Braccio di ferro con il Governo. Si rischia un venerdì 15 nerissimo nel settore di porti e dei trasporti

Trieste - "Non siamo in vendita. Dal 15 ottobre ci sarà blocco totale del porto se non sarà tolto l'obbligo del passaporto sanitario per tutte le categorie di lavoratori d'Italia!". E' tutta qui, in questa frase, la chiave della trasformazione dei portuali di Trieste nei nuovi eroi della galassia Green pass. Con il loro braccio di ferro col Governo, che di fatto ha ceduto alle richieste garantendo una soluzione - tamponi gratis per lavorare - che si è vista pure respinta, stanno accendendo gli animi di chi contesta la certificazione verde.

Sui social, specie su Twitter dove lo scontento no vax è molto attivo a colpi di hashtag, sono descritti così: "I portuali di Trieste che rifiutano la marchetta del tampone gratuito sono i veri paladini della Costituzione. Eroi". E ancora: "Bloccare il porto commerciale di Trieste significa bloccare la merce che gira per tutto il mondo. Non so se vi rendete conto ma un giorno faremo un monumento a questi ragazzi coraggiosi". C'è chi si spinge anche oltre: "Ai Portuali di Trieste, dopo che tutta questa distopia avrà avuto fine, perché avrà fine, è inevitabile, si dovrà fare un monumento in tutte le piazze d'Italia. Come per gli Arditi del Piave.

 

Ma cosa sta succedendo a Trieste e perché si è arrivati a questo punto? Ecco un riepilogo delle puntate precedenti. 

La situazione: il 40% dei portuali non è vaccinato

A Trieste è alta la quota di lavoratori sprovvista di Green pass, il 40% secondo il Coordinamento lavoratori portuali Trieste. Un problema non di poco conto: i porti non si possono fermare e per scongiurare il rischio di compromissione dell'operatività nel caso di un alto numero di addetti senza green pass.

Le richieste dei portuali a settembre: "Tamponi salivari gratis per tutti"

A fine settembre un'assemblea dei lavoratori portuali di Trieste aveva deliberato di "chiedere che vengano assicurati tamponi salivari gratuiti a tutti (lavoratori portuali, camionisti, marittimi ….) coloro che entrano in Porto, vaccinati e non", di "rallentare da subito le operazioni lavorative per segnalare concretamente il malcontento" fino a "bloccarle nel caso il 15 ottobre entrasse effettivamente in vigore l'obbligo del Green pass per lavorare". Il Green pass era stato definito "non una misura sanitaria, ma di discriminazione e di ricatto che impone a una parte notevole dei lavoratori di pagare per poter lavorare". L'assemblea aveva poi stabilito di aderire allo sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati di base l'11 ottobre. In quell'occasione la città aveva visto il corteo più numeroso d'Italia protestare contro l'obbligo del Green pass. Circa 15mila partecipanti, tra i quali no vax, portuali, tassisti, comuni cittadini, varie organizzazioni. 

La circolare del Viminale

Ieri, di fronte al muro contro muro dei portuali, decisi a bloccare le attività del porto di Trieste dal 15 ottobre in caso di entrata in vigore del Green pass obbligatorio, era arrivata la soluzione di compromesso trovata in un incontro in Prefettura, soluzione raccomandata dal ministero degli Interni con una circolare dell'altro ieri: le aziende che operano nel porto di Trieste si sono dette disposte a pagare i tamponi ai lavoratori fino al 31 dicembre prossimo. Tra gli operatori presenti, c'erano spedizionieri, agenti marittimi e terminalisti. "Gli operatori presenti - ha spiegato il prefetto Valenti - sono disposti ad anticipare il pagamento dei tamponi dal 15 ottobre, ma solo fino al 31 dicembre e a patto che dal 16 ottobre, però, riprenda l'attività". 

La risposta: blocco totale

La replica del Comitato dei lavoratori è stata irremovibile: "Siamo venuti a conoscenza che il governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del Presidente (dell'Autorità Portuale, ndr) Zeno D'Agostino le dimissioni. Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l'obbligo del green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori". 

