Il Partito Democratico, mal che vada, potrebbe salvarsi dal pagamento di circa 140mila euro di presunte morosità arretrate nei confronti del Comune di Roma e per cui il Tar del Lazio aveva confermato lo sfratto. Il Partito Democratico potrebbe tornare a occupare la storica sede romana di via dei Giubbonari o, mal che vada, salvarsi dal pagamento di circa 140mila euro di presunte morosità arretrate nei confronti del Comune di Roma. Colpa (o merito) di un fascicolo smarrito 25 anni fa, sequestrato durante l’inchiesta Tangentopoli e mai tornato in Campidoglio.

“Senza quelle carte, i funzionari capitolini non hanno potuto mettere mano al contratto di locazione già in essere – spiegano gli avvocati dei dirigenti comunali chiamati a rispondere davanti alla magistratura contabile – e dunque non avrebbero potuto cambiarne né la natura né l’importo”. Un buco nella pratica che renderebbe dunque annullabile lo sfratto arrivato nel 2015 ed eseguito il 27 ottobre 2016, dopo le sentenze del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato.

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