capture 034 22082021 184357Sono il figlio di Ahmed Shah Massoud. La resa non fa parte del mio vocabolario, questo è l’inizio, la resistenza è appena iniziata“.

Il futuro dell’Afghanistan sta, per buona parte, in queste parole bellicose che Ahmed Massoud jr ha pronunciato nel corso di un colloquio telefonico con Bernard Henry Levy, secondo quanto riferito su twitter dallo stesso intellettuale francese, dopo che al Jazeera arabic ha scritto di trattative con i talebani per la resa del Panshir.

Mentre sottobanco buona parte della Comunità internazionale, Stati Uniti e Francia in testa, cerca di stabilire un qualche contatto autorevole con i Talebani cercando di capire, nel caos totale in cui è sprofondato il Paese, chi davvero conta e comanda in Afghanistan per negoziare un corridoio sicuro ed esfiltrare così i propri concittadini ma anche tutti coloro, sia pur afghani, che hanno collaborato con la Coalizione, il figlio del celebre “Leone del Panjshir“, manda ai nuovi padroni messaggi tutt’altro che concilianti. E si prepara ad una guerra sanguinosa il cui esito al momento nessuno può davvero predirlo.

 

Con un padre considerato un eroe nazionale, per la resistenza messa in campo contro l’Unione  Sovietica all’epoca dell’invasione, candidato al Nobel per la Pace e al premio Sakharov per la libertà di pensieroamatissimo, in maniera quasi mitologica, dai suoi uomini del Fronte Unito che portò allo scontro frontale contro i Talebani – al suo funerale parteciparono centomila persone – Ahmed Shah Massoud non ha altra strada che questa, una strada già tracciata dal suo celebre genitore divenuto, nel 1992, ministro della Difesa afghano  e poi ucciso con un attentato esplosivo da due terroristi, travestiti da giornalisti, ingaggiati dai Talebani e da Bin Laden due giorni prima degli attentati dell’11 settembre.

Proprio qualche giorno fa Emergency, che ha il polso della situazione sul terreno in Afghanistan, aveva ipotizzato che i problemi sarebbero arrivati proprio dalla Valle del Panshir, l’unico posto di cui i Talebani non hanno il controllo in questo momento. E dove, invece ancora echeggiano le gesta dell’indimenticabile “Leone del Panjshir“. Comunque vada, per i Talebani non sarà una passeggiata.

 di Paolo Lami per www.secoloditalia.it