capture 035 29012021 154356Sulla ricollocazione dei migranti c’era una politica generale di governo. La coralità delle decisioni atteneva alla metodologia generale, poi i singoli eventi erano curati dai singoli ministri”. Così il gup di Catania, Nunzio Sarpietro, si è espresso all’uscita da Palazzo Chigi, dove ha ascoltato come persona informata sui fatti il premier Giuseppe Conte.

“Tra Viminale e Palazzo Chigi non c’è una collaborazione, c’è un indirizzo politico che il ministro politico esegue” e quindi Salvini informava Conte su ogni decisione, ma allo stesso tempo “non può raccontagli tutto quel che succede ogni giorno, di eventi ce n’erano a centinaia tutti i giorni”. Per il gup c’è però “continuità” tra la politica migratoria di Salvini prima e Lamorgese poi: “Non parliamo ancora di reati - ha puntualizzato - stiamo parlando di un processo in cui bisogna accertare se c’è un reato. Ma nella politica generale del governo quella della ricollocazione era una costante, un leitmotiv generale”.

Poi Sarpietro ha risposto anche a chi gli ha chiesto se le responsabilità siano comuni e non solo del segretario della Lega, all’epoca ministro dell’Interno: “Bisogna vedere di che responsabilità parliamo. Se parliamo di responsabilità politica è una cosa, la responsabilità penale è un’altra. Nella corrispondenza via mail tra il premier Conte e Salvini c’è un indirizzo politico che il ministro dell’Interno esegue”. Allo stesso tempo il gup ha però sostenuto che “Il presidente del Consiglio credo sia informato di mille cose, ma non può seguire tutto minuto per minuto. Nelle case ci sono delle lettere in cui si parla di lavoro di squadra, a livello nazionale, internazionale ed europeo”. 

 

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