Presentando sul Corriere il podcast «Nebbia» – di Giovanni Bianconi e Alessandra Coppola – Roberto Saviano si avventura negli anni di piombo facendo bella mostra di pregiudizi incancreniti.
Così Saviano presenta il podcast Nebbia
E lo fa laddove scrive che il podcast Nebbia “racconta come la violenza neofascista in questo Paese sia stata profondamente egemone e usata per impedire un percorso democratico e riformista. Ma racconta anche il codardo attentato di Primavalle alla famiglia missina dei Mattei. Attraverso la voce dell’ultimo dei fratelli, Giampaolo, sopravvissuto al rogo in cui morirono Virgilio (22 anni) e Stefano (8 anni)”.
Saviano e il rogo di Primavalle
A parte il pessimo gusto di scrivere che la violenza neofascista è stata egemone per poi citare il rogo di Primavalle (fatto da chi? Da Barbablu? Perché Saviano non lo scrive?) c’è poi il piccolo dettaglio che l’episodio terroristico storicamente più pesante, anche in termini di contraccolpi politici, fu l’omicidio di Aldo Moro. Ed esso porta la firma delle Brigate rosse.
Le bacchettate del Foglio
Non a caso Il Foglio bacchetta oggi lo scrittore annotando: “Saviano scrive che “Nebbia” racconta come la violenza neofascista in questo paese sia stata profondamente egemone, ed è un giudizio che speriamo di rettificare con le nostre orecchie”. Per poi puntualizzare: “Le Br erano rosse, l’atto di terrorismo politicamente “egemone” in Italia è stato rosso. Forse Saviano ha ascoltato male”. O forse, il che è sicuramente più vicino alla realtà, non è interessato alla storia di un periodo oscuro ma alla sua lettura ideologica, alla quale presta la sua ormai poco brillante firma.