Piercamillo Davigo al governo M5SCinque e lode a Beppe Grillo, che ha capito la cosa più importante: i Di Maio, i Fico e i Di Battista stanno bene lì dove sono adesso, portarli al governo sarebbe una cattiveria nei confronti degli italiani e una iattura per il movimento e per gli stessi giovanotti, che pure ci sperano. Così, se davvero dopo le elezioni nascerà un esecutivo a Cinque Stelle, i nomi saranno altri. Gli attuali senatori e deputati potranno baloccarsi con le presidenze delle Camere e delle Commissioni, continueranno a battagliare in televisione e sul web.  Le poltrone ministeriali sono riservate a gente più strutturata e capace. Vicina al M5S, certo, soprattutto vicina a Grillo, ma comunque non proveniente dalla nomenclatura parlamentare di oggi. Quelli che in politica si chiamano "tecnici d' area", insomma, ora diventano indispensabili per far uscire il movimento dall' età della pietra. Alcuni hanno già ricevuto dal comico una telefonata preliminare che ha prodotto in molti degli interessati forti aspettative e aumento della salivazione.

L' unico del gotha odierno che potrebbe ottenere un incarico di peso è Davide Casaleggio, che Grillo stima molto. Ma il fondatore non vuole spedire il figlio di Gianroberto in prima linea troppo presto ed è assai probabile che il ragazzo gli serva ancora lì, a fare il regista e il guardiano del movimento attraverso Rousseau, la piattaforma internet che tutto controlla, per stroncare sul nascere ogni eresia, come faceva suo padre prima di lui. Piercamillo Davigo, per iniziare col nome più grosso, nello schema di Grillo è chiamato a svolgere un ruolo più importante di quello di semplice ministro della Giustizia o degli Interni.

L' ex membro del pool di Milano, secondo il fondatore del movimento, è il premier perfetto. Per tanti motivi, non ultimo quello di essere "trasversale": una toga di destra che piace alla sinistra e non si è mai identificata con nessun partito o schieramento. Sul blog del comico, Davigo è ritratto come «persona equilibrata, mai sopra le righe e degna della stima di tutti i cittadini onesti».

Già sei anni fa Grillo diceva che «Davigo è un combattente ed è anche un giudice», uno che «sembra un magistrato uscito dal libro di Carlos Castaneda "La via del guerriero"»; di recente lo ha definito «un uomo straordinario e di straordinaria competenza»: se non è amore questo.

Sinora Davigo è stato molto attento a evitare ogni forma di collateralismo con chiunque, inclusi i Cinque Stelle. Ma i tempi cambiano e il "dottor Sottile" della magistratura, pur tenendosi alla larga dai pentastellati, in tutti questi anni ha mantenuto un rapporto personale con il loro capo. È comunque una carta che Grillo dovrà calare al momento giusto, stando bene attento a non bruciarla.

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dall'articolo di liberoquotidiano.it

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