Adriana Volpe raiNello studio de I Fatti Vostri è successo il patatrac. Era la fine di marzo. Lo ricordate? Adriana Volpe annunciava l’imminente 70° compleanno del collega Giancarlo Magalli che, di tutta risposta, le dava della rompiscatole. L’eco della discussione poi si è trascinato al di là delle telecamere. Rispondendo a un giornalista che definiva la reazione del conduttore come «insulti vergognosi», Magalli scrisse sui social: «Insulti vergognosi? Ma hai visto quello che è successo o parli solo per sentito dire? Le ho solo detto che è una rompip..., e quello è un fatto, non un insulto. Poi lei ha cercato di farlo passare come un insulto alle donne, ma io ce l’avevo solo con lei, non con le donne che ho sempre rispettato e che forse si sentirebbero più insultate se sapessero come fa a lavorare da 20 anni...». E niente, si è scatenato il putiferio. Accuse di sessismo e molto altro. Poi, sono arrivate le scuse. Davanti a tutti. In trasmissione. «Ho cominciato io, chiedo scusa ad Adriana. Mi dispiace che poi sia diventata quasi una questione di stato quando in realtà era solo una scaramuccia». Ma la Volpe ha ancora qualcosa da dire.

Signora Volpe, le ha dato fastidio il termine “scaramuccia”?
«Ho accettato le scuse per quello che è successo in trasmissione. Ma non per quello che è stato scritto sui social. Quelle parole hanno offeso me, la mia famiglia, la Rai».

Cosa le dispiace di più?
«Che quanto accaduto resterà nell’etere e quindi che la mia figlia, tra qualche anno, potrà rileggere questa notizia. Ho dato mandato ai miei legali e se mai dovessi ricevere un risarcimento ho già deciso che lo devolverò all’associazione DiRe (Donne in Rete contro la violenza, ndr).

Pensavamo fosse tutto rientrato, invece a quanto pare non è così?
«Lavorare in questo clima non è facile. Io cerco sempre di dare il massimo per il pubblico, per chi scrive questo programma e per chi lavora in redazione e dietro le quinte».

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Questa è la sua battaglia per la tutela dei diritti di tutte le donne sul lavoro?
«Certo, perché accade più spesso di quanto si pensa che le donne vengano svantaggiate sul lavoro. E non è giusto»

 

dall'articolo di Antonella Luppoli  per liberoquotidiano.it

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