capture 042 13092021 121214Quando Londra votò per uscire dall’Ue, furono in molti a pronosticare che ciò avrebbe causato la fuga di tantissime imprese. Portando, come logica conseguenza, recessione e povertà. Non solo queste previsioni catastrofiche non si sono avverate, ma sono sempre di più le aziende che hanno deciso di investire in Gran Bretagna dopo la Brexit.

Degno di nota, tra gli altri, l’annuncio della Nissan di investire un miliardo di sterline per produrre batterie e auto elettriche a Sunderland. Un’iniziativa che creerà almeno 900 posti di lavoro diretti e altri 4.500 indiretti. La decisione è stata particolarmente importante, visto che la multinazionale giapponese aveva minacciato di chiudere gli impianti in caso di Brexit. Evidentemente ha capito che, nonostante la fuoriuscita dal consesso comunitario, il Paese di sua maestà ha ancora tanto da offrire.

 

Dopo la Brexit sta (ri)nascendo il polo dell’auto a Sunderland

Certo, sarebbe facile pensare che questo sia un caso isolato. Così non è, visto che di recente il colosso della componentistica per auto Magna ha aperto sempre a Sunderland uno stabilimento proprio per rifornire quello della Nissan. Il nuovo sito occuperà circa 300 lavoratori, senza contare quelli dell’indotto. Il direttore generale di Magna ha dichiarato che la nuova fabbrica fornirà componenti di alta qualità a Nissan. Le due società lavoreranno inoltre assieme nella filiera della produzione di auto a trazione elettrica.

Ciò a cui si sta assistendo è la nascita – o meglio: la ri-nascita – di un distretto industriale orbitante attorno al settore automobilistico. Ciò dimostra l’abilità della Gran Bretagna post Brexit di attirare investimenti anche se ormai fuori dall’Unione Europea. Non è un caso se, oltre alle citate Nissan e Magna, anche il produttore di batterie Envision sta in questi mesi allestendo una fabbrica – sempre nella zona di Sunderland – per dare il suo contributo alla ripresa del comparto.

di Giuseppe De Santis per www.ilprimatonazionale.it