capture 005 08092021 103732 “Chi nega le Foibe non può insegnare”. Nino Benvenuti le suona così a Tommaso Montanari, dopo le ignobili dichiarazioni dell’attuale rettore dell’Università per stranieri di Siena. “Mi chiedo se sia corretto che un educatore, uno che dovrebbe formare i ragazzi al rispetto, alla non violenza e alla verità storica, approfitti del suo ruolo per fare affermazioni simili”, tuona Benvenuti intervistato da Il Giornale.

Nino Benvenuti: “Quello di Montanari è negazionismo bigotto”

“Non sono uno storico ma non credo che a simili tragedie si possa dare un peso e una misura. Un eccidio è un eccidio, non mi metto a contare le vittime”, dice l’83enne campione olimpico di Roma ’60 ed ex campione del mondo dei pesi medi. “Non ho idea di quali siano stati i criteri che lo hanno portato a ricoprire quella carica ma chi lo ha nominato o eletto dovrebbe farsi un esame di coscienza, abbandonare ogni ipocrisia. Fare un passo indietro”, afferma ancora Benvenuti su Montanari. “Alla mia età ne ho viste talmente tante che non mi meraviglio più di niente. Montanari parla per luoghi comuni, arroccato nell’ignoranza dei fatti e nel più bigotto negazionismo. La mia gente ha sofferto. Troppo. E non saranno certo le sue parole a cambiare la storia”.

 

Già, eppure nonostante l’istituzione del Giorno del Ricordo, certe pagine di storia, una parte consistente della sinistra, continua a negarle o a minimizzarle. E’ la storia degli esuli dalmati, istriani e fiumani. La storia, anche, di Nino Benvenuti. Una storia raccontata peraltro nello splendido fumetto edito da Ferrogallico, Nino Benvenuti – Il lungo esodo dall’Istria, presentato lo scorso anno in Senato. Quella tragedia il grande pugile istriano l’ha vissuta sulla propria pelle e la ricordo ancora benissimo.

Il grande pugile istriano ricorda la tragedia delle Foibe

“Si viveva nell’angoscia di essere sequestrati o uccisi da un momento all’altro, per ‘italianismo’”, raccontato Benvenuti al Giornale “Se Hitler fu il male assoluto, Ozna, la polizia segreta di Tito, e Foibe non sono stati certo da meno”. E come se non bastasse “fu bruttissimo per tanti istriani non venire accettati e sentirsi degli esuli in patria. Per me lasciare Isola, il mio ‘scoio’ sul mare è un dolore che porto dentro da sempre”, spiega uno dei più grandi campioni del puglilato italiano. “Non ho mai voluto strumentalizzare queste tragiche vicende o definirmi esule prima degli incontri come una medaglia. Ma sono sempre stato orgoglioso di essere un italiano d’Istria”.

di Alessandro Della Guglia per www.ilprimatonazionale.it