Dopo trent’anni tornano in Europa, nucleari e non intercettabili. Sono i missili che la Russia ha installato nella sua enclave incastonata tra Polonia, Mar Baltico e Paesi Baltici: Kaliningrad. Qui Mosca ha schierato quei missili a breve-medio raggio che l’accordo dei tempi Regan-Gorbaciov aveva fisicamente fatto distruggere. Missili con una capacità operativa in grado di raggiungere Berlino e missili che presuppongono una deterrenza diversa a quella in cui negli ultimi decenni c’eravamo abituati.

 

Presentati come una risposta alle manovre Nato nella zona – l’enclave di Kaliningrad è circondata da Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica -, i missili dislocati da Mosca non possono essere considerati una semplice risposta alle misure degli alleati di Washington. Missili e testate atomiche da una parte, e quattro battaglioni dall’altra non sono infatti paragonabili. Rappresentano invece ottimamente lo stato della geopolitica attuale e la capacità dei due principali attori di questa partita: Vladimir Putin e Donald Trump.

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dall'articolo di Riccardo Galli per blitzquotidiano.it

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