Mafia FI berlusconi daliL’ex sottosegretario agli Interni di Berlusconi, secondo le sentenze, “favorì Cosa Nostra fino al ’94”. La procura di Palermo lo considera un soggetto socialmente pericoloso e chiede la misura restrittiva.  Sulla sua situazione processuale deve ancora esprimersi la corte di Cassazione. La procura di Palermo, invece, lo considera comunque socialmente pericoloso. Per questo motivo la direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano ha chiesto l’obbligo di soggiorno per il senatore Antonio D’Alì. Una richiesta che infiamma la campagna elettorale per le amministrative visto che l’esponente di Forza Italia è candidato sindaco a Trapani, la stessa città dove la procura vorrebbe obbligarlo a dimorare. “Pericolosità sociale” è la motivazione che gli inquirenti mettono nero su bianco.

“La persecuzione giudiziaria continua. Due volte assolto e nuovamente aggredito. Ieri, dopo appena un’ora dalla chiusura della presentazione della mia candidatura e delle liste per l’elezione a sindaco di Trapani, con tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa, ho ricevuto una assolutamente imprevedibile ed ingiusta proposta di misura di prevenzione per obbligo di soggiorno nel comune di residenza da discutere nel prossimo mese di luglio”, dice D’Alì che ha momentaneamente sospeso la sua campagna elettorale: in queste ore incontrerà Silvio Berlusconi a Roma per decidere come gestire la situazione. “Sento il dovere – continua – in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale, torno amareggiato a Roma per onorare come di consueto il mandato parlamentare, poiché ritengo che, pure essendo stato assolto da ogni accusa anche in appello, non potrei condurre le opportune iniziative con questo carico di infamia scaricatomi addosso! Già, io sarei socialmente pericoloso! Per mia sventura io sono solamente ‘politicamente da abbattere”.

articolo di F. Q. per ilfattoquotidiano.it

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