Non è la cifra in sé, dice Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari all’Università Bocconi. Piuttosto, «sono le risorse sprecate con il temporeggiamento». Sono più di 31 miliardi i soldi spesi per evitare il collasso di sistema bancario definito per anni «solido» nelle dichiarazioni ufficiali. Soldi delle banche sane e dei loro correntisti, soldi dei contribuenti e soldi dello Stato. Poco meno di due punti di Pil. O, se si preferisce, abbastanza per tagliare di quasi un punto e mezzo il debito pubblico. Sono numeri ancora provvisori ma rendono bene l’idea. Più di un miliardo e mezzo di euro al mese, se si considera il primo intervento quello fatto su quattro piccole banche dell’Italia centrale nel novembre del 2015.  

 

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dall'articolo di Gianluca Paolucci  per lastampa.it 

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