Un 1-2 più che sospetto. In due giorni Silvio Berlusconi ha piazzato Antonio Tajani, già vicepresidente degli azzurri, nel ruolo di coordinatore nazionale controllando quindi il partito sul territorio. Ha promosso Anna Maria Bernini vice-coordinatrice nazionale, che si occuperà in particolare dei rapporti con l'Unione europea e il Ppe. Ha scelto Licia Ronzulli come referente delle relazioni con gli alleati di Centrodestra, Lega e Fratelli d'Italia, ruolo chiave in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.

E, proprio oggi, l'ex Cavaliere ha nominato la neo-ministra Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie) capodelegazione di Forza Italia all'interno del governo Draghi. La doppia mossa di Berlusconi, spiegano fonti qualificate, viene letta come una sorta di 'vendetta politica' nei confronti di Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante i governi guidati proprio dal leader di FI. Il gelo tra Berlusconi e l'eminenza grigia degli azzurri era calato con la scelta del premier di nominare due ministri su tre di Forza Italia, Renato Brunetta e Mara Carfagna, senza scegliere tra i berlusconiani doc.


Anzi, scegliendo proprio due ultra-moderati e vicini all'uscita dal partito, stando almeno ai rumor circolati per settimane. E ad Arcore, spiegano i ben informati, avrebbero visto in questa decisione di Draghi proprio lo zampino di Gianni Letta. Da qui l'ira di Berlusconi, che avrebbe voluto, oltre alla Gelmini, in squadra la Bernini e Tajani. Ed ecco la 'vendetta politica': proprio Bernini e Tajani, insieme all'ultra berlusconiana nei ruoli chiave del partito, e la Gelmini (non la Carfagna e nemmeno Brunetta) capodelegazione al governo.
 


Altre fonti spiegano, inoltre, che a Gianni Letta non sarebbe piacuto affatto l'incontro nella nuova sede romana dell'ex Cav tra Berlusconi e Salvini, pochi giorni prima dell'annuncio della lista dei ministri. 'Un appiattimento eccessivo e inopportuno sulla Lega', anziché giocare a tutto campo, sarebbe stato il ragionamento di Gianni Letta. Da qui l'escalation che ha portato al grande gelo.
Di Alberto Maggi per www.affaritaliani.it