capture 002 03032021 153713"Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto (...) Tu lasciami lavorare e te faccio diventare... mooolto molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco". Così lo stampatore originario dei Castelli Vittorio Farina si vantava con il socio, l'editore croato Andelko Aleksic, del lascia passare che avrebbe avuto dall'allora commissario straordinario all'emergenza Covid, Domenico Arcuri, sulla fornitura di mascherine da destinare alla scuola. Arcuri non è indagato, mentre Farina e Aleksic sono accusati di traffico di influenze illecite, oltre che di truffa aggravata sulla maxi fornitura di 5 milioni di mascherine e 430mila camici alla protezione civile della Regione Lazio durante la prima ondata della pandemia.

Il 5 ottobre scorso, infatti, Farina, parlando con Aleksic, "ha mostrato la sua soddisfazione - si legge nell'ordinanza di arresto del gip del Tribunale di Roma Francesca Ciranna che li ha condotti ai domiciliari - nell'aver ottenuto la promessa (verosimilmente dal commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri) di inserire la Ent Tlc srl quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica e Fca per l'approvvigionamento di un'ingente quantità di mascherine chirurgiche da desinare alle scuole". Effettivamente il  15 luglio 2020 aveva chiamato il manager Massimo Cristofori (non indagato), "giurando di aver parlato con Arcuri per inserire la Ent Tlc srl quale fornitore sussidiario a Fiat e Luxottica" per le mascherine destinate alla riapertura delle scuole sul territorio nazionale. Crisrofori rilancia: "Tu che sei grande amico di Arcuri, lanciati nel business delle scrivanie". Farina è titubante: "Sì, ma come faccio, troppo". Cristofori insiste: "Tre milioni di scrivanie, a prezzo medio di 50 euro (...) non riesci a inserirti in questo business qua con Arcuri?". Farina spiega: "Quello delle mascherine, stiamo, quello che non fornisce Luxottica e Fiat, sai che gli hanno fatto, che so grandi produttori, no? Se non ce la fanno, subentriamo noi, adesso sappiamo tra qualche giorno... sono stato ieri, giuro".

 

Il primo settembre scorso la Guardia di Finanza ha documentato un viaggio di Farina a Roma: in quell'occasione si è recato in via Valadier 42, dove c'è l'ufficio della Proger spa di Roberto De Santis. "Deve peraltro rilevarsi - precisa il gip - che la Ent ha affettuato l'1 luglio 2020 un bonifico di 30mila euro a favore di Roberto De Santis e non è dato conoscere la natura della prestazione resa". Il 3 settembre scorso, in occasione di un altro viaggio a Roma, Farina è riuscito a incontrare l'allora commissario straordinario Domenico Arcuri: "Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto (...) oggi pomeriggio ci deve fare l'ordine", "c'ho anche un 70 possibilità che ti faccio pure il Lazio, sto sopra ste cose, sto facendo un buon lavoro, avanti indietro, avanti indietro, avanti indietro". Il 9 settembre Farina chiama Aleksic informandolo "che dovrebbe arrivare l'ordine oggi". Di fronte alla soddisfazione del socio, Farina ribadisce: "Tu lasciami lavorare, c'ho ampia delega da te, te faccio diventare... mooolto molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco!".

Non è la prima volta che la conoscenza con Arcuri viene utilizzata come asso nella manica dagli imprenditori che si sono lanciati nel business della pandemia. Il precedente riguarda l'ex giornalista Rai Mario Benotti, raggiunto da una misura interdittiva nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sugli affidamenti per l’acquisto di mascherine nella prima fase dell’emergenza Covid. Gli inquirenti procedono per l’accusa di traffico di influenze illecite in concorso aggravato dal reato transnazionale. Oggi è stato interrogato per un'ora e mezzo dal gip. «Ha risposto a tutte le domande, anche a quelle dei pm, chiarendo tutta la vicenda», spiegano i difensori di Benotti, gli avvocati Giuseppe Ioppolo e Salvino Mondello. «Ha spiegato lo sviluppo dei rapporti avuti con l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, avvenuti tutti in modo trasparente, alla luce del sole, ci sono centinaia di mail con tutti i nomi. La richiesta di mascherine è venuta da Arcuri e lo Stato da questa vicenda ha avuto solo vantaggi».

di Valeria Di Corrado  per   www.iltempo.it