La situazione negli altri porti 

''L'unica apertura nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma''. Sono le parole del portavoce dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer. Secondo Puzzer non rischia dunque di fermarsi solo il porto di Trieste, ma molti altri porti italiani. ''Il danno economico che verrebbe causato dal blocco del porto di Trieste? Il 14 ottobre il Green pass verrà tolto. Il danno economico, se ci sarà, sarà causato dalla testardaggine del solo Governo italiano a mantenere questa misura criminale. Speriamo che in giro per l'Europa vengano tutti a tirare le orecchie al Governo italiano affinché tolga questo decreto'' ha commentato ancora Puzzer. 

Tuttavia, al momento, in altri porti italiani non si registra lo stesso livello di scontro. A Livorno e Piombino, per esempio, sembra che i portuali non si accoderanno alla protesta esplosa a Trieste. Nel sistema, che tiene insieme anche i porti di Capraia, Portoferraio, Rio Marina e Cavo, "non si registrano particolari criticità", sostiene in un comunicato l'Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale. 

La stessa cosa in Sardegna, dove non si prospettano proteste o particolari problemi, anche perché quasi tutti i 650 portuali si sono vaccinati, secondo quanto riferito dai sindacati. La situazione - spiegano Uiltrasporti, Fit Cisl e Filt Cgil all'AGI - è sotto controllo, nonostante i dubbi scaturiti dall'ultima circolare ministeriale, che prevede la possibilità che il costo dei tamponi, per i dipendenti portuali che non si sono ancora vaccinati, possa essere eventualmente a carico delle imprese. 

Simile la situazione in Campania: nessun blocco, né particolari ritardi sulla circolazione delle merci nei porti di Napoli e Salerno. L'Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale, che ha competenza sui due scali, assicura che la situazione è "assolutamente sotto controllo" anche perché la quota dei lavoratori non vaccinati su Napoli è inferiore al 20%. 

Quanto vale lo stop nel porto di Trieste

Il porto di Trieste è primo per traffico merci in Italia con 62 milioni di tonnellate annue di cui il 75% prodotti petroliferi nel 2017, risulta essere il principale porto petrolifero del Mediterraneo. I lavoratori portuali sono circa 950, di cui il 40% non ha il Green pass. 

Verso il blocco totale del 15 ottobre? 

Il 15 ottobre rischia, in ogni caso, di trasformarsi in un venerdì nerissimo per i porti italiani. Non c'è solo Trieste, che potrebbe vedere l'attività ferma a oltranza se non ci sarà uno slittamento della misura. Le società di gestione al Porto di Palermo hanno già fatto sapere che non si faranno carico dei tamponi. Riunioni si sono tenute un po' in tutte le città portuali e la protesta rischia di estendersi ad altri scali della penisola. Il problema rischia tra l'altro di estendersi all'autotrasporto, tenuto contro che un camionista su tre non ha il Green pass, un dato che salo all'80% nel caso degli autisti stranieri. 

Intanto si è appreso che alcuni terminalisti del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti non vaccinati: lo ha comunicato il presidente dell'associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria, Beppe Costa, al termine di una riunione in prefettura. All'iniziativa hanno aderito il terminal Psa di Pra' e il porto Petroli. Oltre a Trieste e Genova, ci sono rischi per Gioia Tauro e Livorno dove però ancora non sono state annunciate proteste.

Il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, ha attaccato il governo definendo "un errore clamoroso" la scelta di "trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico", esautorando di fatto il ministero delle Infrastrutture. "Il Ministero dell'Interno sul Green pass interviene nei porti senza conoscerli e senza avere la minima idea di come funzionino, di quali equilibri li caratterizzino", ha lamentato.

Dai porti l'allarme si estende ai trasporti sulla terraferma. Confetra, federazione di associazioni di trasporti e logistica ha avvertito che "si rischia il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale". "La nostra confederazione raccoglie 400 mila autisti, stimiamo che il 30% di loro non abbia il Green Pass e che dunque tra pochi giorni si debbano fermare", ha spiegato il direttore generale Ivano Russo, "in più c'è il tema degli stranieri, molti sono vaccinati con Sputnik o altri farmaci non autorizzati dall'Ema e dall'Aifa e non possono ottenere il Qr Code". "Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi", ha confermato il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè. "Se non arriverà un chiarimento, può succedere di tutto, se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion".

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