capture 009 04032021 112359Il virologo del San Martino di GenovaMatteo Bassetti si dichiara preoccupato. «Occorre fare attenzione per tutto marzo e correre con le vaccinazioni», dice, prefigurando lo scenario scenario di una terza ondata virulenta che, dichiara, «temo farà male». La situazione sembra sfuggire di mano: la curva dei contagi non decresce. Il dato dei ricoveri in terapia intensiva aumentano sensibilmente. Le varianti impazzano significativamente. E il virus amplia lo spettro del suo raggio d’azione coinvolgendo giovani e giovanissimi. Le scuole restano per lo più aperte, ma in molte regioni, e non solo sul fronte dell’istruzione, si procede in ordine sparso. E mentre l’esperto riassume lo status quo della nostra realtà epidemiologica e indica suggerimenti e chiarimenti su vaccini: somministrazioni. Il ricorso alla monodose per i guariti dal Covid e la predisposizione dei richiami a seconda dei prodotti disponibili, un dubbio aleggia pesantemente… Come accelerare? E ancora: le iniziative fin qui messe a punto, potrebbero non garantire la soluzione…

 

Covid, Bassetti: «È iniziata la terza ondata. Temo farà male»

«Purtroppo sembra inizia la terza ondata», lancia l’allarme direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria. Non solo: facendo il punto sulla situazione epidemiologica, l’esperto aggiunge: «Ieri abbiamo avuto un aumento significativo dei ricoveri in terapia intensiva. Non mi pare quindi che ci si siano più dubbi. Questi numeri in risalita riguardano solo alcune Regioni e quindi sono ancora più gravi. Ma se dovessero aumentare uniformemente in tutto il Paese – prosegue Bassetti – la situazione sarebbe più complicata. Dobbiamo fare attenzione. Temo che questa terza ondata farà male e dobbiamo avere molta pazienza per tutto il mese di marzo. Correre con le vaccinazioni e sperare che le misure di contrasto ci aiutino a ridurre il contribuito di vittime».

Covid, Bassetti: «Nella terza ondata il tributo sarà di nuovo alto»

Una disamina lucida e basata su riscontri e cifre. Una constatazione, quella della situazione in corso nel Belpaese, asserita con la veridicità matematica dei numeri che fotografano lo stato attuale. Un contesto che potrebbe ribaltarsi positivamente se solo l’arma del vaccino, che fino un anno fa non avevamo, funzionasse a pieno regime. E non come una freccia spuntata da ritardi nelle consegne delle dosi. Rinvii sul fronte delle attestazioni e delle procedute dei farmaci. Le problematicità legate a una campagna ‘acquisto di matrice europea, fin qui fallace e dispersiva. Le criticità legate agli avvicendamenti al vertice di chi dovrà gestire l’organizzazione delle vaccinazioni, che eredita dalla precedente gestione piani lacunosi e già bocciati. «C’è bisogno di vaccino – ribadisce Bassetti –. Poi, senza inutili perifrasi aggiunge anche: «Non mi aspettavo di arrivare a marzo con sole 4 milioni di dosi somministrate»

«Gli italiani hanno bisogno del vaccino»

«Gli italiani hanno bisogno del vaccino. Potevamo andare incontro a questa terza ondata con una forza diversa. Invece pagheremo un tributo nuovamente alto». Ma ora, come rileva lo stesso Bassetti a Inews24.it analizzando l’andamento di Covid-19 in Italia, «I cambi che ci sono stati al ministero della Salute, col nuovo sottosegretario». E  quelli che hanno portato a un “nuovo commissario” per l’emergenza pure», ha aggiunto. «Mi auguro portino più vaccini». Poi come, dove e a chi somministrarli con tempistiche e modalità precise, se ne discute. L’importante, chiarisce il virologo, è procedere spediti. Evitare sprechi. Far riferimento a «un’indicazione precisa in modo tale che tutti si comportino allo stesso modo».

«Una sola dose di vaccino per chi ha avuto il Covid è una buona cosa»

E allora, per esempio sul tema della monodose vaccinale per chi è già stato colpito ed è guarito dal Covid, Bassetti specifica: «Una sola dose di vaccino per chi ha avuto il Covid è una buona cosa. E ci permette di risparmiare anche le fiale di vaccino. In Italia abbiamo avuto 2,5 mln di persone colpite con certezza. Ma sicuramente saranno almeno il doppio. Quindi potremmo risparmiare diversi milioni. È importante, insomma, che ci sia un’indicazione precisa. In modo tale che tutti si comportino allo stesso modo», commenta l’esperto da Genova, riferendosi all’ipotesi avanzata ieri dal presidente del Css, Franco Locatelli, durante la conferenza stampa sul nuovo Dpcm.

Vaccini, prima dose e richiami: ecco come regolarsi a seconda dei vaccini

Per quanto riguarda invece la possibilità di posticipare la seconda dose per aumentare subito la platea degli immunizzati con la prima, «non è che noi stiamo proponendo di non fare il richiamo – spiega Bassetti –. Ma di spingerlo un po’ più in là. Ad esempio – avverte Bassetti – per il vaccino AstraZeneca si può pensare di fare la seconda dose dopo 3, anche 4 mesi. Per Pfizer e Moderna anziché farla tra la terza o quarta settimana, si può portarla a 6-8 settimane, e si guadagna del tempo. Ci sono dei dati che avallano questo. E in emergenza – conclude Bassetti – si possono prendere delle iniziative per il bene pubblico: se due dosi non ci sono, meglio avere un fascia di popolazione vaccinata ampia. Che una piccola con due dosi».

 di Prisca Righetti per  www.secoloditalia.it