Le chiacchiere dei vicini sono fra le fonti giornalistiche meno attendibili che ci siano. Quando un inquilino se ne sta un po' sulle sue e non ama le relazioni con gli altri, ne fioriscono tante. Magari ci sarà pure chi sostiene che fa chissà quali porcherie, o fa partire leggende metropolitane sulle sue abitudini sessuali. Ma vorrei vedere il giornale che sulla base del chiacchiericcio dei vicini titolerebbe mai "Tizio secondo i vicini era un pedofilo", anche perché l'editore su una sciocchezza così rischierebbe le mutande.
Se si tratta però del virus evidentemente ogni regola giornalistica viene sacrificata, anzi, impiccata alla ideologia. In questo caso alla ideologia sì vax, che onestamente vale come quella no vax. Titolo de La Stampa su un signore morto di Covid a casa a Padova: "i vicini: era no vax".
Poi però il testo dell'articolo dice l'esatto contrario: secondo fonti ospedaliere il poveretto era vaccinato con doppia dose, la seconda fatta pochi mesi fa, ad agosto. Quindi i vicini erano smentiti dalla realtà, che però il giornale conosceva benissimo. Vero che il poveretto aveva rifiutato cure ospedaliere, curandosi da solo a casa con i farmaci della influenza.
Ma proprio questo particolare direbbe l'esatto opposto: vittima della campagna Sì vax, secondo cui il vaccino ti protegerebbe sempre e comunque da forme gravi della malattia, questo signore si riteneva talmente protetto da non avere il Covid, ma l'influenza, e come tale tragicamente l'ha trattata. E' probabilmente (una ipotesi, perché la realtà non la conosciamo) più una vittima dell'ideologia Sì Vax che di quella No vax. E in ogni caso di ideologia si muore.
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