Dall'esame dei risultati investigativi si evince come la mafia nigeriana sia connotata da organizzazioni unitarie e piramidali, con solide basi nel Paese di origine da dove, attraverso diverse propaggini opera su scala internazionale in vari continenti e in diverse nazioni tanto da dover essere considerata una seria minaccia a livello globale. E' quanto emerge dal report del Servizio Analisi Criminale, diretto da Stefano Delfini, che fa parte della Direzione Centrale della Polizia Criminale, ufficio interforze del VIMINALE, guidato dal prefetto Vittorio Rizzi. 

Reati in cui è specializzata la mafia nigeriana

Riguardo ai settori di interesse criminale, la mafia nigeriana, come assodato dalle numerose indagini a livello nazionale e internazionale è specializzata, in diversi reati. Uno dei più importanti è quello della tratta degli esseri umani finalizzata allo sfruttamento del lavoro in nero e, soprattutto, della prostituzione, ramo dove l'organizzazione mafiosa gestisce e controlla tutte le fasi, dall'adescamento delle risorse umane in Nigeria fino all'impiego delle medesime nei vari Paesi del mondo.  In particolare, lo sfruttamento della prostituzione viene esercitato ai danni di giovanissime nigeriane che vengono reclutate dalle aree maggiormente depresse della nazione caratterizzate da un'estrema povertà. Proprio in queste zone, la mafia nigeriana opera attraverso cellule che, dietro la falsa promessa di un futuro migliore e di un lavoro all'estero, reclutano le ragazze da avviare alla prostituzione. Il reclutamento delle donne avviene principalmente a Benin City, capitale dello Stato di Edo, da dove la criminalità organizzata attraverso i propri trafficanti organizza i viaggi soprattutto per l'Europa. Con questo fine le organizzazioni si avvalgono della figura strategica di ex prostitute chiamate maman o madame, incaricate di convincere le giovani a partire. Le maman hanno un ruolo fondamentale per le confraternite in quanto legano indissolubilmente a loro le povere vittime attraverso il rito magico juju o ju-ju, con il quale le malcapitate giurano fedeltà anche all'organizzazione criminale, sapendo che ogni trasgressione verrà punita con la violenza o addirittura con la morte propria o dei familiari. Le vittime, avviate clandestinamente nei vari Paesi come l'Italia, scopriranno la cruda realtà che le attende, anziché una buona sistemazione, saranno sottoposte a stretto controllo e, dietro violenze fisiche e psicologiche, costrette a prostituirsi sulle strade per saldare il debito contratto (a loro insaputa) per il viaggio, per la sussistenza, per l'affitto del posto di 'lavoro' alle maman e soprattutto per riscattare la propria libertà. In questo ambito, in alcune aree del nostro territorio (per lo più in Campania e nel settore Nord Est) è stato osservato come lo sfruttamento della prostituzione nigeriana coesista con quello di matrice albanese per la contestuale compresenza di entrambe le etnie.

 

Forte crescita nel 2019, nei primi 9 mesi del 2020 un calo

Gli italiani denunciati per associazione mafiosa sono stati 1.957 nel 2018 e 2.710 nel 2019, delineando un trend crescente. Anche per quanto riguarda gli stranieri denunciati per lo stesso delitto, il trend è crescente, con 132 segnalazioni nel 2018 e 251 nel 2019. Tra questi i nigeriani hanno manifestato una forte crescita delle segnalazioni per associazione mafiosa (28 nel 2018 e 154 nel 2019) mentre nei primi nove mesi del 2020 si registra un calo con 37 segnalazioni nel 2020 rispetto alle 109 dello stesso periodo dell'anno precedente.  Nei primi 9 mesi del 2020, gli italiani denunciati-arrestati per associazione mafiosa risultano 1.943 rispetto ai 2.006 del precedente anno evidenziando un trend in leggera diminuzione. Con riguardo alla matrice straniera, i primi 9 mesi del 2020 hanno mostrato un trend decrescente, infatti i denunciati-arrestati sono stati 165 a fronte dei 184 del 2019. Anche nei primi 9 mesi del 2020 tra le etnie maggiormente segnalate quella nigeriana è risultata al primo posto (con 37 segnalazioni nel 2020 rispetto alle 109 del medesimo periodo del precedente anno), seguita da quella albanese (29 segnalazioni nel 2020 contro le 13 del 2019), da quella cinese (11 segnalazioni nel 2020 rispetto al dato negativo dell'anno precedente), da quella romena (4 rispetto alle precedenti 5) e dalla moldava (6 contro le 2 del 2019). Nel biennio 2018-2019, le principali etnie con il maggior numero di persone denunciate-arrestate per associazione mafiosa risultano i nigeriani (con 182 denunce complessive, di cui 28 nel 2018 e 154 nel 2019), i cinopopolari (35 segnalazioni nel 2018 e nessuna nel 2019), gli albanesi (23 denunce complessive di cui 2 nel 2018 e 21 nel 2019), i romeni (con 13 segnalazioni totali di cui 7 nel 2018 e 6 nel 2019) e infine i marocchini (con 12 denunce di cui 8 nel 2018 e 4 nel 2019). 

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