Mentre i rifiuti continuano a rappresentare una delle grandi piaghe di Roma, emergono nuovi retroscena che aiutano a capire i recenti scombussolamenti ai vertici di Ama, la società pubblica che si occupa della gestione integrata dei servizi ambientali della Capitale. A svelarli, sia pure indirettamente, è il collegio sindacale dell’azienda controllata al 100% dal Comune di Roma (tramite Roma Capitale), nella consueta relazione che accompagna il bilancio.
Si può quasi affermare che in quelle 41 pagine fitte fitte, datate 14 aprile 2017, i sindaci Mauro Lonardo (presidente del collegio), Aldo Atanasio ed Eleonora Di Giulio non le mandino certo a dire a vertici e amministratori dell’azienda pubblica. Del resto, in Ama, negli ultimi tempi, il ricambio ai piani alti è stato particolarmente intenso. In occasione dell’ultimo giro di poltrone, risalente proprio ai giorni scorsi, la giunta a 5 stelle guidata dalla sindaca, Virginia Raggi, ha deciso di affidare ad interim (fino a fine anno, salvo proroghe) la direzione amministrativa al direttore generale, Stefano Bina, che seguirà direttamente la Tari, il bilancio e il controllo della gestione. Altre due direzioni, servizi societari e strategie, finiranno invece, senza intermediari, nelle mani dell’amministratore delegato, Lorenzo Bagnacani, che ricopre anche il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione (gli altri due consiglieri sono Emmanuela Pettinao e Andrea Masullo). A sua volta, due mesi fa, il cda a tre guidato da Bagnacani aveva sostituito l’amministratore unico, Antonella Giglio, colei cioè che di fatto firma il bilancio del 2016.
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dall'articolo di Carlotta Scozzari per it.businessinsider.com