riguardato Italia e Spagna, Grecia e Austria, per citare solo ciò che nel Vecchio continente ci è più vicino, e che oggi riguarda proprio lei.

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dall'articolo di per ilgiornale.it

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