«È una cosa che non riusciamo ad accettare e rifiutiamo questa gogna mediatica. Come è possibile accanirsi così?». La rabbia si mescola a un dolore sterminato, negli occhi dei genitori del bambino leucemico morto giovedì. Il morbillo aveva attaccato il suo fisico già debilitato, che non ha saputo affrontare questa ulteriore prova. Ieri pomeriggio, nei corridoi dell’ospedale San Gerardo di Monza, la mamma e il papà del piccolo, devastati, hanno incontrato i medici che sono stati loro vicini in questo dramma. Per tre mesi il bambino ha combattuto per la vita. A metà marzo i dottori gli avevano diagnosticato i sintomi del morbillo.

«Lo abbiamo capito da una polmonite» spiega Andrea Biondi, alla guida della clinica pediatrica dell’Università Bicocca, che ha sede proprio al San Gerardo. «Nei pazienti con basse difese immunitarie - continua il primario - può manifestarsi anche senza le tipiche macchie rosse». Ora il pensiero va alla famiglia, che sarà sostenuta dal punto di vista psicologico, ma anche a tutte quelle persone che corrono lo stesso rischio del piccolo. L’immunità di gregge, ovvero la vaccinazione del 95 per cento della popolazione, è l’unico modo per metterli al sicuro. Solo proteggendo i bambini sani si possono salvare anche i malati. «Ricordiamoci che c’è una epidemia in corso - prosegue Biondi -, in Italia ma soprattutto a Monza e Brianza».

articolo di Sara Bettoni e Simona Ravizza per corriere.it

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