capture 024 09112021 104753Stretta del Viminale contro le manifestazioni dei no green pass: autorizzati solo sit-in e centri storici vietati, possibile obbligo della mascherina all’aperto per i manifestanti. Alla fine, mentre qualsiasi tipo di corteo o assembramento – a partire dai rave illegali – viene permesso senza alcuna restrizione, il giro di vite arriva solo per i cittadini che manifestano pacificamente contro l’obbligo della certificazione verde.

Stretta del Viminale contro le manifestazioni dei no green pass

Secondo quanto anticipato dal Corriere, niente più cortei che attraversano i centri storici e le strade dello shopping. Ancora, i manifestanti dovranno stare lontano dagli obiettivi sensibili e potranno organizzare soltanto sit-in, salvo determinate esigenze e a patto di fornire le dovute garanzie sulla sicurezza. Insomma, il modello applicato per il G20 di Roma esteso ai no green pass. E’ questa in sostanza la linea dettata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a prefetti e questori. Le nuove regole saranno applicate già da questo sabato, in vista delle manifestazioni in programma. Il giro di vite – spiega il Viminale – è indispensabile per “garantire i diritti di chi dissente proteggendo però le attività economiche e la salute dei cittadini”. Tuttavia, dati alla mano, shopping e contagi non hanno minimamente risentito di queste manifestazioni.

 

Il giro di vite a Trieste

Eppure, se prendiamo il caso emblematico di Trieste, le autorità limitano la libertà di manifestare, perché – a tanto si è arrivato – i cortei aumenterebbero i contagi. Nella città che ha visto la protesta dei portuali, il prefetto Valerio Valenti ha deciso che fino al 31 dicembre sarà vietato manifestare in piazza Unità d’Italia. E’ proprio qui che per settimane i no green pass si sono dati appuntamento. Ma a sentire il prefetto tali manifestazioni sono pericolose, viste “le situazioni di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica e l’incolumità delle persone. Con modalità che hanno messo a repentaglio il patrimonio urbano pubblico e privato anche con lancio di oggetti verso palazzi tutelati dal ministero della Cultura”. E ora sempre a Trieste si è arrivati persino alle minacce di arresto per chi manifesta.

Il modello di sicurezza del G20 applicato per tutte le manifestazioni

Il Viminale dunque applicherà le misure straordinarie del G20 a ogni manifestazione. Ma è ovvio che nel mirino ci sono quelle dei no green pass, contro i quali puntano il dito anche i media mainstream schierati con il governo. In occasione del G20 a Roma i manifestanti sono stati tenuti lontani dai luoghi degli incontri e in aree della città dove non ci sono strade affollate e attività commerciali. Il percorso concordato con la questura si snodava lontano da sedi di partiti e sindacati, palazzi delle istituzioni, ambasciate. A Roma è filato tutto liscio e quindi ora la Lamorgese vuole che lo stesso valga per le prossime manifestazioni.

Confcommercio si straccia le vesti

A dare man forte al Viminale ci si mette pure la Confcommercio, che ha lanciato una petizione contro le manifestazioni del fine settimana nel centro delle città. Il presidente Carlo Sangalli sottolinea che “solo il sabato, per il settore del commercio e della ristorazione, vale oltre il 25% del fatturato settimanale, quindi è ben chiaro il danno provocato mentre paghiamo ancora le conseguenze della pandemia e rischiamo un’ulteriore impennata”. Tuttavia – lo ripetiamo . dati alla mano le manifestazioni non hanno minimamente inciso su commercio e ristorazione. Anche gli stessi cittadini che hanno preso parte ai cortei spesso si sono staccati per fare shopping o per un caffè al bar. Ciononostante il Viminale si accanisce contro i no green pass, tanto di valutare l’obbligo di mascherina all’aperto per i manifestanti.

Salvini: “Se chi manifesta cambia percorso ne paga le conseguenze”

Sul fronte del diritto a manifestare, al netto della narrazione giallofucsia contro i no green pass “untori” che vanificano gli sforzi della collettività contro la pandemia, nel centrodestra si ribadisce il diritto inviolabile a manifestare. “Penso che ognuno nel rispetto delle regole, che è fondamentale, possa manifestare le sue idee – dice il leader della Lega Matteo Salvini -. Il problema è che lo Stato deve impegnarsi a far rispettare le regole. Siccome chi chiede di fare un corteo mette nome, cognome, indirizzo e documento, se cambia percorso, allora ne paga le conseguenze. Se lo Stato non riesce a garantire che uno manifesti rispettando le regole, allora siamo messi male“.

Meloni: “Perché il Viminale non usa gli idranti contro i rave illegali?”

“La violenza è da condannare, le manifestazioni no. Io penso che in una democrazia si abbia il diritto di manifestare il proprio dissenso. Poi se da questo si scade nella violenza e nella devastazione, noi da una vita chiediamo allo Stato di essere molto rigido – fa presente la leader di FdI Giorgia Meloni -. Poi lo Stato è rigido a seconda di quello che ritiene. Questa è la cosa che è francamente poco condivisibile. Anche in questa vicenda del green pass, ho visto il ministero dell’Interno che sparava con gli idranti contro lavoratori in ginocchio che si tenevano per mano”, è l’accusa della Meloni. “E mi sono chiesta perché lo stesso Stato non abbia utilizzato gli idranti contro i rave illegali“.

Insomma, ancora una volta, “due pesi e due misure”, come sottolinea la leader dell’unico partito all’opposizione. Per non parlare dei porti spalancati ai clandestini (spesso positivi al Covid). Eppure per la Lamorgese la priorità, l’emergenza sono le manifestazioni dei no green pass.

di Adolfo Spezzaferro per www.ilprimatonazionale.it