capture 436 19012021 164838Paghiamo il canone per far parlare la sinistra nel servizio pubblico radiotelevisivo. La domenica a casa ci regala emozioni incredibili da questo punto di vista, senza un solo esponente del centrodestra chiamato a dire la sua su quanto sta accadendo in Italia. La denuncia è partita a livello politico dal parlamentare di Forza Italia Giorgio Mulè, che ha messo in fila le presenze di una giornata che, non va dimenticato, cade alla vigilia della delicata due giorni di Conte alle Camere.

Ebbene, per gli italiani una carrellata rossogialla a sostegno di Conte da far dimenticare il significato della parola pluralismo, con un’unica eccezione, quella di Matteo Renzi alla trasmissione della Annunziata. Con il dettaglio che il leader di Italia Viva non è esattamente un membro dell’Internazionale sovranista, bensì un esponente della maggioranza di governo appena uscitone e non si sa per quanto tempo. Poi, il redivivo Clemente Mastella a caccia di responsabili per Conte. Il ministro per il sud di Conte, Giuseppe Provenzano. Per finire da Fabio Fazio con il ministro per le regioni di Conte, Francesco Boccia, e Pierluigi Bersani, che tra i sostenitori parlamentari di Conte è tra i più tenaci, al punto di battersi per un patto tra sinistra e centristi.

 

Conte ovunque praticamente, basta che si tratti di roba della parte loro. Guai a cercare altrove un interlocutore che possa far ragionare chi guarda la tv su ipotesi diverse, da un governo di centrodestra a elezioni anticipate. Orrore, direbbero al servizio pubblico che manteniamo noi con i nostri soldi. È uno scandalo a cui qualche maggiorente della Rai dovrebbe dare risposte. Perché in politica non c’è solo chi è iscritto ai partiti di governo in lite; ma anche è soprattutto chi rappresenta la parte maggioritaria dell’elettorato. Che non fanno esprimere nelle urne e nemmeno in tv.

di Francesco Storace per www.iltempo.it