capture 087 07022021 161909Ora che non è più premier, Giuseppe Conte deve affrontare da privato cittadino la rabbia degli italiani. Un medico romano ha incrociato l'avvocato nei pressi del Parlamento e gliele ha cantate su Covid e politiche anti-pandemia. A quanto pare, però, l'ex presidente del Consiglio non ha rinunciato a quella particolare boria da statista (spesso frutto dello stress, dicono) messa in luce in varie conferenze stampa con risposte brusche e fuori luogo ai giornalisti (memorabili in tal senso le gaffe con Jana Gagliardi di Sky o Claudia Fusani di Tiscali, maltrattate in pubblico o trattate con risposte superficiali). Questa volta, però, non si trattava di un cronista scomodo ma di un cittadino, e lo sgarbo di Conte per questo forse fa ancora più effetto.

Con una lettera spedita a Dagospia, è lo stesso medico romano protagonista del confronto a raccontare l'accaduto fornendo la propria versione dei fatti. "Oggi finalmente mi si è materializzato davanti quel tipo equivoco di Conte - scrive - e non ce l’ho fatta, da medico ospedaliero a non manifestargli elegantemente disprezzo per la gestione sanitaria anti-Covid nel nostro Paese".

Conte, spiega il medico, "stava facendo lo splendido falsissimo con famiglie con bambini, ai quali elargiva carezze e sorrisi". Al duro rimbrotto del medico, l'ex premier reagisce. "Mi risponde (sa rispondere solo così mi sembra a tutti): 'E lei come l’avrebbe invece gestita?'. 'Sicuramente meglio di lei... si vergogni di chiederlo a me...!!'". Inutile stupirsi, poi, se anche i colleghi politici di Conte hanno bocciato l'ipotesi del Ter.

 

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