Uno studio rivela che i ballottaggi più incerti sono nei feudi storici dei democratici. E Renzi si è disimpegnato. Non è facile averne piena consapevolezza, ma l'Italia del voto sta cambiando pelle. Fenomeno lento, costante, ma significativo nel suo progredire segnato da un'incertezza che è sì segno dei tempi, ma anche di un mercato della politica che dir fluido è poco. Si sgretola, sotto i nostri occhi stufi e disincantati, persino il dominio del maggior partito del centrosinistra proprio lì dove si è radicato dal Dopoguerra in avanti.

 

Non c'entra soltanto Renzi con le relative diaspore provocate nel Pd; si tratta piuttosto di un fenomeno legato allo sbiadirsi della proposta, alla «giolittizzazione» del potere che esso incarna. Come accadde quando decenni di trasformismo e parcellizzazione dei potentati resero torbida l'atmosfera alla vigilia della prima guerra mondiale. Processo evidente persino nei cambi di nome: dal Pci al Pds, dai Ds all'Ulivo, fino all'ultima, anonima versione di partito senza altre qualificazioni che non siano contenute nel termine «democratico» (tautologia pura, in un sistema che democratico lo è per definizione).

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dall'articolo di     per ilgiornale.it 

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